La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 40 - 8 ottobre 1961

Pag. 4 POETI AMERICANI a cura di A_LFREDODE PALCHI Wallace Stèvens * Tredici modi di sruardare.u,i merlo In mezzo a venti montagne nevose la sola movente cosa era l'occhio del merlo. II Avevo tre intenzioni, come un albero in cui ci sono tre merli. III Il merlo turbinava nei venti d 1 autunno Era una parte minima della pantomima. IV Un uomo e una donna· sono uno. Un uomo una donna e un mei::lo _sono uno. V Non so cosa preferire, la bellezza delle inflessioni o la bellezza degli innuendo. il merlo zufolare o subito dopo. VI Ghiaccioli colmarono di vetro barbaro la finestra lunga. L'ombra del merlo, su e giù, la varcò. L'umore segnò nell'ambra un motivo indecifrabile. VII O sparuti uomini di Haddam, perché immaginate uccelli d'oro? Non vedete come il merlo saltella intorno ai piedi delle donne intorno a voi? VIII Conosco nobili accenti e lucidi 1 ritmi inevitabili; ma so pure che il merlo è implicato in quello che io conosco. IX Quando sparì dalla vista il merlo tracciò l'orlo di uno dei tanti cerchi. X Alla vista del merlo ondeggiante di una luce verde, anche le ruffiane dell'eufonia gridarono acutamente. XI Cavalcò su Connecticut in una carrozza di vetro. Una volta, un' timore lo penetrò, perché scambiò l'ombra del suo equipaggio per merli. XII Il fiume sta scorrendo, Il merlo dev'essere in volo. XIII Tutto il meriggio era sera. Nevicava e stava per nevicare. Il merlo si pose sui rami del cedro. David Ignatow * Benedico me stesso Io credo nella calma, chiudo una porta e mi arrendo a un muro e converso con lui e gli chiedo cli benedirmi. Il muro tace. lo parlo per lui, benedicendo me stesso. Jl giusto Udii mio figlio prorompere dalla gua camera e urlare 1 e Papà, è qui, è qui•. Capii e riuscii a reggermi in pied~, . . intenerirmi dentro, e percorrere 11 corr1do10 tra le nostre camere per raggiungere _Lui che avevo trascurato nei miei pensieri; ma mio figlio, benché insano, Lo aveva cercato. Era giunto. Vidi Lui ritto, . . . capelli lunghi, viso esausto, ?ccht Jrut1 e coscienti, e mi piegai sui ginocchi, atterrito alla realtà, ma mi ritenne con una mano e disse, e Sono come te un sofferente; son qui perché tu lo sappi~ ». . . Mi alzai, il mio _cuore gonfi~. e d1ss1 1 e Ho fallito e c'e amarezza 1n me». E lui replicò: < E perdono pure ... Benedici tuo figlio •. Lo benedn e s'illuminò nel viso. E il Giusto . . sparì, e lasciò un potere da sentimu libero. (da Say Pardon, Wesleya.n University Pres.!I, 1961} L~ FTERA LETTERARIA Domenica 8 ottobre 1961 FORSE IL SOLO AUTENTICO' 1 ERMETrCO,, ITALIA O * Una • poesia che • llllZia • • e finisce con I ui, Lorenzo Calo~ero * cli A/..,00 ACCATT111'/S BALTHUS: La rene.ere _ Pittori d'oggi - Torino N ELL'ESTATE del 1957, là Commi!!tsione del premio di poesia • Vil– la S. Giovanni•, i;>resìeduta da Antonio Baldin1, premia– va Lorenzo Calogero, u~o sconosciuto poeta calabrese. Chi era questo Calogero spuneato fuori atrultima ora? Aneonio Baldini aveva avu– to i suoi tre volumi soltan– to tre giorni prima che la Commissione per il Premio si trasferisse a Villa San Giovanni dove sarebbe stato proclamato il vincitore. Sor– preso dall·apparizione di quei tre nutriti volumi. l'ottimo scrittore prese a correre af– fannosamente da una