la Fiera Letteraria - XII - n. 41 - 13 ottobre 1957

Pag. 4 L'A' FIERA lF.TTF.RARTA NARRATORI DELLA «FIERA l,ETTERARIA»I VITA IN CONVENTO ~!i~u~ <;u~~i:n;r~r~~;~ ~l fa 6cappare la paz.lenza qual– che vol:a,. Fra Enrico continuò imper– territo: « il peggio on l'ho detto Nel tornare ho incot1trato due diavoli e mi hatIDo Urato la tonaca: ridevono come matti e volevano portarmi via Gre– gorio. Sì. st, Gregorio-.. Ripre!K? !iato per darci il tempo di considerare tutta la grav-ità dell'accaduto. ., E ml 6ono messo a implo– rare e -a raccomandarmi a San– t'Antonio. Ridevano. Ml fa– cevano SQgnoche mi voleVano ~:rio~ rete s~~i ~~ viene ~ nostro a!u~o slamo perduti.,._ * Racco11to tli ERALIJO JIIISCIA ;:ammazzare il tempo. n Guar- un attimo. poi mi portai ncl dl.:•~o tirò fuori. religiosa.men- vano della finestrella che da– :e. W1 tosceno e lo m06trò In \'8 sul chiostro: due uomini. giro dicendo che era un mio l'altro tcliesco e l'italiano, 6C– dono: quando volevano farsi ne stavano seduti sul murlc• ~nv::::rsf dr~~~!~1~tt~ ~o~ ~r!~i7tlia1bm di tabacco raccolta qua e là sotto il pagliariccio e ml co– da fr,3 Enrico. che non fu- rfcal con la testa sotto il len– mav0. ma pensava agli altri. zuolo. Chiusi gli occhi. ~li accorsi subito che ero I du:! tedeschi mettevano a un giocatore ~esperto; e cer- soqquadro il cc,wento. cat di !armi compatire. Gio- ll Guardiano era uscito d.al – cavarno da mezz'ora. quando lo studio e lo sentivo conf.a– ad 1.l'n Lratto vldi I loro volti buiare con Padre Alfonso. il Irrigidirsi. Padre Alfonso. in quale ,era arrabbiato. ma non a,:>pren5ione, soggiunse: riuscivo e capiN? ,>er quale ra- ""Arriva una macchina.... gfone. 1\l.rangolo .del Oraccio ..Forse sono due,. fece cal- morto do,·,eva essersi fermato mo Pàdrc Arnoldo. uno dei tedeschi per eu,ardare D rombo si fece dlstlnto le spali<? al compagno. Sentii e qualche minuto dc-fl() cl :fu aprire la cella di P3dre Ar– u."la forte sc.ampandlata. D naldo: senti.i aprire <.' rtchiu– Guardiano lmpai.j:<ii ,e smor- dere con fragore la cella del zò il ei-garo. riponendolo nel Guard,eno. senti: che entra– cassetto. Fra Enrico. soprag- '.\·.:,:o nello studio parlando ad giung1.ndo, alzò Je braccia al alta \'Oce Si avvicinarono alla Cielo. Padre Arnaldo si mosse mia cella: ma (Urono fermati col suo passo cleudicante, se- da fra Giustino che of!ri loro guito dagli el~ri: io rimasi qualcosa della dispensa. Lo solo col Guardiano. che cer- espediente non servi. Une ma- ~r !ir1.di djstinguere bene i ~oa:k~sò,:S~t~t~a~w;i.a p~~~ La campana !u scroll.a'.a di &Ione. Credevo che gli orec– nuovo con violenza e subito dli mi scoppi.366ero. dopo s'udirono voci e pa&si Fra Enrico si mise a urlare: pe9ant1. Fre Enrico rientrò «Qui :fratello malato. mol- correndo. a braccia spal.an- to malato. Anime santa di Dio, cate. non può ,-edere la luce. Gesù. .. Padre Guardiano. lo dice- se.lv.alo. :\ialato. molto ma– vo. I tedeschi! Hanno sco- lato ..... pcrlo tutto. ci ,horuto tradito! ... I Seguì una colluttadc.~e. Il Guardiano non diS6e nul- Seppi che fra Enrico .si era ""Sono corsi a San Buono te ave..-a spieoto che non cor- trò fra Enrico. pan.Ido come Padre Alfonso e ira Enrico revano l)t?ricolo. perché li por- uno spettro: aveva dovuto tra– per mettere in moto t bene- tav.ano a 6CQva!'<! trincee; .sa- selnarsl Gregorio chi? oon vo– rettorl. se ancora c'è qualcuno rebbero tornati el più presto. leva .saperne di tornare &ila che si ricorda di noi. Speria- Ma le !am~lie erano_ in lutt~ sua stalla, L'aria dei boschi e mo che quel dannati c'-Pisca- e il sindaco voleva dunetters1. il dolce far niente lo stavano no che cosa skni!ica l'asino I tedeschi. poi. a..-evano chie- viziando. Fra Enrico depositò per noi. Hanno portato via an- sto cinquanta pala di lc•~zuo- al piedi del Guardiano un sac– che il calesse: se lo tengano la per !are bende. altri ap- CO. informandoci che una U cale6se. ma l'asino no. Lo parcechi Nldlo e cl'lnanche oro- bomba l'aveve sfiorato. Se ne asino debbono restituircelo con l logi d'oro da polso. sta-vano. lui e Gr,cgorlo. .sotto ~u~~ ~o~~e le~~~- ~f~ im~~~n~r:.r ~bit.iy ~f~n 1 i~ Fnrei~a~~ ii":= ~sJ~~~ quaranta bocche da sfamare tore che accese dei ben.gal~ tro al fischio un boato, qu.in– Senza l'asino. chi porta il gra- coc.1grande dh·ertimento dei di una raffica di &ebeg;g:? e no al