Nuova Repubblica - anno V - n. 7 - 17 febbraio 1957

4 (1 1 50) 1111ova repubblica sono infatti concretati, data la loro irrealizzabilità pra– tica. A'l,OltIO E ELET'l 1 UICITA' La crisi dell'alleanza atlantica, quindi, deve essere affrontata all'interno del sistema atlantico stesso, tenen– do conto in maniera realistica de'll'attuale situazione deU'Europa e degli sviluppi che se ne possono antive– dere. Che Ja crisi ci sia, e grave, sarebbe stolto volerlo negar~, anche se appare esagerato il commento•del Monde alla riunione del Consiglio atlantico del maggio .scorso, secondo cui « la comunità atlantica è oggi ridotta a una semplice espressione verbale». Il comportamento franco– inO"lese nella crisi egiziana costituisce tuttavia una forte te~tazione a dar ragione postuma al giornale parigino; per lo meno, se non si vuol cedere alla tentazione, rap– presenta uno stimolo ad affrontare in tutta la sua ~sten~ sione e profondità la crisi e vedere quindi quali nmed1 vi si possano e debbano apportare, sia da un punto di vista generale sia dal punto di vista particolare del– l'Italia e dei suoi interessi. I FALSI PASTORI La lamentata dipende molto rappresentanti insufficienza e conuzione delle gestioni pubblicl1e spesso dai grandi complessi monopolistici e dai loro nei consigli d'amministrazione delle imprese statali· di PIERO III N EL quad_r_o _ della sit~a:1..ione e1_1ergelica italiana_ e U NA VIA d'uscita potrebbe essere costituita da una se- della politica cconorn1ca che J-attuale governo m- rìa ripresa dell'impostazione it"aliana, che, da parte no- tende pe1·segulre, sono avvenuti in queS;t'ultirna set- stra è stata tentata. Nel viaggio compiuto negli Sta.ti tinHrna duo fatti nuovi 'di cui è opportuno p.tulare. Il UniÙ è nel Canadà il presidente Gronchi ha appoggiato .. primo è q~rnsto: seco_ndo voci uf-lìciose, sembra che le con tutta la propria autorità questo tentativo, sia insi- nostre centrali. elettriche si~no in difficoltà nel far fronte stendo (al Congresso degli Stati Uniti) su « l'opportu- alla richiesta cli energia cui sono sottoposte e che si nità di dare finalmente vita allo spirito di quell'art. 2, dovrà giungere prima o poi - con buona pace dello svi- che fin da principio mirò a conferire al patto militare Juppo industriale previsto dallo schema Vanoni - ad H carattere più vasto e più profondo di una comunità u-oa forma più o meno elastica di razionamento. Si dice di popoli»; sia allargando sul. piano politico, e non solo da parte degli indust1·iali che la colpa è, come al solito, economico, la nuova visione dell'alleanza, affermando (al del buon Giove Pluvio che fa piovere poco e male;- si parlamento del Canadà) che l'interpretazione italiana risponde cli contro che, invece, tutta questa è solo 1'~11.., estende il significato della NATO « a tutte le esigenze lima manovra tentata dagli elettrici per demolire quelli\ che il nuovo corso degli avvenimenti propone)>. Ed ef- parte della Cassa di conguaglio che è rimasta in pièclj. fettivamente la crisi attuale della :i;-,rATOdimostra che, Comunque sia-, c'è da trarre un'unica morale: è neces- se essa vuole sopravvivere, i suoi membri devono coor- sai-io aumentare le noshe fonti energetiche 31 più presto, dinare strettamente le proprie politiche, ben al di là ed è opportuno cel'care di ficcai-e_il 'naso negli affari degli della ·lettera del Patto. elettrici· dal cui ar·bitl'io dipendono le sorti degli utenti Anche l'impostazione di Granchi, dunque, si colloca e degìi impl'enditori piccoli o grandi che siano. · sulla linea déll'integrazione e non del superamento del- L'altro fatto nuovo è costituito dalla lettera inviata l'alleanza come invece si era voluta intenderla da chi dal niinisti-o dell'industria e commel'cio, on. Cortese, acl ]a interpi'.etava più secondo i propri desideri che non se- un settimanale romànò (V. l}BspresSo del 10 febbraio condo la realtà. Sta di fatto, comunque, che lo spirito J!)57), nella quale è precisato il contenuto di alcuni pt~v- animatore della posizione italiana è, nel 1956, alquanto vediment.i - fra i quali il progetto di legge 9ull'energia diyerso da quello che era nel 1951: la stessa esigenza nuclearn - adottati recentemente dal suo ministero. appare a-ssai differente se collocata nella prospettiva del- Se dices8imo che la lettera ci fa sapel'e molte cose l' «oltranzismo)) da « guerra fredda)) oppure nella cor- nuove, di1·em-mo una bugia: essa si lirnita invece a chia- nice «distensiva>> della nuova situazione internazionale. 