pagina all"allra per un motivo di esemplare coscienza. Chi era questo Calogero? Un oscuro e ammalato me- dico condotto, non più gio– vane, che aveva vissuto re– legato in piccoli Comuni della Calabria e da ultimo in un paesetto del senese. Un uomo fortunatamente non compreso con la mafia di una certa cultura uffi– ciale. Lo scrupoloso Baldini, pur avendo una particolare idio– sincrasia per vari generi di poesia dei nostri tempi, vide in Calogero almeno la fluida gioia di una sovrabbondante linfa poetica, mentre non riuscì egli a scorgere il cen– tro motore e vitale di tan– ta vena. Se vi è un ermetico in Italia, questi è Calogero. Tra qualche anno si parle– rà di lui come del solo au– tentico ermetico della poe- LE RADICI D.ElLFASCISMO SECONDO lL VITA-FlSZJ * I delusi della libertà * di PIETRO CDIA.'l'TI I L FASCISMO ha avuto propugnatori e anticipa– tori loorici in uomini che per mentalità e formazione libertà si possono assai me– glio curare nella e con la libertà. intellelluale dovevano esser- Tn un quadro stotico - che gli del tull.J avver$i e, in seguiremo nei suoi camtoli pratica, i più di essi poi lo ~<Alicnti - il Vita-Fin7i di- avversarono, nl punto che mostra quan10 prepotente oggi, ad .alcuni, nessuno si fosse. all':ilba del secolo. sogna di negare l'aureola di l'impulso a sospirare muta- campioni della libertà e di menti e purificazioni dmsti- nemici della tirannia. che. Il centro del moto d'ooi- Singobrc contraddizione, nione lu Pa1igi. Charlc,; questa. J cui 1crmini sono Peguv giun'i::. d.ill'aborrirt.! stati messi in luce da P,10lo la Politic,, e i suoi rappre- Vita-Finzi, dopo una pazicn- ~cotanti, che 1>cr lui fìniru- te ricerca su ve.:chi libri dì- no per s imbolcggi:i.rsi nel- menticati, su collezioni ingia\- l'odiatissimo J:lurès, a trac- Lite di giornali, le cui date ciare le linee ideali di una di s1ampa risalgono agli ul- Mistica della novità, ddla 1imi anni dello scorso e ai fresche21.a, della speranza, plimi anni di questo secolo. antiparlamcntarc e antide- D::1. questa ricerca è nato un mocratica, fino a godere del- curioso libro, Le delusio11i la guerr.1 dichiarata, lui an– della libert,l (Vallccchi. 1961). timilitarista!, e a rivelare per molti ,ersi sconcertante una • e::.ullanw sch 1 ag~ia • perché presenta e documenla • quando ::.cppe della morte alcuni grossi -« inconsci pre- ,iolenta di Jaurès. il P:trla- cursori,, del fascismo, uoini- mento fallo uomo, il Diavo~ ni che partiti da posizioni li- lo incan,ato. bcrali o socialistiche giuns.::- 11 disorez.J:o pc!" l'asscm- ro ad un certo punto a p,:o~ blea l)Opolarc e la· ,•iolenl.a pugnare o me3:lio vagheggia- dei pochi contro la dcbole.1- rc, soluzioni di fori.a, a in- za dei molli, furono i !cmi ,ocarc la guerra come • la del Sorci, che ..::ome è già st:i· salute dei popoli•, a far co- lo osservato potern ispirare ro nel lan:iare veementi ac- l.l.nto un fascista qu:into 11n cuse :i.I ~istema parlamenla- ccmunisla. E l\!ussolini at- ~~~vai~e~0~e~~\ s,iol~~:~~ci~ocll~ !