Nuova Repubblica - anno IV - n. 32 - 5 agosto 1956

tO - FUNZIONI E - PROSPETTIVE DI UP RIEMPIRE LA BOTTIGLIA Offrire una precisa piatta for ma ad u na · politica realizzatrice da piano Vanoni, facendovi collaborare attivamente tutte le forze democratiche e tutte le forze socialiste disponibili, sembr a l'ul:Ìca politica valida per la pr ossima consultazione di ALESSANDRO ROVERI CATTOLICA, 29 luglio 1956. Ca-m CQdignola~ mi perdonerai se, dopo molti. mesi di silenzio «i.n– terno), ti chiedo ancora una· volta un po' di spazio. Da tempo ero tentato di «rientrare» nei nostri diba-tt.iti, ed 01'8· 1'-apel'ta e simpaticissif!1R lett,era di Finocchiaro, il] cui si sente la lezione del mel'idionalismo di Salvemjni; mi ha impresso l'nltimo, decisi~'o impulso. Ad essa mi è giocoforza contrapporre, per tracciare i due limiti estre– m i di 'una medesirna p,'ospettiva politica, il penetrante aì,ticolo pubblicato dal· nostro .Vittol'elli sull'ultimo nu· m ero del Ponte con il titolo «A fatti nuovi pOlitica nno– YR », Finocchiaro e Vittorelli rappresentano, sia pure da un punto di vista 'tattico e non .strategico, due posiJ!;ion i– limite, nel senso che mentre Vittol'eli i propone .in vista delle prossime elezioni politiche liste unita.l'ie di demo– cl '87.ia socialista compl'endenti PSI, PSDI, UP, USI, Co· Hllmità, radicali e pEnte dei l'epubblicani, F inocùhiRro suggerisce invece una sinistra distribuita su un ampio fronte di .forze autonome: se non ho capito male, t,utt.e autonome, La .differenza tra queste due posizioni, offerte da due uomini ' politici vicinissimi per pensiero ed indole; oltre che entrambi militanti con pari impegno e genero– sità nel nostro movimento, si spiega benissimo tenendo conto dei loro divel'si sta.ti d'animo attuali: Vittorelli è mosso dalla sacrosanta preoccupazione di portare le forze democratiche , e socialiste italiane ad una posizione di forza nei confronti dei comunisti in cr~si e della DC, pel' obbligare quest'ult ima a una futura collaborazione go– vernativa., e sull'altare di tale supedore esigenza sacl'ifica "Volentieri ogni «colnplèsso verginale» in uno sforzo d i intensa concentrazione; Finocchial'o, al contrario, è spinto dal persistente trMfonnipmo meL"idionale a salva.l.'e ad ogni costo, pur nel mutato clima politico generale, 'le ist.anze di opposi7.ione morale contro certe ' troppo facili suggestioni e ingannevoli lusinghe dell'apertura a. sini– stra. e del dialogo coi cattolici, Fin qui mi son limit.ato a l'iassumere schematicamente .il pensiero altrui, persuaso che nello spazio compreso tl'a queste coordinate. così luci. damente rappresentate da Vittol'elli e da F inocchiaro si giocheranno le sorti future della democraiia italiana. Confesserò ol'a che non sono meno ossessionato di ).'ittorelli dal pensiero delle pl'ossime elezioni politiche, dalla preoccupazione pl'at,ica di questo quarto 'grande ap– puntamento del dopoguerra con la democrazia, e am– n'letto fin d'ora che la preponde.ranza di questa preoccu– pazione su altri problemi possa fa.l' velo aUa vista e con– fe'l'Ìl'e eccessiva unilateralità al mio pensiero j tuttavia, se ai è veramente democratici, intimamente convinti cioè del valore della libertà, non si può assistere senza ap– p l'ensione all'approssimarsi di una scadenza politica, qua· le qnella del 1958, che può segnare la fine della. «desi– slenJ!;a.» sncceduta alla. Resistenza (Oalarnanclrei), che può l'appresental"e l'ini:;-,io di una rivoluzione democl'atica suscettibile di trasformare l'idea della libertà da fa.l'isaico alibi di pochi in conCI'eto beneficio della collettività, Finocchiaro non crede al « dialogo» coi cattolici, e non gli si può dar torto, La politica è l'apporto di forze, o nessuno amministrerà insieme a voi i pl'opl'i beni se non sarà costretto a farlo con la forza, La democrazia parlamenta.re si differenzia dai regimi totalitari non in .quanto escluda dal suo ambito -l'impiego dena forza, ma pCl'ché alla violenza militare-rivoluzionaria di quelli so– st.ituisco la forza dei pl'opl'i snf[l'agi, il