mulino? rrati che stavano a guardare di sassi. s-eguita da una ,>log- Arnui,vo tSenza parlare. Pa-1 in f!ne.. ~tr.a. Quando rientrò gi.a di noci. L'albero era sta.lo dre Arnaldo disse: tra Enrico. apparve pilJ. triste completemente abbacch.!.ato. « Ancbbe dovuto vedere fra che m.a1: 2\-"e\·a Incontrati al- « ì;lon rimproveratemi, Padre Enrico!.... tri soldati e €•~he questi lo mio. Con quale coraggio po- ..Sembrava che gli port.as- avevano minacciato di pren- tevo lasciare tutte qu e noci sero ,ia la madre,. fece il dergli l'animale. Il Guardiano alla mercè del primo tedesco Guardiano ... Si è a:teccato al- si seccò. che J)assava? Ho ipcnsato di la coda di Gregorio e cosl ,..Tur.e a lui vanno a ca- riempire il .sacco: quando il è partito. Mi fa sperare la pre- pftare ». padrone verrà a .reclamarle. senza. di Padre A.!fonso"'· .. Padre Guardiano. sono io gliele daremo. Tutte addosso ..,E io dormivo!,. esclamai. che .giro». mi son piovute, una gren- .. elle poteva fare lei? Al- .. Hai re.gi.one... dine,.. meno, non ha do"·uto scap- «Se cc lo prendono. que- A quOtSto'l)lll)tO. ira Enrico pare... sta volta 63rà -per sempre,.. si accorse d:?J gramo che mi Padre Arnaldo 60rrise e il «Che pen.sierl.... istoriM•a 1a !rcnte e mi si Guardiano riprese: .. Voi comandate, Padre•· buttò addosso tSinghiouando. .. Per fortuna. abbiamo Pa- « l1.a che 6.i ipuò tare? - ..S~nore lddio. vi abbi.a- d re Alfon6o. Muov:?rà tutto .. Nascondiamolo nel bosco». mo ferito!». U ,paese. Ne sono certo». .. E chi gli baderà?•. . Per lor:una :fu interrotto da .,.E' C'06i• fece Padre Ar- «Ci daremo il canlbio 10 e Padre Alfonso cl'te ve.ni ,•a dal naldo, fra Glw.tino,.. paese. con le solite notizie «Speriamo» dissi con scet- ..,Sentiremo che ne ,sa poco .rassicuranti. ll Gu.ardla- ticismo. Padre Alfonso». no lo mise ol corrente dei Di 1i .a poco. fra Giustino Padre A,!fonso:, che sua·a suol timori e "~agllato il pro entrò come un.:i !ol.at.a di tra- &pl~ando .il letUlo agli stu- e il contro lfu dcci.so di far monì.::t.'lae .annunciò raggian- denh. d!sse che era d'accor- sfollare i rag;azzl: Padre AJ- le ohe i tedeschi avevano re- do in linea di massima; però, fo060. con l'assistenza di !ra stituito il 6omaro: Padre Al- fece OSSer\'ar~. l'a&no e fra Enrico. li a-vrebbe accompa– fonso Grogor!o e fra Enrico Enrico non sarebbero stati pilJ. gnati al com·c,lto dl Orsogna Domenica J:l f)\lohr,· \957 Antonio Amore: •Mucca• GALLERIA DI POETI ITALIANI * Nato in Abruzzo. a Lan– ciano, nel 1920. Eraldo Miscia frequentò la reda– zione del Meri.diano di. Roma. e su questo perio– dico pubblicò le prime poesie. Do~o un'avventu– rosa carnera militare, tornato a Roma. ha co– minciato a svolgere una vasta attività pubblicisti– ca. Nel 1952 ha pubblica– to una raceolta di poesie. Bufo di. Orfeo; nel 1953 ha vinto il Premio Piran– dello con la commedia la Ebrea, scritta in collabo– razione con N. Naldi; ha tradotto inoltre la Medea di Euripide e Otello. Nel 1955 il tSUo romanzo n Quarantatre è stato se– gnalato al Premio della Fiera Letteraria. Per le Ediz.ioni Porfiri sta per uscire una nuova e am– pia raccolta poetica. Can– .zoni e Profezie, mentre un suo romanzo, Occhio per occhio. è stato scelto da Giuseppe Ravegnani per la collana del Gira– sole. Eraldo l\1iscia, che svol– ge anche l'attività di cri– tico teatrale, collabora alle migliori riviste. tra le quali: Tempo presente, Il Ponte e 'Il Caffè. Cercai di calmarlo. mentre Il Guardiano mi t,plegava che Gregorio. be.nchè tosse un vec– chio somaro che a stento si regigs?va in piedi, era indispen– sebtle al convento: più dello stesso .Guardiano. con rispetto parlando, aggiunse !ra Enrico. Era Gregorio che portava il gr.:i:o al mulino. era Gregor!o che si caricava della l~a l)er Il fuoco. era Gregorio che di– simpegnava ,gli ellrl innume– revoli sel'V'Ui pesanti necessa– ri alla vita di um comun1tà d1 quasi quaranta persone .Ml resi eont<' dell'importanza d1 Gregorio e passai rapidamente In rassegna tutta le disoo~ta letteratura nella qu.ale si met– te alla berlina il paziente r.,,i– male che portò Cri6to: poi, monnor.al qualcosa per inco– raggiare lfra Enrico. Rbidl che era pilJ. ohe mel convinto cm? sarct1bero venuti a tagliargli la gola e a portarsi ,via i1 compagno de.Ile 6Ue quotidiane peregrinazioni. « Come faremo ad andare al mulino? ... .. Vuol