~~~i1c dt~ 1 ~~-ies~ 1 ~an~~mi:~feba: condizione di servire di ali- ~,ava per giustificarsi a po- bi, di premessa e quasi_ di stcriori, per dare una ve-.te giustificazion,! nlte soluz1om •scientifica• .:alle sue idee totalitarie poi sopravvenule: confuse e però magniloqucn· naturalmenlc a spegnere I ti. E soreliani furono gli uo- loro utopici hollori. mini dello s1a10 maggiore Tutti costoro, che non :-.o- fascista delle origini. no pochi e noa oscuri, tu- Ncll'« i.w,·enili,;!a • Oanid rono i • delusi della libert:\ •• Halévv, altro inconscio prc- i quali nello sconvolgimfnlo cursore, il Vita-Finzi pesca di quegli anm, infllicnza11 da ~punti corporativistici, la-.ci– opinioni e wvenimcmi strn- stie.ie persino nn1i,;1icinrnn– nieri (questo vale per l 'I.ta - ti-lettera, proveuienti anche lia rispetto alla Francia), !-.lavolta da uno spilito libero, scrissero e prcsc1issero, qua- da un liberalt: vecchio siam– le cura ai mali Jclla libel"!à, po, egli pure disilluso e di– rimedii diversi di etichetta e sgustato. ~embrava una rcgo– di effetto m::i simili nel fare la, dalla degenerazione par- la strada al regime totali1a- lamentar.:. rio Che l'elenco fatto e com- Repubblicano e vecchio Ji- mentaeo dal Vila-Finzi com- bcrnle era anche il proL 'ife~:;c~~chÉ~~on;~g'it~it! F~~~si~~e~nfa~~n\~i~~ a/~ scire, a qua.lcuao, violento biblioteca per una ironica come uno chock. Ma non ba- e spietata analisi della de– sta: l'elenco e la documenta- mocrazia (bastano due titoli: zione. per gli smemorati e « Il culto dell'incompelenza • gli ignari, seguit~o ~ por- e • L'errore delle rcsponsabi- !~'ì:'a ~lt~ru~~~s~a"J~lévtla; li1à •) in nome di una rimcs- sa in ,•alore degli elementi aristocralici, delle caste, dei • competenli •· E risiamo al preludio delle Corporazioni. Gli esempi continuano: ci si mise anche un brillante gior– nalista. Robel"l de Jou,-.!nel, a farla lia inconscio batti– strada della dittatura, nel rroporrc focosamente rimedi all'andazzo delb cosiddell;ì .. Repubblic3 dt'i Compari •· Vl'ncndo ~11·1t..1li:i, il Vi1.1- Fìm:i elenca, t1..1 i • d1.:lu~1 tiella lìberlJ. • e prnpugnato- 1i bpimti d-!lla mane robusla, del ::,OWl!rtimento, della nuo– va regola, ispirati dalla F.-an– cìa, Prezzolini e Soffici, quin– di e naturalmente D'Annunzio e i Futuris;i, in capo !\fa– rinelli; ma :anche Mosca e Croce; e in!ine i « radioso• maggisti • - il termine fu co– ni:ilo da Ettore Ma1-roni per i-;chcmo della troppa retori– ca prohr<; ,1.da ~li inten.entisti sulle • radiose giornate• <lei maggio 1915. quando in un ,·iluppo inestricabile di equi– ,-oci e di rovesciamenti d'i– dee l'ftalb. ::mdò in gucrr:i. coodo1tad da U03 minoran– ,a che comprendc\'3 ex-paci– fhti e ,ani r.-tori ddla mi– stica eroica, dopo che fu ro– ,csda10 e calpestato l'ordi– ne 1>arlament:1rè, cosi inc.:1m• minando il p:icse. not:l il Vit:'1-Finzi. per la china fata– le dei colpi di Staio, delle in'iurrezioni piaz7,:liolc. Di Croce, per non dire degli altri più scoperti «delusi" itnliani onde non allungare ccccssh•amenle l'elenco degli cqui,·oci, delle conlraddizio– ni e delle infatuazioni che portarono poi al fascbmo; di Croc~ dunque il Vita-Fin– zi ricorda che giunse più di una ,·olta nddinllurn a di– lcnderc « il diritto e il dovere dell'i,itolleranz.a.... notando che fra coloro che nei se– coli pas~ati propugnarono la toller:inz:i non sempre furo– no gli spiriti piu nobili ed eroici. Spesso ,i furono i retori e gli indifferenti. Gh spiri1i vigorosi nmmazzava– no e si face,·ano ammazzare"· li Vita-Finzi cita qui dirella– mcnte il filosofo napoletano. Ma le ossen•::1.zioni sottili, che colgono Croc~ in contraddi– zione, morbido di giudizi là dove doveva essere più duro, e impulsivo e polemico là do– ' e avrebbe do,u10 essere ben più guardingo e più filos:ofo, (almeno secondo il nostro ·senno del poi) sono numero– ~c nei tre capitoli a lui dcdi– cnti ne Le ddusioni della li– bertà. 