la Fiera Letteraria - XI - n. 20 - 13 maggio 1956

Domenica 13 maggio 1956 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 DOPO IL CENTENARIO PASCOLIANO * JIASSEGi\.TA DI STUDI CLASSICI A C!JHA Dl E'i 1 'J 1 0IIE PARATORE * ASPETTANDO le "fle111orie" di Ilfo1•io :* Il tesoro di AUGUSTO VICINELLI a eultu1_•a greea « Cento anni dalla nascita di un poeta: periodo breve, ma sufficiente per dare il si– lenzio e rt=orlalità ». Queste pnrolc. co– sciente.mente un PoOO ... est.remist.e .tnlziano 11volume Omaggio a G. Pascoli che l'editore Mondadori ha voluto largamente a1-rlcchlre ~ di contenuto e forma tipografica. nel primo centenario della nnscit.n del poeta. Più ri– flessivamente il periodo conclude che e< questi cento anni han bene avviato G. Pnscoll all'immortalità ». Penso che nesstmo possn negare la ntalltà del poeta nell'ispirazione nel ricordo. nel sentimento degli !tnllnni grandi e piccoli: forse- egli, meno lmpeluoso nello slancio trionfale. non ha ,wuw nem– meno quel periodici appannamenti collctli\11 che toccarono a Cnrducci e n D'Annunzio. Un episodio 1gnornto, connesso con le ma– nifestazioni milanesi (Milano per casunll circostanze è stata la sola cit tù che hn po– tuto fare una ricca e Utile ì\1ostro pnsco– l!aoa alla B!bliotern Bra!dcnse) é questo: il Sindaco dclln c!ttù hn distribuito nelle Scuole elementari. senza pnrt.icolnl'e solen– nità. m!lle copie delle Myricae: unn corcl!nle fioritura di spon.t.anec Jet crine. unn richie– sta di partecipazìone da a.Itri Comuni a questa distribuzione è stato l'effetto inso– spettato dell'Iniziativa. Pnscoli, insomma. nl di là della critica e delle sue stesse idee. vive nella pocsìn e nel sentimento. Questo un primo risultato di fatto. Le manifestazioni dl San Mauro. di Bolo– gna. di Milano. le maggiori: Barga ha ta– ciuto. offrendo però fmahncnt.c te carte pa– scoliane al riordino e . alln catalogazione. Hanno da-to una certa risonanza nll'nvvcnl– mento: e forse ln qualche pubbllcazlonc dì utili conferenze e studi che ne pc11)etucran– no i fruttL Ma qui si vorrebbe dare uno sguardo complcssJvo a ciò che l'nnno ccnle– nario ha o!Tcrto à.i più consistente. Cominciamo con la biogrnfln. In attesa d~ll~ Memorie di Maria. nlln cui pubbllcn– z10ne attende lo scrivente. e che varranno soprattutto per le lett.cre fn.mlliarl !vi com– prese. rivelatrici della Ipersensibilità pasco– liana. è da ricordare la Vita di G. Pascoli di Mario Bing!nl. ed. Cort!ccll!. Il grosso volume e. finora. la più rtcdu e documen– tala raccolta di notizie che. al di fuori del– l'archivio di Castelvccchio. s! abbia sul Pa– scoli. Al materiale. specialmente epistolario, noto egli ha aggiunto un più metodico spo. glio delle lettere al Castel!!, già Jn parte presentate dnl Brigante e dn! Pancrazi. e m m1surn minore anche delle lettere al Bianchi alln Braiudese o del mnteriale Pinu– castclli ora alla biblioteca di Forlì: cosi quella Vitn ci può dare anche qualche più intima e seg°reta vibrazione ciel pòeta. Resta tuttavia un po' troppo una vita estc.r!ore, di _fatti, una larga raccolt.a di schede; e, cosi, diversa da quelle più vecchie del Bu!– feretti e del Bianconi: le stesse opere, sono o accenna te o sun teggJate. C"è però. contro forse li timore di alcun!. t(na oggettiva pre– sentazione dei documenti e nessuno sforzo per fnr sentire il Pascoli come forse lo spi– rito religioso di don Biag!nl avrebbe desi– derato: 11 libro può essere usalo come !onte sicura; forse si è fidato un po' troppo sulla più che novantenne m~q:1orin'della sorelln Ida. Quando le Memorie di Marin e 1 docu– menti di Oastelvccchio (e anche quell'ultimo volume di Scritti inediti e sparsi che è gh\ in gran parte raccolto per completare l'edi– zione mondadoriana) potrnnno in tegmre le varie bio'grafie con alt.re notizie e colori psicologici. si potril pensare 01111nicompiu tn !a conoscenza della vitn del Pascoli. Non sarebbe però difficile scgnnlnre ni let– tori alcune lacune e impcrfctioui nell'infor– mata biografia citata: per es.. pnre che l'nu– tore non sappia chiare le Int,imc ragioni della ... fuga da Bologna e dn!J'Un!versitA nel 1897: e i tempi esntt! dell'ultimo Incontro col D'Annunzio. e il giorno della vis1tn al Carducci. che fu solo dopo In grande PrQ– Jus!one del 9 gennaio 1906: ç che In ott!nrn zia R:ta. la quale quasJ allevò le sorelle. era la nonna non la zia di Placido, Jl cugi– netto morto ... Né si può più dire che Clapm era (come cquivo.cò il Pascoli) un contndlno èel maggiore Gàllinno: o chinmnre « un tnl Innocenzo» il compagno di scuola - insie– me archeologo e fnbbricnntc di, tortellini: cc tortellos lstos quos videtis hospites ...» - Innoçenzo Dall'Osso. Cosi c·è il non piccolo equivoco sulla data della ccPeCOre1la smar– rita» che non è affatto del 1909 (!! « Mnr– zocco » allorn. pubbllcò una lcttern sul poe– metto) ma del 1906 (cc Illuscrazlone itnlia– na », capodanno 