la Fiera Letteraria - XV - n. 44 - 30 ottobre 1960

Domenica 30 ottobre 1960 LA FIERA LETTERARI~ Pae. 3 Chi sono, come vivono i "heats" Il taccuino dello svagato (Continuazione del numero ieor.o) Abbiamo detto che Kerouac e Ginsberg sostengono che e beat• sta per « beatitu– dine•· Questa beatitudine verrebbe rag– giunta da alcuni come s.l è visto. attraverso i narc:otlcl, secondo altri attraverso quella forma di buddismo che è detto Zen. Ca– pire e spiegare che cosa è lo Zea è im– presa quanto mai difficile. ma da quanto ne ha detto John Cianil e da quanto ho letto qua e là. pare che il misticismo Zen (il vocabolo. spiega Alan W. Watts nel suo ,·olume The .tpiric o/ Zen. è un termine giapponese che deriva dal chi.nese Ch'an o Ch~an-na e che è intraducibile nelle lini'Ue occidentali) sia una condizione di vita da raggiungere attraverso una rigida disciplina spirituale. uno stato di purifi– c.tz.ione e di serenità nel quale ogni trac– cia di scorie mondana è stata eliminata dalla mente. ln quel punto non rimane se non ciò che è puro. spirituale. santo. eterno. e tutto ciò che parla alla coscienza è il fine ultimo e "-ero. L·io viene assorbito dal Tutto e ogni impulso dell'anima sacro. "Beat,, come Zen . fa quest'idea. diee Ciardi. non è uni– camente Z en. E' com une a tutie le reli· gioni U cui obbiettil.ro consiste nelfarren· dere la ra gione alla fede dopo un· ade– guata purUicaz.iooe. Al sommo della Mon– tagna del Purgatorio Dante raggiunse un simile stato di purificazione che lo rese libero di agire secondo gl'impulsi. giacché opii impu1so e:-a di·venuto sacro. Ma per i • beats • questa purificazione è stata ridotta a poco più di un'ubriaca– tura che scioglie la lingua. Essi parlano e gridano in nome di Zen. ma la disciplina è proprio l'ultima cosa che vogliono. La cosa più attraente che essi hanno trovato nel buddismo Zen è l'idea della santità di ogni impulso personale. Il secondo aspet10 del buddismo Zen ehe i • beats • si sono appropriati è il fanatismo che rasenta la follia. L'esaltato religioso, il santo folle. è figura comune a molte religioni. e mentre nello Zen la esaltazione è coltivata come parte della lunga disciplina che distacca l'individuo dall"aspetto materiale: della realtà e dalle convenzioni sociali. I • bea ts • assumono un atteggiamento lunatico per diverti– mento. e lo giusti.flcano con la presunta adesione al misticismo Zen. Alla fi.oe di una lunga intervista alla radio d ! Ch icago fu chiesto a tre poeti •beats. se avevano altro da dire. Rispo– sero che sì. a\--evano un messaggio da lanciare al mondo. Invitati a lanciarlo. I tre risposero uno dopo faltro: • Scarpe fritte •· e ~iiau • e • Chieago è una wosa • {rosa. nella pronuncia infantile). Il bisogno. l'impulso di ribellarsi alla società e di far sberleffi è cosa molto sem– plice e molto comune. I • beats 1> hanno drammatizzato in vario modo questo co– mune senso d1 ribellione e lo hanno esa– sperato. A tutti questi giudi:ri negativi. a questa aperta condanna di due che hanno esami– nato a fondo il fenomeno, Paul O'Neil e John Ciardi. e agli altri giudizi contrari che sono stati espressi tn numerosi arti– coli. si è opposto accanitamente uno scrit– tore. Elias Wile.ntz.. nell'introduzione a un volume che raduna poesie di 45 poeti • beats • e che è pieno delle loro foto– grafie:. D volume s'intitola The beat $Cene ed è 1tato pubblicato sotto l"insegna di Corin.th Books da una libreria che è si– tuata nel Greenwich Village di New York. verso il ceotro delle attività della •beat• di New York. L"autore mi ha concesso di citare quello ~ voglJo dalla sua intro– duzione e di riprodurre alcune delle foto– grafie deJ volume. Una difesa del movimento Uno dei magflori errori dei denigratori dei « beats ». dice il Wilentz. è stato quello di mettere insieme sotto questa etichetta (che etli adopera a malincuore