preoccuparti di quel– lo che deve accadere? Be– nedetto. ·Meno male che il no– stro ospite non sl L3scia im– prieS6ionare- «Proprio di lui ml preottu– po. Noa. mi capite. Padre mio. Come faremo senza Il so– maro? ... I.a. ml !issò con la fronte .ag- appeso al collo del soldato grondata: sembrava c.1lmo, 'per impedirgli di muoversi e ora. come se ciò che accade- tanto fece cOO I due tedeschi va non lo rliguard.asse pllJ. se ne andarono senza cntra– DL<:Wie quietamente: I re nelle mi.a cella. :\1.asi por- « Un nos:ro benefattore. te- tarono via du.e pagnotte. un ri. è venuto e chiede.rei un pezzo di sal61ccie e l'unica favore e «1on abbiamo saputo boccia di v:no: ,per :li pllJ.. negarglielo. Ci aiuta da tanti promi&ero che il giorno ap– Et1ni. avevamo un obbligo di presso sarebbero tornati a riconoscenza; semmai, ere lui prendere la macohina ohe cion che non do,•eva rivolgersi a I vole,·a tu.n %iona.re . Pare man– noi. che s1amo del poveri fra- / casse il ma:gnete. ~~~~ are~t'..{1.,~f;~~n!~~~ sar~ufi"~1o!\r:.e~l 1 r1~!~v~: sentito. Ma il paeS< è troppe, la meglio; .a,:>rilla porla e .ira piccolo e gh uomini non oam- Enrico mi si bullò addoeso blano mal Questo bencfatto• piangendo e scongiurandomi N?, poi, è un benestante e gli di perdonarlo. Pensai. &ulle ,:vidiosi sono molti. Appena prime, eh.e f"58e uscito dt arr:.vat!. i tedeschi sono 6t8tl senno. Padre Alfonso ml spie– già informati... gò che ne era-va-mo stati av- ~~r~~• sta1i a\,vistati 6ul sen- ~~~ld: ~~:re,~ .t~~ rii~~~ ~:~~ s~lÙv~~":ir:.oth-o dl crc- pl!;ò !~1~~~~';!1 ~d 6 :~~J~; 1i~r?:!°; t!:i:1om~tt;:1oOn~~ ..n""op~~fso ~~~::~~ "· dissi G~rlo: lfece un IUDBo dl- narono 10 mezzo al basco e .. Dove '\'UOleandarsene? L~i :~ 0 Jr' ee~~I:ied!°f~t~~;; i ~;;e~~~ s~:1~~,fff: 0 ~a~ff~ eia~ ? 0 t~t'6~h5f~~ i%n::.~~ i cuori pilJ. duri. ll ~.alessc mano, fra Enrico si m..lse a no subito,. er.a andato perduto: P.,Crò. in raccogliere legna per il fuoco «Spero di !aria franca. Pa- caml>io. il paese a,·eva ~reagito e quando rientrò fu sgridato drc Guardiano ... con un iplebisclto. Gregorio era dal Guardiano .. Qui un letto e un boccone partito vuoto ed era tornato « Noll è roba nostra, lo .sal"'· non le manchera.mo mai .... carico di roba. Ave\·a,,o dato .. I tcde&ehi si portano via «Gra:tie, Padre Guardiano. finanche un prosciulto. Con tutto e noi non ,possiamo ap- m..1ho deciso dl raggiUJl€Cre L1bcne\·ola eondL~endenz.a di profittare di un po' di fogna? .... i monti,.. Padre Alfonso. Ira Glustlno "'I tedeschi l)Os....~nofe.rlo. « Dio mio! .. urlò (ra Enrico. dC'6Cl"issc il bendid:o che ave- noi no». ~ ' « Se ha in mente d1 rag- E'ANCORA P ES pertornare a casa Le pagine che seguono sono tratte dal romanzo inedito Il Quarantatre. « Non morremo di !ame. Il Signore pensa a noi». « Signore. aiutaci ... .. Accadrà qucllo che il Cie- Quando ail'imlòru.nlre 60- l 0 1;· 0 ;;~ac'::i~a ~~P~- ~:~~ praggiunse !ra .Enrico, non .si trlamo col demonio. n rogne meravigliò di ,,roermi: mi di Sotana non trionferà. tie– strlnse la mano con clfw;io- nilo in mente. e li calmerai,. ne come se ,già ci conosces- Fra !Enrico, per calmarsi. 6i si,n;o. Accompagnò l'asino àlla dedicò ad un lavoro mrn-uale. r~:• ~o ~r~al~cl ~r~d~ Andammo a strigliar-e Gr~o– Guardiano a l'ender conto del- ~~ÙI~ ~u~~~a~ ~i~~otr~: !r':i :f:;:t~~aàt; ~~ q~~~~!e~~ no e non si rendt?\-"8 conto nuto dopo fra Enrico mi rin- ~~ la~~~l~~~!t~.lfi~~~~ cot9C. li Guardiano era ,:>rooc- tra p..'ldronc e padrone, Fra cupato. Enrico lo abbracciava al col- st~~ ~~:o 5 ~1 esc;;:~' f.si ~~tt: lo e diceva: ditcise, ingiu111endo allo eleSfi'O .. Povero fra Gregorio. che fra Enrico di lasciarlo l)arlar~. guaio passavi. Forse ti soan– di non interronw,erlo. «Per- (113:vano per mangiarsi ~e mar– ciò proferisco non dramma: tadelle. Hanno portalo un ca– tiuare. Però. che l tedeschi mion carico di maiali, li am– sJano a San Buono è "·ero,.. mazzano al comune. Si-gnore i:Fra Et..uico 8 questo punto Iddio. che barbari: buttano ei 000 potè trattenen.i: spalancò getti le inreriora. Oùs6à. quan– te braécia. gridò drammatica- ta povera gente }li~: re– mente r.·erso di me: qu.isiscono tutte ~e be.stie, tan- ..Sono -arrivati. 11 paese è to quelle da macella.re .::be in 6 ub'buglfo. il si.nd.aco è quelle da fa,, . 