11 Croce precursore incon– sapevole del fnsci::.mo. O al– meno di ceni .-.uoi me1odi? L'autore (e il rcc.cn: :.orc) non vuole giungere .1 tanto: ma e.on le oro,e ::ilb mano ,•uol dimostràrc e dimostra come in qutgli anni, per un;l ::.pe– dc di galopp,1nte epidemia, in Francia coml! in Italia. lossero tan!i, e spesso i pili insospettati, coloro che per odio o noia o voluta incom– prl'nsione della libertà, giun– srro a propugnare sistemi , iolenti di nnno,,amento. ad augur:i.re capovolgimenti, e 1:er quanto le parole scritte ottengono :i.113 lunga effet 10 e muovono azioni, lutti co:.10- ro possono or:i essere ca1a– logati tra i precursori d'!I fasci::.mo, nnche se poi lo :1v– \0Crsarono, anche se poi com– presero qua.neo gravi fossero state le conseguenze. quanto peggiore fo-sse. il limcdio, del male. Si Imitò ,p.!:.so di uomini di lc11cre, di intellettuali e po(•ti che non ;;l\evano ncs– 'suna pratica di governo e di a1111ninistraz1onc, e miopi. ri– corda ooportunamenrc il Vi– t.i.-Finzi, nel sopr:wv.i.lut ::irc ce1·1i pcn~:i1ori (leggi, il So– rci e il Pareto) e ..::cr1iavve– nimenti d'oltr'Atpe. sollova– lulando o addirittura non comprendendo 3.ffatto altri ben pili ,;ignificativi lcnomc– ni stolici. cosi il tenace :!<.ccndcre della classe operaia 01·gani7.zata in Gr:rn Bre1agna e in Scandinavia, fenomeno la cui osservazione allenta r,vrebbc cvil~to parecchi er– rori e indiriz7,.110 ben più utilmcnle per il futuro. Ma l'Europa borghese, <;tan– ca della pace, volc,,a la guer– ra, il bagno di sangue toni– fi~101·c: stanca del passato, ,olcva farsi un nuovo futuro, ingenua e retorica. Infine, il Vita-Finzi non fa che ricord::irci che il fasci– smo non fu ,;e non il prodot- 10 <l'una iovoluzionc europea, d'una malat1i:i che ha le sue radici lon1ano. e ha le sue avvisaglie anche nelle illusioni d'una int'!lligeo7-" borghese, retorica e miracolistica. i:ia italiana. Alcuni ver<ii di Calogero non possono es$ere resi con altre parole: <.pe,;so sono puri ~uoni rapidi, .c~– richi di richiami inde!1n1~ bili, qua e là irti d"intui- 1.ioni che si dissolvono non appen.a si v_oglior:io def!ni1:e nel g11:o logico d1 un s.ign1- ficato. Quando questo aut_o– re verrà tradotto, le dif– ficoltà non saranno minori di quelle incontrate nel tradurre Joyce. E' poesia che suggerisce. pi\J di quan– to non dica, con audacia d'immagini, analogie ardi– ti,;sime. · Biso~na leggere at– tentamente questo poeta. con l'attenzione mai pretesa da alcun altro. Soltanto co.q certe parole. che dapprima sembrano nate da .un raf.fi– nato farneticare, s1 !