1·il'e il significato di cel'ti ai-ticoli del progetto di legge Si afferma, pertanto; -!;interpretazione ,, giolittiana )) del ed a confutare alcune accuse, peraltl'o àssai marginali, Patto di contro a quella « crispina », esclusi nvviamente che al progetto erano state mosse. Vi si legge, ad esempio, i sottintesi polemici che i due termini comportavano nelle che la scelta fra « le due strade dell'Uranio» (e cioè fra discussioni degli anni in cui il Patto atlantico era al l'utili~za;,;ione dell'Uranio arricchito_ e quella del ciclo in- centro di un'acre disputa. Il solo fatto che 0 ggi Nenni, tegrale Uranio naturale-Pl~tonio) non è comunque pre- nelle prospettive dell'unificpzione socialista, accetti la giudic~ta di-i.Ila legge; si ,aggiunge che se si dovess~ con- permanenza dell'Italià in una NATO intesa a fini pu- statare la carenza dell'iniziativa p1·ivata, ben potrà in- 1.amente difensivi illustra quale profonda modificazione tervenirn l'iniziativa statale per integrnrla e, magari, sia sOpravvenuta da allora ad oggi. Resta però che, per sostituida; si ·col).clude, infine, che _nel regime di con- realizzarsi concretamente secondo le intenzioni governa- cess~~ amministrativa che' si vuole instaurare il con- tive, qllesta linea italiana avrebbe bisogno che i progetti cesSionario è tenuto alla prnduzione d'una determinata per dar vita all'art. 2 uscissero dal limbo; e inv:ece non quantili-\ minima di ene,·gia, salvo revoca della conces- si può dire che il nuovo Comitato ,, dei saggi », isti- sione. La risposta a queste prncisazioni la si può tro- tuito in maggio ,a Parigi, si avvii, nonostante la pre- vare nei· due nostri precedenti articoli, ma· converrà pre- senza di Martino e-di Pearson, verso conclusioni radical- cisarla meglìo. , mente innovatrici. Se è vero che il p1·ogetto Co1·tese non si prommcia sul E' quindi da vedere se, in attesa che qualcosa ma- problema della duplice « via », è pur vero che il con- turi su questo piano, da parte italiana non si possa. cessiona1·io imprenditore priv·ato, ,almeno per mancanza aÒzi debba, agire Su un altro piano, in più immediata cli capitali, non può che percol'l'ere la via facile. Pur- f!derènza ai nostri interessi ed alla generale situazione troppo ormai tutti sappiamo dove porti la st rada. del- internazioriale. Pare 8. noi che sia necessario partire in- l'Urnnio 235 · Se~za essere ~:PessimiS t i: imboccare quella nanzitutto da una premessa: la non superata validità, via vuol dire giungere ad una cristallizza~ione della pro- p er Ì'Italia, del Patto atlantico, come cornice generale clnzione dell'energia elettrica per via nucleare, vuol dire consumare combustibile pregiato che potrebbe essere uti- entrò la quale inquadrare una politica che non dimen- lizzato ben altrimenti, vuol dire far dipendere la nostra tichi l'esigenza prima, la sicurezza del nostro paese. Ma economia dal governo degli Stati {Jniti, il quale, natu- appunto questa sicurezza non si raggiunge, con uno st a- ml mente, agisce con ben chia1·i intenti politici e, pertanto, tico fideismo, perseverando in lJ,n atlantismo s uper.ato di qui a qualche anno _può anche non ,:olere più inviai·ci dai !atti. Oggi l'Europa cara ad una certa mitologia non l'Uranio anicchito. E' inutile quindi affermate astratta- esiste più: la Francia e la Gran Bretagna hanno dim~ mente che ·u progetto Cortese lascia aperte tutte le vie, strato di tenere in conto assolutamente preminente, an- quando si sa beni:Ssimo che Per il privato la via ..pratica- èhe al peggior costo, i propri interessi extra-europei; la bile è una e<l una soltanto. Come del resto è ozioso Germania continua ad essere· bloccata dal problema affermare che, constatato il fallimentò dell'iniziativa pri- dell'unificazione. Cade perciò il significato della « pie- vata, il progetto pi-evede la. possibilità eia parte dello cola Europa », che del resto non ha mai rappresentato Sta.to di revocare Ja concessione e magari di .assumersi altro se non un sistelTla minore all'interno, ed in fun- direttamente rinizi~tiva. Tutto