Pattuglia - anno I - n. 7 - maggio 1942

L. BARTOLINI · "LA FINESTRA DEL SOLITARIO,, Nei' fi'ori· umili' e vivi che dànno un volto al prato n'conosco la forma dei· pensùn· che allùtavàn la men-te. nel mattino del mondo. A quella rùnembranza pùt dole I' i'ndigenza e la coscùnza del presente stato, sù:chè furtivamente m'allontano per non essere veduto da quei fi"ori. Così l'esule che rivide 1·n sogno il prato che ci"ngeva un dì la casa della perduta patria cong!t' occhi·bassi· va tra ignota gente quasi· avesse nel petto il sangue di· un delùto. NICOLA MOSCAIWELLI La valle al gùmger nostro era una luce nel vestìbolo quérulo dei· monti· e dalle fronde usci'vano 1·viandanti Ùnmutabtù' al sogno e a quella pace. Gripi' i vi.andanti· nell'azzurra festa andavano i sentùr1·. A volte, stanchi· di· troppa luce, un poco si· fermavan con altri· vecchi· al !t'bero respiro del/' ombre presso bianchi· fontamù'. Volti· ad altre p~irvenze ora di' noi· soltanto questa toni-a dove 1·prati· si· stendono al sussurro dei villaggi· fi,ggevolmente a rispecch1"arsa1l· lampo dell'acqua nei' tranqml!t' beveraggi·. LUCIANO BUDIGNA F9trdazione Ruffilli -.Forlì NOA-NOA Pc, noi qucJlo rilotno è un.,a Jcopulo: daoocro il viaggio di Gauguin m qucJ!'iso/a è cl'offe,ta di una \lita riconsegnala alla 1ua primili-»a nudità•, un ritorno al wo valore estremo, un bfao. gno urgMlt, indultabilc, di tia.scoltar:si («sento JOlo i battili del mio cuore»), spogliandosi di tutto la ci'llillà inltuJa, quale ap• punto doooa Jembrargli. Pagine di poesia e di arie, di llila e di morte: ,pcranze, ,offocati desidtri, gioia, stridore gelido di miJuia, ma sopra/lutto la ,ua l)faionc: leslimonian::o d'artista e indeme opera di lelluatura, come appunto la intelligente e puntuale i>enione del Moro,ini, 1,uol renderci. Le pogine che riproduciamo ne sono la pro11a più c111ida. g. ,. Il r3olc è rupidnmcntc sceso all'orizzonte, a mct:I nr.i3costo dall'isola Morea che sta al mio fianco. La luce contrn3tata sluglia nelle e potenti, nere, sul ciclo d'incendio, le montagne il cui prorilo rende qur,.;i antichi ccGtclli 1~erlati. 1:: scifJeeo che qucst..1 immagine « reudulc » mi ,3i presenti qui, attorno alle cose della no.tura? E 1.,ggill lu vetta, come un enorme cimiero. Le onde intorno, folla immensa, che mor mQra, che non l'avrà mai. 11 cimiero ro.>tn sol<) t\ protcggct·e accunto ai cicli. Di lù uno oguurdo è nuscosto nelle aec1uc profonde. •wc Finit·ono l.iQmmcrsi i colpc-,oli di aver toccnlo l'ulbcro della Scienza, i l'Olpc,oli <lcl peccato della tct,ta, e il Cimiero, una testo pure, nor\ so r1ualc richiamo ... alln Sfinge forse, solenne nel dire, da <1uclla fessu1·u ·- la l>occa - l'ironia o la pietà cli un sorr.iso, alle onde, O\'C dorme il passato .. Lu notte cala rapidamente. ~lorea è ,,cpolta nel •.ionno. 11 silenzio! Impuro a conoscere il silenzio di una notte a Tahiti. Sento Golq i battiti del mio cuore. }f. Dal mio letto d'ntinguo, per lu luna che filtra, le canne della mia c.-,punna allineale a trnlti uguali. Un i,3trumenlo quasi, il rlauto degli 1rntichi, cloo i.:rahiti..rni chianmno -. ,ivo ». E uno ,,1rumento che di giorno tace. Lu notte, nella memoria e per lu luna 1 ripete le mn.3ichc che amium'o. ~li addormento ul suo canto. fra il ciclo e mc non Hitro che il vasto tetto, ;;ilto e leggero, a foglie di « pundam.:•j, », do,c stanno le lucertole. I lo incomint.:into a lavorare: abbozzi e note di ogni ,,ortn. l\lu il paesaggio, dai eolori franchi e rudenti, mi c1bbaglia. Una ,olta 1 fra continui dubbi, <la mczzogio1·no alle due ho giruto cc1·cando ... Eppure è tunto ,3cmplicc: dipingere come ,·celo, G<'nzn c-alcolo tradurre sulla tcln un blù, un rosso ! Nei fiumi forme <lor .,te m'incanlano csill'l'ò ancora a cogliere tutta questa lueo, qucstu felicità di Gole? }f. Tento di abbozzarne il ritratto, \'orrci rcnnarc 13oprattullo quel l.iorriso ambiguo. Fa una piacevole smorfia e, contrariata: « Aita (no):,. tlice e mi l.ncin. Un'ora dopo è da mc ancoru, ha un bell'abito addosso c un fiore all'orecchio. Che cosu le è uccuduto e pcrchè torna? Un gioco di civetteria, il piacere di cedere dopo nver negrito? O ,mio il capriccìo, scn/,:t motivo, il 13cmplicc e pu1'0 capriccio, così comune in loro? Cap!,.;co che do\l'Ò :1tlcncrmi, da pittore, nlla , ita interiore del mode-Ilo: unn urgenza tacita e pno- ,3ante1 quasi possesso fisico, per un risultato decisivo ... lnvoro in frcttu -- prego che non 1Jia una fissazione - 'in fretta e con calore. 