la Fiera Letteraria - XII - n. 44 - 3 novembre 1957

Domenìca 3 noYemlire 1957 CA FIERA CETTERARI~ ITINERARIO ATTORNO ALLE ORIGINI DELLO "STIL NOVO,, * Discorso sul Guinicelli * Non è detto che una lettura dei poeti dello "Stil ·l'vovo" non apra alla poesia contem- poranea una più diretta consapevolezza del rapporto tra l'ispirazione e la cultura . * di G I O V A. N N I F A. L L A. l'\ I Una lettura dei poeti dello Stil Novo apre a•lla poesia contemporanea una più. diretta consapevolezza del rapporto tra l'ispirazione e la cultura. Il tentath-o di natura romantica di Jsolare H Gu:inicellì dal suo ambiente per farne, ollr-'! che il caposcuola, l'in– novatore assoluto contro una tradizione e una scuola antecedente, non è servito a porre in luce i sentimenti e le aspira– zioni della sua lirica, la giusta ragione o -intenzione della sua teoria. In un processo di rHorma e in un clima di rinnovamento il passato è presente sia pure come limitazione; i temi e i mo– delli del Duecento letterario non erano trascorsi quando il Guinic<?lli poetava, ma avevano ancora tardi imitatori e difensori tenaci. Una intelligenza stori– ca dei poeti siciliani e toscani sino a Guittone, e un obiettivo studio della Scuola provenzale è perciò un'indispen– sabile premessa alla conoscenza del capo– stipite del e dolce stil novo>. D'altra parte nei centri migliori di poesia du– centesca l'erudii.ione (e trarre canzon per forza di scrittura>) formava una larga esperienza intellettuale, a cui ar– -rideva la speranza, per suggestione del– l'enciclopedismo, delle .su.mmae teologi– che, dello scientismo arabo di raggiun– gere una sintesi più alta (il desiderio di Brunetto Latini ne è una prova) dello stesso scibile. in virtù di una grandiosa visione poetica simile a quella che ap– pariva nei vasti affreschi dottrinali e nelle istorie religiose delle chiese con– ventuali. Quello che potremmo chiamare l'an– tefatto dello e stil novo> e del Guini– celli risiede in una più diretta rappre– sentazione di quanto l'amore profondo alla filosofia e l'influsso della teologia avevano operato nella mente degli scrit– tori, che erano giunti a dare a certa terminologia fondamentale (amore, vir– tù, mercede, studio. pietà, gentilezza, nobiltà) non un senso univoco, bensl un amplissimo senso aperto a moltepLici significazioni. Se della Scuola siciliana veniva incol– pato il formalismo e della poesia occi– tanica se ne parlava, nell'età di Dante, come cli un mondo convenzionale, e dei guittoniani come di una setta non inglo– riosa di retori raffinati, ciò è dovuto al convergere de11a poesia entro )e for– mule della coltura. in un sistema che rendeva ossequio alla verità della scien– za e al costume cavalleresco, ma non trovava il soffio geniale di un linguag– gio e di un'jdea che assommasse il senso pjeno di una vHa nuova cli quegli stessi contenuti, per trasferirli, in una coe– renz.a di criterio e cU giudizio. sul piano universale. A Bologna. benché H primo Guinicelli fosse di necessità nell'orbita della rifor– ma di Guittone (se ne professò disce– polo in un sonetto), la cultura della stessa città e il valore dello Studio. che risiedeva nell'unità di dottrfoa, le !or– me della vita sociale. l'incontro del di– ritto e dell'arte favorivano negli artisti un ripensamento ed una autonomia. a cui non erano estranei i modi della spi– ritualità francescana e della lirica popo. lare umbra e il vaglio della filosofia scolastica. Senza voler distinguere il Guin.icelli dal movimento poetico, a cui h3 dato origine. è pur necessario ram– mentare ciò che, a un dato momento, accade nella storia