-.taglia– no a poco a poco. non tutte purtropp_o. in _tremo_lantl. fui::-gcvoh, inespnm1bilt_ s1- gnificat1. Certo, la sua .,per– sensiva. rutilante intelhgen– ;,a si esprime attraverso una meccanica delle più scon– certanti, tanto che ogn\ or– dine di logica. e ~i linea– rità viene da lui spesso sconvolto pur di seguire un sottilissimo profondo arca– no filo di pensiero; m~ la fa1ica, di pazienta:e, v1c.n1: infine ripagata da 1mmagm1 le pi\! accessibili e da 2uten– tiche vette di poesia che purtroppo mancano di con– trafforti. Dopo il ,.. Villa S. Giovan– ni ... Calogero ritornò ne! buoio donde era venuto: ne l\•alsero gli incoraggiamenti di Enrico Falqui (che in– sieme con Sinis!?alli ebbe la pronta intuizione di trovari-i di fronte un poeta). a di– storglierlo dalla sua soli– ludinc moslruosa e scontro– sa. ln quel tempo uscl qua e là. sulla sua poesia. qual– che critica. per lo più nega- 1iva nella sua provincia. mentre Falqui ne parlò con adc!->ione desueta al critico m·ilitante; ma si rideva an– cora di alcuni versi di Ca– logero giudièati. dai meno attenti. soltanto come par– to di sch\z.orrenia. Campana. quando divenne pazzo. cessò di. essere poeta: Calogero. poeta PC:r tanti simile al Campana. e sospe– so sul mo di una follia lu– cida e cosciente. tale che gli consente spira$!li inedi– ti sul mondo; tale che gli per– mette di toccare il profondo ordito di alcuni sentimenti fino ad apparire vuoti e di– sumaniz.zali tanto sono resi tersi nel momenti più felici. Una me n te terribilmente chiusa in una disperazione gioiosa: tragicamente serrata nella più •oscura solitudine; di una inaccessibile introver– sione: di una Jedehà ininter• rotta net produrre In venti anni qualcosa come quindici– mila capoversi. C:-dogero ~ da inuuaginare con unn mente a!'tsolutamcnte anomrnlc: pare infatti che soffrisse dello stesso male di Nietzsche: una rnt>nte assali– ta da nugoli e da slormi di parole ch"cgli co!,!:lle con .tu– tom;'ltismo spesso islintiva– mente armonioso e discrimi– nativo; altre volle dobblnmo supporre ch"egU si lasci total– mente sopraffare dal turbinio di queUc stesse parole allor– chè qualsiasi sforzo d'intelli– genza non ci sovviene a ren– derlo accessibile. !..e composizioni, nel loro mag$!ior numero. formano. ciascuna, mosaici scompositi che raramente o difficilmente raggiungono unità: sicchè le migliori poesie SI Jrantumano per una discontinua e varia ispirazione fatta di memoria. di astratta bellezza. di prezio– se Immagini che par tessano sogni surrealL Molte sono le parole assunte in !un7.ione di puro .mono. qua.si ch'egli vo– glia dar loro. attraverso ac~ coppiamenti e accostamenti d: raffinata ~c.>nslbilità. una Vt'r– t :.li!inità andata perduta. C"e infine da chiedersi se e;tll a ,·olle non se!,!:ua.alla maniera di Kafka. ma su un plano di– verso. la trama di alcuni SO,li!nL zione di non trova:-e che rara po,.sia co_mpiuta: _fran:imenu. frammenti di preziosa purez– za da far ~ola ~i maggiori poeti d·o~nl tf'mpo. Verre_bbe la tentazione di tirar fuori da tanto turbinoso mare le più splendide perle e comporle in i;tin conchiusi. Ed ecco alcune conclusiom: Ciò che assume quindi rilie– vo in Calogero. è 11 !ram.– mento. Ove in lui fosse unita compositiva. ammirer~mmo il poeta nella sua più alla espressione. Ma luce e buio.