Nuova Repubblica - anno IV - n. 40 - 30 settembre 1956

(150) nuova -,rpubblica I LUCI DELLA.RIBALTA IL CINEMA ELETTO di LINO DEL FRA P ERCHE' Ja c1·itir·a cinemRtografica, che ama defi– . nir.si militante, continua - in lat·ghi~sima mism·a - a dom1ire il suo sonno dogmatico? Un sonno · placido e profondo, nonostante le brezze revisionistiche che soffiano sulla cultura di sinistra. I critici cinemato– grafici che vogliono ispil'arsi al marxisrno-leninismo, do– vn"'bbe1·0 accingersi una volta per tutte a geitare alle or– tiche i loro tabù, a riconsiderare con spirito spregiudicato alcuni fondamentali periodi della storia del cinema. La- _ vo1·0 tanto più urgente e necessario in quanto i vizi del dogmatismo e dello schematismo hanno trovato nella sag– gistica sul cinema un terreno di sviluppo assai più fertile che in altl'i settori della cultu1·a. Lo dimostra il fatto che nnco1·a oggi, nonostante il diluvio del XX Congressp, ·nel settore de11a c1·itica cinematografica si prefedsce tacere J)iuttosto che dare inizio a un concreto lavoI"o di auto– c.-itica. Noi non crediamo però che i silenzi diplomatici possano giovare in qualch'e modo a una effettiva ripl'esa cli studi e .di iniziative culturali, .la cui necessità potJ-ebbe essere dimostrata dalla semplice rilettura d.i numerosi e autol"evoli saggi scritti dopo il 1045 su11'estetica, · su molti fllm 1·Ndistici e sopratfl1tto sul cinema sovietico. L'atteggiamento della c1·itica «marxista> nei riguardi d<>I cinema sovietico ci ricorda, ad essere benevoli, le di~involture storiografiche di C. Battista Vico che, da buon crf"dente, cli fronte alle vicende del popolo ebraico evitava con scrupolo di applicare il p1)ncipio secondo il quale gli uomini sono a1·tefìci della propria. storia, e si acconciava. di huon g1·ado a considerare le vicissitudini della razza eletta corne opera demiurgica, fl'lltto del. consig~io divino, e· quindi suci·e e perfette. Non ci sembra Iuoi-i luogo affermare che, a contatto con un film sovietico, i metodi dello storicismo si dic:solvano d'incanto nelle mani di molti critici di sini– stra per far post9 a una valutazione encomiastica ed escla– mativa, condita. nel rniglio1·e dei casi da qualche timida riserva 1narginale. Durerà ancora per molto tempo questo complesso della « cin.ernatografia eletta»? Oggi, le ci1·costanze ci sembrano particolarmente propizie per togliersi di dosso almeno al– cune delle tt·adizionali cinture di castità. Ideologicamente il rapporto Kl'usciov vale quello che vale, ma i suoi argutissimi accenni alla produzione cine– matografica ci sembrano particolarmente incoraggianti: « I nostri film storicì e militari ci fanno sentir-e male. Il loro unico scopo è quello di cantare le lodi di Staljn come genio militRrO... Tutto viene rnostrato al nosfro popolo in una luce falsa. Nel film L'indimenticabile anno 1919 Stalin sul predellin_o di un ti-eno blindato sconfigge il nernico a sciabolate>. Anche noi per un decennio abbiamo avuto occasione di ammirare Stalin sciabolatore, Stalin stratega, Stalin che zappa l'orto, , talin trattorista modello sulla l)iazza. Rossa, Stalin paraninfo, Stalin che scende dal cielo su un aeroplano d'a1·gento non diversai11ente da un « noto personaggio> del famoso film tedesco e: Olympia >. Questa. goffa e pompieristica di,·inizzazione del capo non ha nulla in comune con il marxismo-leninismo. Quando, a si10 tempo, di fronte a opere siffatte, non nascondevamo, per ùi1·la con l"\.nisciov, di < sentirni male», da molte pa.-ti ci si rispondeva decantando le virtù estetiche e ideo– logiche dell'eroe positivo, del suo spirito creatore, < che lia. una funzione di guida illuminata delle masse popolari>. ·rer molti anni abbiamo sentito ripetere che in occi– dente anche per i c1·itici più avdnzati era difficile com– p1·endere « la bellezza. e la profondità ideologica del mi– glio,· cinema del mondo>. Augui·iamoc-i sinceramente che ne-:--.