1906·'07). Purtrop;,o, per i grossi studi bisogna lavorare talvolta d! se– conda mano (come sull'indice del « Marzoc- , Cl'». origine forse dcJJ'equ!voco): però nt– tenti almeno alle contrnddfz!oni: « Ln morte del papa» fu pubblicnta nel novembre del 1903(p. 305) o nel febbraio del 1904 (p. 318)? Ma una datn del libro cl porta a più àntc· ressan te correzione: s1 cita wrn Iet.tera del Carducci al Brilli in cui 11 Mncstro parla di aver raccomanda lo 11 Pascoli per r!nsc– gnamento a Teramo: 14 agosto 1881. Qui la colpa è dell'epistolario carducc!ru10. nel– l'edizione Zanlchelll: quella lettera non é del 1881. ma del 1882. dopo la laurea del Pascoli. ed è eia trasportare nel voi. XIV e da porsi in relazione con quella del l 7 ago- sto 1882: i miei sospetti sono poi stati tro– \lUti giusti non solo dalla lettera Brilli-Pa– scoli al Maestro del 16 agosto 1882. nel car– tcgg!o frn le « tre corone» da mt- pubbikalo nell'Omaggio, mn dnlln risposta d:-1 Brtlli che si oousc1·vn in. cnsn Cnrduccl cd è ap– punto del 1882 !vfn ... pnrlinmo un po' mnlc nnchc di noi. In quel cnrt<:-ggio.solo nel pochissimi me.~l d~lln pubbllc-nzionc 110 giù do nccu.,nrc al– cune lncunc-. Esiste proJ.)rlo In Jcttcrn tlel Cnrduccl nll'nm!co Ctistl:mt. preside di Te– rnmo cg:ugno 1082) con tn quale gli off~·c il Pascoli come Insegnante (scouo.5{'1uta · al– rcpistolnrlo Znnlrhclllnno: come quella n Severino del 2b sçUembrc '82). Mn e3istc anche un telcgrnmma del D'Aturnnzio. non _compre-so llt:'I cnrlcgglD citnto: o.vendo egli saputo dnllc prbuissime voci• di una succes– sione al Carducci. fmo dal 30 dicembre 1904 dicevn dn Scttignano nl Pnscolì: « Nessuno JJiùdegno di Le. mio buon frntello. lo rfmau– go nella !.uin Jot.tn. Grazie delln pn.roln sin– cera. Mnndo Il dolce pnnc n Mnriù. Ti ab– brnccio LCnr,rnment.c. Il t.uo Onbr!elc ». (E posslnmo nuche comuuicnrc mfaggiuntn .nJ– l'ep!stolario con gli Scolopi gi:\ 1·accol10dal V1uu1ucci per l'editore Signorelli di Romn: una bclln Iet.tern del Pistelli al Pascoli, per i! Snn GIOVRlUl!do! 1905, che frn J'alt.1-0 pnrln nnch'essa dclln nomina n Bolognn). Ma to111inmo nl Pascoli e alle maggiori pubblicazioni recenti. Oltre nl numero dc « Il Ponte>, (novembre 1955). alla immlnethC ristnmpa dclln Lyrn poscollnnn e del noto studio ciel Cecchl. vn rlcordnto 11 V cd ul– timo volume del Pascoli di E. Cozznni (1955, L'Eroica) che In confronto degli nitri rl• suita nlqunn10 sommario e arrrctt.nto (for.:;c per uscire nelrnnno gil1sto): nllc ru.rnlisipre– cedenti aggiunge solo una .rRpìdlsslma scomn ni Cannina; accoglie invece - come sintesi del lavoro già fat.to e eco di ·sue pnrticolnrl pubblicazioni - un esame minuzioso esscn• z.lahnente formn.le (ln modo che potremmo dire t.radlz!onalistico) della poes!n e della espressione paseoliana: eccezionale finC?,Z:\. suoni e echi, potenza del particolare. vocn– boll in contrasto, nomi magici, contrappunti e armonie, dissolvimento verbale.... o&,'iel'– vazioni attente e utlll. mR- come metodo d !– verse da quello studio sul rinnovrunent.o i~~fi~~acuf~;(~= ,;~N! 1 :fe11~e~rffii~"c1·~! gi. come si può vedere anche dal citnto Q,naggio e da alcunl sbud! de! Flora rncco!t! come Prolusione a Bologna (1956). Il tono del Oozzn.n! resta poi sempre !er• mo all'en tuslnsmo, che scnldn mn ugunglin nnche tro()po t.utt.l I volumi: più feconda è la intuizione - qunsi a illuminazione delle ricche e neute esempliflcnz!on! del l!ngung– gio pascoliano. In pili che c!nqunntn pagtnc .e diciannove pnragrnfi - del Flora, che nel– l'istinto pascoliru10 di ricondurre la poc~!n al primitivo, alrat.t-0 quasi crentivo !rovn ln. ragione del clnsslcLc;mo esprc-sslvo e pro– prio del grecismo del Pnscoll (omerJco. anzi pre-omerlco, specialmente nelle sue t.radu– z!on!) e !n.sieme !I motivo ciel suo linguaggio popolare. elementare. e perOno delle prl– mitlvissiJ.11e onomatopee secondo le voci de– gli nnlmnli. Anche se poi il Flora è preso un poco troppo. e indist,ln~mcnte. dalle vn– rln1.lonl fonnali del linguaggio pascolinno, qunsl per se stesso. E giovn notare- che In unn sun rlv:..i.tutnzione In senso positivo del– la critica crocinnn al Pnscoli. il F.Jorn giun– ge n unn rlvnlutazionc del Pascoli stesso. Un nitro bello studio. insieme nnnlit..ico e sintetico, è quello di ser~io Antonlel!i < f.a poesia del Pascoli. ccl. della Mrr:diann. Mi– Inno. 1955). All'o1mni comune metodo dcl!a « lettura. critica» che da Serro a Onofr1. nnzi dnl Croce nl Flora e nl Dc Robertis hn differenziato l'nt.tcgginmento che fu prr es. del Borgcsc. del Gnllett! e anche del Cccchi. rAntoniclli congiunge un gludbjo critico d'assieme che -- nnche più della ideai di– stinzione del Pnscoli cl! cn.mpngna e di c!t.t.i\ posta a base di t.utto Io studio, per poi ( nel moderno orrore per le formule) met.terln da pnrte - conduce originnrinm<'ntc n due ri ullntl. Primo. 