peso del consenso popolare. . . C RE FARE dunque nella presente situazione? Non po– tendoci accontentare di una permanente e rassegnata funzione di opposiJ!;ione, dobbiamo seriamente porci il pl'Oblema non dirò del dialogo, ma della collaborazione e del condizionamento della DC. Non possiamo chiu– dere gli occhi dinanzi alla forza politica indiscutibHe che per chissà quanti a.nni ancora l'appresenterà in Italia il partito cattolico, Dobbiamo fare i conti con esso, ci piaccia o non ci piaccia, L'importante è che la collabora– zione con i cattolici non si realizzi a scapito dell'nntono· mia laica dello Sta.to, Anche per questa ragione è op– portuna qnelI'allea nza socialista, con le forze di democra– zia laica che Unità, popolare ha . realizzato nel suo stesso seno, e la cui esigenza è ugualmente sentit.a da lì'inoc– chiat'o e da Vittorelli, Il problema consiste dunque nella ricerca della mi– gliore piattaforma politica possibile da contrapporre, nel '58, a quella. cattolica, Non è nelle mie possibilit.à né nelle mie intenzioni risolvere tale problema. VOl'J'oj sol-, tanto porlo con chial'ezza., avvertendo circa certi r1srhi che a mio avviso talnne proposte. comportano t e sugge– l'endo un'ipotesi di lavoro per noi. Prescindendo dal fatto che ancora non esiste una uni. formità d'indirizzo e di orientamento tra i pal,titi e i gl'llppi 'della sinisll'a democratica ita1ianff, occorre secon:':' do me guardarsi da due pericoli: da un lato la cospicua dispersione di voti che la soluzione Finacchial'o p ,'ovo· cherebbe data là natura della ,legge elettorale- politica, che Tambl'oni confessò apel·tamente "QUa ad eliminare le cosiddette « liste di dist.UI 'bo », dall 'alt.ro l'illus.ione che uno schieramento elettorale unitario democratico-sociali· ' sta pòssa non sòltanto formarsi, ina. ottenere pill voti di 'q llelli che andreb~ero alle stesse fqI'z'e strutturate COll ' un ' mininlo~' di à'l'ticola.zione, cioè cbn 'un 'rninimo di distil1- zione: Non si tratt:a, qid, dÌ applica.I'e aprioristicamente la niasSlma secondo cui « in medio stat viltus », ma di rendersi éonto come e ' perché un'a sol~lzione intel"media ha la tesi di Finocchiaro e ~quellà ai 'Vittol'elli sia au– spicabile e opportuna, Abbiamo potuto constatare; in oc· casione delle recenti elezioni atYlOiinisÙ~tive, come quasi mai alla somma delle forze ' politiche in liste elettorali unitarie corrisponda la sòmma dei loro vecchi voti: ne sono una chiara dirnosb'aziòne gli insuccessi delle liste di Rinnovamento democratico; il che è naturale, per· ché nOI"\ si può forzare oltl'e un certo limite la l'ealtà effettuale di impl'epara:;-,ione e di immaturità politica~ de– gli elettori con cui si devono fal'e i oonti, E poi, da quale parte dovI'ebbe ' avere inizio codesta confluenza di forze? E chi dovrebbe cominciare a tessere questa intI"icatissi– ma tela? E, ammesso che ' ci si riesca, gli elettori capi.. l'anno, asseconderanno; approvel"E!nno la difficne operazjo– ne? Non succedel"à, poi, elle gli 'opel'ai e i contadini diffi– del'anno della consegnente contaminazione «bol'ghose» , l'ifugian~osi ancora una volta sul ' PCI,. e che magari a tanti «benpensanti » ripugnerà rwrida promiscuità. con . il proletariato, spingendoli a vot.are per Ma.Iagodi o per Fanfani? Capisco quanto l'operazione proposta da Vitto· relli sia sllgge~tiva e allettante, ma temo che abbia i l difetto di essere tl'OPPO ' logica, t;oppo as·tratta. , ' Eppure Vittorelli . è animato da llP'esigenza più che. legittima: •se si" vllolf:1 porre hne al monopolio de'moCI'i-' stiano del potere bisogna l'aggl'tlppàre~ le forze, atttfare la politica di al1eanze più , ampia possi,bile, perché' l'avver– sa~'io da combattere è forte, può contare sul suo equivoco jntel"~~ismo, ai giova del massiccio intervent.o del ele. IO, ha nelle SUe mani bUl'ocl"a.:da, giornali, radio; teJe– visione, cinema! I NTANTO se non propl'io tult.e, la maggiol' pArte al M meno delle for:&e che Vittol'el1i v01'l'ebbe far conflni1'e in un unico schieramento, non esitel'ebbero, oggi, a far proprio