--iino voglia recitai"e, oggi, questo genere di omelie. Pudroppo, grnzie alla ben noia liberalità della nostra c<'nsui·a, i documenti sul cinema sovietico a. nostra disposi– zione non sono molti. Essi ci sembrano tuttavja sufficienti per iniziare.. una seria. indagine critica.. sul piano estetico e di conseguenza sul piano ideolbgico. Nella prodnzione cinemRtografìca soYietica appaiono ben ,rodicat·i alcuni P:rofondi vizi ideologici: il culto mistico dei capi (i cineastiÌ:>olacc-hi parlano argutamente di cùwre– lismo) e rimpos.tazione squisitamente nazionalistica ri– sconhahile in numerosi film dell'e1·a. staliniana. A questo proposito ci sembrano particolarmente indicative alcune oper·e i:=-pirate alla guerra combattuta dal pl.'oletariato so– Yietif'O conti-o J'imperiaJi~mo nazista. Conipagno P., Ar– cobaleno, Là caduta di Berlino etc., esortando alla lotta contro tutto il popolo tedesco, non .. distinguendo tra i semplici soldati e le gerarchie sanguinar"ie del nazismo e del militarismo 1 dimostrano chiaramente la cBrenza di una impostazione ideologica socialista .. Nei. film d~ ·noi ricor– dati, la guerra è vista come una lotta di popoli che si odifmo e si maciullano spietatamente. Le atrocità e le vio– lenze dell'aggressione nazista non giustificano però_ in alcun modo l'abbandono dei principi socialisti e interna– (zionalisti che ispirarono la cinernatografia sovietica negli anni della lotta rivoluzionaria .. Purtroppo, la produzione staliniana appare conforme in buona parte alla parola d'ordine che Ehremburg lanciò nel 1942: « Non esistono buoni tedeschi ad eccezione di quelli già uccisi >. La tendenza 3.1 nazionalismo si ritrova ancor più evi– dente nella esaltazione acritica e incontrollata degli el'Oi e degli eventi del passato. Nè vale, a questo punto, tirare in {IJi.~. di Diuo llosd1i) (1~'011. Tllpi11i come /Jrimo diSJXHi:io11t llf!.r S(l- J/(ll'e il hilo11cio, ha proibito aulì ìm.pieuoli del C<tm11irloufìu t11.w dcufi ascensori in r/iq•c.w) UN UOMO DI POLSO ((Chi troppo in alto sa·l, scende sovente, precipitevolissimevolmente!,, ballo Jo storicismo, -come l'analisi critica ·delle O))f't'e po– trebbe agevolmente dimostrare. Ti-a i molti film indicativi vogliamo rjcordare soltanto L'inc1'oci-O,/,ore "Variaa che esalta le gesta dì una unità navale ?:arista dùrante la guerra 1·usso-giapponese. Lenin ha spiPgato chiaramente che il conflitto iri Est1-emo ''Òriente era scoppiato per ragioni di predominio econ0mico e strategico. Basterà d'altra parte sottolineare che l'episodio del Pot.emkin si 1·iferisce agli stessi anni, gli anni della pri,na gnrnde ri,·oluzione russa nata dal sabotaggio alla guerra. zarista. li discorso potrebbe allargarsi, investendo una serie di problemi storici ed estetici privi di una soddisfacente soluzione critica: esiste una sostanziale diYersità di stile e quindi di contenuti tra il primo cinerna sovietico e }a grande maggioranza delle ope1:e dell'e.-a staliniana! Quali i n1otivi di tali diffe1·enze! ]I Ciapai.ev deve essere consi– derato come il primo valido e compiuto prodotto del co– siddetté realismo socialista di fftarca. staliniana, o piuttosto come l'esb-eì11a ~clusion~ del primo ciclo del cinema so– vietico! In che ,miSura: la lunga crisi di Eisenstein .:..__ e non soltanto di Eisenstein - può essere spiegata con un rifiuto sostanziale delle poetiche in voga. dopo il J 030! Quali le caratteristichf 1 i pregi, i ~imiti delle opere cinema– tog1·afìche del periodo staliniand, così s1fo!':SOcaratteriz– zate dal culto degli eroi e dalla. cosciente falsifìt•azio~e di alcune vicende della .rivoluzione russa ( Uindùnenlica– bile 1919, Lem'.n nel 1918, etc.)