10.ro ». ruggito. Ho parlato con un .,.E' una 5to.ria vecchia» prigioniero itwiano: mi tra dissi, d~odo un colipo mniche– detto ohe iprcndono @:li uomini vole sulla groppa di Grecorio, e se li 'J)Ortano via. So.lo il come a far,gH intcndeN? che Signore può 6ili,u,ci». . mi rendevo conto della sua F.ra Enrico 6hr.·-a per r1- unportanze dal momento che prender itiato e col.tinuare nel- facevo parte della comunità kl perorazione. q '4.1 a n do il oo.i due termini ipiù. indero– Guardiano lo iermò. gabili della noslra (!sica pre- .,,Le dicevo che fra Enrico senza: la bocca e il ,ventre. è 6empre catastrofico, perciò Poi. accompagnai tra Enrico non si impressioni. Qui è al ad attingere acqua al pouo e sicuro pilJ. che altrove. q~sto a c<>gliere i pomodori ell'o.rto. è certo». SLnng,emmo un.a cordiale in- R!.sposi che prima o poi i tesa; lui mi fece le tSue con– tedesohi in r1Urat3 do"-evano (td{,1ze: mi disse che il Gu.ar- ~ !B~oanogt~~r: ~:be mÌ :~~ve:!! ~no~ffi{~\Jo~~ preoccupavo .a.f.f..atto.Ma !ra non lo prende..--1 sul serio, Enrico scuoteva il capo. a luJ. fra Enrico. Mi spiegò .. Volevo dirle poi» if-ece il che .Padre Alfonso era un ot– Guardlano titubante «che è timo musicista e sapeva di bene rimanga dentro e non teologia, però non capiva nul– it feccia vedere sul Eagreto. la delle que,;tue. Dl~e che Credo cl:ie qucl signori non Padre Arnaldo era st.ato un tarderanno a d'arei una '\":sita... grande peccatore, ma che s1- «Si, &i... taceva fr,3 Enrico curarnente sarebbe stato san– simultaneamente eon la voce, t.i!icato. pcrohè e.ra @:là un te braccia e la testa. ..Per santo. Mi confidò infine che il carità. non muovetevi. Ver- Guardia.no aveva ragioni da ranno. Al ,più. tardi dom;;,'lli. vendere di lamentarsi di (r.a verranno. Signore. salva que- Giustino perehè i .fichi. UD:a sto nostro ospite che si è mes- \-Olta maturi. prendO\l'Qilo il so nelle nostre mani come volo. una pecorella». A bruciapelo, mi chiese: DiS6l al Guard!Gno che mi « Quanto tempo che non vi u.re1 attenuto con scrupolo al- coo!esute? "'· te sue raccomandazioni Fra Feci un sommario esame di =f°•m~~uill=~ 1 tu; l~:i~~a ;~~~e~~-salvarmi ·suo linguaggio ct costr'~·a « Ho d'atto 11 precet:o a Pa– a tare ,a faticosa cernita squa,. dissi. augu~ndomi che tra il grano e il foglio. la bug'!e. come suo;e, non si « Vanno di c36a in casa e mettesse .a pass,eggiare sulla prendono il meglio. Hanno g!à mia fronte. . . ~sito la .radio del medico. .« Male. mahssuno » fece me- del maestro e di don Lu:.g:i d.itabondo. Cergna.oco: cioè. le uniche « :\-Iale? Non è tra.scorso radio esist<mti. Hanno chiesto 1'3Jlno... :i~~J~/~~t~/ :ui~~ pe;~~iu.a~~.a n:lt!m~~rnct: vecohlo e non so quante pa- GeslJ. Cristo. ma per chi vuole tate. Padre Guardi.:,!<>. che ne consel'\-arst Iktlle ~razie del faranno di tutte qudle rèste Srgnore, la confesstone è 1n~ dJ ,,eperon.i secchi? Vogliono dispensabile un.a volt.a la set– non so qua o te donne per f.m.a.n.a. Tutt'al più. un paio &'bucciare le ip,atate: e q,uC1Sto di volte al me5e. è il peggio. rperchè gli uomini Promisi eh~ ci avrei ?4:n– non si iidano. dicono che sue- sato e mi ritirai. Fra Enrico cederà un macello. ma le don- andò a dare una mano in cu- : fe 6 !1!.~=, ;~ pata~e non ~:f:ò. ilei q:-.:r;o O:~ i!a m~1= «Sono in molti?,. domandai. c-!lerimboccate e la tCl"'.ace u– « Arrivano i camion uno rata eu. da.,·.a solenni sc:.pac– d ~et.ro l'altro e ci sono molti cionì ad un gran pezzo di pa– feriti. E sono armati fino ai sta che lavorava sulla tavol3: denti. E che i!acce. Padre. che impia.strfcciate. di !arma e di facce da miscredenti. Sono tut- acqua. li -.;ilei- .. Una ciambella» esclamò « S.lran.no un centin.:1..!o? .... tra G!ustino f.acendo schloc- "'Sj:gnore Iddio. ma oono mi- care la lingua. g:Jai~! •. Alle 6ette, il picoz.zo s~on_ò .. Smettile, per carità• gri- la campana e abbasso 61 r?- dò n Guard.Jz,~o. petè il rito de_! pasto se_rale ..,Sant'}\.ntonio. liberaci da Gustammo ta ciambella d1 fra ~~ st :i ~~~1;! !:-~ti!:.a~ ~~~.DO~ ~r :ali1!u-n~ru~~.alf~ dO\'Uio far presto a tornare. , studio del Guardiaoo a con– prima che !.aoesse notte Ma versare del più e del meno. il ~ no:1 l'ho detto,.... Padre ~onso propose di fa- • Non vo'1,iamo saperlo» re una partita a tressette. per .. S.igD:ore,salva l'innoc~nt,c • ,·erti ti in tempo dell'arr!.vo \"8 riempito la dispensa: sala- :\1.a il giorno .approt.So fra e;iungere gli in,glef:I. ml'glio ml, salsicce. p~notte di pa- Enrico !e« lo stesso .. ~bbe che rinunci' Non tiene conto ne. 