un certo programma di governo, basato su un'in– tCl"pJ'etazione del p.iano Vanoni che ne faccia ricadere il maggiO'r peso sui ceti abbient.j; e queste fOl:ze si chia– mano PSI, UP, USI, Comunità, radicali, parte dei re– pubblicani, sinisha e centro-sinistra del PSDI. Proprio quelche giorno fa Vill;oL"io Oor1'esio osservava sulla Sta,mpa come f08se inficiato e mal concepito il pur nobile appello di Segni ai Ien'oYiel'i in sciopero, in quanto indirizzato in nome di un p iano Nanoni che è ancora, come ha argu– tamente affermato El'I1esto Rossi, una bott.iglia vuota suscettibile di essej'e riempita con i contenut.i più diversi. Impegno per un pl'ogl'amma comune di governo' di non indefinita scadenza ed espresso in termini rigoro. samente precisi non significa fusione di tutti i pal·titi in un unico' blocco, anzi può permettere 'una salutare, a.n– che se non eccessiva, articolazione, L' idea.le sarebbe po– teI' giungere alle elezioni del '58 con una specie di fronte repuhblicano (mi servo del comodo l'iferimento alla Fran– cia anche se in Ita.lia vige la proporzionale) fOl'luato da due partiti, cioè da un pal'tito socialista unificato. e da un partito democratico toutMcourt il cui nucleo fosse co· stituito da repubblicHni e radicali, I n tale ipotesi, plll'· troppo molto 10Jltana e difficile, ritengo che il posto non solo degli ex socialisti di UP, ma a.nche di uomini come rani e Comandin.i, sarebbe la lista socialista; ml.\ non è questo che conta. Cjò che è per noi più importante, è sapere indil'izza.I'e i nostri sfol"z·i nella ,direzione più pro~ fÌclla, dare il contributo pill intelligente e ntile possibile. L'unificazione socialista non dipende certo da noi, o SQltanto da noi, benché, se essa si fa-J"ù', non possa av– venire che sul ten eno che da tempo abbiamo fatto 110- stro, cioè sulla base dell'autonomia più completa sia nei • conhonti del PCI che nei confronti della DC, Vitt.orel1 i ci raccomanda giustamente' di non compiacerci «degli cl'l'ori o delle contraddizioni del PSDI o del PSI, ali– mentando i motivi di discordia e favorendo il l'iemergel'o di uno sta.to morboso ». D"accol'do, Ma, lnngi dal comp1a– ce'rmene, non posso non prendere atto che, mentre nel PSI sussistono gli inconvenienti del resto non irl'imedia· bili acutamente denunciati da Finocchial'o, nel PSDI, il che è ben più grave, manca, se si esclude la sinistra l'e– centemente riunitasi a Bol-ogna, una sincera volontà uni· ficatl'Ìce. A parte i casi delle giunte di R oma, Ceriova, Palermo, ecc" fOI'hmatamente controbilanciato ' dalla se– rietà di consiglieri comunali socialdemocratici come quelli d i Milano, a parte, dicevo, le contraddizioni interne ve~ nute alla luce dopo le arnministrative, quel ,che maggior. (122) nuova repll,bblica mente mi preoccupa nel rSDI è l'incapacità d i qnel– l'ampio l'espiro politico che avrebbe dovuto spingere ·tutl.o il partito a mutare a.tteggiamento'vel'so il PS!. Ma come: per anni si accusano - e non a tortQ! - i «nenniani ~ di essere vincolati al POI, e poi, quando il PSI, sia pure jl~ mogo non organico ma tuUayia schiett~ coraggioso \ ed inequivocabile, .soprattutto attraverso l'autorevQlissi– ma voce del suo segretario, dichiara di non accettare il nuovo verbo deIriTl1Inntato stato-guida, rimette in di. scussione anche il leninismo, onora i caduti di Poznan contl"O il passivo conformismo di 1'0gliatt-i, e offre la 'pro– pria collaboJ'a~ione alle giunte senza la pal'tecipa,.zione dei comunisti, quando, insomma, il PSI most.ra a chiaTi segni di avere imboccato ]a stl"ada dell'ftutonomia, da parte socialdemocratica, anziché esultal'e èd esprimere la propria soddisfazione con l'umiltà di chi sa· bene di non poter. scagliare la prima piet~ra, si infierisce con astio.. so risentimento, come' ha fatto Sal'a.gat in uno . sciagn .. l'ato articolo (non per nulla o~pitato con compiacente rilievo dai giornali confindusttiali) , sugli errori della vec– chia politica del PSI, col puro gusto di rinfaccia.rli, come per riattizzare il fuoco delle vecchie sterili polemiche astratte, e, quel