E.oltaoto perché è la più nota e !a più compresa) individui dJ diverse tendenze e di diverso valore. e cioè tanto coloro che condl\;– doo.o le idee di Allen Ginsberg, Jack Ke– rouac. Gregory Corso e Peter Orlovsky. quanto quelli che sono noti coi nomi di • underground•· cBlack Mountain•. cabo– munis1». o che non sono noti affatto ma scrh·ono alla maniera dei primi. Da questi sono anche stati apparigliati i numerosi gruppi amorfi che tendono a raggrupparsi attorno alle e piccole• riviste. Sono tutti bohemlens. ma sono stati tutti chiamati • beats •· Wilentz passa quindi a descrivere i bobemiens del Gree.nwicli Village affer– mando che essi sono esistiti da molto tem– po. fin dal tempo di Hennan Melville _il quale li descrisse cento anni or sono in Pien-e. Quelli di oggi. durante la massima pro– sperità americana. hanno di nuovo sco– perto che la ricchezza non ha importanza. Ora. egli dice. se accettate !"idea della scarsa importanz.a ~ ha il denaro. tranne che per le cose più essenziali. voi distrug– gete le fondamenta del prevalente con– cetto americano della e good lite ». Tra– scurate la ricche.zza. la posizione sociale e la sieurezza economica e avrete respinto ragitaz.ione. la follia della nostra età. In questo senso si può ben dire che i bohe– m.iens di oggi sono in rivolta e che il loro movimento ha chiare implicazioni politi– che. La forma di questa politica dipende dall'enfasi che si dà al concetto del ruolo dell'individuo nella società. Vi sono coloro per i quali il dovere consiste solamente nella propria soddisfazione sensuale. e (orse questo concetto è stato espresso me– glio da William Burroughs. D'altra ?.ar~e vi sono calore i quali credono che l md1- viduo abbia il do\·ere di vivere con gli altri. e In questa categoria si potrebbe met· tere Lawrence Ferlinghetti. E' stato detto. continua Wilentz. che i • beats » sono spiritualmente dei n~ fascisti perché in alcun.i dei loro scritu si trovano elemeoti antiumanistici. un~ glorificazione delle sensibilità ~-~vidu~1. una denuncia delle responsabilita socia– li. etc. Ma non è ma.i possibile e~t~ aecuse del genere. Vi sono sempre 10d1· vidui che esprimono la loro simpatia per questo o quel movimento. Cosl. _Ez~ Pound difendeva il !asclsmo alla rad10 d1 Roma. e il suo discepolo J ohn K.asper tu uno dei capi del movimento co1:1tro .i .negri ne~ Sud; Celine si schierò coi nansh e con gli * Cor,-is110nde11za da 1\·etv 1·01•/., cli GIUSEPPE ZAPPlJLLA anti-semiti; Hamsun accolse le annate di Hitler. :\la non bisogna djmenticare la presenza di altri: Sartre e Camus nella resistenza francese. fardente pacifismo di Kenneth Patchen. For Whom. the Beli Tolla di Hem.ingway, Garcia Lorca assas· sinato in Spagna, infine Auden e Spen· der - tutti portavoce dello spirito uma– nistico e democratico. Wilentz afferma quindi che ciascuno dei poeti chiamati • beats • va giudicato iso– latamente e non messo insieme agli altri. essendo ciascuno diverso dagli altri. E non si possono con1annare coloro i quali ve– dono con sospetto e senza fiducia tutto ciò sto e a Camus. E' più logico concludere che questa mancanza di chiarezz.a e di precisione riflette lo stil~ enfatico e pa· radossale dei poeti della beat ge-neration.. :\fa WUentz ricorda che il poema di Gin– sberg. Howl, lanciò ,..eramente la • beat generation • nel campo letterario. E" ben vero, egli dice. che la maggior parte degli accademici. dei professori universitari. dei critici e del poeti già affermati dichiara– no ape_rtamente la loro ostilità. Ma qual– cosa di simile accadde un secolo addietro quando Walt Whitman diede alla luce. le su.e • Foglie d'erba•· Ginsberg è stato di– feso e lodato da William Carlos Wìlliams. si continua a vendere e trova sempre nuo– vi ammiratori. Sensazionale è stata pure la vendita del libro di Ferlingbetti. A Coney IsJand of the Mind. e quando Ginsberg si presenta nelle aule uni-...