'fichi secchi. fiaschi di vrno però il buon. senso d1 non ohe andiamo verso l'in\,erno? "'· e qualche bottiglia d'olio. dirlo al superiore. .,. Lo so. Ma è aecess.ario ,., ..n comande.nte ted(.>cco è Io me. ne stavo sul campa- Padre Arnaldo tS'inserl ncl :mt"orava fra Enrico. dei due per colpa di !ra En- sta:o gentil ,. preci!ò Pa<ir'I'.! ~:le. che era "un osservator!o di.scor~o D Guardiano continuò con la rlco, cbe non era riuscito a st~a e-alma: raggiungerci primo dei sol- Alfonso. che oon riu!"civa a :deale; appena ,av\·:stavo qual- .. Noi po$siamo solo cons!– n:isconderc- la sua ir:odd:sf'azio- che &()!dato,andavo a nascon- !(liarla, ma pensi be-ne a quel ne. « Ha detto che I io;oldati dem1f. Dal paese glungev.tno che ta ... .. A\·rà ,·isto le frasche at- dati torno al murlcciuolo dell'in- I: Guardiano fu di cattivo grcs.so : mascherano un cancel– lo dietro al que.lc ebbiamo n.a- 6COStodue macchine del no– stro 001efattore. iLui pensava che qui. al COJWetlto. fOS6ero al sicuro. Si è sbagliato. po– veret:o ... le più strane notizie. Gli ingle- Fra Enrico alla !me €bottò: ,---------------------, si avevano .avuto enormi per- «Potrebbe ,•c-nire con noi, dite nel tentah-vo di sbarco a clte 11c-dite. Padre Guardie– Termoli ed erano stati co- no? In eomp.;..gnia dl poveri stretti a r!ple,garc, I tedeschi. rratl, l tedeschi non lo toc. ringalluzziti, facN·ano aftluire cher:inno .. « SI. porteranno via anche l'osino,. esclamò de60lato fra Enrico. Fra Glustlno venne ad ln– to.rmarcI che erano giunti tre tedesch1 a bordo di due mo– tociclette. Avoveno con loro un i1aliano. in -borghese. sco– nosciuto. Ora, .armcggiavtro per mettere In moto le mac– chine. 1ll Guardiano diMe: ..Non possiamo !arei .niente. Sia fatta la \'Olontà del Si– gnoro,.. Fro Giustino • mava; fra Enrico. le bracc.ia spe.]ancate ncl vano della porta. mormo– rava «iaèu1atorie. « Hanno chiesto qualcosa obe non ho capito,.. « E' Gregorio che vogliono,. s· .. hiozzò fra Enrico. «Parla, ·a.no delle auto». «Corri» :fece il Guardiano: «vorr.anno se pere dove sono le ruote. Corri. su». Udimmo le implorazioni di fra Enrico che correva qua e là aiutando l soldati a tra– sportare l,e ruote dalla fore– steria, dov'erano state nasco– ste. sul sa.grato. Poi cl furono altri rumori e olla !!ne. men– tre il Guardiano cercava di disti-arsi mettendo ord1ne sul tavolo. pio~ di nuovo fra Giustino ,più sconvolto che mal ..L'italitoo dice che ci fa– ranno caput se non tiriamo ruoti il pezzo ohe manca. De– ve mancare qualche pezzo e.I motore ... .. Vadano al diavolo. C'inten– diamo di macchine noi? ... Fra Giustino non si muove- ~~n~r~~ :rs~;t e::~~~;~ abbasso. Il Guerd1ano lanciò lontano le carte e chiamò Pa– dre A_"'llaldo. « Ignoravo che mancassero dei pez:z:i,. d.:sse Padre Ar– o.atdo ..Chiedano al proprietario .. sbottò il Guardiano. ,. E 6pe– riamo che sia finita. Le mac– chine 5ono quelle: se le pren– àano. Fra Giustino parti facendosi il segno della croce. Prima che giungesse sul ,;agrato. udimmo lo scoru,iettio dì un motore. Respirammo ,.Meno male ... Padre Arnaldo. scusa~dos1. si ritirò nella su.a cella: il buco era proprio dinanzi allo studio del Guardiano. Quao– do gli augurammo !a buone– notte. lui sorrise con mestizia « PO'\--eretto.non dorme mal .. sussurrò il Guardiano, n motore tacque. Voci con– citate e uno schiocco d1 fru– sta giuneero dal chiostro: 1)0i. un3 risata. Mi alzai di scatto: il Guardiano mi f:ssò, calmo. nei suo! occh: leggevo il tra– \·aglio :nten:o. U6cendo nel corrido:o udii dei passi pe– &aitti che si cK--vicinavano. ma non riuscivo a vedere nessu– no perchè lo studiò del Guar– diano. la cella di Padre AI– naldo. la stessa cella del Guar– diano e quella dO\'e .alloggiavo io. rlmane-..