1\lctio in ~quwlo 1·ilratto ciò che l'animo ha pcrmc,;so aµ:li Ul~c.:hi di vedere e soprnttullo, pcr.i;o,.ciò che gli occhi 1,oli mai avrebbero ,eduto, questo fuoco intimo int.cnso ... 1 t,ratti elevati dcli.i front.e così nobile, mi rimunduno a Poe, a quel suo giudizio: ""Non c'è pura bcllczzn r3cnza un che di struno nelle proporzioni ». E il fiore che portn ull'orccchio r.•3colta il suo profumo. Ora lavoro meglio, più libcrumcntc. l.r1,ciundo la riva per imbarcarmi, un'ulLima ,oh.1 guardo Tchura. l lu pianlo per molte notti. Sla11c.1 e triste. ancora, n:~u· calma, è scclutu sulla pietra; le. gambe pendono, i piedi larghi e forti lambiscono l'nc<1un ,.3alntu. Appassito, il fiore che avcvu all'orecchio è caduto alle ginocchia. Altre come lei guardano a tratti, tucitc e assenti il fumo gre, e della nave c.:hc ci porta via tut..ti, amanti di un giorno. Dal ponte della nave pare, per lungo tempo ancora, di cogliere alle labbra loro qucGle parole Maori di un lcmpo: « Voi, leggere brezze del Sud e dcll'Fut che vi riunite •Jopru lu mia tesla per toccarvi cd essere felici, arfrcttnlcvi assieme all'ultra isola. Vi troverete, 1,ouo l'alhcro prcFerito, l'uomo che mi ha lusciatu. Oitcgli che mi avete veduta in pianto». (Ja «Noo-Noa e altri ,cifli• Ji Paul Gauguin a cura J; D. Mo,osini - &i. Bomplani). LA ,.>era è sulla tua fronte: vi si legge J'ultìmc. 1,olc. Le mani u eonchigliu raccolgono l'uria nel grembo a leggere il peso del ricordo. Inventi. In campagna· tramorlitu, lu nebbia umida <li fiato, i pochi gc',;i nudi sul ciglio del sentiero: il sentiero! come ti nrlatichi a rinrnncrc krma 130stcncndone la presenza. Si. snoda ncgLi occhi la passeggia tu, ricom,;ci le curve dul suo sguurdo, a\'verti il ponle dul uilcnzio: lu meta è lìi, all'nrfsn culmu ciel riume, <love n'ellcLrizza, nel dirillo filo del volo, lu bnl1crinu. Poi il ritorno. La canzone <l'allora ti ,.,;chiude le L,,bbra anche ,,tusera 1 e olle tempie ba.tt..ono i pasi'ii di brinu. Sulla tua h·onlc è giù notte. )f. Sapieu:.a di Severini. Per SC'vcrini non 11aprcmo purlnrc ultro che di ,,apic·nza: sapienza nell'esalta comprcr,.,ione di unu rcuUù vista come geomeLricu c,1clenzn di piani, sapienza nella resa, nella stcsur,, di <1uwtu rcalt..ù. Occorre dire che i1 colore nelle ultime cc,;c, gli è diventato più calmo e vigilato, squilla rm·umenle, ,.,pesso lenta di comporsi in sinfonie, prediligendo la uommessu fiducia dell'1H'Cot·clo basso 1 t..1l\'olta ritrovo unn definizione n3solutu - come nella « Donna dallo 13ciullc veneziano :,. 1 dove l'intima malinconia dell'interno è l.itatu accolta negli occhi s1m1gnti, spauriti qur,_;i dallu fioritura del mantello - la.l'aHru lenta la limitazione grafica nel colore con rn1>idc dcd.>ioni di linee. Di frequente ci ui trova a dovcl' pensare .soltanto :.illa decorazione: cc1·to Seve:rini in troppi degli ultimi dipinti gioca, e bcnchè il uuo siu sapientissimo giol·o, tullavia non ci convince -- Fnbi.:oo elci bianchi sluvall, ac1 u,cmpio - denuncia apertnmcnte l'infelice e gn,tuila p<•.>izionc. tsis le. una sapienza supcriol'c a quella dt:1 e meslicrc »: almeno in arte. )f. Anmmciu delln /Jrimmwrct. Lu lu ccrlola a, ,c1•tc l'ora mutura nella radice della primula, che giù t13ultu per il primo fiore ,_;bocciato, il muro l'avr;:'1 prc1,to striscinnlc ul risvq;lio delh scpollura invernale o ferma :il fulmine del solei le gemme urgono di linta, vo<..;lionu 111upirsi di \'Crdc: il ciclo ne attende l'improv, bo ,:;cl'ollursì, lo fcstcggier,i con gridi cli bimbi sui prali: ...,le mammole! le mammolc-! »: cadrù allora il 1;o!c p,iù lcnlo l'ureo della sera, e lu cumpagmt seonrinatu nel ciclo ,,nril per noi una struc.la hcata, un desiderio sl'nzu fine. GIANNI 1'ES1'O111

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