~ alternano: ad una musicalità incomparabile e mirab~mcnte evocativa succedono stridori e tessuti alo!,!:iCi di parole. Il critico avverte quasi irrita- Calo,sccro è un poeta di risul– tati sbalorditivi. ma solo ;n parte raggiunti. E,Ui facendo– ci dono di compiute bellezze. è un poeta limitato: purtut• tavia. ciò che egli riesce a raggiungere. o a sfiorare. porta i1 segno del caposcuola non esente da quegli eccessi e da quei difetti c~e spesso ~i confanno ad alcuni in1z1aton. rnapoesia diCalogero A moltepliri suoni A molteplici suoni, mutate le penne le vene d'aria. così chiara avanza, da tempo, sul tempo della _gioia una chioma d'alberi \·aria. La cortma è del sonno. Un atomo è il silenzio. atona un'ignota rimembranza e, domani. non più nuova - sensitivo! - guarda nello splendente fulgore la tua stessa aria. Un ghirigoro cupo è il tuo corpo, il tuo ~rido . che passa, ignota (a gruppi ~guah verrà il suono) un 1 ala d1 un'isola e. riesumando intorno, un cielo già plumbeo. Intera rianimata s'addentra un'ombra amata e stanca nelia stessa sfera e ti rimanda il giorno opaco del suo spesso regno. Cadono a terra mutilate clemenze al suo piede e sul fianco (la turbolenta on.da s'addensa) la spiaggia avara solitaria a settembre, la distesa violacea, un punto assiduo . ombroso del fiume cui si soffermmo chiari i tuoi passi turbinosi come la febbre e, perché non siano di noi~ . grigi gli inizi, i viali altocmt1. Ora so a memoria i suoni nel cerchio che agevolmente sgorga Volenterose turbe s'alternano. L'eco non sa parlare così triste! fermamente si sdoppia e ti sorprende. L'eco non sa parlare, così triste! fermamente si sdoppia e ti sorprende. L'eco non sa parlare, così triste! è giunta alla sua fine e ti opprime gelida tanto. Dentro lo scheletro nuda è la sua gola. Hai gustato mentalmente la velleità delle cose, dell'erba arida mutevolmente rapidi i frammenti. Sai quanta infanzia era uno screzio. Ritorna allodola. La vena non è più nuda. non è più sola 1 non più s'affolla allo stesso pi_ede. Chiusa nube odorosa sul tardi era uno screzio. Ritorna allodola inconstantemente nel verde intrico dei rami e dalla pioggia si difende. Così bruca, a volte, tristemente filtrando fili di raggi solitari il sole cui si soffermi già una S'affina in mutate vicende, in lievi fievoli aliti freddi. Mutevole ha su immense acque ed ali distesa immensità dei monti, ferma, una linea cima. Peguy a Sorel, che erano sta- ------------------------------------------------------------ ti accesi difensori di Dre.dvru,s (Continua da pag. 3) e più di mezzo secolo fa. E' \'ariato forse in ouello che fu lo scan a O L I • d • • • 11 punto di partenza, perchè in quel pe· del ·secolo (con immense ri- Per quel che riguarda la determinazione a re azione I 1amp1 riodo le garanzie concesse agli scrittori e ~ciu~i~hI~~i. Ij~liaiio!e~!t del nuovo termine generale minimale di du- ~r~t~~~o;~t~i ~~~;~~COCSCJ~f1~•a~J1~:~nill~ ~! 11 ! J'eÌfK°:~ticazi~~~a~:t:; ~~~~lii~ ~:st~z}~~~•rei~leC~lm~~~~o ~ic\l~ stampa e delle rappresentazioni teatrali. Ragion di Stato. Eppure an- queslione, per la sua decisione, alle future ~:~!r~ 0 ~g~c;..;ìt\l~~~~~ici ~c~~~i 0t~i:te~~i~ ~~f ~~in~l~d~~ll~n~ ~~ 1 f;;~~~:~'~ 01;~ ~ 1 :CS~~~~ J~t!t~:;i~~/~e~t~~ 7./ azione dell' ALA f ~u~cll~~~ ilgi~~~~~t~ 1 ~cll: 01 ~ 01 ~! th ~i~~~ri~~i che hanno dato origine a grosse imprese anliparlam.::mari •• e jo~igna- Jia, il Comitato ha ritenuto che i\ nuovo pubblici primari cd essenziali. economiche e industliali, che agiscono ge• ti dallo spettacolo dei. co- termine generale di dur.:ala non dovrebbe DA PlU' di ottant'anni i'ALAI tiene con In conclusione il relatore Mack affermò la ncralmcnte in regime di monopolio c. tal- ~~m~~~v~~ell~:~~m~~~ ~~er~ff~~l~ri3r\~~e~i':n~~ali g~f ;'J~~:ta~ molto onore il suo posto di prima linea perpetuità del diritto d'autore congiunta ~w~r·pi::}:i~ ~~ c~i~~!