-ano in un braccio morto del corridoio. Prose– guii; pr:.ma di svoltare scorsi due tedeschi che avanza-\·ano \'Ociando e r::de.ndo: dietro di loro fra Errico, a braccia al– zate. cercava di farsi lal'go. ma i due si divertivano a t.a– gl!argii la strada. Mi trassi i11- dietro ed entrai nella mia cel– la; chiusi a chiave. Origliai UNA POESIA di Elio Fiore * Jllessa;,;;,;io di 1.octa Serena notte che mi cingi ancora ascolta di un uomo una preghiera. Ricordi? Fughe infinite di pianti in sogni arcobalenici bo vagato per attese di albe diverse mentre il petto d'amore non s'acquetava: solo il canto improvviso, teso alle stelle .. Ora tu notte che sciogli i miei sospiri e t.rasmùti e purifichi in lievi cle.U, ascolta intentamente questo credo: è un fanciullo eternamente uomo che ti prega Ogn1 pensiero mi guida all'assoluta verità e sentire. nel petto un amore profondo per i fratelll del pianto e del sorriso m..i crea ogni attimo la vita in poesia. Presagio intenso, cèrto: una v.ita vivamente nel dolore unita <&lla gioia ascenderà libera stellare e pelali cadranno, bianchi, o notte, e la Terra meravigliata un nuovo canto accoglierà radiosa. aprile 1950 in coro, ELIO FIORE rinforzi dallt- r.:-tro\"ie. l bom- Fatto,! vie, ,o, ,·e.nne a par- bardiert non da,·ano tregua. lnrm: .all'orc~hlo. nel cielo ere un continuo ca- ..,:\fa. <'CCO. ,. feci per pren- ro.~llo: tc11tav&J10 di ta,gllarc dere t('fnpo. ~Ur('~~rns\~~jt! J! ri~;.s~~~ ~t <4 É• 5 ~t!:C; f{1~a~~Of~a ~f~r~ pl'C6:a-.·aalla re~h;tenza e che rarml ... dista-va pochi chùometrl dal !ll Guardlano non seppe che convento. dire, .appariva corl' !u.so e in- Al tramonto. -un giomo. la quieto. mentre Padre A.:fon~o. contraerea riusci ad o.ggan- pur ridendo. volle efUmer&i clarc alcuni bombardieri pro- dall'esprimere 13 propria opi– prio sulle nostre teste. I fra- nione tPrima che sl pronun– tlcelll si rhrer.sarono ai bal- classe il .superiore . coni, mentre il Guardiano ri- .. Mi pare che ln un caso \-edOVa i conti ncl suo stud.lo come qu<?f;to ~t J)OS6a transi– e Padre Arnaldo ,pr~ava ntl- ge.re . ~r quanto la llOStra Re– la 6Ua cella . .Pas~iendo su gola sia severa. Trattandosi e gilJ. per il corridoio. io ml della &alveZZQdi un bcne:tat– ripetovo che do\.-evo decider- tore ... foree, Insomma ...• mi e. come al solito. ero fa Mossi deUe obiezioni per dubbio ee prende.:re la strada rendermi conto se u Guardl.a– dei monti per raggiungere le no cedeva per .semplice con– linee lngie.sL Sentivo il sibilo discendenza o perchè davvero dei caccia che &i abbassavano convinto di far bene. a martellare. mitragliando e ...,E' a !in di bene• ,oa:giun– ~ezzonando, e mi ouguravQ &e PadN Arnaldo. « Pc o che che quell'azione risoJ.vesse la non ci sia nulla di male .... battaglia In corso. Fra Enrico ncl frattempo Ad un tratto. il 6ibilo ml era sgattaiolato vie; e dopo colpi per l 'ecces.sh -·a v!cinan- alcuni mlnutt tornò reggendo za: ma non ebbi il tempo di un .salo. Dl.sse che do\.·eva rdlettere: due spetzOt"ti cad- andar bene perchè avevamo dero a un centinalo di me:ri, . quasi la stesea taglia. Cer– sul lato sini.6tro del convento. cai d1 schermirmi ancor.a, ma Lo schianto fu fragoroso: il ml accorsi che l treti, una muro si spaccò e le !lne.stre volta superato ogni 6 crupolo. volarono io frantumi; mattoni prendevano gusto alla co~a e e celcin.acci cl piovvero ad- facevano a gar-a per for, .inni !:~· 1 a~~i :1 :f:ee~!~o:~ S~a1dt~:ee!hc1'~ù.a~1a~I su~ dentro urlando. ma nessuno zucchetto e mi invitò a fare era ferito. percbè lo 6copplo una prova del tra~tlmento. era .W\:-cnuto sull'altra ala. Il Molte braccia si alzarono a Guardit.no. col capo bianco di infilarmi il 6 aio: me lo ac– '-------------------- polvere, mi venne incontro e conciarono alle spalle. ml mi– si .mi.se a gridare credendomi sero hl cintura. la corona col ferito: de.Jla fronte. infatti. ml crocifiS6o, ml aggiustarono le scorreva un rivoletto di 6an- maniche. la .gorgiere. il soggò– gue. Doveva essere stato un lo. Si dLvenuono,, insomma. pez.zo di vetro. ad abbigliarmi secondo !e re- umore. Fece il consuntivo del– la 1)l?rdit.a e mandò tutti a dormire. dandoci la benedi– zione. Fra Enrico trovò il modo di raccomandarmi di non ma.ncare alla messa Era molto tardi quando mi 6V~lial. Dopo una r.apida .ablmione oel cat:no. !eei qual– che passo per il corndoio Il Guardiano mi stava aspettan– do. Capii che qualcosa di grave era .acc.adut~: a un can– to sedeva la flgurma di Padre Arnaldo. le mani infil.a:e nel– le maniche delta tonaca. il volto più att:!.ato del consueto. Fra Glustino sgattaiolò sin• ghioz.zando. n Guard~.ano. seduto alla scrivania, !ri tooeva la testa co~ se il suo collo t'IOn riu– scisse più. a reggerla. NeS6uno parlò ed io mi guardai dal profferire una sola parola: mi preparai, però. e ricevere con animo !orte