questo è vero e nessuno iione, del sistema atlantico. D'altra parte, nell'Europa al l'ha mai negato. Ma. non è più tempo di aspettare, è di fuori del Patto atlantico, pasta. guardare all'Austria l'ora di muoversi e di muoversi bene, non soltanto per ed aJ}a .:fugoslavia - per COmPrendere' quale molto mag- l'insufficienza delle nostre fonti energetiche, ma anche gior"e scioltezza di movimenti sia oggi possibile; e la per il fatto che J'U1:anio 235, una volta adòperato cli- crisi del' blocco sovietico, sè non deve riportare alla rettamente per .Produrre .soltanto energia elettrica, po- 4< guerra fredda» (come, nonostante le apparenze, non trebbe poi essere insufficiente ad iniziare il J.}roces·so di dO'vrebbe riportare), Concorre anch'essa a questo gene- trasformazione delFUranio naturale in qombustibile nu- rale processo di vero disgelo il.ella situazione internazio- cleare nei reattori plutonigeni. Questi reattori, se debbono nale europea. partirn dall'uranio naturale, senza l'opportuno innesco In conclusione, si offrono oggi realmente ad una dell'urnnio arricchito, rjchiedono un lungo periodo di politica italiana alacre e pronta a cogliere il senso della avviamento (si tratta di anni) che è inconciliabile con situazione delle possibilità che vanno almeno esplorate. le impellenti esige1ne della nostra economia. D'altra Il Patto ,atlantico, in altri termini, deve essere utilizzato parte è inutile tornare a parlare con insistenz.a dellf! Come un nostro punto d'appoggio, dal quale muoverci, legge C01-tese, che è nata proprio col precipuo intendi- senza pet questo uscirne fuori, verso quei paesi che a mento di impedire un monopolio statale nel campo del• JOro volta si muovono o cercano di muoversi fuori dai l'energia nucleai-e, partendo dal presupposto che è oppoi"'tuno rigidi .blocchi in cui erano o sono tuttora inclusi. E, al l'intervento cli una pluralità. d'iniziative. di là dell'Europa, una simile posizione, può trovare in- Esiste ancora un'altra ragione che consiglia la na- dubbiamel1.te valido appogg_io nelle posizioni tipo quella zionalizzazione del settore dell'energia nuclearn. Lo scop- dell'India. Si darebbe -così articolazione alla nostra poli- pio di un reattore può provoca.re conseguenze gravis.: tic;;i, estera. ed _insieme si infonderebbe rluova vita al Patto sime per la salute pubblica di due o tre gel1e~azioni ,·atlàOùco. 'Nòn si tratta di '·vagheggiamenti neutralisticii umane. Jn questo campo, evidentemente, non può avere _.al contrario di una politica, eh~ sarà certo difficile da nessun senso una quals.iasi forma assicurativa.. Il pro- 'ref_Jlizzare nel concreto, ma è l'unica che possa permet.: blema non è tanto di assicurare qualcuno, quanto di far "ter·é di suPerare tutti i bloèchi (occidentale, orientale e sì che il tragico evento non si verifichi. Va tenuto ·poi con- neU!raJe)' é quindi di tissir~ dalle angustie di una si~ to, per ben intendere la. questione, che la costmzione delle tuazione asfittica.·· · schermature di di(esa dalle radiazioni assume, nel costo .FERDINANDO -VE~Ag.-.. totale degli impianti delle centrali eleitro~nuclea1·i,.-.per- BARUCCJ ' ' cèntuali altissime (sembra intorno al 50% !) . Ri::;parmiaro pochissimo su ogni schermatura vuol dire risparmiare n~ilioni. E ci si può fidare, perché si abbiano schenna– turn sufficienti, sul senso di resppnsabilit;\ del pl'Ìvato ~ che sente soltanto il richiamo del profitto? L'imprendiio1·e) privato conduce giornalmente una lotta contin~1a per limare il costo di i)roduzione del prodotto e per aurnen– tarn il profitto. E' naturale. che sia così. Diceva Ascat·elli al Convegno degli « Amici del Mondo», citando un pro– verbio francese,. di diffidate di quell'imprenditore che dice di non voleJ·. _1·eali:1..zareprofitto: normalmente costui lo · ha già. realiz.zatq · più di ogni altro. Come potrebbe l'im- .p1·enditoré r\)nélersi conto esattamente fino a che limite possono· Cssere l'idotte le schermature calcolate genel'al.