? Di quali categorie sociali può considerar~i espressione il cineml'I. del disgelo, a cui va riconosciuto l'incontestabile merito di voler ripor– tare sullo schermo gli uomini con i l01·0difetti ed eroismi, le loro colpe e i loro istinti? Q UESTE,. in Yia d'esempio, alcune delle domande che attendono una risposta a1·gon1entata e soprattutto lon– tana da ogni pi·eoccupazione propagandistica. Un lavoro del genere implica naturalmente 11na rilettura dei fìlm at– tenta e pri,·a. di remore. E' necPssa1·io quindi che ope1-e come Gim·amento, La caduto di .Bedfrw, La qiwstione russa etc., non siano ritirate dalla circolazione. E' necessario so– prattutto che alcuni film boicottali a suo tempo dalla buro– crazia stl'l.linista, escano dai fondo dei magazzjni circolando libert1.mente tra il pubblico specializzato. Ci rifei-ìarno so– prattutto alle opere di Eisenstein, il regista più colpito çlalle 7wuderies del ,·egime di Stalin. La vis.ione de « Il prato di Bezin » e della seconda parte di « Ivan il Te1-ri– bile », l'esame dei soggetti di Eisenstein inesorabilmente bocciati dai funzionari del temt>O, ci consentirebbero di va– lutar-e compiutamente la poetica del grande ar·tista, le sue sostanziali di,·ergenze con la. produzione ufficiale, le cara.t– te1-istiche politiche e psicologiche della burocrazia cìnema– togrilfìca russa. · Non crediamo di cadei-e nel pa rndosso affermando che se un qualsiasi stato conser-vasse sottochiave nn Raffaello, un Rembrandt, un Pica.':i~o (Ma,Macro in Corea per in– tenderci), gli uomini di culturlt non esiterebbero ad ado– perarsi per porre fine a una situaziÒne del genere; non esiterebbero, se necessario, a. elevare la loro protesta. Oggi ci sembra giunto il momento di ri,·endicare, non in ter– mini di vana l_)Olemica, ma oon pacata fermezza, che i film di Eisenste.in e ·tutte le altre opere proibite dallo stalinismo vengano resi accessil:nli al pubblico e agli studiosi. Avremo. così compiuto il primo passo per dimost1·are che la storja sa– cra non ha diritto di cittadinanza. nel mondo della cultura. Il lavoro di revisione non sarit dunQue né breve né facile. Per condtirlo a termine 1 occorreranno rnolto coraggio, molta spregiudicatezza. Non giove1·ebbe, d'altra parte, rin– viare o eludere ulteriormente i problemi culturali rimasti aperti da troppi anni e che il XX Congresso ha contri– buito a drammatizzare. Tacendo, si 1·ischierebbe addirittura di legittimare il sospetto che soltanto quando la Gçzz 4 zetta Lettei·arin di Mosca avrà fornito l'interpreta,r,ione ufficiale « della sto1·la del cinema russo», anche noi 1 in ItaLia, avromo il coragg_io di usci-re dal nostro tisei-bo. 7 • BIBLIO'l'ECA • FASCISMO E GHA"\DE CAPITALE A BBJAMO visto annunzii\ta dalla starnp.a franc~se una nuo,·a edizione del libt·o cli Daniel Guorin: Fasci– sme et g-rand capital (C:Hlliml."lrd, Paris), pubbli– cnto l,:t. prima volta. nel J03G e poi ristampato nel ]!)45. Malgrado non si tratti di un lib1·0 nuovo esso è, per ovvie ragioni, qua-si completamente sconosciuto nel nostro paese; ed è quindi utile segnalarne re-.-:istenza ed accennare bre– Yernente ;, suo contenuto. PNchl! il Cue1·in ha impostato il suo lavoro su basi che JX>s.,ono essere discutibili, ma che sono interessanti ed oi-igin11li. Abbiamo sentito ripete1·c f-ino i-dia sazietìi che il. fa– scismo va veduto come« malatlia morale l>; il Cuerin invece si sforza di dimostrare la connf'Sf.:ione tra av,·ento del fa– scismo e crisi del sistema economico borghese: « La bor– ghesia ricone alla soluziono h1S(•ista non tanto per pro– teggersi contro i disordini popolai-i, quanto per proteggersi contro i disordini del proprio i--:ìstemaeconomico> (pg. 28). E l'auto,-e illusfra la sua l<·si cfr•lineando i contrasti esi– stenti tnt piccoli imp1·enditu.-i. e<trnmel'Cianti e grandi ca– pifa.listi; ·e mostrando come la gnerr·a HH5-18 in Italia e la grande c.-isi del U)29 in Cer-rnania abbiano contribuito a l'ompe,-e l'equilibrio instabile cl;i diversi strati della bor– ghesia; e come la piccola e nwdia borghesia urbana e rurale si sia sentita presa tl'a le due bi-anche di una. tena– glia: da una parte il movinwnto operaio in ascesa, che conqui.'ita le armnini.1:;trazioni comunidi, fonda coopel'ative, impone l'aumento dei salari, e dall'altra la bol'ghesia ca– pitfl.list ica, che trae i più grnndi vantaggi dalla svaluta• zione monetaria, da {al/imen1"i b('n pi-eparati, dalle stesse agitazioni operaie. Il piccolo~ borghe;e rf',agisce quindi vio– lentemente tanto conti-o le orgirni7.:,:azioni dei lavoratori quanto contro le strutture dello Stato, che egli rende l'e– sponsabili delle sue disg1•frnie; o nella prima fase del suo .'