-ersitarie a leggere i suoi versi. accorrono mi6liala di persone. Xei caffè e in altri locali in tutti gli Sta~ Uniti. giovani scrittori radunano un ud1- torio sempre più vasto. A giudicare dalle sole statistiche. conclude Wilentz. è chia– ro che • questa nuova letteratura è por– tavoce di una parte importante della no– stra generaziooe •· . Ci sarebbe però da osservare che nè il successo di vendita. nè la curiosita di co– loro che accorrono a queste letture e nem– meno il confronto con la sorte toccata in principio a Wh1tman rappresentano pro\-~ definitive del valore della letteratura deJ e beats •· Conclusioni Ce...-to la e beat generation •· sia nelle sue manifestazioni spesso stravaganti e antipatiche. sia nella sua proàuzione let– teraria. è continuamente discussa. e le opere dei maggiori esponenti di essa. vec– chie e nuove (ne escono d1 nuo\·e conti– nuamente) sJ vendono. si leggono. trovano coloro che le esal1a:lO. L'ultimo mio con· tatto con questa letteratura consiste nel· l'aver preso visione di una recente anto– logia di poetJ della • beat geoeration • e di poeti di quelli che in Inghilttrra sono stati chiamali • Angry Young Men•· * cli GIORGIO C,\PR0,1 Vecchia pagina (1939) .E celeste del ma:-e si alzava. col sa· lino, alla collina di ulivi degli appunta– menti; e come sotto. digradando il pog– gio alla rena. !::-a orti e abitaz:ioo..i rosse s·in<::uneava un•a:a di casamatta, un poco ci con...'QOla,:anole attese, le cornette dei militari. Attese lunghe. bruciate dal fuoco degli ea:.tJsiasmi timidi. finehé il colore umido della sera saliva. dal can– neto giù nella ghiara. a velarci lo sguardo. .""1.lora ci rlCOf'davamo Ja 17."ecisa ra– gione di quel nostro sostare: ce ne rlco.– da\·.amo, l'amico mio ed io, proprio al momento che ne constatavamo l'inutilità: nemmeno ,;tase=a si son fatte vive le fidanzate. E la dornenJca finiva cosi. in una ma– linconia che ci lima\·a il cucr.e ancora ado?escente. mentre Je prime luci acquo– se della città s'aoceodevano rade e la ritirata fioca S\lonava dalla case.-ma di Sturla. Ma capitava pu::-e qualche felioe dome· n.ica in CUi sul pun:o de!!'imbnm.ire. quando già l"a.sfalto de!la scada si scio· gl;eva nell'aria appassita, e H suono pe– petuo d'una campana pacava il respiro della marina, intravedessimo al gomito della \':a. fra le t:'ine dei rami. accende-si la vampa ilare di due ca!ori: quelle vesti chiassose, una rossa l'altra tu.-ch:Oa, e Il cerchio subito la festa del \'iso che appena faee– '--am<> in tempo a bae;.are: un \"iso caldo, come se sotto rovas...ce una brace. al!egro anche se qualche non rra ,--o~ta una lacrima lo rigava. In queg.!i anni lontani tmpeenavamo molto sentimento nei nos:r-1 convegni; e poiché spesso. subito dietro le ddanzate. fiorh·a ia luna p:ù chiara. e le r~te dalle oste:,e davano respi::'o all'aria grande e ape:1.a della se."'3, o megUo eme.-geva su quelle una chita..-:a a soste– gno di una voce accesa dal vino, d e:-a facile dimenticarci in un wnOl!'e roman– tkx>. ~ con L'lgenue astuzie tentavamo di p:-olunga:e. :\la chi contava più il tempo. :n quei momenti cosi delicati di fiera del ~e e di malinconia? Cosi poco bas"..ava lo spazio lungo del!e o:e. che nel lasciare quelle prtme dolci con-ipagn.e credevamo semp:-e d! a\·e:- appena potuto ~– di esse e dell'CY.a e del ~uogo. il minimo che potevan concedere. E chi avrebbe al.!ora ma.i detto che, perita !"adolescenz.a. anche quelle due dolci tigu:"e sarebbero scompa..-se pe:– sem pre? .. \lt.re donne ha assunto, in seguito. il nos. :..-o am O!'e v.:"i!e: ad altre fig\re s'è \:'Olto. l.ta . quel tremore di pe:petuo ad– dio. quel doke. p:-esentimento estatico in cw quelle sa;,e,.•ano recarci. m3i nes– suna donna in se.gu.ito. pu!' nena pienezza delle passioni. ha sapu:o !arei dime;,:i– ea.