Fiera Letteraria - Anno IX - n. 50 - 12 dicembre 1954

Domenica 12 dicembre 1954 LA FIERA LET'tERARIA Pag. 3 GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANI Giuseppe Marotta Mito erealtà inMarotta di EilllLIO CECClll La ricchezza e varietà del temperamen– to e dell'arte di Marotta. forse anche me– a:lioche altrove. si riconoscono In uno del suoi ultimi libri: Gli al11nni del Sole, che si compone di due parti; e la prima, da cui assume li tilolo, consiste d'una serie di tumultuose convcrsa7Jonl e discussioni nelle quali l'ex-bidello di liceo don Fede– rico Sòrlce Illustra ad una comitiva di callegrl stracclonh, napoletani, J personag– gi e gli avvenimenti principali della mi– tologia classica. Ma basterebbero da soli. n consacrare Il volume, tre o quattro rac– conti. d'una dleclna, che ne costituiscono la parte seconda: /~ mandolino, Nel vico impaoliafiaachi, Oli 81>eccM non sanno, L'albero perduto, ccc.: lra I l>cllliSimi che Il M arottn abbi a mal scritto, e nel quali, con leggere1.zn cd eleganza suprema, la sua nrte è al plt) vivo della propria parte– cipazione con gli esseri e le cose. E' un Intreccio leggiadro, di spunti auto– biograftcl, di motivi d'ambiente, cd innu– merevoli figure. Rifiutando, con sempre maggior dcstrcT.J".a ç diversità di risorse, lo sviluppo consequenz1nle dei racconto, e la tradizionale sillogistica di cause, !atti e slgnlftcatl: Il Marotta, Intorno ad un penonagglo come l'Incomparabile mae– stro don Anl<'llo Aponte del Mandolino, ~~~er:i~ser:n;I d:l~~f. Ìad~a~;:r~et!o v!1t~:: giare un pulviscolo, uno star!all1o d'ln• candcsccnte materia poetica, che In ogni cantuccio di queste sue composizioni, por– ta la animazione d'un microcosmo. Che Indiavolata varietà di situazioni. nelle sei striminzite paginette del Ma11doli110. Lo svenimento della zarina al Cremli– no, a un'esecuzione mandollnistlea della e serenata> di Toselll. La sposina che, al– la sua !csta di nozze, presa d'entusiasmo musicale, abbraccia don Aniello Aponte, ed assaggia I primi cc!!onl dell'esordiente geloso marito. Don Aniello. quando gll piglia uno sbocco di sangue. e non po– tendo Interrompere una polka. vomita dentro lo strumento, e due giorni dopo è stecchito sul letto di morte, con sulle col• trl li suo mandolino. O ne.Ila storia di don Aurelio Mlgonc, Il Brummcll rionale. che da anni vive alle spalle della moglie Concetta, modista me– schlnclla. e hanno un !lgllo i..nlcoe scemo. e Cuor mio, parliamoci chiaro>, don Au– relio a,·cva avvertilo Concetta. fin dalle prime e!fuslont amorose. e Io ve,to, In• dubblamente. ma ehi sono? Non ho né arte né parte: che sarà di me? Tu devi sa– pere che lo ucato, che lo figuro, e basta. Posso creare famiglia, lo?> Ma Concetta se l'è sposato lo stesso; e lo mantiene; In• gcgnandosl di contentare le clienti. con I suol cappellini che prova In testa al !1- glluolo. E cosl. tutto Il santo giorno, don Aure.