11 rit.rovnmcnto di un Pn– scoli « mnggiorc ». non n<'l contenuto sociale e pntriottico, mn en t.ro lo st,e.s...~PR-$.COli di cnmpngnn. il .qunlc pervndc t.utto un ciclo dl morte reale e mort.e metaflslcn .conclu– dentesi però nel mito drl 1·IPQ-SO e dclln cnso (e (orse clell'hnmortnlitfl). con lo « stu– pore.» contcmplntlvo dclln vita. che è In verrc Jsplrnzione poèLlcn ciel « fnnclullino ». Sccvnclo. sulla scin del ?nsco!i trnduttore (cd è slntomnticn una c<'rtn nffinitfl col Flo– rn) nonché autore dei Carmina - cioè no– vellamcntc clnsslci~tn -. i! dlscoprimento dei Co11viPiali come sintesi poetica. e non solo !onnR.lc. dcll'opcvfl pnscolinnn. o,·c « con– fluiscono le sue molteplici esperienze». Ed io e forse altri dovremo ringraziRrc Anto– nielli di aver ch.inrito n noi stessi nnn no– stra istint!vn slmpnt.in per quella rnccoltn. Anche se. portnto dnl metodo. talvoltn egli giunge a qualche crit.icn esaspcrntn: ne Lrz sfogliatura c'è proprio solo l'« Africa di ma– niera. da cartolina di propagnndn "? e in certi versi di Anticlo « il !Ascino dei roman– zetti dA quattro soldi»? AUGUSTO YICINELLI FILIPPO DE l'ISIS: Case di Assisi (coli. Volplcel!i,' 1923) L'attrazione invincibile che ! grandi ooeli greci (e fra qUC· stì anch~ t:n·prosatore e filo– S<'fo com{' Platone) esercita– no sul pubbl!co colto :a si che spesso sl perda di vLc;ta ciò che costitu!.:-ce il tessuto connetLi– no 1:i aut emergono, nutren– d,•-.:t•ne.q;ief luminosi capola– vori: la cultura normale del mondo '(reco. Eppure fino Rl– l'età romantica e oltre, cioè fino ben dentro ai secolo scor– so, quella cultura forni la trac– cia e le basi a buona parte della problemat!-ca di cui vive– va anche la cose.lenza moder– na; e non so Uno a che pun– to sia da considera re un pro– grcc,so quello sprezzante alJ. bandono de! metodi e delle prospettive della cultura gre- ~~s~~T1)!i?cnd~~ftuc~~al~~~T:m: poranea: Direi anzi di più, n costo di apparire badlalmente ottimista: pro1ulo oggi che l:i comr.,enetrazione fra spe11en– za. morale e storica e cultura scicntWca ha d~terminato un sensibile avvicinnmcnto fhl mondi di cultura, tra rami del– lo scibile che sembravano de– finitivamente sepa.rnti, pro– prio oggi che gli stuperacentl progre.&sidella tisica e tutta la nuova concezione del mondo che ne è sollecitato lmpon~ono un assiduo !avorG di reclpro• co co1Ja·udoalle serie, fino a poco tempo fa non comuni– canti fra loro, delle nostre credenze religiose. delle nootre conquiste fi!osof~he e artisti– che e delle nostre conoscenze s:lentiflohe e ci avvlano quin– di a una nuova concezione en– ciclopedica del sapere, a una philosophia che ritorni al suo senso etimologico di etamore per la scienza». l'esempio del– la cultura gr)?Ca - primo gran- POESIA OLUGINALE E POESIA TRADOTTA * Cetran~olo tra i miti del Tirreno A utobfogra.fia.e mito s'innestano ·in un paesaggio ch'è ancor qu.ello di Virgilio - Dietro le figure del passalo il •poeta nasconde la propria vita, la propria umana esperienza che è del nostro tempo * i11ter,,ista d.l ELIO ~'ILIPPO ACCHOCCA Nella storia. delle traduzioni la sua voce e quella dell'anti- passato come cosa viva tra om- tenderla come un momento ~I· letterarie (ancora da scrivere, co i;oeta è più finzione che real- bre sì rh·ela però come un mo- la realtà spu-Jtuale dhersamen. ma come esiste quella critica. tà. O può considerarsi una reni- do per trasferire l'odierno sen- ce atteggiata da quena che si bisognerebbe pensare ad aJ>-tà costiruita. timeuto e il dinmmn dell'uo- fa dasant.i n noi oggi: un oggi. pron.are anche questa) EtlZ,O Cetrangolo nasconde dietro i mo mocterrio in un. alone di pae- pero. che st.ac.cato da ieri sa• Cet.rnngolo ha già jJ suo mc- miti del 1mssnto In propria n- &iucostnutu, il cui !ìlo concfut- rebbe pressoché dcscno, una ritntlsshuo lX).Sto. E n !oruirgllc- gura d'uomo. la propr!n umnna tore e sotterraneo è raffet.tu ~ rcnltù storicn s1. mn est.esn nl– lo sono le opere o i frammenti esperienza che è e restn onco- so richinn10 nlla memoria de-l.-ln nostra vitn present.e e InLtn sin q\ù tradotti cll Catullo. Lu- rnrn nl nostro t.e11.1po. Ma dove la Mndre che si fa. origine e nostra }>Cr questo estendersi. crezio, Ennio e Virgilio: poeti (·oruincln il poeta e dO\e tcrinl• termtue di un più profondo mi- che è 1l suo vivere ìn r.ol e non hl cui voce oggi rlvlve e si rin- nn l'nblle LradutLorct E' lcCila rnggio, glà a,•,crtibilè nei prJ- d1\'ersn da nol. ma plasmntn \'ern nelle sue senlibili e m~ lma ctomand:\ rome questa ri- nli ,·ersl cli «Nenia»: Urna ma- secodo la nostra at.Lunle senSJ.– clerne e/aborcizionl liriche. Le vol,a a Cetrnngolo? I suol miti terna SILi clfri tirreni - rischia- bJlit:.\. quali, pur pnrtenclo-cln un t.e- clel Tirreno tcon in. Sibilla e rata <lai riaggi l1rnari... Ch'io Il rapporto tra poesia origi– sto d'nltro poeta e cl'nltro tem- Circe. In primula d1 Palinuro e senta. o Madre, come un lUngo nnlc e pocsin tradòLLn rlchla– po, finiscono per nppnrt.energll Cuma. Misc1w e lI Parco Vir• cantò - di culla il tuo richiamo: mn ralt.ro trn invenzione e lln• come un·cl'edl.