Nuova Repubblica - anno IV - n. 40 - 30 settembre 1956

6 FUNZl()NI E PROSPE'l'TIVE DI UP LA SCELTA LAICA Non si traila prn ormai di dialogo cou la DC, ma di dia– logo col singolo callolico non conformista. Ad esso bisogna esse.-e capaci di offrire una sce.ta politica reale e accettabile P ENSIAMO sia utile~ nel dibattito iniziato su Nuov<i Repubblica sulle pl'Ospùttive di Ul-, nel clima « uni– ficazione socialista», portare a conoscenza degli altri compagni il nostl'O punto di vista, quello cli tre giovani cat– tolici da ten1po aderenti ad UP. Una pl·ima considel'8zione ci sembra essenziale: l'uni– ficazione non è pP:r ;,;('stessa condizione st1fficiente per po– ter realizzarn in ltalia una politica dernocratica e socia'- lista. · Anche ammesso che es!'-a porti veramente a un grande partito socialista po!ìl ican1ente non equivoco, con una fo,·za elettorale dai sei agri otto r.uilioni di votanti, è chiaro cho, iQ. una prosp<>ttiva a lungo raggio, non J"iso!ven't il pl'Oblema della di 1·0;-;ionepolitica del paese se non sarà accompagnata o da un processo di democratizzazione del partito e dei militanti comunisti, processo che _non può, per la stessa confonnazìone attuale della ,base comunistn, che avvenire in 1111 lernpo fuori dalla visuale delle nostre prnsenti prospettive, opp11re dalla partecipazione attiva sul versante democratico di una forte aliquota delle masse cattoliche che attualmente nppoggìano la DC. ( Ora, il fatto nuovo, irnportan~e almeno quanto l'unifi– cazione socialista, che è venuto a matura:done quest'estate, è la volo-nt1ì, mRnifestata da!le attuali gerarchie ecclesia– stiche, di impt>dire in quRlsinsi modo una politica di sinistra della :OC. Una serie abbastanza gr~n-e di fotti (ultimo dei quali in ordine di tempo il cttso Dorigo) sts.inno ad indicare la crisi e l'abbandono della conce-t.ione clegasperiana di una azione politica dei cattolici nlmeno in parte autonoma ri– spetto alle Gera r·cltie ecclesiastiche. (E' sintomatico l'at~ taeco dì questi giorni a l\far-itain, che di questa concezione era stato il primo e pili autorevole assertore). Che cosa. farà la. ~inistra DC? Che cosa faninno quei giovani ai q11ali, cl~,J· gioi-no in cui noi stessi rifiutammo di subire cei-ti eqnivo(•i, demmo tante volte appuntamento esortandoli ad uscirr-, e che fino ad ora avevano potuto opporre al )1ostro richiamo ad una Scelta morale prima che politìCR, la giu~ tif ica:1.ione che Ja permanenza TI.ella DC permetteva 101·0di s,·olgcr-e quell'azione politica che la no– stn:i int,·ansigemr.a ci prec·l11deva? Dato l'atteggì/jmf'nto attuale delle gerarchie cattoliche L 'UNl".FJCAZJONE socialista, appena potrù passarsi alla sua concreta attuazione, sarà indubbiamente · il maggio1·0 av,·enirnento cb carattere non solo politico, ma, osen1i clii-e, umano, dopo la liberazjone e la proclamazione dellii R1:.~pubblica. E no è la. conse'guem·,a kitorica più facilmente p1·t>veclibile. Ma non è ancora tempo di esA.minare critictrn1ente i fatti ·e le vieende che hanno contrnpposto, qualche volta pedino drammaticamente, le due ali del socialismo. Que– st'esame è pòssibile solo n('l ·contesto della storia mon– diale dell'1dti1no decennio. E' tempo invece cli un som– mario bilancio, per constatare che lo tristi vicende non hanno prodotto conseguenze irreparabili, ma anzi q11clln che sembrnva (cd in molte pai-ti era veramente) un.a crisi, porta.va. contemporaneamente i gei-mi della fermen– tazione. Praticamente quanto è accaduto in campo so• cialista dal l'SlUP, Rl l 1 ;-5U, al PSI e al PSDI conse– guiva direttamente dalla storia del socialismo itnlinno, che per la stn1tt11rn particolare del nostro paese ha anito sempre pil1 anirne e froppi progrnmmi per riusci1·e ad attuarne almeno la pai-te di uno. Non è assni-do dir·e che dal '4G al '5G s.i è continnato un ciclo iniziato ne-I 'J!)-'20 ed .interrotto dal ras<·ismo nel '22. Nnovi 80t10 sbit:i certo gli avvenimenti, ma. le posizioni che i !cade,- del socialismo hanno assunto cli fronte ad essi in pa r·te ei-a scontata. Il partito socialista non è mai stato solo un pnrtito classista, ma :mche un partito nato e cresciuto dentro j confini di 11nn tniclizione democl'atica che i 1'llrati e i Matteotti sentivano quanto ì Giolitti. Ma 18. democra– zia (biso,.,a conf~ssare) si ern Mrroccata e difesa dentro posizioni cli privilt~gio, 8n1otando gli istituti risorgimen– tali del loro caratte1·e popolare e progressista ed assu– mendo spesso ca ratte1-i.c,;tiche 11pertarnente J"eaziona rie. Quando alln fine la r-eazione e.