-e. E che r?S;Xmde-.e all'alt:-o che, c:-eden· dosi infi.mtamen1e più intellJgeo:e e più moderno {più collo: più "c<>nscio del– l'attuale problema della poesia•>· co– mincia {e ahimè flrùsce. anàle se ci sono tante altre pagine) cosi? PhiUp Lamanlla {in alto) ad una riunione " beat ,. di ~w York E' un volume che dà una visione al· quanto più chiara di ciò che il movimento ha tentato di tare nel campo de.Ila lette– ratura. per quanto m1 sembri sempre pre· maturo giudicare questi risultati. che del resto sarebbe presuntuoso giudicare senza aver digerito tutta la produzione della • beat generation • - cosa che possono fare soltanto coloro che si specializzano in questo tipo di valutai.ioni di un"intera epoca. La poesia è un ce..-chlo. C'è dti, bea o kli. è aJ cent.-o. e c'è chi. più o meno. dal centro s'allontana. come c'è chi è appena sulla circonferenza che dt:ude il ee.rcluo. Ml sono in.tavolato un volto (i Punti Cardinali aon 4, che (a lo Stato: essi respingono i due campi armati: il comunista e il capitali– sta. simbolizzati dalla bomba atomica. e sono antipolltici se la politica deve signi– ficare l'accettazione di uomini •pratici• che si aggrappano a false moralità e con– donano !a menz.ogna. la trode. la sfiducia. la violenz.a. Dopo a\"er citato un brano di Thoreau sul mondo futuro che bisognerebbe crea– re. e dopo aver parlato della continua lotta nel campo dell"ane tra forma e con· tenuto. egli difende l'adesione di molti poeti • beats • al buddismo Zen perché in questo essi cercano di • penetrare oltre gli aspetti logici della mente nel nocciuolo dello spirito affinché questo !accia frut– tare la vera realtà umana•· I "beats,, si dichiarano In cerca di una tradizione umanista raz.ionale e sociale. molli si sono rivolti sovente al cristianesimo primJtivo. al vero significato di Cristo•· Senza respingere del tutto una vita che manca di obbiettivi. essi vedrebbero nel Sermone della Montagna le e beatitudini• - una d1chiarazione pu– ra e sempliee di una regola di vita. Que– sto. aV\·erte Wilentz. era chiamato una ,-olta comunismo primitivo ma oggi è più strettamente rav,..;cinato all"anarchla filo– sofica. In tutte queste infi.uenze non bi– sogna dimenticare l'Esistenzialismo ateisti· co sviluppato da Jean Paul Sartre, spe– cialmente nella forma che gli fu data dagli scritti di Albe.rt Camus. Questa visione della vita che è un misto di Zeo, di Cristo e di Camus, dice WUentz, è chiaramente riOessa nella recente di– chiarazione di Ginsberg. Orlovsky e Corso intesa a definire la e beat 6',?oeration D. Ed ecco la parte di questa dichiarazione che egli trascrive: e ••• di sera vediamo drca seimila stelle; ma \; sono miliardi e mi– liardi di stelle che non vediamo. Seimila si possono contare. Il sole è una stella. )fa Ja terra non è una stella. Sapete voi quante terre possono entrare nello spazio che occupa una stella. una magari come il nostro sole? Forse più di mille. Ebbe– ne. che sentimenti ,.i ispira questo? Vi fa credere insignificanti? Senza valore? Ter– ribili? Invidiosi? Indignati? E' per questo che esiste un beat ge-neration~ non perché ]a distruzione aleggia sopra la terra. una distruzione procurata dall'uomo: la distru– z.ione era li ancora prima che nascessimo. e non c'è via di scampo. E perciò perché preoccuparsi di questo? La distruzione è una distraz.ionej vi sono altre cose da con– siderare. cose meravigliose. La beat gene– Tation si sente insultata quando viene al– lacciata alla distruzione che incombe sulla terra. a pensieri di distruzione. alla paura della distru.zione. all'Ira che questa suscita in noi. La beat generation esiste perché la verità poggia sui contradditori suoni del– l'anima. .• Tutto è illimitato. infinito: l'in– finita è un cane accucciato sulle proprie z.ampe. La beat geneTation è un punto cul– minante. e perciò è cosl insignif.