à. quasi un dono gilia,,o. Pacst1wì e Scilla che dolce rocc - che.mi Jard sonora gunggio, trn ·contenuto e Iormn. prezioso cli cui Cetrangolo chin- ne formano l'ideale it1nernr10) la discesa: e che tornerfl ancor Certo è che le mie poesie e le 111~1 n pnq,ecipnre nnche gli nl- s'mnestnQo alla sua vita, anzi più evi~et~le in « ~:uinn ». far- m!e traduzioni non sono la stes– ln diffonèentlo e ampllnncto nascono d3lla leggenda della sua f-CIn n11ghorc poesm di tutto 11 sa cosa. }:erchè ll procesoo che quel clnssico st.upore che nuc~ vita solitaria e non sai più di· libro nell'amp:o e 1n1ntcrrotto r.orta nll'esprcssione è di\'erso: ra penncle rnnimo di chi s·ac- stinguere olla fme quali siano respiro dej trentaquattro versi: il dnt,o del tradurre. anche se costn nlle fonti delrantica li- gli eclll del passnto a risuonare Ricordo 1111 /1,ogo del Tirreno. liberrunente scelto. esiste tutta– ricn. nelle sue parole, nella sua voce, quale - non so: 111arassomiqlia \·in. come elemento della cren- Ma il pretesto a parlare con nelrnccurnLa ngget.Ll\'a~onc e <e una leggenda - c11e fece SOli- zionc poelicn, sotto specie Jet– çctrnngolo dl questo suo dirit- nel moclulMo ,verso. taria Ja mia vita - ... t 1 errò in- trnrln: laddm·e lI dato delln ro alla eredità del classici. m'è Il Tirreno e la t.crrn di ~e- contro la. Madre. al tup invito - poesia originale esiste come ele– clnto dnlln sun recente raccolta Lrnngolo (egli è nnto n H.utmo d·amòre, alla tua roce, alla ri- mento sotto specie di vttn vis.su– di poesie J miti del 1'irrcno µub- nel Sal~rnitnno_. trn Peslo e Cn- presa . della neuia interrotta tn, nlmeno per là lirica. come blicn..n da Vnm1l Sc.heiwiller e ~ Pnlmuro). e_ In ~st.nn1.iatn su la culla, - e salperemo u11ìti: fntto occorso. com·e esperienza eia Il sonno di Palinuro appena uusurn di quel! eredità rhc gli e sarai tu - l'amata Compagnia diretta. i\'la sono entrambi dati uscito tsnlvnto anzi dal rogo vive dentro e lo nrccnde. E' il della mia rotta - JJlaclda1•erso i della realtà. che non si esaurl• di un camion) dalla Cnsa San- lnrgo soenar:o entro cui il pae– soni. Poesin origin:1le e poesia tn int.rn\ ,·ede ln proprin vitn trndotta. dunque. fnttn di partenze e di nppr~ Il orimo è un libro dm·e nu• di. rapide le ;_Jrimecome rnri tobìo°grnLa e mHo s'in11estn110 i secondi: e tutto nlln luce ciel in un pae~a~gio ci1'è ancor quel• mito che in <e i\llSCno ,, egli chin– lo di Virglllo. E qui gli ele01en• ma sussurro di profondi ram.i t.i che vengono a formare · Jn e in ccCampagna Romnnn » poesia di Enzlo cetrangolo so- chiarisce nel ver~o Essereu1(or– :10 E.alo in apparenza rcsusci• ma del silenzio antico. tati dal passato. Lo schermo Quel suo innato e risolto clas– ch·egli i:one -dinRnz! a sé, fra I sicismo. quel peregrinare nel HASSEG~A Dl FILOSO•'IA A tJUHA DI LUIGI Ql A'l"l'UOCCIU La • scienza nel ''sistema ' '' di Guzzo Il <sistema> di Augusto coscie.nza. Prima del sapere, Nca delle scienze. le qua,Ji so• te reale" è quanto basta per za. La terza parre, di conva• GU7-ZO (• avventura ultima c'è un saper di sapere. pri• lo. ciascuna per sé. abbiano assicurare che doveva già lida della pri1na parte teorc• della mia vita>, come egli ma della scienza e della fi. una log-ica; perché la logica "esserei" quanto poi è stato tica, se ne differenzia per la stesso lo chiama) va lenta• losofia che la riguarda c'è la < è lo stesso pensiero umano "scoperto" e, da allora, uti• diversa impostazione. che è mente prendendo corpo dcfi• filo ofia della coscienza U· in azione. regola di sé med-,. Jizzato in applicazioni tutte quella di chiarire al massi• nito; dop0 l' impalcaltura mana. Il pnmo interesse di simo nf'lla stessa sua funzio• nutJvE. Il che importa slori• mo grado come avvenga il schemaìièa del 1944, conte• Guzzo è di confermare il uo I ne In quants> attuabile, e cità deHa scienza (e della passaggio dall'allh·ità ~cien• nuta in forma di saggio nel sp:rllualismo, senza 'po sibl• stru111ento. organo cli sé me• tecnica conseguente), senza tifica dell'uomo, ricono.sciuta volt.tm~ miscellaneo Filo.so/i lità .di equiyoc.i. La co.nosceri• clcsimo 1:cLlc arncok1zio_ni vi: importare (tffallo un nasce• libera sia nella co t1't1zione 1tal1an, co11te»wora11e1. sono za, 111 realta, e gmd1z10. 0 l'l· ve di cu, sì compone e 111 cui re un mondo pcr virtù magi• matematica sia nella speri• ENZIO CETRANGOLO usciti I/io e la ragione del cerca e riconoscimento del si attua C!>me organismo vi• ca nelle scoperte che ne son mentazione fisica. alla natu• lidi 1947. La moralità del 1950, e vero trovato e riconosciuto venl!' di pensieri·, (pagi.na fatte.