della vita per gli scambi e i contributi che intercorrono tra i maestri e i discepoli. U paraJlelo con l'arte del tempo spie– ga ancora di più ciò che la poesia an– nuncia nelle forme migliori. Uno sche– matismo bizantino fermava l'ispirazione dn atteggiamenti consueti e preordinati in quel gruppo di artisti che vivevano dei canoni intellettualistici: da quegli stessi canoni invece prorompe la novità e il legame più consapevole c:on la. vita reale in Cimabue. in Duccio. in Giotto: una pittura intelJettuale e non intellet– tualistica, un'arte di narratori chiari e popohri. alleati del sogno e della poe– sia, intenti ad una lettura del creato che rispettava la logka ed esaltava il sentimento. Guinicelli aveva di fronte una realtà religiosa. definita dalla sapienza della investigai.ione aristotelico-tomistica. una celebrazione dell'ascetismo in uomini che avevano accolto la legge della rinuncia per il ritrovamento cii un bene supe– riore, un ideale di forza. vivo nello spi– rito della cavalleria, una trasformazione e un'attesa di restauraz.ione della Chiesa e dell'Impero, una manifestazione di poeti dominati dalla dottrina dell'amore che dalla Provenza, per mezzo del guel– fo Monte Andrea e di Chiaro Davanzati, si era diffusa in Italia. Nella lettura rlelle Rime di Guini– celli comprendenti canzoni, sonetti, bal– late, non ci sembra, anche per l'incer– tezza della cronologia dei singoli com– ponimenti, di poter distinguere due perjodi nell'opera sua, quello della can– zone Co1t gran desio pensando lunga– mente, più imitativa e di maniera, da quello della canzone Al cor gentil re– para sempre Amore, ormai sotto l'effi– cacia di una ispirazione individuale e vigorosa da ascriversi al moto scientifico– dottrinale dello e stil novo>. I motivi di dflessione che troviamo in alcune liriche sono il fondamento di tutta la poetica di Guinice.lli che talora si manifesta come pura dottrina, e so– vente si risolve in immagini di poesia. La sua potenza visiva nella descri– zione è stngolare: si rammentino il ri– tratto della sua Lucia incappucciata, il folgora~nento improvviso d'amore, la vi– sione della sua donna (Vedut'ho la lucente stella Diana - ch'appare anzi che 'l giorno rend'albore - ch'ha prèso forma di figura umana) il suo sentimen– to interno (disnaturato son come la fa– glia - quand'I? caduta de la sua ver– dura), l'emozione di un canto, la con– templazione della bellezza in cui si risolve l'amore, e certe epigrafiche af(er– mazioni: ch'eo porto morte scritta nella faccia. In queste immagini. come nelle rifles– sioni, proposte dal Guinice.lli. siamo nel campo etico più che su quello conosci– tivo in una fraseologia che richiama i neo-platonici. i vittorini e S. Bernardo. Dall'etica aristotelica rispondente alla teorica dei poeti provenzali. a quella di S. Tommaso più vjcino all'ispirazione dei poeti del ~ dolce stll novo> può es– sere dedotta per rigore logico, una dot– trina dell'amore; tuttavia e i dicitori scienziati> come li chiamò il Lana, non erano rimasti fn un ciclo di sottigliezze scolastiche bensl si dimostravano fedeli al sentimento dell'amore sino a raggiun– gere con il !loro dettato un linguaggio poetico (di sè e degli amici che segui– vano i nuovi canoni Dante scrisse cl't9 e dulcius et subtilius poetati sunt >), un vocabolario, una dolcezza ed una raffi– natezza estrema, modernamente diremmo e uno stile>. Se si affiancano le ballate, le cantile– ne. i contrasti, le serventesi contenute nelle Rime dei memoriali bolognesi. si vedrà l'originalità del Gu.iniceUi. Oggi in una più vasta accoglienza critica il giu– dizio del De