– Ilo vagheggia le cravatte nella \'Ctrlna di Old England: mentre Il Marotta sembra allontanarsi e S\tagare. ed Invece racco– glie e concentra accordi e suggestioni. (Come, nella sua prosa, gli oggetti mate– riali s'Influenzano e ricollegano: e La pun– ta delle sue scarpe subito accetta un rl• flesso della maniglia dell'uscio>. Oppure: e Tagliò una melagrana. vi attinse un n_ag• glo di !anale. e la osservò come un orel1re una 5CAtolapiena fino all'orlo di rubini>.) La soluzione arriva d'un tratto, In una immagine smagliante, In una figurazione decisiva; particolarmente .!ellce nel ,rac– conto In parola. Eccolo a casa, don Aure– lio: e Svolge li pacchetto, avvicina la cra– vatta alla lampada, s'Incanta, esclama. e Concetta, dimmi tu.> Il !lgllo ride e continua a ridere; ha tuttora sul capo (quei riccioli sen1.a età) li cappelllno del• la signora ,Glaqulnto >. Per parte loro, le ventidue conversa– zioni di mitologia greco-romana che costi– tuiscono, abbiamo detto, la prima metà del volume: rissosi trattenimenti della pc, ripatetlca accademia degli scalcagnati calunni del Sole>, In sé recano una trova– ta. un'Idea cosi gustosa, e al medesimo tempo vitale e profonda, che a qualsiasi momento li suo latente colore può com• pensare cvent unli. lievi scarti dell'esecu zlone. Oltre n.ll' ex-bldello Sòrlcc, perso• naggi come I l go bbetto Rosario Nt'-pcta, come Il cornuto fruttivendolo e pregludi• cato don Salvatore Cadamai 1orl, o Il fat– torino telegrntico Vincenzino Aurispa e I tre o quattro restanti. lralasclando lnler– locutorl d'occasione. sono brillantemente presentati e manovrati: come I pretesti e gli Incidenti degli Incontri nelle varie sta• gionl. località e solennità. Né sarebbe poi da far troppo caso. se la messa In moto di qualcuno del ,·entidue dialoghi !ossc me– no riuscita: che succede anche nel Dialo– ghi dl..._Platone. O\'\'io dirlo, il Marotta rMve fino In fondo la ricchezza d'una tradizione fanta– stica e sentimentale che, sulle banchine e nel e bassi> di Napoli. non meno che nel sublime scenario dei Campi Flegrei, si te– stimonia, nel sembianti, nelle parole, nel costume, come. nel toni della luce e negli aspetti delle cose, con una !or,.a di sugge– stione che a chi la Intende !a traboccare il cuore. Nella cosclen1.a ciel ph) miseri e Ignari egli ha risuscitato, come da atavici ricordi, qualche immagine e senso della vita cosmica che si esprimeva nelle gran– di ligure mitologiche. PcrcM negli Ahmn1 del Sole la Intonazione umoristica gluoca più: che. altro In superficie, come è del re– sto in tulla la psicologia partenopea; e ba– sterebbe ricordarsi Il dovizioso amalgama di buUonesco e di senso delle realtà na– turali ch'è, per esempio, nel Pentamerone. Si vorrebbe citare, dn capo a fondo, l'c. plsodlo In cui Giove si trasforma In nu– vola per accostarsi alln !nnclulla lo. Ma darò almeno qualche riga dalla nascita di Venere dal mare: e ... SI alza un'onda stra– na, piena. carnale, un'onda madre che sllt• ta fabbricando e smerigliando Venere dentro di sé... L'onda !atnle approda e si sminuzza. Dal merletti e dalle !range di schiuma sorge una ftgura stupenda. aorge Venere clic si sfila il nwrc di dosso C'omc ,ma camicia ... la splagi;la rabbrMdiscc; l'universo trema; l'Olimpo con tutti gli Dèl af!acclatl per \'edere, sembra una bal– conata di Toledo quando spuntano I carri di Plcdigrotta >. Con Immagini cosi presti• glosc l'ex-bidello Sòrlce !a Il suo sortlle• _g-lo; e noi l'ascoltiamo con non minor tra- ~fe't}fbr~ 1q~~l~~I