ìcante co– me qualsiasi altra cosa che l'uomo può esprimere, perché che cosa ba essa a che fare coi dromedari del sistema solare?_ Nulla s.igni!iea nulla. Le vacche, il brodo del termosifone. la morte della mamma. i documenti di guerra. il Canto della Ver– gine dì Alcmane, i calzoncini corti portati dai greci. lo Smith College; soltanto le me– raviglie de! tramonto hanno un significa– to._ E tuttavia le cose senza s.:elle toglie– rebbero alla beat geneTation le sue illu– sioni Perchè? Perchè coloro che sono sen– za stelle non credono nelle astrazioni degli indo,..;.ni. Essi e.redono veramente che l'uo– mo esiste. tristemente. assurdamente! Lo uomo non esiste. l"uomo è semplicemente un"invenzione di Dio: un'insensata izl\•en– zione m questo gran mo\·imento di insen– sibilità.- Perciò non ascoltate ciò che la terra vi dice. la terra è gelosa del cielo. E' gelosa perchè sa di non essere nemme– no una stella. La verità è spessa nella nebbiosa distanza. Sastanz.a ribelle! La ve– rità è profonda. la ,·erità è ri\"Oltante. la verità è relativamente sicura; ogni cosa. tranne la beat geneTation. si trova nel mezzo della prova del fuoco voluta dalla menzogna ... •· Non credo che questa sia una chiara vi– sione della vita e oon so se sia possibile staccare da questa prosa i vari elemenii che dovrebbero appartenere a Zen, a Cri· cosi come cento anni or sono Ralph Waldo En'lerson si fece campione della causa di Whitman scrivendogli entusiasticamente: ., Vi saluto all'inizio di una grande car– riera •· Emerson lanciò una crociata personale a Cavare di Whit:man im•iando co~ie del volume de! poeta ai suoi amici ed esor– tandoli a diUondere e questo meraviglioso volume•· Ma quale fu la reazione di co– storo? Fu trovato profano, volgare. licen– z:oso. osceno da Char!es Eliot Norton. da Robe.rt Lowel. da J. P. Lesley, e il Boston JnteUigenuT scrisse ehe l'autore meritava la frusta. che era sceso al disotto del li– veJlo dei bruti. che doveva essere un paz– zo scappato da un manicomio. Oggi. dice Wilentz., queste cose sono echeggiate nei giudizi di Philip Rahy. Lio– ne! Trilling. William Troy. Marius Bew}y ed altri sull'opera di Ginsberg; ma Watt Whitman riusci a vendere o regalare circa mille copie di • Le.ove.a of Grass • nei pri– mi pochi anni: di Howl si sono vendute 50.000 copie in un uguale periodo di tem– po. E' vero che. osserva Wilenu. la ven– dita iniziale (u aiutata dal processo. ma il chiasso che si fece allora fu presto sop– piantato dal chiasso che si fece intorno a LGdv ChatterlV• Lover, e tuttavia Howl ).la l"introduzione premessa al volume dai compilatori. Gene Feldman e Max Gartenberg fornisce interessanti ragguagli sugli autori e una seria interpretazione del fondo filosofico àel movimento. Ridu· cendo il credo della • beat generation • al suoi elementi essenziali. i compilatori di– chiarano che si pUÒ riassumere così: • Lo unico modo di venire a patti con la vita in questo nostro pianeta che si avvia ver– so la distruzione è quello di aUrontare la realtà cosl come essa è. come la incon– triamo tn tutti i suol momenti di agonia e di gioia. Tutto il resto è frode e in– ganno•· l!olti dubitano che il movimento della « beat generation •· un movimento di ri– volta di coloro che banno perduto ogni fede e che non hanno valori positivi e co– struttori da opporre a tutto ciò che essi respingono, :possa dare una letteratura de– gna della migliore tradizione. Ma siccome del gruppo fanno parte scrittori di varie tendenze e di diverso valore. potrebbe an– che darsi che alcuni giovani d'ingegno. i qual I non hanno modo dì emerge:se di,.~er– samente. tro\·lno in questo mo\"imento una spinta e un incoraggiamento eapaci di far nasce.re opere di valore. _·on rimane che attender e. (Fine) Ma c'è anche chi' è tuo :-i d i tale cer– cluo. e che pur scrive dei ve.si . in buona fede :-i-tenuti poesia ed è cli fr onte a eo– storo che cascano !e b:a«.ia {b:-a\·a gente, nvn se ne dubita. m alt:-i camp:: e utilissima alla società). Con questi ultimi ooo c'è la min!ma possibi:ità dJ pote. d:aloga.