Sanctis (e La poesia di Gui– niceUi ha il difetto della sua qualHà: la profondità diviene sottigliezza e l'imma– ginazione diviene retorica, quando vuo– le esprimere sentimenti che non prova>) appare meno conforme al vero. Racco– gliendo inoltre dai Carmina Burana dei goliardi j canti d'amore e accettando la loro spontaneità e spavalderia, si veda per contrasto la disciplina e la forza della concez.ione di Guinicelli nella can– zone. che è il programma e il testo dello e stil novo>. Al cor gen.tU repara sempre A more. Il vigore nuovo, la resurrezione di quei concett,i avviene nell"atmosfera di una stagione nuova (il Sapegno parla di primavera), che Guinicelli stabilisce per primo riscattando que.i valori della crisi, in cui a fatica si muovevano an– cora. Il suo ragionamento partiva da una osservai.ione ovvia: una gerarchia di ,·alari .in una società non può essere stabilita dalla nascita. chè sarebbe una concezione materialistica dell'esistenza. bensì dalla possibilità che ha ciascuno di raggiungere una aristocrazi.a del cuo– re. In altre parole la nobiltà è un'ari– stocrazia dell'anima. Senza voler dare a questi concetti la estensione di una rivolta del popolo con- tro la società feudale è certo che il cri– terio dei valori è cambiato: conta il primato dello spirituale. Tuttavia l'itinerario nuovo parte dal tracciato antico. dall'amore per la don– na, e mentre dell'amore veniva accolta la distinz.ione tra quello sacro e quello profano, col Guinicelli la distinzione me– desima si attenua. in quanto nell'amore per ùa creatura si rivela una sostanza angelica, che diviene quasi una scusa naturale dell'errore. Il poeta sente che il pr.incipio d',amore è più intimo, iden– tifica nobiltà (gentilezza) e vfrtù, amore e nobiltà, amore e cor gentile. identifi– cazioni tradotte in immagini di squisita fattura e liricamente nuove. Nelle sei stanze della celebre canzone il poeta bilancia un rapporto efficace, quello tra la selva e l'uccello, tra amore e cuore, tra sole e splendore. tra fuoco e calore, tra Ja pietra preziosa e la virtù di miracolo. tra la stella e Ja donna. tra il doppi'!re e il fuoco. Della natura e degli effetti dell'amore nella stessa canzone il Guinicelli parla spiegando come iin bellezza si tramuti l'idea della donna, e come da ciò nasca jl bisogno di una purificazione spirituale. Dio, per mezzo dell'Intelligenza ange– lica, comunica ai cieli il suo valore, al– trettanto la donna con i suoi occhi :in– fonde una perfezione nell'uomo e lo di– spone ad obbedire. Ma l'accento di su– blìmazione non libera l'artista dall'espe– rienza terrena. Egli è consapevole che l'amore sensuale insidia l'elevazione mo. rale e il passaggio all'idea di Dio. La lirica si chiude perciò, con bonomia umana, con una limplorazione per aver ceduto all'incanto. Il Roncaglia riconosCi! di qui la e ca– ratteristica peculiare della poesia deJ Guinicelli nel senso cristiano del pec– cato da cui nascono forti accenti dram– matici>. Le lodi della sua donna formano nelle Ri.me de.I Guinicelli un'invenzione fan– tastica: il poeta smarrito per la sua in– controllata situazione psicologica ha la sensai..ione di trovarsi in un viaggio di mare. Della vista di Madonna, della mera– viglia che desta in lui, del distacco su– bitaneo della brama dei sensi il Guini– celli discorre nelle canzoni e nei sonetti.; non si dimentichi tuttavia in contrappo– sizione, qualcuno dei sonetti satirici dì un realismo plebeo: Diaval te leve, vec– chia rabiosa. AI Guinicelli quindi spetta l'aver dato :futorf!:11:pi~g~~~t.i n~~~i s~~~:~initr:;;~~ musicali della lingua. perfezionato o spostato