-;plose violentemente, le ragioni· di cont.-asto d('"ntro il partito socialista senzi:1 venire del tutto meno si appianarono e mentre il. partito comunista veniva costituendosi e rafforzandosi come nn partito esclusivanwnto classistn, il socialjSmo accettò J'e- 1·edità dei prin<·ipi ancor validi del Jiberalismo ed as– sunse olfre alle i:-ue prop1·ie classiste anche le ca.ratte1·i– stiche di 1111 movinwnto. 1wr dir così, universale e di con– seguenza, come ~Hrebhe· avvenuto in seguito, dinnanzi :dia neces.r-ità di assumer·e- posizioni precise, si trovò per– plesso e clivi$:O. Ma al cli hì clellt> pole-miche, dell'opposizione dt>lle tesi c'è stato un ricambio. anche se solo morale fra tutte le ali del soc.ialì~mo; ne è riprova Ja vitalità e la vivacità d( piccoli movimenti, come la nostra UP, che hanno svolto una funzione chiara. e precisa nell'ultimo qninquennio. Il partito socialiBta tinifrcato non può certo tradire né deve trad.ire, i suoi pi-incipi classi$ti di par·tito dei J~vo- è evidentemente impensabile la possibilitil, di vita di un .Ì-aggnippamento cattolico di sinistra, di un partito di dissi– denti. Resta per essi la scelta laica, il rifiuto del fatto con– fessionale come moti,~o di distinzione e discriminazione, l'esigenza della collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà alla costruzione della società umana, quella scelta che noi abbiamo compiuto anni fa, che il cattolicesimo fran– cese più tn-anzato è riuscito a compie\·e negli ultimi dieci anni. Non importa se coloro che a,,·anno il coraggio di fare questa scelta saranno ce·nto o mille. Occorre che vi siano almeno delle pattuglie di avanguardia disposte a ri– schittre e ad esporsi. Nostro compito è di contri.buire a crea,•e quella piattaforma laica nel senso pieno della paroh, dove possa realizzarsi questa convergenza che, almeno in un primo tempo, non riusf•iamo a ,·edere se nari come incontro di punte avanzate, e q11indi con carattere speriméntale ed esemplare. Tale piattafonna è dubbio possa realizzarsi, ini– zialmente almeno, nel m10,·o partito socialista unificato, dal momento che vedi11.mo purtroppo ·il problema dell'unifica– zione por·si giorno per giorn6 su un piano prevalentemente ideologico (nel senso cioè di attribuire al termine socialista un contenuto quasi teologico) e anche, per quanto possa sembrar-e strano, per certe ambiguità. che il nuovo partito può rischiai-e di assumere di fronte alle speranze e agli interessi popolari. Se il giovane cattolico decide di rom– perla con le sue organizzazioni non si accontenterà di solito di un equivalente della SFIO. Vi è da aggiungere che gli stessi socialisti più preparati, quelli che impostarono il dialogo coi cattolici al congresso di Torino, non sembrano essei-e p1"onti (Ad eccezione di Lelio Basso, forse) ad af– fenitre il mutamento che il diktat delle Gerarchie alla DC impone: non più clù,logo con la DC, ma dialogo col sin– golo cattolico non confol'mista. Altrettanto inadatte sembrano le formazioni radicali e repubblicane, e se per le· seconde ciò è facilmente spie– gabile, è veramente con dolore che constatiamo una. quasi altrettanto completa ottt,sità nelle prime. A seguir la loro stampa, non sanno dal'e altra soluzione che la formazione di un fronte di tntti gli acattolici, 5enza. differenze apprez– zabili da quello che avl'Cbbern potuto desiderare mezzo secolo fa nn Combes od nn VVadeck-Rousseau ed in cui IL TEMPO -RITRO\ 1 ATO di ENZ(Y SIPION E rato1·i, ma non può venir meno a q11ei pnnc1p1, dofìniÙ prima universali, che devono ispirai-O la sua azione in Senso na½ionale ed europeo. Mi sembra inutile ripetere che la clih':sa delle forze del lavoro deve coincidere· con Ja .cliff"sa degli istituti clella nosha democrazi-a, risorgimen– tale doppiamente, ai 'quali il socialismo restituirà il loro Yero signifìeato se in parte lo iwessero