cg;m~r~~f/e l'ascoltano EMILIO CECCHI Dopo lapaura ilcoraggio delcuore In. tutti i sette libri di Mnrollll, in un crcsccnl.e svilu11J,o tra. realtà e surrealtà, tra .vc-nti• menti ed est.1-i, è venuto affenmmdm:i wr preciso di.scorso del cuore . L' «oro» della sua pa• giua viene da lontano: chi gli ha attribuito una origine ottocentesca, è fuori .drada Giuseppe l'Ila.rotta a Santa Lucia ~o:o~ 1~•e°rer:re=::-d~f~~~ re. quando non è più l'organo della facllltà Ad un certo punto della ,11a Ji3: ".I[' U ".I[' ".I[' A_ G- E N ".I[' _E C H E V]( V _E patetici o dramma lici cosi Hm- qualche napoletano si ricorda pldl e sicuri che, qualche voi• É~t~~:\'l~~~;h:i; Guapp•·, par.-r.-3•••·e11,·, pa-'••·ette :,; 11 :~.peosa •d un cece... di risto, delle pnrole che ha scn- ~ILj -- ~ ' rJt 11.\lb;l~o~f q~:roci: ~~; tlto e allora dh·cnta scrittore. . letterariamente. ha anche un Coal è capitato a Ol\16CppeMa- Napoli In più. tra queste pa- era quello di un napoletano U• ,•alore utilllarlo. Concorre clGe rotta. 11quale ha &Spettato di gtnc. salratt dall'lnuUle color di El,l ff JCO E1lf A,~T fJ ELf'JI mldo. pennaloso. sentimentale. a rar con0&eere ,::li Italiani " ner quarantaelnque anni per locale e dal ridicolo della pieno di manie e che ,.ede ne se Stet'.iSI.Napoli non è città scrlrere Il suo ~rimo ,·ero 11· mAcchletta. ma nella loro ,·e· . miei un po' doppenutto. Gli !lll'llc a capirsi r-d I napolt'llln bro. intltolato Loro di Nopolt riti\ di gtnte che ,•h'e. ,rt sono Marotta dice: e DI notte ~· fono o per leuera anonuna •· ,e a penna.. lentamente. e IA anni passa,•ano e lntanto Il e difficile definirli. SI va avanti (edizione BomplanU. Tra que• l: azzanem pagliette gna,·o gli abiti di quell'uomo. Tali battute so,·ente gli procu- sua pagina e piena di penU- rlcol'do di quella Napoli ,rtsta con 1uc,a-h1 comuni, con rlferl• gte p11,gtne si tan."lostrane ro- guap~ionr pemac~hlatort di che ml sembra,•a un an-an• ruano del guai e gli face,·anu menti. di corrcz.lonl. quando 1UMr1 era ragano e gio,·ano·. menti 1>3lcologicl ln9Cnul e noscenze e qualcuna ha tutta ~~esslon~ e ancora. per com- gelo>. difficile la ,,1ta. non è pcrsu11.&0 di una !rase IR to si dep osittwa nel suo anni~. sempllcistlcl La Napoli di Ma• l'ana di rutare nellA mcmona pietare II quadro vi è qualche Più d'una ,-atta nell'Oro ,tt Tutte queste storie, adC6- legge e la rilegge. tenendo nel• dandogli qua.cl Il peso .i! un rotta. tutti qucatt suol perso. per sempre. Una potrebbe e5· vicenda Imperniata sulla jet- Napoli. Marotta scrive che in 50, Marot,ta le ha aue spai- la dest,:a un accendlSlgart Ou• rimorso. Nella ,·lta di uno che naggl di cui noi oramai 1'bbla– sere anche don Jgnu!o Zlv1cl• tatura e sul ragù. come 8 dire uni\ certa sltUAZlone.un ctrto le e non cl pensa p1u. Una nhlll Lapre. lo accende. et ~f- scrl,·e. se ,·cramente ~ scritto• mo la chl8\·e. risalgono quasi lo, un gobbo ne !ortunalo nè miserie e •splendori di una suo personaggio ha sulle !ab- ,·oltA sl_ metteva alla macchina fia sopra per spegnerlo. lo nac• re. arri\'a quasi sempre il mo iCmpre al 1920 e qualcuno di– sfortunato. mo soltanto pieno terra. bra espre&<òionl O pl\role 1:-rlt"· per scm·ere e sulla scia degli cendc ancora mento In cui egli capisce qua n\ che in molti an~ qualche ::::it:r1:n:~:11~~~ 0 p!