verso un punto più alto la teo– rica dell'amore. ricchissima di conse– guenze. l'aver rinvenuto nel r.igore sti– listico un modo, un gusto: l'atmosfera della poesia. Diciamo meglio: un entu– siasmo di iniziato per la scoperta giova– nile dell',amore. Ciò che prima era sa– pienza tecnica. esperienza formale, non lo ripudia. ma lo orienta verso un do– mani; se non si vorrà parlare di scuola come ritiene di recente il Pézard for– zando una tesi, il ripensamento origi– nale dell'amore dà luogo a un convegno che acclimata tra loro i giovani poeti. L'attribuzione di scuola dato al movi– mento o se si vuole di enticizia tra un gruppo di poeti. confessato da Dante, che ne !ntese i sensi dell'interiore rina– scita. non può essere facilmente dimen– ticato. ll Carducci riconobbe nel Gu.inicelli iJ merito di aver iniziata e la prima scuola poetica della libera Italia di mezzo e preparamento alla poesia toscana. il rin– novamento prodotto dal bolognese fu di sostanza e di !orma: per quanto ancora inceppata di dottrinarismo, la li.irica ita– liana con lui si liberava dall'imitazione. procedeva da jspirazione propria, creava dai dialetti la lingua nazionale. dava alla canzone mista di settenari e d'endecasil– labi la sua !orma definitiva>. Nella Vita Nova Dante aveva chia– mato Guido e saggio>, nel Convivio e: no– bile> nel De vulgari Eloquentia e max.i– mus Guido>. Certa tendenza sensuale nel Guinicelli è riconosciuta dal poeta che szli fa spirare la colpa nell'ultima cor– nice de] Purgatorio, tra i !lussuriosi. I passi della Commedia (Purg. VI, 9~- 99; XXVI, 97-99; 112-114) sono una tesu– monianza della stima dell'Alighieri per i1 Guinicelli, un ricordo della prima gio– ·vine-zza letteraria, la memoria e la gra– titudine verso un uomo sensibHe al pen– siero e alla poesia. Nel colloquio dantesco con il lucchese Bonaggiunta Orbicciani, vi èla definizione del e dolce stil novo ed insieme un certo risentimento ed il tono polemico delle battaglie artistiche del tempo, ma con Guinicelli ,il poeta è disteso in un ab– bandono di riconoscenza e di amicizia benchè, per lea.ltà verso la storia, egli debba riconoscere che il nido del primo Guido - è cosi caduta la gloria della lingua - ha ora un nome di pìù vasta risonanza e di autentica poesia: Guido Cavalcanti, prevede anzi non lontano l'oscuramento della fama de.i due poeti per il sopraggiungere - pensiamo natu– ralmente - di una più matura coscien– za dell'arte, quale si manifesterà nella Commedia. La critica letteraria dell'Ottocento e dei primi decenni del ovecento nello studio della scuola del e Do.Ice stil no– vo > e dei suoi poeti ha seguito vie di– verse. Da principio la preoccupazione maggiore fu di trovare il rapporto fra i provenz.ali, i siciliani e gli stilnovisti, considerando se la lirica che si ispirava ai inuov:i concetti era frutto e conse– guenza di fapirazioni venute dal di fuo– ri. La critica filosofica, quella del Qui– net, considerò lo e Stil novo > alla stre– gua di un movimento popoJ.are dettato da esigenze sociali; altri studiosi, tra i quali il Carducci e il BartoH, misero in rilievo le caratteristiche della scuola stilnovista nell'ambiente bolognese e fiorentino. Al De Sanctis Ja contemplazione filo– sofica del Guiniei!lli parve convenziona– le, mentre nelle teorie preraffaellite di Gabriele RossetU e del Valle gli stilno– visti apparivano quale una setta orto– dossa ed eretica a un tempo dei e fedeli d'amore>, chiusa nel mistero di una teoria dell'amore in senso platonico. con simboli scelti, per un piacere enigma. tico. dal rito e dal linguaggfo segreto. Il Vossler studiò il movimento in rap– porto alla CavallerJa e alla filosofia sco– lastica, attribuendo al Guinicelli il ten– tativo di un a~rQo tra la scolastica e la tradii.ione della poesia provenzale. 