Fiera Letteraria - Anno X - n. 6 - 6 febbraio 1955

Pag. 4 TRENT'ANNI DOPO, UNA SCRITTRICE DI RILIEVO lf. LA f!ERA LETTERARIA Lau1•a Lottes quasi Mirella L'interesse della. scrittrice si volge a creare nell'animo di Mirella una pensosa e dolente vita segreta, slanci rientrati, desideri rientrati, rimorsi Le ,tori.e d-f Mirella di Lau– ra. Lattei sono set.te , usclte ~t1a 1 i' P!!Tao~~~al~~ i\t Dom:cm.ica dl Vamba, intor– no al 1920; raccolte In volu– me dal Sandron nel 1924, con prefazione di Ermenegildo Ptatelll, e presto eaaunte· talcM la nuova edJr.:lone di Neri Pozza. a trent'anni di d!stansa, avrà sapore di no-– vit.1 J)er U più del lettori. Diciam.._oaublto che, libro stampato <anche dal Pona) In carattere grande, e ador– no dJ lllust.rulon! (di Mirko :ie~flc~~Sttn~Ìeal ubs:mbf;I~ la bambina dJ cinque anni che è Mirella, nella lettera– tura lnfant,lle cl sta e non ci sta dl cua,: benchè s'inten– de che Vamba e li Plstelll le face&Sero festa, in quel loro spregiudicato e vivido senso dell'anima del ragazz.l, da cut sortivano ne:1meclealml anni, sul medealmo Giornalino, Gian Burruca e Omero Re– di. Per l'appunto, nella pre– fazione del 1924, che 11 Pozza ristampa, U Pl!itelll lodava Mirella dJ non assere e delle solite bamblne del soliti "li– bri dl lettura">: dove ·s1 sen- ~f-g;>!~~:nl~~ ~!:1 1 à at Plnocchlo, e rlnfrcscata dal Platelll fra gll altrl, aotto lo Impulso della nuova pedago– S'faprincipio-di-secolo. In co– desta famiglia di scrittori per l'lnfan.zJa, non accigliati, semma.t al .sospetto di non sembrare abbastanza prt-.1 dl clplgllo, abbMtan7.a compa– gnoni all'euforico uruo di braveria che è del bravi ra- ~~p~~~~~ ii~! da questo libro, ma anch'el– la rientra, pur sempre recan– dovi un s!gillo di pensosità e di misura, con la restante non foltl&lma sua produzio– ne letteraria, tutta dedicata al bambini: al qual! proprio lel. cosi schiva e femmlnll- 1nente squlsltti, si complnce– tà per esempio di raccont-nre le prodeue e (fllerrlere. virtù del Cavaliere di Roncisvalle 0926>. E certo, più simile riuscirà a se stessa nelle fa– vole dello Specchio magico <1953), dove l'ovvio schema fovollatlco, trattnto al vec– chio modo dell' Anderscn, quasi allegoria del troppo dolci veri dell'anima. scopre la voce agoment.a della scrlt– trlce, che raccontando fa co– me 11 1'll1udesse di consolarsi credendo alle verità alluse neJle eaU! trame. Ma è una slt.uulone, diciamo della scrittrice di fronte alla pagi– na, che da una parte le Im– pedisce nel ra.cconto la supe– riore Ubertà di movenze che è libertà della poetica fant..'\– sla, come nell'Andenen, qua– si riflesso del mondo che bril– la, In un aorrùo che si. pro– lunaa. o In una lacrima che cola. aul «uanclale, prima del sonno; d'altra parte, non le permette cU laolars1 e confes– sarat qual 6, distratta come nel racconto di Ronclsvalle, dalle rtme obbligate del ge• nere e per I bambini>. dal– l'euforia pregludl:r.lale che 11 lieto fine comporta. E la sua voce vera non Memple l'Im– postazione della voce: come dls.ae il Cecchl del Gozzano, che anche a lui, per la 11tes– sa ragione, la cosa più Im– portante gli restava e sotto sllenilo, dall'altra parte>. Chi vuole ora toccar con mano la differenza dl con– cretezza fantastica, diciamo appunto di stile, fra quelle ~v~t~feu~f C:lref?:.'