> (p. CX,'-::XVIII). La ra, dola la cli sua autonoma .. dove queSfa · mia fa,:ow s. scono mai; e se questi dntl ns. ora La scie11za (Torino, Edi• tale, cd è possibile ricono• CXVIfl, che nnn sono solo storicità dello scienze è vei• spontaneità. Non si ti•atta rnl'era: eterna come · 1 11.0 ''. sumono unn forma poetica. pu, zloni di e Filosofia>, 1955, 8.. sccrlo solo se già lo si cono• pensi~rl scientif-ici ma anclw colo a comprendere la CO· più deàll'acco 1 rd?rSi di due. n,C· ~\~n 7 p 1 ?!!rf~,(t~n~~~/fi ,7i?:,r~n;'. nel diverso modo cli genernrsl, p. CXLIII/52 ), terza parte sce per altra via che non sia prati":!i e moraili. stanza e la consistenza df'lla cess1t .· la og1ca. e la nc:hll· bre » ; in ccAut.orltrn.tro ». ~~;~/e~~~~~~~ci.vid.enti i loro rap- dell'insieme previsto g-lobal• l'esperienza. La questione dPl!a logica natura. anziché un impedì• raie, _m una. un!v!'rsale ne• E' n ques.a segreta nost.nlgln mente in sei parti. le tre già Si norano « tre dirc7:oni in e delle !ogiclle si impone. in mento a questo. cessrln, che 111se I~ ~anglo: che Cetrangolo nttinge In pro- EsiS t e dunque una ricerca st o. scritte e tre da comporre an• cui l'uomo spinge la sua at- quanto da qualche tempo la Così questa filosofia della bav~, ma del!a possibil_ità eh prin ispìrntn venn di poeta, è ric:a della poesia, dove 10 spiri– cora, dedicata a L arte, La tenzione al fine di "sapere". matemat.ica si è 1>rescnt~t.a scienza, che parte d.alla prc. corrisponclers, _dt due libertà nlla mcmorln rimastagli chiu- tosi esercitn e si nutre e si rea• religio11e e La fi/o.sofia. Una è verso la reall'à attua• non come l'applicazione im• senza con apevole dell'uomo che. al. contrauo, spesso non sn e celatn nelranain di mnter- lizzn. Ma non sembrn che là La vasta opera su La scien.• le; un'altra è verso il J>rimo mediata defila logica.. ma CO· ricercatore, torna comè a armonizzano. ne brt1ccin ch'egli nffldn il pto- =•a ~; 1 :~rn~: 11 t::remi~~rer~ za si compone a sua volta dì disegnarsi dell'a1·venirc nel• me la logica stessa, propo. suo òefinitivo ancoraggio Per Guzzo,. è cli capitale pr!o disperato onnto che nppro. stesso n~lln sua individualità, tre psrli, la prima e la te1~,cala massa ciel presente; una ncndosi quindi come regola• ancora a questa consapevo• importanza aHermare la ra• da nl freddo nulla delle cose perchè qualche cosa sempre lo dichiaratamente teoretiche, terza è verso l' "oltre" d'ogni lrice di ogni altra scicnm. lezza, dello scienziato che ri• zionalità della scienza, non inanimate. d>1 cui fantasmi e condiziona. Non Si può dire tut. l'una per fi sare la tesi ge• presznte e cl' ogni avvenire i\l contrario. per Guz10 non cerca e «sa>. I due punti• come _immutabile rigorismo. leggende nvnnznno. unlrhe voci. ta,·ia che li tradurre, nel sen• nerale e l'altra per sviiJP· temporale, direttamente ver• solo csislono tante logiche base, realismo cli fr;ndo e spi• ma come coerenza interna cli n concrctnrs! In nuovn v!tn. so che abbiamo !n~eso, non sin parne le implicanze, la se. so un fo11damento inimule· per quante scienze si danno. ritualismo. si conciliano e si tecniche e di esperimenti. Ma L'autob:ogrnfla allora si fn mi- Jnn att!v!tit creatrice. Virgilio conda essenzialmen'le sturi• vole di tutti I mutamenti., ma e istono anche tante ma• ,;osrcngono a vicenda. e' è eia chieder I se tanta to. ed anche il sentimento di resta sempre V!rgllio. si: mn ca, anche se con la mira (p. CXI). In nessuna clcllc tematiche diverse. S(!{!ondo il Questa, che si è in tal mo• sprcgiuclicatczza possa dav. amore e quello della morte di· in Jntino. Per es~mplo: 1n tra• precisa ed esclusiva di veri- tre direzioni si ra1?J!Ìllt1J?econtinuo tentativo della ma- do s~tccintamcnte analizzata, vero conciliarsi con una me• \tmgono vivi e operanti nlla lu- duiione non poetica. ma« fectc– ficare storicamente la resi scienza nel senso moderno ri• t<;matica di allargarsi a 1!uo: è o!o la prima parte ciel: ta[isica aprioristica, quale re ~cl mito che rnJ!pre~enLa co. Ussime.», conduce n questa ns. già prefissata. Questa si ri• goro amen te metametizza.n• v, oggetti con nuovi ttp1 cli l'opera. Segue una spécie eh quella che Guzzo ribacll,cc s, I anello. di congrnnz,one tra ~ttrdit:\: a distruggere Virgilio duce a pochi elementi SO· te. « C'è però un'altra dire• ricerca. lunga storia delle scienze, per sé. li cl'iscorso divcrrcb• la n!emona del paSrnto e la in unn lingua che ,·orrebbe in· stanziali: < libertà della co• zione, nella quale la ricerca Le ultimr pagine òella Jun• composta dì ampi r!tratli cli be mollo lungo, e non è le• realta del prese,ttc. . terprelnr!o. Ln tracluzione poe. st.ruzione matematica; e li· dell'uomo 9i spinge. ed è fon• t?:t parte intr?(lutliva. sono g-ranclì scie.nziati. cpmc Leo• cito proscguì1:Io in questa se• toN~ 11 i~:~~~ 1rJ'ed~i~;;~ ~~~~;: ticn è la conlinultìt di Virgilio bertà cl' impostazione degli da mentale pc1·ché si rend,t d,'l, c:;u,.zo clcd',_ca'.e alla sto• n!11-ct~ .. G~!1leo e Newton,, e de. Resta qu, a mal_a p~na ta:poes:a origi1la/e. Come v:ene nel presente. osiamo dire un esperimenti fisici, sulla. base po ibile, anzi acldirittu,ra rrc,ta cl<'lla. scienza, o.ucst10• dr v1s10111.sintetiche .com• da accenr1arc che, P;!