11 pensiero del. Vos.,ler, seguito anche dal– l'Azzolina, fu combattuto dal Parodi e dal Rossi. Di particolare rilievo e signi 4 flcato l'opera fondamentale del F.igu– relli, che ravvisa nel campo etico l'idea base degli stilnovisti. Antitetiche le posizioni del De Lollis, per il quale lo e stil novo> dipende dai provenzali. e quelle del Borgognoni e del Cian che ne affermano l'indipenden. za e la reuione, e del Bertoni, che ne sostenne, Jn un primo tempo, l'origine bolognese. Il Montanari vide nella poe~ sia del Guinicelli un esperimento di cultura. ll Croce ravvisò nel contenuto filosofico e religioso dello e stil novo> non un problema di storia letteraria ma di storia della cultura. Una ricerca nuova basala sulla psico– logia. più libera nelJ'indagine e nel contributi fa capo al Rossi e principal– mente ai filologi delle letterature ro– manze in particolar modo al Bertoni, allo Schiatllni, a Casella. e. per la sloda letteraria a Calcaterra, Flora, Russo, Chiari. Apollonia. Bosco, Cadié, Sa– pegno. Se per i testi 1 lavori del Di Bene– detto e del Figurelli, Q parte qualche variante proposta da nuovi studiosi, so– no ancora i migliori, le pagine del Nardi sulla teoria dell'.amore nella scienza me– dievale e negli stilnovisti, sono di una assoluta compiutezza critica. Non è detto che una ;ettura dei poeti dello e Stil novo > non apra alla poesia contemporanea una più diretta consa– pevolezza del rapporto tra l'ispirazione e la cultura: i più dotati poeti risenti– ranno in loro, benchè in una situazione dissimile, il desiderio di una ricerca attiva di contatti spontanei con gli av– venimenti e Qe forme della vita. GIOVANNI FALLANI Poesie di Biagia Harniti TERRA DI PUGLIA Terra cli PugLia che nel mio sangue bruci la cenere la disperaz.iooe degli avi, . il cuore ti chiama amore sconosciuto. A est a ovest nell'isola sul fiume paesi e città io amo, ma sono del sud. Forse un giorno tornerò alla mia collina tra ulivi a mandorli cinerini nel sole dJestate, ai braccianti agli artigiani fra l'odore del basilico e garofani rossi. Per il mondo la vita ora mi conduce. PER EDDA Fiore di serra da me cullato un tempo sull'alto stelo sboccia il tuo sorriso. La tua gonna che in Jrrimavera ondeggi• disegna un cerchio luminoso e vago. leggera colonna vorrei, . !aro che ti innalzi sul mare della vita. LA SPINA. A PISA. Urna a fior d'acqua a te nti rassomiglio nell'incerto navigare. l\Ia ingenua colomba è il cuore per essere amato. Non vale la costanza, la solitudine Biarla iUarnitl che chiude ne.I suo muro e abbatto ogni volta! Sulla scala della vita ogni gradino è lotta contro il macigno immenso del mondo. Tu insegni umane parole, ma io costruisco da sola. senza voce nè volto d'amore. IL SORTILEGIO Fuoco dell'aria brucia la luna sui Lungarni splendono i fanali la notte d'estate è calmo saluto. Sul davanzale, la mano com 1 edera tesa alla mia bifera chiedo il sortilegio. Posa re i pensieri tulla terra la fatica chiudere in uno scrigno donare sorriso senza tempo fiorire per la vita. A. ffllA. fflADBE Madre la tua mano più non indugia sulla fronte che d!ci pura, nOn sono più la b1mba che per le domande uguali ti stordiva e favole narrava. La vita che di balza in balza ascolto come l'eco sul monte da te m'allontana. Madre, m'illuminavi, per nulla delle ore m'insegnasti; la fatica scava il mio viso, ambra rossa luna assorta, sono cresciuta e se amore d'uomo o di donna non ha