°v~~~• 1! Storia lll, Intitolata E poi? , dove Incontriamo Mirella a ~:!o\!: ~ i::::!1/}~~o?et~ te, viene !nttomNSR alle ri– flessioni ansiose dell'ascolta– trice, In cui con.sist.e Il rac– conto. Nel caSQ,mancano al– la favola Incantesimi. Fate. tuorJ. Principi Azzurri, come a6bòndano nello Specchio magico; ma l'allegoria della vita serena che basta a se atessa, non corre con minore facilità sulle rotelle dl una gqu!sttezz.a già scrltt.a prima di scriverla, dove Il llrl&mo in– tenzionale. esercltandosl su una mate.ria bella e pre:r.losa per defl.nlztone (e verde di alberi, aria celeste.,acque cor– renti, uccelli e ftorl, pallore d'alba e sorriso di tramon– to•). quasi Ignaro d'altra realtà che U simbolo, non trova appiglio cui far presa, affidato perciò a cadenze en– fatiche, esterne: e Nessuna principessa del mondo ebbe mal più splendente. mantel– lo>, cioè I raggi di luna dl cuJ andrà vestita la bambina povera. Meno che Immagini, questl sono svolaz.z.ldi !mma– glnl: e specie oggi, tanto tempo è passato sul qua– drante della letteratura euro– pea, non ci vuole acume a scoprirvi l'eredità del rugia– doso 61mbollsmo, mista. del MaeterUnck e d,I Oscar Wll• de. Guardate però, come la papna della Lattes stilistica– mente si precba, In tutte le notazioni che rl({uardano Ja bambina che ASCOita: fin dAl– le battute lnlz.iall. Mirella In castigo nell'angolo per aver guardato nella borsetta del– la mamma. talchè esser chlR– mata anche lei ad ascoltare la favola, vuol dire essere atatA perdonata: e lo sgo• mento con cui Mirella sco– pre, appena dl1tratL'l ln una sorte tanto meravJgllosa. dl– venia. qualcosa che somiglia al suo recente peccato, quan– do la bambina deJla rnvola vuol a-uardare dentro la sca– tola dove cl sta Il t-11 llsmlrno che assicura la felicità: e qut>Iche ln lei mutamente si ulta, nell'attesa che Il ml– atero svelato risponda alle an&e lntfl.!ttnte di cui ella 11te .. s11. arricchi le parole asco!• t'lt.e: e E poi? - Interroga R ftor di labbra MirellR, con voce malrerma >: e fa mam– ma intuisce, talehè non dice che nella scatola non c'era nulla. dando ner finita IP.fa – ,.,,b. nel ounto mlgl19re: e Il p'.anto disperato che le ri- ' ' ... : di EUHIALO DE lllHJHELIS sponde, in claU60la tlnale del racconto: e Oh mamma, non contarlnl le storte che non hanno i:foll >. SI vede do\•e volge l'Jnte-, resse della scrittrice: a crea– re nell'animo dJ J.Urella una pensosa e dolente vita segre– ta, slanci rientrati, desideri rien~ratl, nella specie rimorsi, da cui guardano I e limpidi oochl senza felicità>, non di– menticabile Immagine del personaggio sulle soglie del libro; una senalbtlltà. vibran– te in proporzione di quanto è lperteaa, contro cui ogni piccolo evento di fuori giun– ge a ferire. E s'Intende allo– ra la. pregnanza lirica che lega Intorno a un sol centro le situazioni del singoli rac– conti: nel I, una caduta nel– l'acqua per prendere un flo– re che vi ({Rlleggla: nel Il, Il reat.oso sclntllllo della not– te di Natale: nel lll, lo. fa– vola raccontata: nel IV, la disprezzati\ cipolla per cui Mirella e 11 rrntellino s'im- ~~i:!