la brutta notizia, augurandomi che non ml ri– guard36Se Mi pareva che non avrei avuto la forza. in quel momento. di compassionarm:. ll Guardiano parve recco– gliere ;1 m:.o sottinteso invito ,e centt>llinando le -parole. godn·do force un po' de!la mia curiosità e del mio or– gasmo. cosi si 86presse: .. Ci h'3nno con!;scato Gre– gorio!. Scoppi.ai in una rilsata una risata che cadde in mille pez– zi. '.ra lo stupore de.1Guardia– no e !e dolce dif:'iapprovazione di Padre Arnaldo. ., Ci hanno preso l'asino. disse con tonò mutato il Guar• diano. persuaso torse che non avessi inteso. Mmtre cercavo di rendere c<>mpunta la mia espressione. il mio interlocu– tore 60ttolineò la gravità del– l'accaduto. che c1 hanno giuoca'" il t.ro sare.nno puniti ... ..,E il caleS&e,. Insinuò il Guardi.ano: «come si è giu– stificato per il cal~e? •· .. Rideva. Se sapeste. Pa– dre Guardiano. cosa ha· com– bina:o fra Enrico., .. Imm.agino... • ..E' entrato ln ,:>aese tenui– do l'asino per la roda. pion– ~endo e urlando per richia– mare l'attenzione delle donne Quando fu davanti al maggio– re si è i?),g:nocchiato e vole-va baciargli le mani. Il maggio– re ridc,\·.a a crepapelle .... A bNlccia conserte .l'espreEì– s!one patetica. sopraggiUD6e fra &rico e sembrava deciso a non aprir bocca. Ma il Gu.ar– dl:mo era contento. ., Cos'hai da dire tu ... .. ~on ha più !iato,. lo scu– !'ò Padre Alfonso. ..Povero G~orio. sospirò (ra Enrico. .. Hai avuto regione. l'avevi previsto». Gli occhi del cercatore sfa– villarono di riconoscenza ..Ora. andate a mangiare un boccone,. di.cse il Guardiano ., Non abbiamo fame ... .. Il Signore ci ha aiutati a \' ,:cere queste battaglia e noi g;iene tSiamo riconoscenti,. E fece di~tribulre un bic• chierE- d: vino a te.sta. Quando alcuni bombardieri sganciarono un grappolo di bombe sulla tStrad.a. l vetri tremarono e i ragazzi si mi– sero a strillare. Fra Giustino d:menlicò I tegami sui for– nelli. Padre Alfonso. ohe era steto in paese, ci Lnform3 che : redeEichi erano in agitazione comé se foS6ero U U per par– tire. Erano stati catturati al– tri uomini. caricati su un ca– mion e portati via. L'lnterpre- I fraticelli. stret:l gli uni gole. Poi. si accorsero che ave– agli altri. facevano I"e6sa at- vo I ba.fii. Fra Enrico, b~n– torno a noi piangendo. Silen- dendo le foriblci. me li .segò zioso. ammutolito. apparve Pa- senza pie<à. dre Arnaldo, mentre rra Glu- .. Bisogna tagli.are anche i st.·.o urlava ohe bilsogneva ca.pelli,. aggiunse. :Scappar-e:lo M!errai e lo sc06- Rimase aiJe pN?se con io mie si per calmarlo. li Padre Guar- z.az.zera !!no alla mezzanotte: diano t.ranquill;.u.ò i ragaz.zi e quando ml annunciò ohe il 6 a– con Padre Arnaldo andò a crdicio era. compiuto ebbi il renden.si conto del danno su- de-siderio di guardanni allo bìto: il muro maestro era specchio. Per fortuna, nel oon– squerciato e due finestre era- vento non est 6 te\·a u~o spec- no state spazzale \'ia. chio. escl~òlC'te Gu;~~~ In« ~u~; Andammo a dornure ~ alie ne .andavamo al Creatore-. E' quattro del mettmo i frau e.ra – una responsabilità troppo ~ d!lzna'.1~~:Z.d~~~lmJ::tod!~ ~!=~~: .:enere cora qul i ve\--o evitare di fermarmi a « E' vero .. selmodià Padre pensare. Arnaldo Alle cinque e mezzo la ca- .. Ohe &i può fare? E questi rovan.a mosse. ll Guardiano, inglesi che non arrivano? E Padr-e Arnaldo e !r.a Glusti– perchè bombardano I convcn- oo. che piangeva. vennero a ti? Staremo tutto l'inverno salutarci sul sagrato. 11 Guar– senza finestre"'· diEno non fece inutili racco- .. Le chiuderemo con le ta- mandazionl. Recitammo una vole,. disse Padre Arnaldo. preghiera a voce alta e poi n Guardia.no, poi. fece di- ci impose la sua benedizione . stribuire un po' d'acqua e m! 1 J~~eJ~~tF~~n~a l~~t vino e pezz o di pane con l' 1 d' ~: r.mr fr~~ !N, em~~~ambo- :O!t!1. ~~~i=t~ ,~I ::~~ avidamente. c.arono era dolce come a magg.lo, 10 «s~~:::r._a vl ha alla reato .~ 3 an1,~i:a~~:;ao ~ . ;i!~:e Una \·olt.a nel suo studio. I autunnale. d1 c1clanuni sfrao- }!c~t~:~~~e mi guardò signi- ~/ 1 df°~d:;~r:·e dài e~;:.;; d~:oldati di cartapesta. :r:~~ò :r; d1ela1~:=:~1;~u:-~ci1: n!~f 0 re Arnaldo sorrise be- ~~l::'~~~~~.a dd~e e:~;; .. Nell'altra guerra• conti- i~ UI)a beat~ arcadia dove ~~2voil io':~ardiano, «ero più ~~~~è~U:~~~ra v~!