• la ,t~ rivissuta i·amicn pocsin? E Vil'gilio ron·cmpornneo. e pote• .z sul modello della libertà perché sia pensabile la s irn• ne metnf1s1ca'!'cnt". n_s01111,.p,-cnder!t• ,n_ten pcr•~!- La lura de)! a:1tore, _I Opera e quanta eredità temporis acti si 1•0dl,e Lucrezio. E nllora? Qui della costruzione matemati· za 111oder!1it: ed è il pantare va. data la tes, d,_ libç1tà as• nnom?li:>, clt u,na .sto1.1a d1 delle p111 r~le1ant1 !'ella _at• roncretizza nel verso del poetn non c·è cessuna assmdita. per. ca:. (p. Xl; lo studio dello dire!'lamcnte su grandezze e so)uta elci costn11rs1 delle 100 pag-111eal. cçntt9 eh una tualc l~tlc1atura _[1_Josof1ca, tornando a r:ccheg-ginre in mo- cl è 1 te .· 1 . 11 de modello dt cultura enciclo– pedica sollecitata da un pe– renne stimolo all'indagine - è destinato ad ~er tenuto pre– sent.e da noi con sempre mag– ~lore rispetto, non certo per– ché !a sintesi operata dal sa– pere ellenico nei secoli a ca– vn!Jotra la fine dell'era orecri. suana e l'inizio della nostra era possa racchiudere ancora germi fecondi per le nostre Ti· cerche, ma perché !J tipo stes– so di scienza o!Certoci dall'eru– dizione greca conserva per noi utili su~~estioni programma– tiche. orientamenti metodici e culturali di perenne attualità. vertirc! che cett. va !etto cete• ri, codd. va letto codi.ces,dist. va letto distilixrt. edd. va Jet. to edttores. /art. va letto for– ta..(;se, om. va letto omisft, scù. va letto distiru:it, edd. va let– to transposult. vid. va letto vi– detur, e cosi via, Perciò non sl ouò accogliere se non con gioia una fra le molte edizioni o ristampe che la benemerita Società « Les Belles Lettres >l ci ha amman• nite d1 recente: quella con cui ha inizio la nuova 1>ubblicazio. ne di una delle più sin ~ola.ri e ~:n: 8i;~r~~~iic~~~ii~~!,: sofisti di Ateneo d1 Naucrati. Por ora Ci sono offerti solo t primi due del quindici libri co– stituenti quel monumento eru– dito di cosi orlspnale strut ura, che riprende. a scopo di divul– gazione di notizie. la cornice platonica del banchetto. Gli Iniziati sanno che i primi due libri apparten~ono al g.ruppo Eppure. con quel P.O' di blz. zo:c;o e· d'imprevedibile che n– salta nella condottn dei vecchi molto esperti e Intelligenti, egli è capace cli movimentare anche le sue pagine scientifi– camente più rir-frose e ser stanzio.,;e, parlandoci delle sm– golé edizioni in uno stile festo– sament~ narrativo che fa del seguito degli studiosi dediti al testo di Ateneo una saUeria di quadri e di aneddoti. Ma 11 5UO esprit gaulois di vecchio stamp0 denuncia anche l'esat– to oeriodo storico in cui s'è formato: l'incapacità che Il Desrou.sseaux denuncia di tracciare con mano ferma una sintesi storico-culturale, quel suo d.isJ)erdersi in accosta– menti e delibazioni dì natura. di libri pervenutici so10·1nuna redazione abbreviata d'età bi– zantina. L'editore deve quin<.:t affrontare sin da principio la complessa problematica na– scente dall'esistenza dell'epi· tome. Chiunque sappia poi che per Ateneo noi eravamo Ierml ancora alla meritorìa, ma pur sempre antiquata edizione del KnlbeJ che è del 1890,si ren– derà conto dell'importanza di questa nuova edizione che ha inizio alla distanza di quasi 70 anni. Chi è l'aut-0re della nuova edizione? Uno dei più vene– randi rappre.sentant! deUa più anziana genero.zione di fi.lolo– gi france I: A. M. Desrous– sea.ux, direttore di sezione al– l'Eco/e des Hautes Etudes Co– m'egll stcs.so ricorda. nella ]un– ga introduzione, la sua resi– denza a Parigi in qua.Jità dl studioso rimonta all'anno suc– cessivo a quello In out fu ter– minata J'ediz!one del Kaibel, cioè al 1891 ! Trovarci dl fronte a una cosi Impegnativa fatica di uno studioso ohe coffilnciò a dedicarsi alla scienza quan– do l nostri padri stavano an– cora ultimando 1 loro studi, è cosa che ci infonde una singer la.re co1nmozione. Ed è quasi di monito e di rimprovero per noi I! fatto che solo un uomo di età cosi vetusta abbia osa– to par mano a un'impresa di tanta mole e di tanta difficol– tà, relativa a un testo che tan– ti baldanzosi giovani d'og~! non ardirebbero affrontare. E Quale dottrina ed esperienza !I Desrousscaux abbia PoSta nel– la sua revisione de! testo di Ateneo lo dimostrano le pa– gine dell'introduzione concer– nenti tn tradizione manoscrit– ta, le precedenti edizioni e la epitome bizantina, il commen– to posto in calce alla versione e l'appendice esegetica che chiude i! volume coJ titolo di Notes complémen/a.lres. La co!la.borazione di Charles A– struc appare di dirrtcl!e deter– minazione. tanto è preminen– te In personalità del veneran– do editore. Ma il sentore d'antico, di