>viluppo il fascismo (si com1nende con "questo termine, è qua.-:.i inutile dii-lo, non soltanto l'ornonùl10 movimento italiano, ma anche il nazi~mo tedesco) riunisce in sé i due atteggiamenti fondamenb--·tli della pi,-cola bol'ghesia di fronte alla c1isi del capit:;- i.li: --:mo:q11elJo eversivo (che si autodefinisce <rivoluzionario:. ....) e quello conservatore. Questo per quanto riguarda rid('olo_gin; ma anche gli or– ganiz,r,ati p1·ovengono in gnrnde mag!-:,rioranza da ambienti. piccolo borghesi. I p1·imi grtipt)i « fasci~ti >, p.-op,·io per questo loro ca– J·atter-e ,·ago e poco definilo, non i-iescono ad ottenere ri~ sulta{i app1·ezzabili (si pen.,;,:i 11i p,·irni anni del na,d,<:;rno jn Gel'manja ed ai 5000 vot:i 1·ipor-t.ati dalla lista fasci~ta a Milano alle elezioni del l!)l!J); solo quando si decidono a smt1ssare le loro .punte polemiche nPi confronti delror– ganizu1.:,,ione statale e del gnu,dc capitale. ricevono gli aiuti - che con.<;istono in denaro, in Rnni, ma soprattutto nel sostegno della grande stampa e dei pubblici poteri --.– i::he pe1·mcttono agli spat~uti grnppetti della·« vigilia> di ll'asfòrmar~i nelle bande organizzale che tonoJ:izzUno Je ciU,h e le campRgne. E le v<>!l('iti't e: ever~ive :> scdmpaiono poi del tutto quando i mo,·imenti fascisti a1·rivano al po– te,·e; e del fascismo dei primi anni resta solo quello che serTe a mantenere sottomes~ le masse (la tecnica dell'or– ganizzazione, )'utilizzazione 111F1.<,:~iccia della propaganda, l'enorme sviluppo di una polizin politica). 1\.fa oltt-e che su questo M;pl'tto rt"p.-essivo il Gue1•jn insi- . ste anche sul sistema di 01·ganizzazione economica insto.u– r-ato dal l'egime fascjsta: dopo un primo pe1·ioclo, neJ quale si cantano le lodi del« libe1·is1no, (il che se1·\·e di pretesto alla,· distruzione delle cooperative ... ) si passa, ben priina che abbiano inizio le avventure n1ilit-a1·i, Rd una. politica di organizza,r,ione della produ,r,ion_e che è simile all'econo– mia cli guerra (e i1 raggiungimento dell'autarchia, insieme al superamento dei conlrRsti tra le forze produttive, è una delle sue parole d'ordine). Questa è la fase nella. quale, in nome dell'efficacia produHivA., vengono bonificate le g1·andi j)roprfotà, che rimangono, beninteso, nelle mani dei latifondi:;ti," 'e vengono sostenuti, con l'abbassamento dei salari e con j dazi, i• prezzi dei prodotti « nazionali :., a tutto \'antaggio degli industriali. E, quel che più conta, viene impedita la conconenza. 11 piccolo borghese, che è vittima. quanto il proletario di que~ta situazione, è com– pensato dalla rigida compat·t_im('nta;,,ione della società; egli non teme più di esse,·e « proletuJ"l;,,r.ato », in quanto s.i sente una rotella dell'appa1·ato stabile (co.<:;ìcome i capi del fa– scismo si sono perfettamente inh:•grati nell'oligarchia. finan- ziaria). ' Queste, nelle linee essenziali. le tesi del Cuei·in; che ci sembrano interessanti e degne di 1·if·lessione perché spesso si l'e11de a pel'<lere di vi:;ta il caraUe,·e «strutturalmente> fascista di una pai·te molto oonside1-e,·ole di quei gruppi sociali che rappresentano i quadri medi ed inferiori del– l'organizzazione produttiva e statule. E insieme questo Jlbro ci invita a riflettere un pò di pii', di quanto normal– mente si faccia di fronte alle fa(·ili affermazioni di quanti sostengono che l'unica rnanie1·a cli potenziare il movi– mento socialista sia quelJa. di pi-ocurn..-gli il sostegno dei considdetli « ceti medi ». La cosa ò possibile, natural– mente, ma vol'remmo che venisse studiata più seriamente di quanto· non si sia fatto la sua applicabilità alla situa– zione itaHana. CLAUDIQ, C!JSA

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