~~e~~u~n:~•c ~:i lr~~; Parlamenti, scrissero di _q1:2e: similari, nei paesi partecipanti; altrimenti nel movimento di una più lunga dura- ~~~te'.' J~~l~m~ i~~o~~bbJ\ 00 es~fu~i~~1ocg~: dei principi che sono a fondamento del di· sti in termini apocahtuc1! ~~~~~ att':~~~r~n 0 _delli paesi, l'interesse ad ~~o df~nJi~ 0t:~. ~;~~~~iu;~~ n~t Piiu~~d~oni~ cef~o vt~~aup\~'~~d=n~~ ~~~~ er~ii~tà italiana ~~~pl~~:tt~ 0 ; sfi;!~it:~~ cg~c i~ffie~~po~ ;~oj~v~CC~siioi:o~i:;n~f~~ Le osservazioni e le raccomandazioni del gresso del 1878 pose il p~o?lema CC?nnesso degli Autoii, avvocato Augusto Ferrari, nell'ambito del solo rappono cdieoriale che ~oi~:e~ ~~~~~~~e_J~~~. ~~mj~~~b~~u~~"~raiJ~ 1 /t~n~n a~~~~~~c 'Jl! ~a~~~~o~ ~~Jt 1 ~~nf~I g~m;~~;opi~b~~~op~Ì dopo aver messo in rilievo i difetti della ~~r~~n;i;v~n~irb~:~efinJ~ci~~i/utore cd cdi· vamenti, facili e salutan sul- sposizioni dell'accordo stesso, a non far ;3n:~!~ede~::e \1;Aleounnloi~~m!fl/~t3~~o~~ ~~~l~to;r~t~~~a,dfhitf~~~~dni\'~aJl~a d~~; Nel mondo moderno, data la sempre più ~v~fa~i~ X:::n~h~~tfc~~b~,~ ~ee~::Ore è d~t;~~ta Jà~t~~op~ ~erre~u~e~ee :N;-;.: del termine minimale di cinquant'anni di pubblicazione dell'opera, divisa in due ~~f1i~li~~io~~vis~~~: ~~!ci;li~:::.ioo~~tada!! nosi, eversivi. p.m.a. nel testo di Bruxelles del 1948 della periodi di quarant'anni, affennò. che l'espc- la dinamica dei consumi ,•oluttuari O non La via della libertà è lenta tiva l'efficacia. Con\'enzione di Berna. rienza di tale durata era Slata $favorevole, necessari, lo s(ru11amcn10 delle opere del· e difficile, passa anche ~r ~cr co!"pletare ~ueS t ~ 11 no~~~ta}~b;~i~ Ma, in questa sede, ci è grato ricorda\·e, ~iiu/~1~ 11 ~~ 1 \~~:~i N~~l~~~~o';oi c~~ti~a ~uec~:: l'ingegno av,•ienc su scala industriale, con ~rl~fa~/:ifi:;t~i! [p,:1;rv:<2:r~1~~. ~~ 0 ~, '°i": 1 ~:!:H:o~i'y:~~r.:. 0 r2";~.{~:"i~i !~u~~,:~a c;~~c;;i~~~~"~ . :n:~t~~· "~~= !~f:·~~~~~~';l1~:J: r~r:1, 1 :~~r da qui dalla constatazione nuovo proroga iotcma di cinque anni, di- a Milano nel 1892, a Torino nel 1898, e a getto di una nuova legge, che aveva pro- aventi causa. Perché negare agli autori cd a1 àelle di'fficolta e degli errori, retta ad evitare che opere le quali, a norma Napoli nel 1902, il problema del prolunga- POSlO di regolare la durata in modo da loro eredi aventi causa gli stessi benefici che :l prendere ii:i,• .,dio il s\stem3 delle disposizioni vigenti, dovrebbero ca- mento della durata abbia fonnato oggetto comprendere la vita dell'autore e cinquan- le leggi garantiscono agli utilizzatori delle inlero, e ad 1.rocarne è! sov- ~~:e mtr/u;r~ 1 !~miom;:~a~ia ;::a u~el dt ~u=~I~nti studi. di ampie e proficue di- r~~nieg1r~v!~asu:o:;i~io i~in~r~~;~co~~~ loro opere? Se oggi sono mutate le situazioni vertimentj• 1 passo ze ~~- ~rio forse modesto' di scaden'ze, il beneficio 11 Congresso di Torino approvò un voto 01tcnere una durata più lunga in quanto, ~ ~~tto,I non ~~no !"u.tat - 1~ m~ th '~z.ioni ~fv':.to e e conseguen. - del prolungamento del 1errnine generale di nel quale, tra l'altro, si accennava a una con la legge allora vigente, alcuni autori is;r..:il~ f·a~fon~~e~~:~; 1 srng 1 \ii e c&11·AU~ L'opera èi Vita-Finzi, va e~~~~~ne,delf.!V::;~~:t~/e~iGi~I!racoi~ !