al– tri ambienti, di altre esperien– ze proviene da tutto 11tono e lo st!!e della complessa Intro– duzione. E' cosa singolare che un'opera così rara, cosi real– mente sui generis come l Dei– pnoso/isti di Ateneo ci sia pre– sentata in maniera cosi Insoli– ta ,co I remota daUo stile e dal metodo abituai! ai moderni e– ditori. Dalle pagine del Des– roussenu..x sembra levarsi vc-– ramenre la voce di un'altra età, di una vecchiaia serena e distaccata, che pure ha ancora la civetteria di presentarci i problemi eruditi con una solle– ticante preferenza per scorci arditi e capricciosi, per diva– gazioni quasi ennet1che, per accostamenti condotti con una sconcertante noncuranza di a.lcun; logici trapassi. Con– fesso che la singolarità dello argomento, la ricchezza dei problemi che vi sono connessi, la relativa novità della mate– ria in questo volume mi han– no attirato meno de! docu– mento umano emergente da.ile parole dell'editore, dal modo con cui egli presenta e illustra la sua fatica. Nei rapporti con l'attuale Francia. cosl satura di esperienze culturali da aµ– parir quasi faisandée, e cosi intrisa e solcata. anzi scavata da un'amara consapevolezza dell'umano e del suo storico cieterminars! da apparire or– mai povera di slancio vitale e rassegnata a rinunciare BIsuo rango di grande potenza poli– tica e militare. il vecchio eru– dito, che dei fenomeni cultura– ][ parla e giudica con un di– s;acco sornlone. con un gusto dell'n.neddot!co e del particola– re che sa veramente di ales– sandrino, con una prontezza a cogliere inusitate corri pon– denze che trndisce l'uomo for- 11\R tosi nei decenni della lette– ratura simbolista, mi è appar– so proprio il oorfetto corrispet– tivo di ciò che doveva essere Ateneo di Naucrati nella Gre– cia del terzo secolo d. Or. Le ultime pagine della sus intro– duzione, quelle in cuì egli esa– mina e presenta ! criteri del,a sua edizione, ono tn realtà ~nn cau.serie autobiografica, in cui Si parla un po' di tut– to, accennando per es. ana pnmn guerra mondiale con l'e– spressione «ìnaugurée pa.r 1•as– sas inat de Jean Jaurès », si tirano in ballo Molière La Fom~aine e BeaumarchaiS ad ogni pié sospinto (come nella cultura francese de! buon tem– po antico), ci si rivolge in se– conda persona all'ami Jecteur, come nelle mernorie accademi– che de! nostri eruditi dn! Cin– quecento n<r!i tnizi dell'Otto. cento. C'è insomma un tale sentore d'nntico, come quello cho esala da vecchi cassetti obliati o da veechie boccette di profumi. E l'impressione è rincalzata dal !atto che l'illu• For~ti~~~a: : r~;~v~f1t~ quei suo trascorrere a scorci eruditi che aspirano a tastare li polso ad una situazione cul– turale trascurando però dJ prof1larne i limiti precisi e lo integrale ritmo. sino al punto di smarrire la clar'té frança~ se e trascendere a una specie d'ermetismo che a.t!atica e di– sorienta il lettore mosso esclu– sivamente da. interessi erudi– ti. questo atteggiamento da graeculus spiritoso e imperti– nente. ma dispersivo e poco costruttivo. che imparenta su~ serio Ateneo col suo editorr, cl rivela !o spirito de: Je<:Pn– nlo 1890·1900 in Francia. d<I decennlo dei Traltés simboli– sti di Gide, della rivelaztone di Pierre Lourilys, di Ju!es Re– nard, di Anatole France. Al ghiottissimo tema della ricer– ca Intrapresa dal Desrouns– scaux si sovra:ppone. quindi~ e st armonizza la ghiotta tem– perie culturale e stilistica con cui egli colora la sua fatica. Di tuttn la summa impo– nente della civiltà letteraria greca ci dà intanto un ongi– na!e consuntivo Carlo Del Grande. U grecista dell'Unl– versità di Bologna, raccoglien– do suo! saggi antichi e nuovi in un volume edito quest'an– no dalla casa R!cciardl e Inti– tolato Filologia minore. Colle sue ponderose opere d'Insieme intitolate Hybns e Tragodia il Del Grande ci aveva abitua-– ti da tempa a sforzi fecondi e ardui di sintesi culturale. Qui, cl parli egli del concetti etici nella Grecia antichissima. in– te,:rando e sottoponendo a re– visione la ricerca contenuta in un celebre saggio del compian– to Giorgio Pasquali. o studll il configurarsi de! concetto di aitlon nella _poesia delle origi– ni o la distinzione fra aedi e rt>psodi, o Il valore del testo degU Erga esiodei, o riesarru- ~~iÌ!er~~~led}'"s.