– ·mente _con Qn' cèrto margine dj sicnre;,-;za? Poti-ebbero accadere casr·analoghi a quelli che si registrano nel .set– tore edilizio, dove tutti gli imprenditori, fidando nelle rn.agfohe vih'lì del cemento arl11ate, sono soliti ridutTe le arrna.tur·e calcolate dagli ingegneri, cCln l'intento òi ri.:,,par;11iare. E si -sa bene quanti disastri accadano per Si1:nili « a·ccoz·girn.enti »; naturalmente, nel caso delle ma– terje nucleari, la cosa diviene davvero più complicaJa e periçolosa. Si aggiunga che gli scienz.iati · sono tuttora assai discordi nel fissare questi limiti di sicurezza e· che nessuno è inòltre capace di stabilire entro quali limiti le materie nucleàri siano pericolose. Sembra addii·ittma che le deleterie conseguenze si facciano sentire più che sul soggetto colpito su i suoi discendenti. << La sicurezza e la salute pubblica - diceva Ernesto Rossi con quel piz– zico di demagogia che gli è prop1·ia - hanno per noi una imp01·tanza maggiore della prosperità finanziaria· dei signori della Edison, della SADE, della Centrale o della SME ». e OME ha reagito la stampa confìndustl'ia•Je A questa · impostazione? Nei modi più dive1·si, 1_11a, per lo più superficialmente, sul pia,10 della polemichetta _personale, arguta, ma assai poco costruttiva. Si- è innanzitutto i·i– spolverata un'accusa vecchia ormai di decem)i secondo la quale le industrie gestite direttamente dallo Stato non sono capaci che cli chindere con_ rilevantissimi disavall;,,i. Tutto ciò che si vo,nebbe sostenern il linea assoluta, può essere vero soltanto in linea relativa. Sostanzialmente è una ·delle più amene storielle che si possa ascoltare. 11 problema ormai è stato discusso a lungo, ma la conclu– Tutto ciò che si vorrebbe sostenere in linea assoluta, può profittevole una gestione diretta da parte dello Stato cli una gestione p.-ivata. Posto che ambedue vogliano realiz– za.re gli stessi fini (il che non si ha sempre nello Stato, i!" quale spesso è costretto a -subordinare ad interèssi po– litici la finalità economica di una data impresa o indu– stria), è questione di uomini, perchè con dirigenti -inca– paci chiude in disavanzo tanto l'industria di Stato, quanto quella p1·ivata. L'accusa però fa colpo, dicendo poi ,che nel nostrd paese, le varie industrie di Stato non sono capa.ci che di « pompare l-, attraverso il meccanismo fribu– tario, quel denaro che la. nostra sana iniziativa p1·ivafa annualmente versa alle casse dello Stato. Quello che noll. si dice però è il perchè esiste questo stato di cose. Nem– meno noi vÒgliamo. dirlo: è più opportuno invece ripor– tare un passo stralciato da una recente pubblicazio,:ie di Siro Lornbardini, professore incaricato all'Università C~~– toliea del S. Cuore: « a col.oro che invocano più efficienti interventi dello Stato si contrappone l'insufficienza e la co1·ruzione che caratterizzerebbero gli organismi mediant'e i quali ta.li interventi dovrebbero realizzarsi, dimenticàn·do che i hwggiol'i 1·esponsabili di questo stato di cose sono proprio .i grandi complessi monopolistici e i loro rap– pres.entanti inseriti nei consigli di amministrazione crim:.. P,rese Gontrollate da.ll_o Stato ». (Sii-o Lombardini: Tl pro:– blema del 1nonopolioJ Milano, Istituto Sociale Amhmsia– no, 1056). Più chiari di così! Propone poi una politica economica che conduca a.1- l'indipendenza della nostra economia, significa per alcJrii propone una politica autarchica. Costoro evidentemente non sanno bene che autarchia significa sì isolamento eco– nomico, ma quando ciò che si cerca di produrre in casa cii·cola liberarne1He sul mercato intema;,;ionale. AJlora, ve– ramente, una simil~ poli_iica è da rifiutare, perché è certe;> che rnodername.nt ~ un p~ese può sperare di raggiunger.e un considerevole livello pl'OdÙttivo flella mfrmra in cui dia hlogo ·a frequenti e considerevoli scambi interna.zio– nali." Ma nel nostro caso è da ripetere ancora che l'Ui·ariio arricchito lo possiamo avere soltanto da un goveri10 · il quale, come tutti i governi, si regola serl1pre con criteri politici e non certamente con i. c1·iteri economici cou cui si regolano i produttori privati. Questo vuol ·dire che, ~ un dato momento, per p,al'ticolari ragioni gli Stati Uniq p~trebbero s·mettere di inviarci l'Uranio anChè' se noi fos– simo disposti a pagarlo più prnficuarnente di altri. L'{! ra.~ nio 11aturale invece si trova anche nel nostro sott.Osuolo, oppure può essere acquistato sul rnercftto internazi"onale. Questo non è propo.-re tma politica autarchica, ma ptopòi'l'e u,:ia· politica del buon senso .

RkJQdWJsaXNoZXIy