--e. di \"enire a pat:I. a comp:-omessì. Sono fuori del cerchio. e pariaDO un"a.ltra lingua, troppo rudimenta!e e barbugliata perché gli a!– tri possano sperare di farsi compren– dere. o di comp:-enderla. Di b'oote a costoro, dottori o scalpel- 1.:nt non c'è alto riparo che la benevo– lenza. anche se costoro ci bersagliano con le loro cerbottane infantUL neDe quali soffiano i lo.-o conettì di carta, per nulla Jrecidiall. Lasciamoli fa:-e. lasciamoli dire. Anche le mosche. anche le zanzare hanno di– ritto, dal mo,...neofo che sooo nate. alla vita. :\la che d.i--e,. allo sprovveduto che. ancor oggi. ci spedisce un libretto di versi dle comincia ( e ahimè finisce. an– che se ci sono tante a:tre pagine) così? Alma lta!ia. per te prcnro a donar -'Ono il mio sangue. io che la vil canaglia rinunciatario. .. etc. anche ~ GTeentoich r..on è J)Tuente) doue la farfalla manca., vedo (txi), a,l fiere. dO'Ve il Salmone ignora i banchi del Nord e l<i Colomba non riportò il rameito ... etc. Che :-ispondere? c:er.amente ent: -am.bi . che sooo pa:i e 1:-atelli tn 'l.Uusfon e e in reto:ic:a. al mat· tino Sl al?.a!lO. fanno la loro tot!ette, be– \"000 n caffellatte. dànno un bacio alla moglie e ai figlioli e se oe \·anno al la– ,.-oro. e certamente entrambi. a fine mese. portano una busta:-e.lla a casa (manna per la famiiliola) insieme co.n un pac– chettino di paste. Non basta forse ques:Q pe: scriver loro. che sono fuori deL'e chiese. delle pa..-roc– chie. delle cooventicole. dei clan, delle cl1entele (e infatti chi \UTebbe mai compera.-e le lo:-o patate?) una pa,.-ola buona? La stessa parola buona che l'uno. nemico ace:-nmo dell'altro. &i capisce. non sap:-ebbe ma:i scrivere? La poesia è un cerchio. C'è c..lu_ et.e. etc. Vi parrebbe onesto mette.-,,rj a discu– te:e. con uo tu:.ro che capisce (e intende) soltado il turco. senza tener cooto di tutte le sue alt::-e ot:ime qualità. oltre quella di poter comp:-endere il vostro linguaggio e le \-ostre ragioni? s e R JC 'Jr 'Jr o JR JC JCN JPR.Jl.N'l.0 * PJCANO Nino Palombo: I figli di Amitrano In quel momento, di cor– sa, errivarono i dtre figli, Paolo avanti e, subito <lie– tro, Marco. coi libri av· volti nella carta, sotto il broccio. Amltrano aprl la porta, li fece entrare e toc– cò le loro spalle per vede– re se erano molto bagneti. - S!amo venuti di cor– sa sotto i balconi, - dis– se Paolo, e raggiunse il fratello che era già vicin.:, al tavolo, posto in un an– golo un po' buio, al lato dell'ingresso. Lui li guardò per un momento ed ebbe pietà per se stesso e per loro. Ma subito sentì den– tro une ribellione. - Noi Sono figli mleL Ranno diritto di stare aJ mondo! Li guardò. Sl.a\SlllO llbe-– rando i libri dalla carta bagnata.. Quanta speranza gli ero cresciuta dentro quando era nato Marco, il ;>rimo dei masch.1. Gli ave– va dato il nome di suo pa– dre, per rispetto, e come aspettava l'ora di tornare a casa per prenderselo in braccio e farlo giocare. Nemmeno run la prima fi– glia fu così. Appena il bambino seppe stare sedu– to in equilibrio, fece met– tere un cestino avanti al manubrio. il cuscinetto glielo fece lui stesso, e la mattina, dalla primavera fino e tutto l'autunno, con lui andava a fare le pas– seggiata fino al Molo Nuo– vo. Pedala\·a piano piano e &li parlava ogni tento a voce alta, oome se fosse un bambino dte potesse già capirlo. E qUd.ndo non c'era nessuno per la strada che c<>&teggiava la spiaggia. si ebbessava lentamente fino alla testa e gliela baciava. Sì. allora non voleva fare progetti per 1ui, sapeva che erano inutili e assurdi; ep– pure certe volte. suo mal– grado. si tro\"'8.V& a doman– darsi che cosa avrebbe po– tuto fare di lui. Dargli una istnu.ione, farlo diventare qualcuno, migliorare la lo– ro