\\~i;t~/;5~i se, o interpreti l'ardua secon– da Olimpica di Pmda.ro o pro– spetti un consuntivo dell'arte di Bacchlllde, o tratti i proble. mi della poesia ditirambica o– comica o le teorie di Demone metrico, o approfond1SCa l'e– spressione lirica di Callimac0, o penetri nella tecnica costrut– tiva dell"'Jn11.o acatisto, la g!""m"' deila linea tellgiosa b1zantma, o tracci un pro!1l0 della civiltà di Bisanzio. emer– ge dalle sue pa,.atnela consu– mata esperienza di un uomo di cultura e di gusto. Uno spi– rito ristretto oonà !orse stu– pirsi che in questo volwne la filologia. stricto se-nsu sia un po• conflnata neuo sfondo e nc-n sia anzi mai tlE:ltipo del– la « filologia minore»: chè m– veae i problemi d'ampio respi– ro appaiono Affrontati con magg·ior frequenza nspetto alle questioni d'ordine parti– colare. Ma in ciò consiste uno degl'in– segna.menti di maggiore porta– ta contenutr nel grosso volu– me del DeJ Grande: per la matura coscienza critica d'og– gi filologia formale e stopa, critica letteraria e analisi delle !dee costituiscono orma! un tutto inscindibile tanto più necessariamente àrticolar bile in tutti l suoi aspetti in rapporto con una civiltà cosi formativa e sollecitante come fu ed è tuttora la civiltà gre– ca. Una !Hologla rispettabile e degna di questo nome deve essere O!!!!'i tutt'Uno con !a più scaltrita coscienza storica. Se mar posso notare come mia , personale impressione che il Del Grande mi sembra più a suo agio nelle stntesl storico-cri ti che d'ampio respi– ro che non nei sa,.o-g; di più preciso intento estetico. Per lo meno debbo confessare che egli non mi ha molto persua– so nella sua valutazione del– la poesia di Bacchilide, che ml sembra riprendere la for– mula ,:ià espressa dal Fracca– roli, da! Taccone e dal Roma– !(TlOli. quella cioè di una Poe– sia di un epigono di Simonide e di Pindaro, volto nl!a deli– bazione dilettantesca di ciò ch'è raffinato e delics.to. spe– cie nell'ambito delle suggesti0- ni v:Sive. Pur mostrando dl av~r letto !I volume del Gen– tili. di cui abbiamo già parla– to su queste colonne, U Del Grande non ne condivide l'in– terpretazione della poesia bac– chilìdea come. di un momento capitale nello svilupp0 della coscienza della Grecia non at. tica neJ quinto secolo av. Or. Ciò lo porta anche a limitare l'eco che Bacchi!ide può aver suscitata nella poesia poste– nore. da Sofocle a Virgilio; quindi per il problema dei raP– port; fra il poeta di Oeo e il poeta di Andes nella ra.f!lgu– razione poetica dell'oltretom– ba egli tien !ermo alla tesi del Norden, che faceva risalire le sviluppo storico d~lle scien• forme ideali. studiandole nel• ~1en7.cstesse. Da questo 11011 n:])f'ra teorqt ;.ca viene eia per clefrn,rc la pos1z1onc del· dernità di lmguaggio'? Al tra- 1 11 • rllcne ." poesia ne ~ ze, anziché contraddire, ha la loro sopa razione eia! sen· v,ene che il mondo, scoperto Guzzo_ glust1f1catç1.. in modo lo splrnuallsmo più avaoz::,· cluttore-poela che in Oetrnngo. sun n~•~n supie.mn e _ctisc_•Ph· confermato in Guzzo queste ·ibile, onde sono applicabili. <' trasformalo nel uo assel lutrnv1a_ non coi:1pl0tamcntr to 111 ~,ento alla ftlosof,a !o co,ivllono ho rii•olto la pri· ~a ns.so ,utn. Cosi è che .vi_rg,. convincimento. m~ nella loro purezza, alla to. ia anche alterato nelle persuasivo. dall Intento d_1clcl<lasc,en,~,. e che la va la 1118 drnr.nnda: ho nou restn e resta V1rg11,o. Però, a ogni discorso sul misurazione dell' t'Sperìbilc. SUP ll"gg-i; < se anche i<' "lcg. con-eggerc l' inespon abilita mole del volume. pur nchle• Qual'è il raworto tra i tuoi orna a fnrsi Virgilio. nel senso contenuto oggettivo del sa• sen7,a che questo si infram• t?i'' son da noi cr>n<'CPite CO· con cui di oli lo i filosofi dcndo una cc:rta lenta medi• « Miti del Tirreno» e /e tradu• che d1ce.·o poc·anzi: vive tmn sire autore - come accade spesso a~li eruditi s11ram1és - vuole insegnarci anche c0se ormai risapute. ci~ come si Jee:!?ee s'interpreta un appa– rato critico. e sente il bisoti:no di dedicare due paaine ad elu– cidare le ,abbreviazioni, per av- due creazioni. indipendente-– mente l'una dall'altra al!'m– flllSSOdi un antico ~ta epi– co che aveva cantato ia cata– basi di Eracle agl'Inferi. Spe– ro di aver dimostrato il co– sciente riecheggiamento del quinto epinicio di Bacchillde da parte di Virgilio in uno stu– dio di prossima pubblicaz,one nei fascicolo delle \Viener Stu– dien dedicato alle onoranze ad A!bin Lesky. pere, sulla scientia, deve es• rn<"tta a ~urbarne J~ rigorosa mc "C?stanti r~,ali". d~. non parlano cli scienza. e cli porsi tazioqe .. no~ impcdisçc d_ial: zio11i dei classici? :1um·a stagione poetica in quan• sere premesso Io studio sul autonomia ~i disciplina pu.l camhtare per nncess,ta lo: 111.mezzo al lavoro che la ferrare ,1_ 'cl1seg1\o_un·,tar10 d1 « Non YOITei.complicare le ELIO FILIPPO !I.CCROCC!I. principio soggettivo del ss1Pe• ramente Jogtca. • 1p. CXIII. q1che". c1oe p 0 r [on-iament, scienza contemporanea com• 1ns1eme. che QU\ m breve st co~e. Ma la poesia s.orica. quel• · · re, sullo scio, che regge e di· Non se ne deve ricavare. pe• "assoluti" Pd "eterni" dei fe- pie, evitando un concetto più è cercato di delineare. la fatta in altri tempi, e cl1e stingue e giudica gli stati di rò. l'esclusiva và!idità teore• nomeni caduchi, una "costan. o meno unilaterale di scien• LUIGI QUATTROCCHI perciò si traduce, bisogna in- (Continua a pag. 7) Quale ricchezza e lucidità di nsultati cl presenta love-

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