~ noQ!an~11an~~ Sl~! 1 pn~~ ~~b~~~d:nt-~!c~e ~;:-~:!~n s=~ ~;:n~:~:~~b~~t::a J:i:~ antl!1d~~urt~1°1~·,:~~n~! 1 ! !1:~r~~: !~;rrare~:~r~/::: =lb~t ;::~:Il:. l~:o~:r= zicnza: questo, dice Marotta. viaggio . Marotta a\'eva \'Cl\• che rmse che la prud!'.'nzncon- n!me novelleLte. • Per \'!vere•• pare con mogllonl alla Jcan 50, qualche anno fa. un gior- sonftggi prenderanno altri A· ~ roro di Napoli. E cosi per tltrè anni. La valigia era pie- slglle~bbc magari d! con,;1 Je- dice Marotta. Un quindici 8l101 Gabfn, .se è e st ate con magllet- no 111 cui maneggiava racccn• spelli, mn la clvlltA e l'umanl– tutto Il libro si incontrano uo• na di copie di Noi e fl mondo, rnre Irriferibile: nia. ,1a :>ravo ra. m un quotidiano di Roma te a righe vistose. 1. SI capisce dlslgaro Ounhlll a.speu.ando d1 tà di un popolo non po&50nt1 mini come ,·e ne ~no In ogni uni\ r1,,1sta di quel tempi d,.,. napoìc1ano. non i;a rc~ISU:.fl" e su,mpa un Apologhetto sullo che vuol finire regista». Rlldi- Iniziare un raccontino. SI r parte del mondo donne come ,··era stampata una sua pc:-!!- hl inette sulln cnrta. Nel ltl:i9. 1ti/e, che piacque a Ungaretti, cono per fRrlo arrabbiare. trovato da,•anti alla memoria cambiare. Già. su questo. cl ve ne sono da)'pertutto, qual- da no\'clla, che gli cm i.tatn .su una rJvlstn. clnematogrnfic.11.. li quale lo cito pers.lno 111un E' l\lto. con un passo dn ma- una ,::allcria di personaggi di ha ragionato Gino Dor1a. In che prete e qualche 11.ristocrn-palfRtn 75 lire. COnsumat:, il Marotta rcdlsre"a una rubrica suo artJoolo. Mo non era anco- rlnalo e lfl.sua faccia ricorda, cui conosce,•a vita, morte e ml- un libretto stampato nel 1930 ueo come ne sono In ogni an- denaro seri~ una coirul'Ci'.-'°'n- Intitolata , StreUnmente con- 1a ,·enuto Il momento buono. lunga com'e, quelle che dlpln- raooll Si e messo a scrivere di De/ colore locale lcdlzlone La• golo del111. terra; eppure II Jo• te lettera a Mondadorl che lo hd{'nzlalc•· cd nllorn egli si di- e Marot.ta pareva per sempre geva II Greco. Prima che uscls- loro ed ha capito che gli ,•~- terza>. Con L'oro di Nopall di ro modo di pensare. di metter• impiegò come correttN'C di ,-crti,•a a scri\'ere: 1. Quale affogato nel genere rotocalco. se questo suo Oro di Nopo/1, gli nlva fuori un mondo preciso. Maroua, 11nchequello di Oo· sJ nel guai 0 di cavar&l dal pa• bou.e. Era Il 1925. Scgretn.rlo grande attrice perdiamo quan- D'altronde quanto Marotta amici che gli scr1,·e, 1 Mo ado• oon caratteri dennltl, con gc- ria con\'errA leggere per capi• sllccl, Il loro modo di oon.sl- dello casa ediU1ce Mondndn• do recita EIF.aMcrHnl». oppu- pubblica da qualche anno In peravano li tono umorlsUco &Ue parole chiare. Ancht' le re chi sono 1 napoletani prima SENTl!IENTO DELLO SCR!'rTOHE * Come la vita della sua eittà Il poeta dei napoletani pazienti delle sventure e delle miserie, non invidiosi della ricchezza « se presentata bene», tenaci lavoratori, ma soprattutto attori * di GOFFREDOBELLONCI Ogni scritto di Gitueppe Marotta ~ gremito s mo8so come la vita della 8ua cittd. Si chieaoro, alcuni, 86 NaJ)oli fouo daVt1ero quale il