condizione umana e so– ciale attraverso quel figlio? E quando il timore di non poter riuscire e ferlo stu– diare si convertiva in ceT– tezz.e, concludeva che gli avrebbe fetta fare di tut– to tranne il suo mestiere. :\ia poi nacquero Il terzo e la quarta e glJ altri anco– ~ e lui divenne sole.men– te capace di accare zzarli qualche volta. di tene.re quaJcuno in braccio, quen· do la moglie non riusciva ad accudire a tutti nello stesso momento. Con gli altri il cuore ave– va preso come une devia– zione, il sorrt..so subito si perdeva dalle labbra e gli occhi assumevano una espressione di ema.re.zz.a. - No, bisogna che ce ne scappiamo! Peggio che qui non potremo stare. E, se andrà bene, almeno per lo– ro, un giorno mi ringra– zieranno. Tento è la vita loro che adesso conta p:ù di tutto. Io, anche se sono ancore giovane, una parte l'ho già passata; ma loro ce l'hanno ancora tutte da· vantL Prima che sia troppo tardi, li devo sradicare di qui! In qualsiasi altro po– sto. ma qui basta. - E gli parve di odiare il suo peese, quella piazza, gli abitanti tutti. - Qui ho conosciuto so– lamente sofferenze e, se mei, qualche sopruso. E domani avverrà Io stesso a 10!'0. - S'avvicinò al figi!, fin– gendo di andare in fondo alla bottega e poi tornan· do indietro. Ai lati della scr:!.van!a, Marco e Paolo di fronte, se ne stavano con le testa sui libri. Quan- do i\f'arco. sentita le pre– senza del padre, alzò la te– ste e gl'incontrò gl! occhi, Amitrano ebbassò subito la sua; poi. fingendo. gi.'Ò intorno alla scrivania e tornò aj vetri. - Eppure m'illudevo che sarebbe un po' cambiata per me la vita, man mano che sarebbero venuti gran– di. Va bene, bo fetto ruale a fargli continuare gli stu– di. ma prometteva e pro– mette! D suo meestro me lo disse e adesso anche il professore è contento. Se– =ebbe sta:o un peccato. - Si girò di nuovo e lo guardò. Maro o, intue ndo che il padre pensa.ve e lui. tene– va gli occhi sulle pagina senza capire dò che leg– geva. Già un leggero senso di colpa lo senth·a !n sé, perché aveva prege.to li pa· dre di farlo continuare a studiare, pur comprenden· do la condizione della fa· miglia. Ma se eveva pian– to e p:-eg:ato. era pe.-ché g:i pteceva \·era.mente st:idio· re, e l'idea che avrebbe fi– nito la scuola e sarebbe dovuto andare a lavorare gli dava un dolore acuto. come dt qualche bene che stava per perdere irnme– diebilmente. E quel se.oso di colpa gli era venuto pro– prio dal giorno in cui il padre ave,·a finalmente de– ciso per il si Gli pareva che. quando lo guardava. o accennava in casa alla situazione della famiglia, un po' <li responsabilità la facesse ricadere su di lui. Allora avrebbe voluto es– sere via. lontano. e se non poteva muoversi. abbassa– va la testa e ascolta\·a. Amitrano non s•a~rse che adesso il ragazzo sbat– teva le palpebre e che fa– ceva uno sforzo enorme per noo alzare la testa a guardarlo. Dopo qualche momento si girò di nuovo e riandò fino in Condo alla bottega, a passi lenti. si– lenziosi, per noo distrarli. - Av:·ei potuto man– darlo a lavorare. - ri– prese. - Questo sarebbe stato il secondo anno e. fra qualche mese. dopo la licenz.a della quinta. man– de;el Paolo. Ma dove qui? A rare il garzone del bar– biere o di qualche botte– gaio?! Per farli sfrutta– re e seni.a nemmeno la paga a fine settimana. con la scusa che dev-ono im– parare?! Ma poi. non aves– sero \--Olontà, non gli pia– cesse. - Anche lui avrebbe ,-o– Iulo studiare dopo la quin- -----------------------------------------, ~~ ~~~!•. ie~~~e:~~ lln aspetto del rea11·smo ~~";dc';,~,:~~':.! 