perduto. ln questo momento la migliore affermazione di prin– cipi è l'assicui-azione cli una ,-igicla linea amministrativa: i soldi dei conta-ibuenti devono andare spesi secondo i pr·in– cipi della Costituzione e i reali interes.si del popolo ita– liano. Laicismo, cla.':.sisrno, neutralismo e tutto il resto ~ono subordinati a que·sto 1·igorn amministrativo. Ai cle– rical.i è stato possibile invadere i posti-chiave, dispensare fi\vo1·i, rnccogliere proseliti proprio perché le maglie delle casse statali si sono enormemente allargate e si è messo n di3posizione degli amici, parenti e clienti quanto voles- sero del pubblico clcnarn. . Quanti soldi stanziati dalla Cassa del Mezzogiorno sono sel'viti veramente a spese produttive? Quanti milioni assorbono gli enti cli riforma per spenderli attraverso mille canali posticci? Quanti stipendi e pi-ebende paga J'Ente Siciliano di Elett1·icitù? l'er non dii-e degli enti inutili, delle sinecure, dello indennità cli missione ad uso di bene– ncenza e così via seguitando. Questa realtà il pai-tito Socialista unificato troYcrà din– nanzi a sé. Bisogna vigilare attentamente affinché questi metodi facili, Jucro~i siano accuratamente denunziati ed e,·itati; abbiamo visto alt re volte i buoni prnpositi della ,·igilia dissiparsi appena eta possibile accostarsi ad una leva di comando. Il nuovo pa l'lito nasce come partito di governo. Anzi è la prima volta che il partito sociRlista si rinnovi come tale; le altre volte agita,·a delle rivendicazioni, chiedeva la riparazione di ingiustizie, s,·olgeva un'azione nobilis– sima, ma sapeva gii, che il suo µosto sarebbe stato all'op– posizione, ora è esnttamente. il contrario. Bisogna perciò precisare con esattezza i suoi rapporti colla DC. Certo deve presenta_rsi come alternativa al suo prepotere ma.. nÒn deve !:'Scludere, alrneno da ·questo momento, la possibi- (130) -nuoyarepubblita il motivo d'unione (L'unico, ahimé !) sarebbe nuovamente, sia pure alla rovescià, il fatto .confessionale. Restiamo noi di UP. La, nostra chiara e riaffermala determinazione di volerci muovere ed operare sul piano politico e non su quello ideologico, il carattere di « in– contro» tra forze di provenjeoza ideologica diversa cho è già proprio del nostro movimento, la struttura organiz– zativa elastica ed a1·ticolata, contribuiscono a fare di UP il terreno ideale di convergenza. Ma. occorre che siamo prnnti à prendere l'iniziativa, prirna e dopo il Congresso di Trento. Quali siano i termini della nostra azione, st1 quali punti si possa concrebHe una piattaforma accettRbile per i cattolici, è quant'o pro– poniamo al!o sb,1dio e alla disèussione di tutti i compagni riservandoci, se il caso, di suggerire successivamente noi stessi alcuni possibili punti e motivi d 1 incontro. Quello che qui ei inte.ressava era unfoamente di far presente l'importanza e la. inderogabilità del problema . Per. quei cattolici, nella DC e fuori di essa, disposli veramente a compiere la scelta laica, la nostra azione in questa direzione fornirà un aiuto e soprattntto darà 1in senso anche politico alla loro scelta, per gli altri, quelli che in ogni caso nori uscirebbero, il cui sinistrismo non è che un bluff, essa ci metterit in grado di andarlo a ve– dere. Kessun democristiano de,·e poter dire domani di essere stato disposto ad uscire dal partito, ma di non a,:erlo potuto fare per mancanza di interlocutori. L. CAPOGROSS I - G. EMILIANI . P. LEON Vorremmo anche aggiungere qualche considerazione sul– l'articolo di Codignola (NR, 23 settenibre) che peraitro con– dividiamo nella sua impostazione. Per prima cosa ci preme di rettificare la impostazione un po' ottimistica, secondo la quale la posizione del cattolico « Cll di fuori » è più agevole di queHa del militante nelle orga– nizzazioni ·confessionaLi. E questo sia perché certi silenzi ~ certe indifferenze così significative della Gerarchia pro. Vocano un senso di isolamento e di non comunione con la Chiesa, che non è meno duro delte ritrattazioni e delle costrizioni sopportabili all'interno; sia perchè nulla ci~ ga– rantisce che, assumendo l'azione dat di fuori un peso e unct portata superiori all'attuale, l'atteggiamento detla Gerarchia non debba cambiare. • In secondo luogo, quando si dice che la Chiesa tende ad una rinnovata concezione integrahstica, bisogna tener pre– sente che tale concezione (e la scelta reazionaria che pre– suppone) è sempre assunta non in quanto difesa di un proprio interesse « classista •• ma in visttt deUa realizzazione di fini propri. Questo, è bene tenerlo presente, è convincimento pro.. fondo anche del più reazionario gesuita. H che significa che in una società diversa da quella capitalista degli ultimi due .