che è peggio, anziché gridare ai quatt l'o venti, in modo che t utti senta.no , che iL PSI sta facendo passi dec~<;iri ve'l'so la democl'a~ia, si accredita' il gesui– tico gesto con cui Fanfani si ,èopl'e . gli occhi per fingere di non ved~l'e (secQndo il motto «Plus' ça change et plll~ est. la mcme ~hose»), riconfermaì'ldo' la politica di «"soli– d~l'ìetà den;ocl' at.i.ca »! Vi è una pl'O(onda divisione, al– l'intcrllQ del PSDI, simile pel' gJ"avit~ e importanza a .quella che PI'O" OCÒ la scissione del' '52-'53, e l'approssi– marsi clelle elezioni politiche anche 13tavolta non farà C'Ile J aggrava.l'la e sospingerla vel'SO una crisi risolutiva, AJ\01'8 il crinale interno del pal"tito si chiamava legge magg.io – rital'ia, oggi si chiama l'illnifìcazione socialista, cioè CJ'6-0 dito alla nuova politica del PSI: queste le etichette este. riori della veI'1i ragione del dissenso, consi8tente alloJ'~ come oggi ' nella caduta di una· parte del partito nella , rete democristiana di clientelismo e di sottogovemo, Rin. savimenti individuali in corso, come. qùelli di MaHeo AtJatteotli e Romita., non legittimano la speranza di una 1'ioni.6ca7.ione senza residui, Non credo che si· àrriveI'à alle elezioni de] "58 con' un solo partito socialista in 11'a· lià; ritengo assa.j più p l'ObRbile lln' ,alt.ra scissione del PSDI, che saf.i~ del l'esto non meno benefica della pl'ece– dente, e la formazione di liste unita.l'ie comprelidenti PSI, UP, USI e ' sinistra' del PSDl. Tutto ciò, naturalmente, a patto che il PSI non abbandoni la via recentemente imboccala.. Stando così le cose, a' me sembra che noi dovremmo compiere il massimo sforzo pel' allacciaTe contat,ti con socia.listi (Santi, ecc,), repubblicani (La Malfa, ecc,), so~ cialdenloct '8.ti~ i (Tl'emelloni, eèc,), radicali (Rossi, Pic– cardi, Scalfal'i; ecc.) per l'elabo,:a7.ione· ,di' un coO}una pl'Ogramma economico 'd i govern~: il contenuto di quella bottiglia· vuota che è . il piano Vanoni, .Tale programma non sarù. ovviamente né utopistico né demagogico, e andrà perciò pazientemente 'e ass.iduamente discusso e illu– str8to agli elettori, nella sua concreta realizzabilità, nei suoi riflessi sindacali e nella: prospettiva delle sue ior· mazioni poLitiche che lo pl'Omnovono : il partito demo· cratico ,(l'adicale-l'epubblicano) e l'alleanza socia1ista, Questa feconda e franca. ripresa. di contatto con il conSllmatol~e e con il contl'ibuerlte italiano, con il ]a"o· ratore il sindacalista il disoccupato il pensionato e l'un· piegato statale, nella piene:&Z)l. del riconoscimento del valore et.ico Ja ico dallo Stato e del significato program· matico della Costituzione, contro· ogni tentazione discri– minatoria e per una. effettiva moralit.à pnbblica, questo ritol'no ai principi. della democrazia e ,della socialità mi pare che rappresenti l'i/Jotesi çli lavoro più sel'.ia e più costruttiva che Unità popolare può formulare oggi, NOVITÀ Economisti di Pug lia · di GIOVANNI CARANO DONVITO Present~lzione di UMBERTO ZANOTTI BIANCO In questo volume, che viene pubblicato per deside– rio della vedova e dei discepoli, l'A. desiderava of– frire al suoi ~tllievj un quadro dell'opera scientifica svolta da tutti gli economisti della sua Puglia, Questo quadro è l'imflsto incompleto: stanco e ma– lato negli ulllmi giorni della sua vita, di alcuni di questi economisti, come ad esempio Nicolò Losavio, l'A. n'on ha tracciato che lo schema del capitolo da' sviluppare: di altri, e tra i maggiori, come Antonio De Viti-De Marco, ha .appuntato solo il n-ome, Ii volume tuttavia, è cosi ricco d'infoffi13zioni e di citazioni sui vari economisti studiati - a comin· ciare dai grandi' Fe"rdinando Galiani, GiuSepp'e Pal:– mieri, Filippo Briganti, ecc. - che siam~ sicuri verrà dccolto con memore affetto da quanti han· no seguito l'Uomo che per carattere e lucidità di insegn':lfficnto ha altamente onorato il suo Pacse, * .< COLLEZIONE MERIDIONALE ", n. 27 Png;g, IV-4to - L. 3000 F IRENZE LA NUOVA ITALIA EDITRICE

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