~~f /. 1 Ìfd~~~to ri\:j~: :~ Vlpe~u!1 50~~rfccl~1 ~l una pipa dJ zucchero; nel \'Il, le rose per una festa di scuoln, l'onomastico della maestra. Più o meno. sono sl– tunzlonl lnfantill, ma la si– tuazione base del libro, cen– tro di tutti I racconti. non ha davvero che rare col genere e llbri di lettura > che poco amava Il Plstelll: Il malac– cordo, sempre lnt.ente e spes– so esplicito, rra i genitori di Mirell:,., onde nn.sce li silenzio e l'ombra, naturale e inne.– turale ambiente della bnm– blna che cresce; dove d!ven– t.ue grandi è pnuroso dovere, e qunnt.o più In bamblna non sospetta che si possa far a,tro che bndare al solo sostantivo, tnnto phì l'accen– to dell'anima batte .sull'ai– gettlvo che l'accompagna: e grande vuol dire senz.a g1uocht e senza capricci >. Nell'ambiente fiorentino, dove la Lattes visse glJ an– ni formativi al tempo del suol studi superiori, l'inven– zione di una famiglia gretta e .sgradevole, non dlrel che nasca spnestit..n: era In Firen– ze della e Voce,, la Firenze dello Jahler di Ragazzo: bensl. nello Jah!er, con un moralismo, In cui l'esempio del P~y si allungava negll echi austeri della Blbbln. e una legnosità rlsentltn, sca.n– dltn, da uomo e montanaro del PeJUce. e E' bene perchè fatto con dlspcraZlone >, so– no parolè di Con me e con glf alpini, ehc potrebbero e.sacre della Lattes, non sor– rls! dnlla vlsltnzlone della Ornz.la sia l'uno che l'altra: ma Il robusto senso vitale dell'alpino che le pronunzia, non le fa molto diverse. nel– lo Jahler, per 11tono che vi– rilmente accetta, dalle oppo- ~J1a w.::::uad~le ~ 1 ~:~c::: vere regalato>. Ciò diventa nella Lattes una rigidità. non vorrei dire morbo.sn, diciamo nervosa, a ,occhi sbarrati: su cui la disarmata sua natura di donna versa, Inavvertite a let stessa, lacrime di elegln; e Il sospiro esclamativo, con– dizione Jdeale della sua pro- ~ll)nz:~ l~~j~lro~~jl~~~ zt050 di gridi: perchè lei, vlt,– Umn subisce. dlclnmo la ctmdanna che le ala negatn la Grazia. subisce nno al punto di fare, proprio come chi accetta, Il bene che deve, ma nell'animo, ostinata, di– sperata, dice di no. Quella durez,,,a In quelli\ dolcezza, con l'Interesse al reale che duramente. compor– ta, è qui l'amnro reagente che dà sostegno f\ ciò che di sognante. Incantato e canta– to, accompagna per contra.– sto l' lnsopprlmlblle slancio della scrlttrlce verso l'evnne– scente Jrreale, mate.Ma alle favole: almeno nella misura di quanto, nelle Storie, acca– de anche 11 contrarlo, che quello slancio ttevlta es.!JO dal di dentro, magari solo di pe– na, la dolorosi\ realtà. Certo, la pnglnR se ne contamina sparsamente di sbavature. una eadenta di plù. un Insi– stere. ltzloso a) limite, di co– se e belle>, come nelle favo– le. un abuao del 305tant1vo ut.ratto In luoso dell'agget- SCJHEDA PER , 7 EHA UACJUl.tl'l'OHE iblioteca Gino ·Bianco Domenica 6 febbraio I955 Sentimento del paesaa nella irica del novece A ripercorrere la strad:t del poeti, seguendo la loro guida segreta, è c:O1110 rifare Il reale itinerario del loro versi di ELIO FILIPPO ACCROCCA

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