0 m~~ Il nome di Nino Palumbo si è recentemenu. le.iato al– la dire.z.iom di una rivi.sta vivau, spigliata, rivolta ai giovani in un modo tffe.ttivo e con intdligente. salta: e Pro~·e. ,._ Non si può non far cenno a questa nuQ'\.'a iniziativa, parlandc del più recente. lavoro dtl na.rTatore. barese. ( Palumbo, pu la ve– rità, è nato in erovinci.a di Bari, a Trani ,il JS aprile. del /921 ). Ciò che. \.'OrTemmo souolinure è che., in que– sto pe.riodfJ di crisi delle. ri– viste le.l:erarie. (crisi più o me.no latente., ma in alto). ., Prove . s, con i suoi pro– grammi, tende a chiarire ur– li rapporti fondamentali tra i giovani narratori e poeti d'oggi e a risolve.re. in un ordine fun zi,:mante. quello s~tlalo mosaico che è formaio dai unto gruppi, dalle. unto e Iinu poetiche. •, dalle. varie. conventicole. e}~ continuano a moUiplicarsi d~ ragazzo stesso. e gli * disse che :\farco promette– va e che era un peccato non fargli continuare gli di ALBERTO BEVILACQUA studi, senti una gioia gran· sen:a posa. Che una r ivi.sta sola, e. sopra.tulio agli ini.zi , dia la unsatio11e della quasi irre.aliz.::.abUitàde.I te.,uativo, è logico e. umano. Ma la va– lidità del programma cui e Prove.,. si i.spira sta proprio nello. speranza, ne.Ilo. fiduciJJ e ne.I coraggio con cui i re– dal ton (da Adda mo ad Ar– toni, da Barberi Squarolli a Cattafi, da Mon.te.llo. a Scia– scia) hanno pt.nsato di rom– pe.re un certo ghiaccio, con– tando anch.e. sullo. collabora– zione de.gli altri. l'importan– te. è che Palumbo sappia mante.ne.re ., oltre che. una chiartt.z.a d i ve.dule estetiche., anc>u quello. fe.rmev.D. che. non de,,•e mai mancare nella scelta dei resti da pubblic a– re, cosl da non cade.re in qudla infida e mafi a lelle ra– ria,. che oggi costiruls.u un male CTonico da noi. Ma- di Palum.bo noi abbiamo stima; conosciamo la su a seri.e .Id di scriltore (que.Ua sui.e.là cJ1e lo ha portato ad affrontare. sacrifici e. amare:.u, a n– nunciare. a tm1te..cose. per la sua vocazjone.) e. per qULSra ragione. gua.rdiamo a e Prove ,. con molle speranze,. Il lavo– ro di reda:;ione. cui abbiamo acunn .ato, non ha distolto pe.rò l'autore. de. • l'impiega– to d 'imposte.,. dall'altro la– \.'OTO: que.Jlo narraJivo. En– tro novembre., infatti, uscirà da Pare.mi e Pone verde. s: ~'':~,r::ri~ch~ rea1;:,r:.~ che. qui noi presentiamo. Continuano, intanto, ad ap– parire, in molti paesi e.uro– rope.i, k traduzioni de. e l'im– pie.gaJ.o d'1mposte. ,._ La più r~te di que..ste traduzioni è apparsa proprio in q ue..st i giorni a Londra~ nelle. e.di · ~nni il dtf~~lo • ga:1i " a:t te•; (avevano aperto la ~TU, in precedenza, la Russia, la Sve– zia, la Jugoslavia, ecc..). Con e Patu. verde.•• Palwnbo ri- propone il suo te.ma fond.a– mentale.: 9.ue.llo di un reali– smo intelligente. ~ ~rno, articolato sui problemi ap– parente.nt.Qtte. più semplici che. stanno allo. base de.Ila nostra vila (la famielia, il la- 1.-oro di ogni giorno, le. dif– ficoltà comuni a rutti, il dramma sotte"aneo di chi deve. risolve:re la propria esi– stmza ora pe.r ora). Sono, queste., c.aratteristiche. che. impri mano a fondo il loro pe.so sulla materia trauata, e. sug geriscono una conside.– ratione. /ondama1tale. Per– ché andare. alla ricerca di siluadoni anormali, di com– p~si psicosessuali, di perso– naggi abnonni, ([ULV'ldo tanto valida e vondante ~ la real– tà che. noi non prendiamo nemmeno in ccnsi.dera.done, molte volte., perc.M troppo abitual.e. e sconlal.L' de dentro e avrebbe ,·o– luto abbracciare il maestro e baciargli le mani. :\fa poi, dopo i primi momen– ti. s'era sentito avvilito e aveva detto che era una cosa impossibile. - Professore, - disse a} maestro. dopo aver ascol– tato a lesta bassa tutti i motivi che l'altro cerca,·a di spiegargli - ho solo due braccìa io; e \"Oi sape– te che Caccio un mestiere che non mi caneede nep– pure di adoperarle sem– pre. E dopo di lui ce ne :n~t~cinque. Che pos- :\fa il maestro era stato buono e aveva avuto an– cora m olta pazie nz.a. Disse che 1 1 ragaz.zo l'avrebbe preparat o lui. s eni.a alcun compenso e~. dopo, per (cocUnua a pa 1 . 4)

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