molte stagioni, tu sai che il mio supera il tempo. BIAGlA l'tlABNITI Dal volume « Più forte è la vita » di i,rossima pub– blicazione nella Collana Lo Specchi.o dell'editore Mon– dadori, con prefazione di Giuseppe Ungaretti. Pag. 3 Roberto l\lelll: • Ritratto• NON A CASO E' COINCISO COL DOPOGUERRA * lL FENOMENO delle "Universali,, * Esso è ben radicato nel tempo presente e va studiato con serietà, al fine di non giudicarlo diretto soltanto verso il momentaneo apprezzamento di una curiosità * di .11J.NKICO FA.LQUI Una nuova e collana universale>, a opportunissima tura della Casa Cappel– li, si è' venuta ad aggiungere alle è.ltre di cui già disponiamo grazie alla gareg– giante intraprendenza delle diverse ca– se editrici: Mondadori, Garzanti, Einau– di, Feltrinelli, Sansoni, Ra.i, ecc. E non c'è da meravigliarsene né dolersene; bensl rallegriamocene, poiché indica e conferma il fiducioso estendersi di esi– genze quanto mai favorevoli alla diffu– sione della cultura. ll che torna sempre a vantaggio della libertà di spirito, per– chè, anche se alle Univeraali di un tipo si contrappongono quelle di un al– tro. rimane ugualmente vero e provato ch'esse si integrano e si completano a viCi!nda; e dal loro insieme 1 vari inte– ressi raggiungono una pienezza di esau– dimento che non può non tornare a van– taggio di tutti. Chi più sa, più vale. Per. ciò il fenomeno delle Univer.sa.H è ben radicato nel tempo presente e va studiato con serietà. al fine di non giu– dicarlo diretto soltanto verso il momen– taneo apprezzamento di una curiosità, che il più delle volte si risolve in un semplice passatempo. Elegante nel formato, modesta nel prezzo, chiara nei caratteri, variala nel contenuto, coi suoi primi sette volu– metti la Universale Cappelli mostra di perseguire un intento educativo, istrut– tivo, formativo, che merita di essere segnalato e incoraggiato. il segreto del• le Universa.H, facile e dl!fl:cile nello stesso tempo, è appunto quello di sod– disfare con serietà e buon gusto alle esigenze più vive in manlera non cat– tedratica ma neppure superficiale. Cer– care il nuovo, senza ignorare o dimen– ticare il vecchio; equilibrare il bello col brutto, il lieto col triste; non antepor– re le scienze alle lettere, ma neppure disgiungel"le troppo; accostare l'antico al moderno; non confondere il capolavoro col tentativo, con l'esperimento; non trascurare la realtà per correr dietro all'utopia; e studiarsi quanto più possi– bile di dare ali alla fant.asia e !orza alla libertà. Non a caso la ripresa delle Universali ha coinciso col mutamento poLitico del secondo Dopoguerra. Ed è fenomeno in– torno al quale noi stessi ci siamo glà intratV>_nuti. (Cfr. Pietà per i vivi~ 126- 135). Anni addietro, c'è stato un momento in cui ciascun editore vantava la pro– pria Universale. Poi alcuni vi hanno rinunziato. Altri han continuato lenta– mente. Ma quelli che hanno saputo im– porsi vedono ormai ben rimerit.ato il loro sforzo; e sono principalmente; Riz– zali con la BUR (Biblioteca Universale Rizzali); Mondadori con la BMM (Bi blioteca Moderna Mondadori); la Uni. versale Economica, già all'insegna del Canguro e adesso a quella di Feltrinelli. Ognuna di queste collezioni ha partico– lari caratteristiche editoriali e critiche, e tutte hanno trovato un proprio pub– blico. Ma alcune lo hanno fatto con assoluto disinteresse politico, altre inve– ce con esclusivo interesse politico. E sic– come appunto queste ultime sono le più adatte a soddisfare certe esigenze della cosiddetta e: cultura popolare >, non si può a meno di sottolinearne la speciosa e pop01arità >, Pertanto