~ecoli, le vie e 'l inezzi per raggiungere i fini spirituati potrebbero anche rigettare come nociva ogni contaminatio col temporate. Ed una esigenza di purezza, di ritorno alle origini è sempre presente, a ben vedere (sia p~re contrastate& e in subordine), nelt'elaborazione del pe11siero della Chiese,. Infine, per la parte più attuale dell'articolo, ci sembra che non sì possa ridurre tutta l'analisi ad un semplice confronto tra la coscienza personale del singolo cattolico (socialista o, meglio, non conformista) e it problema detta forma dell'uni– ficazione socialista. Questa e una eventuale ctzione che e-i ponga in rapporti atti·vi con la situazione del partilo con– fessionale, non sono problemi automaticamente e recipro– camente risolvibili. Proprio la recente serie di fatti sopra accennati, ci rende sicuri che questo è it momento di 11011 lasciar cadere una possibii-ità di soluzione per i cattolici. JiUt di una collaborazione. Chi determina la posizione ge– nerale e i prngrammi di govèrno dei partiti non è il coq10 elettorale, ma quella decina di uomini che ne stanno ai vertici. Ora non è eia darsi per scontato che all'attuale direzione DC debbano restare sempre gli stessi uomini. è probabile perciò che, .ìncoi-aggiata dai socialisti, una nuova maggioranza possa formarsi nel partito cattolico, che non è il partito personale di Fanfani, ma anche un partito che ha indubbiamente in sé dei fermenti nuovi. Il piano Vanoni, od altro piano di produtlivitù A. lunga scadenza. (quinquennale o decennale) varranno più di qnahmqne altra cosa ad eliminare v.ia via l'invadenza clericale dalla vita pubblica. Le entrate e le uscite irreggi– mentate rigorosamente e sotto il controllo di tutto il po· polo sono la migliore garanzia di laicità dello Stato. Il tempo perduto per il socialismo, dalla liberazione ad oggi, potrebbe essere un tempo ritrovato. Almeno così vorrebbero i giovani e i non più giovani; per evitare di perderlo nuovamente bisognerà adeguarsi alle esigenze dei nostri tempi ed anche in nome dei vecchi principi darsi un volto nuovo, di partito tecnico 1 attrezzato idco!o- , gica~nente e su vastR base per risolve-r·e, non più empirica.– mente, tutti i problemi della nostra vita. (continuazione da pag. 5) pl'endel'e contatti con i circoli sindacali della Germania orientale in vista di una azione comune per runifica– zione del paese. Questa deliberazione ha scatenato, come è facile immaginare, un'ondatl;l di critiche e cli inYeUi\·e, S) .. è tornato a parlare di infiltrazioni comuniste, si è di– sputato solennemente sul mondo della libertà in contrap– posto a quello della schiavitù, e via di questo passo, nia non si è voluto vedere nel documento la vera realtà, os– sia l'ennesima· espressione di un disagio e di una inquie– tudine che terranno in agitazione i tedeschi fin quando la Germania non sarà nuovamente un.ila. E più nella. Repubblica federale si fanno pesanti la pressione padro– nale e l'atmosfera reazionaria, più si di[fonde resigc-nza di allargare il respiro e cli coalizzare le forze. E' chiarn quindi come l'imminenza della campagna elettorale &-ottolineì ·J'importanza del congresso di Am– burgo, che non potrà non prenclern atto anch'esso dei fermenti nuovi che si agitano in tutti i campi della vita leclesc~1. Indicati,·a fra l'altro degli orientamenti del DC:B in questa svolta della politica tedesca sari~ anche l'ele– zione della nuova presidenza, a[[idata orma.i pei: tradi– zione a un pi-esidente socialdemocratico e a un vke della corrente ci-istiana. Ma per trarre delle conclusioni pilL valide sar.'~ bene aspettare lo svolgimento del congressq. , MARTIN FISCIIER

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