~t:~r: Era già notte quando rien- ERALDO iUISl..:tA * Dove pare che più affondino la radice poe• tica e il segno dclrironia di Anton ngelo Chiocchio è una sorta cli laPdium che nasce dalla azie1à stessa della poesia. in un dis• sidio profondo tra questa e il pudore di essa. tra la purezza e rimpurità degli stessi el('mcnti della natura e elci sentimento * tli ELIO FILIPPO ACCIIOCCA Con quell'anima d'espe- in tempo. Ecco in qual modo rienza che si ritrova, pron- - l'ironia domina - egli ta a fermentargli dentro co- deride e descrive il suo stes– me un lievito, eppure così so e daffare >, la smania sua filtrata in una sorta di isLin- e quella del suo tempo. del tivo setaccio, Anton Angelo nostro tempo. Chiocchio ~ più legato di li primo nome del poeta è tanti -altri alla sua città, al- Antonio. Cosl lo chiamano in la sua casa, agli a!!etti e famiglia. L'altro, Angelo, è alle cose che durano anche il nome e segreto> che non nella lontananza, come no- appare mai. Ed ecco un pre– stalgia. o come un e richia- testo per i tre versi di e S!1- mo > della coscienza. da>: Tanto io ho un nome Dopo aver diviso in più segreto. Sul serio. - Quando continenti il suo pane quoti- mi gli nascondo dietro - diano, e dopo aver girato provate a fregarmi, se ci riu– questo e l'altro mondo come sette. il virus dell"asiatica (biblio- Umorismo contro se stes– tecario, g~ida t~uistica,. f\.!,- so? Ragioni di umorismo egli mett?ro, _g1o~al!sta e 1:1am- le trova in sè e negli altri • sta m ritrovi notturni, ~t- nel senso di spavento e di tore - suo fratello Mano. delusione che avvolge la vi– ai Satiri sta facendC' un:ot- ta d'ognuno. Finanche nelle lima stagione - manovale donne. nella loro statura e e direttore d'un ristorante conformazione: Ma chi lo sa cinese, e non sor finit' qui a che pensa tutta questa gen– te; - I.e donne veramente mi fanno .sempre un po' di pena, - cosi basse e sfor– mate, be' anche quelle al– te. - Però intanto se. la sfangano beni.sstmo - per– ch~ hanno delle mapnifiche radici. Ecco dove mi pare che più affondi la radice poetica di questo çiovane: in una sorta d1 taedtum che nasce dalla sazietà stessa della ~oesia. in un dissidio profondo tra questa e il pudore di essa. tra la purezza e l'impurità degli stessi elementi della natura, del sentimento. in un intenzionale conflitto tra me– moria e concretezza del pre– sente che ancor più insidia la sua stessa SE'nsibile vo– cazione. La quale resta, ma A. A. Chiocchio d~~:granr~oraJ:1 a i~n;~uri~~: i suoi più disparati mestie- qual~he volta .si stenta a ri). sempre spinto dall'c or- cons1d~rar poetico. (Qualche ribile smania>, torna a Ro- eseml?10_ non guasta_: Qu~Uo ma e raccoglie nella collana che s, dice u..uo stupido film, curata da Dell'Arco trenta· - e mi.o malgrado - ma la tre poesie: E' anc-or'a presto c'?lpa è deU'asteni_a - ci ho per tornare a casa. pianto come un vttello, ecc.: Un misto dall'andamento Alla fine della cittd c'è ca– tra il popolaresco e il prosa- sa mia; 7" davan_ti c'è una stico. dove. stemperati gli fornace dt mattoni ab~ando– accenti crepuscolari e simbo- nata - che la matttna l~ listi in cui alloggiano spes- donnette del palazzo - ~t !~ia\~e{lie!cir1:sa~odaa~~::~~d~ ~~~t~oA a v:!~~!a_di fi fa~~ 1 i~ sintassi e di lessico. appaio- pnma - la matttn? per an– no i corpi più dell'antipoesia dare '} prendere l f:.F" ...~. che della poesia. E e poesie Ed 11bello e che 11 primo mio malgrado> le chiama in- a .saperlo. a. sospettarlo,_ e !atti l'autore, che quasi ha lui. 1autore dt 9u~ste pa_gtn_e l"aria di deridere le sue stes- dove peraltro s1 dipana tl f1- se parole, i suoi versi che lo d'u~'ironia sottil_e che pat fioriscono come il vento nel costrmta e non lo e. che pa· deserto: lo sono innamorato re forzata ed invece, alla fi– di questa - vita sconctusio- ne, si rivela la sola ragione nata, - di questa noia ma- del ~erso, quale ~n_ica com– gnifica. - di. tutte queste moz1on~ ~ un dtsmcantato faccende buffe - che mi e ~ren?mg1_ro •:. Q~~l è pro– fanno tanto ridere. (Vien fat- P'. 10 <l1 un 1rres1st1b1le atto~e to di pensare a Palazzeschi) d1 se stesso che trova n- !n~~~~\ si1~ 0 sf i s~JJ'~oe;t;~t~ ~~~~\} ~'!11\a 1 ~u:a 1a 1 t 1 en~~i~= - di vivere cosl in fretta nerezza p~r le povere iner - Così alla fi.ne avrò la m1 cose d1 sapor comune. scusa - di non aver fatto EUO F. ACCROCCA

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