~~~i~~~i 1:'.1:in~u~;a P:A,e~~i:à, 3 a~~di~ ~~~ev~u~~1/ili~~=taci asugi:~~~nt-.,.an~~el~ 0 :~ per una più lunga e ragionevole durata dei ~~ 0 i.n ° 0 ri~t~imd! jro~f~; accordo internazionale. ziooe, in tale ipotesi, di trasformare il di- la morte. di~~!~ ~fc~t~lv\e~i:eut~~~i a lungo e assi- acutezza e perfetta cono- li movimento per l'estensione della durata ritto esclusivo dell'autore in un diritto a 11 Ferrari aggiunse che anche in J talia duamente una buona causa, senza acqui- scenza di. causa. quali furo- del diritto di autore e, quello cb~ forse compenso, allo scadere del periodo delle era allo studio il sistema del dominio pub- stare una particolare sensibilità nel di- no gli errori di valutazione, più conta. per l'~niformità; ~el rela~1vo ~e.r- prerogative monopolistiche concesse allo blico pagante. ma il principio della perpe- scernere ciò che a tale causa giovi oppure quali le contraddizioni, che mine generale nei rapporti mternaz1onah, è au1ore e ai suoi eredi. tuità della tulela era stato vigorosamente non giovi. Ed è per questo che &ià nel Con- prepararono il terreno per partito dall'Italia e trova nel !1ostro p~cs~ Al Congresso di Napoli le discussioni fu- sostenuto in un appello al Governo dagli grcsso di Atene del settembre 1959 l"ALA[ l'avventura R.ntidemocratiea; una compatta maggioranza dt sostemto_n rono ampie e vivaci, ma si conclusero con autori più rappresentativi dell'epoca, tra ha preso dccisamenle posizione a favore essa ha un più segreto ep- convinti. Anche in Italia non sono tutta\'1a la conferma delle deliberazioni di Torino. cui Verdi, Boito, Sgambali, Praga, Carducci, dell'iniziath•a partita da Roma, propugnan- purc evidente valore di_ am- mancate, nè mancano, isolate ma tenaci li relatore Mack, partendo dal principio che D'Annunzio, Mascagni e Puccini. done_ a~zi l'estensione ad un gruppo di monimento, è :>fferta ai de- opposizioni. Come ha esattamente affermato il diritto di autore ~ una proprietà fondata Anche oggi i nomi più rappresentativi Paesi più numeroso di quello originaria- lusi di oggi, se mai ve ne l'Assemblea della Società Italiana degli sul lavoro, che una proprietà legittima sul- delle lettere, della musica e del teatro ita- mente preso in considerazione. La ccrtcz- ;~ro~è ~J~:F.:~~;~;~:, :~~tan~~- ~~}: 0 ~p~siri~nt 0 }tac!~~~v!~~ ~~~~a,l~ cd~1l·~~~~i:ec;izig~ ~u'!!:: ~~~~ ~a~ ::~~~e~~: 1 ~eru~t~frie~ 0 i! 31 p~~~~~~ !~redi ;~vJ;(lzi~ ~~itt~is~!nc~n unm~~f~o illdi dirci che oltre un certo h- fu!li~n:1 ~df!o ~~~~:o i~~e~d~n~~e~v:~~ ~~f:à alt~ P%~~~t'à a!lach!u~:;:1aiit~h:jo;i: 0:i°1Con~~;so ddj~ap~Jil si~~tt~asf~~r1~;:~ co~for~? per C?loro ai qu~li spetta prose- dj~~1~~0 c~=e!~i, si~~~ci solo favorire interessi economici, non giu- ritto alla perpetuità, affrontò la questione sant'anni. ma le premesse del dibattito che rc:~~c e a:~~:n~~td~e~: ucA:f~P~~~a~:tifa~~ 0 inconsci, di capovolgimento stificati, di alcune categorie industriali e di fondo, distinguendo da una parte i di• si apre in questo Conit"CSSOdi Firenze sono del suo sviluppo. e di rovina: che i mali della commerciali». ritti legittimi dell'autore e dei suoi eredi sorprendentemente analoghe a quelle di ANTONIO CIAMPI

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