Marotta et la rappresentava, cercando nelle pagine dei auoi libri, non la realtà dell'arte, ma quella della vita elio del rc8to t difficile e quasi im7>0uibile accertare ancho pre8umendo di poterla riassumere nello at<lti3tiche. Ma lo svolgimento della 8ua arto ci mostra cho q11ol• la domanda era a&surdrl. Nel primo libro la città era. rievocata negli episodi o nelle peraono conwciute dallo scrittore al tempo della aua giovinezza: lon• tana anche ,,elfo 8J)(Uio poichiJ egli viveva ormai a Milano tra gente di animo e di cott1oni molto di– oorai. Egli mostrava nella pazienza dei aiioi figli la &Ila pi1ì alta virtù, la aua ricchcz::a, il a110 oro di 1,cz::ente: e L'oro di Na])Oli >. Nel ricordo il aenti– meflto del Ma rotta trovava sili la e corda di chitar• ra. > del cuore i toni triali delle canzoni napoletane. E mentre lo vicende familiari ritornaoono alla me– moria in particolari patetici, quelle cittadine ai rag– gnonavono nella fanta8àa in rappre1c11tazioni tipi– che dell'amore e della morte, del giocatore o del guappo, dei q11artieri o dei teatri. La tnadre era rievocata con tenerezza in gesti 1ig11i/ieativi, o rn::lle lacrime e nei sorrìai 81lbitanei, o ·< nella perentoria maniera di parlare dei 8Hoi guai ai SaNti >. Ma la città ci era moatrata nella sua iNdole, nel 81108pirito divent11ti coatume dei 3uoi cittadini: e ogni uomo a Napoli dorme con. s1,a moglie e CON la morte•· Gli dl3sero che la vita in qiwl libro aovcrchiava l'arte o che Na7>0li non era quale l'aveva de&eritta. Riapose con giu8ta hnpa..:ienza che quella Napoli, 86 non la oolevano riconoscere, era hd, Marotta; e con q11esta iroNia rivendicò la sua libertà e vcritc\ di ar– tiata. La prosa di quel primo oohm1e era dunque, a vicenda, rievocativa e sente11.:ioaa, trepida e 3pa– valda, ma insomma proaa di chi t attento ai parti• colari della realtà. Nel secondo volume, e San Gen– naro non dice mai no>, ci dcscriase la cittt\ q1urle gli apparve ritornandovi nel '41 dopo l1mghi anni di 'a&.senza: con il di8tacco dell'artiata, e con la vrosa che nella 811a aintaui aveva i moti e concitazione del ling1taggio napoletano. Il Afarotta trasferiva nella li11g1,a la 8inta88i del dialetto, coal &pericolato nel traJ}Clsao di toni e di immagini come nei giochi di pre&tigio con le parole. E i napoletani gH ai mostra• rono pazienti delle svcnt11ro e delle misorie, non invi– diosi della ricchezza e se preaentata bene>, tenaci lavoratori, bravissimi artigiani, ma. ,oprattutto na– turalmente attori. Recitaoono anche il proprio au– tentico dolore: si recitavano; o dovevano dunque e,sere rapprl:8entati con una proaa dove la parola ave88e i valori scenici di quei discor1i. N•i volihni aeguenti U Marotta iJ andato oltro: ha ool11to, non pilì rappre8entars con arte la rcalUt quale appare alla aua memoria o alla t11m fantaaia, ma fare dei 8Hoi napoletani psr8onaggi di novello o addirittura di romanzo. E ci i) riuacito: i 811oi perso• Naggi sono ben vivi (e intendo artiaticam-011te vivi) poiché la n110Vattmanith dello scrittore ,i i, riaolta tlltta i,i figiire. Gi1l!eppe Ma.rotta ha inaomma dato alc1tni ·l)flrao1taggi al mondo fanta,tico della narra– tiva italiana contemporanea. E mi 3embra. cho non 