non sarebbe opportuno che -anche le altre Universali includessero nel loro crescente svolgimento un po' di volumetti idonei a sostenere le stesse esigenze, ma con la dovuta indipendenza e liberalità? Aftrimenti il prevalente ca– rattere ameno e artistico non finirà per sottrarle in parte a quella stena fun– zione culturale. che deve risultare for– mativa di una coscienz.a della libertà e di un rispetto della storia, e non sol– tanto limitarsi a riuscire ricreativa? Un po' più di scienza, di cultura, di storia. di tecnica; sempre conservando qui re– quisiti edltoriali di otuareua e di eco– nomia, che sono destinali a far più. pre– sa sul pubblico cui lartamente si rivol– gono con le Un.iver.sali. Provare per cre– dere: la Biblioteca Moderna Mondadori ha ampli-ate con successo il proprio as– sortimento. Ma, a parte ogni altra considerazione relativa ell'intento e allo spirito con cui viene eseguita la scelta, resta il fatto che la caratteristica e l'attrattiva mag– giore delle autentiche Uni.versali sono quelle di essere offerte a poco prezzo. U segreto della riuscita risiede anche nelle poche lire che chi è dedito o è in– cline al vizio della lettura deve spen– dere per procurarsi i volumi. Ed è per quest.a agevolai.ione che le Univer.saH trovano oggi acquirenti anche cli diversa ma non meno apprezzabile ~e di quella solita, ieri, dedicar qualche lira e qualche ora alla lettura. Non per nul– la alla condizfone della spesa modica sl associa l'altra del contenuto, per cosi dire, didascalico. · Perciò è augurabile che dal fiorire e dal vigoreggiare di tante Un.iver,ali si addivenga ad una congru.a e salutare diminuzione di prezzo anche per le ope– re non e: universali>, sl da renderle ac– cessibili anche a quel sempre più vasto numero di persone che avvertono il bi– sogno di qualche lettura e: particola.re >. Alcune vorrebbero seguir da vicino lo svolgimento della nostra Letteratura con– temporanea. ma. sono impossibilitale dal farlo perché non dispongono dei molti quattrini indispensabili per tenersi al corrente, dali gli alti costi dei volumi. Una delle cause, e non d'importanza minore, tra quelle che continuano a con– servare impopolare la nostra Letteratu– ra contemperane.a è da lamentare nella carestosità delle OJ)"!re. Provvidenze ed accordi perché potesse diminuire, reche– rebbero vantaggio alla diffusione e al– l'affermai.ione della cultura, e quindi alla nostra stessa libertà dl pensiero. Non resta che da augurarsi il miracolo di qualche e: intervento superiore> uni– tamente c0n la comprensione degli. amici editori. ll minor prezzo porta a. una maggiore vendita; e ila maggior vendita aa:evola, di conseguenza, il minor prezzo. Inol– tre, ii} sapersi più letti, più seguiti. non sempre e non per tutti è Ulcentivo a tirar vfa e a concedere. Per i migliori, al contrario, è di sprone al rigore. Ed è dei migliori che noi dobbiamo occu– parci e preoccupa.rei. Sono i soli che contino. E ce n'è g:ià alcuni che potreb– beI'.o de~mente esser compresi nelle Untversah. e Universalizziamo> la no– stra Letteratura cont-empcranea. Per as– surdo che sembri, non sarebbe nemme– no un cattivo aff.are. Considerare una Univer.sale in esc.lu. siva funzione veneratrice del Passato, porta al rafforzamento d.1 un'idea tal. mente reverenziale e polverosa delle va– rie ~ani!estazioni letterarie e culturali. da ndurle quasi inaccostabili e mser. vibili. Mentre lo scopo dichiarato di un'autentica Uni.versale è del tutto con– trario. Predisporre una Univer&ale come se ENRICO FALQUI (Cont.LnU& a. p&&, I)

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