8i debba diro di più per moatraro la sua importan.:a nella letteratura di oggi. GOFFREDO BELLONCI )f,. ERADEFINITO UN"IRREGOLARE,, Una n:,,eravigliosa timidezza La sua «Corte dei miracoli.» s'è allar– gata col tempo; la sua geografia poetica è mutata: ma e~li rimane fedele a una scrittura semplice, cbe non dimentica gli umori sintattici e di lessico del– la nostra difficile tradizione leueraria * di SALVATORE QUASIMODO E' ;embrato, aU'inizio, che Marotta dovcsae cro– acere con 1in ,uo mondo crcpmteolarc, ai margini degli acrittori e letterari>. Infatti, nol 1936, q1,ando lo conobbi a Milano 1 (frequentava i pomeriggi della nuova generazione c1dturale lombarda e meridionale nel eaUIJ do e Le tre Mario>, fra riasc 1>01ftichc in 8ordina o parole portiane di ragazze della vicina via di San Pietro all'Orto), Marotta scriveva "' ri.viate ill1,atrate 8Cmiromantiche che, allora, erano con81- derate con di8prezzo dai e Pllri >. Scrittore e in roto– calco• lo definivano i critici ermetici o i continua– tori della eatetica crociana. Egli aveva gill, nella aua breve biografia letteraria, qualche libro atampato da Ccschi11a,·e la aua più. acoperta rcaa, appariva. ai lot• tori acveri di debole 11atura umoriatica. Il auo umo– rismo era, poi, il ri,ultato di una malinconia di 7>0po– lan<1 irritfocibìle: non plateale, ma aggrc88itJO, carico di quel pudore, o, meglio, di. quella timidezza che ha l'uomo, quando tenta di radicar8i, con un lavoro let– terario, i11 una metropoli. Però, Marotta ora uno acrittore che inaeguiva i a1«>i pcraonagoi in 1010 1pa• ::io bc,i. chi1uo, con un li11gi,agoio privo di escrci.:::i di pro,a d'arte. Era, d1mq1te, della apecio d°Jgli e ir• regolari>; e, appunto per que8to, ri11aC'ivaa narrare, a,t:ichè d6COrare, fatti e sentimenti comitni. e L'oro di Napoli> era una conqul3ta, 86 l'indeterminatezza di di.scorao, che taloolta af!iorava nella aua pro8a, per 1'11.rgenzadel 8110 lavoro, s'era nmtata in rappre– aenta.:ione concreta. Tl premio e Paraggi> apri alla critica lo pagine migliori di Marotta. Ora, lo acrittore ha daVtloro guardato coraggiosamente 11omini e ogoeW nel suo poesagyio consueto, e abbiamo esempi non rari d'ima durata creativa.. I suoi «contenuti> poasono aem• brare monotoni e fissi in una mi&1,radi commozione ,mwna minore, che limiti il sentimento in due, tre direzioni: gH affetti familiari 8opratt1ltto, o poi gli urti della J)rima età con 11n mondo popolaro, ribol• lente di figitre e tipiche>. La sua e Corte dei miracoli• a'ò allargata col tem,:,o e, ora, anche 11wtando la aua geografia poc- ~cié, ~::o;~: •:t::::::icic:~ 1 ~,11~0:: 11 :fn:g[f~;'~a dt1;:: sico della 110.stra dif!icils tradizione lctterurla. SALVATORE QUAS1111ODO :~~•~ :~e~:~ e'"1n~~~~~n~1:!~ im~!~~~n;i~,-~a e ~-:!~n~~~ :;~U: 0 J:a~~- n ;PJ~ò e~!~': ~~~:::1~: ~::~e: st~~n:;:n~ :~~~! ~lh~-e~ ~:~:~: 1 ~: iar:~~ dia~!~~~t~~~~~~e ~! di dire • Quello e un ~apoll » Je perchC sono personaggt dl gante da sembrare un figu:ino. Mattloll dirige I n1m per tele• ti lettori. Adesso Marotta 6Crl· Mat.toli dirlre 1 rum per tele• Utubanze ,·erso ecru c!fett.l ENRICO E1'1ANUELL1,,_ _________________ ..,.: Bian ·o

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