Fiera Letteraria - Anno VI - n. 49 - 23 dicembre 1951

n terio prorrnmma della R.Al.. ncUa ,ua t.ra srnu.i:..o ne lntitolata dibattito, ha run.ma aettim,ina di novemb re mwo 1r. ondll. la d\SCUMIOne del iC• ~~~tt: ~~~:~~ •1~cr;~i~ w:t ~~ "fr~s~i~lo~:~~~ ateduta con la consueta auto– rità da Sllvlo D'Amico, hl\ por– tato ali" luce le opinioni di quat.tro scrittori lnvlt.Atl a p&r– teciparvl: Albt'.!rlO Savinlo. LI• bero Bta:tarettl. Giorgio Vigolo e O!ego P'abbrt. R iproduciam o in qucata pac!,na le dlchlaru.lo• nt nella klro stesura usenz.Ja le. A concllWone di tau dlchlara– tlont si e S\'Oll<> un lntnesunte dibattito, durante U quale I& tesi di FAbbrl, che SI appoa;"la– va sull'csperh!nza diretta. -delia e Fiera letteraria•· ha rtacouo pa.rtlcolRrl approvazioni. SAVINIO Hancano sopratutto le con– dizioni ·meJ1tall che rendono possibileIl fiorire di questo ornamento della vita. J O CREDO elle la rtvt.tta lettera.ria non ll4 modo di vtvere fn ltalfo per le dtue raolont, eh.e non la fanno vloere ntm-· meno negli altri pae1f, td anche in r,a.t1f dovt la letteratura t plU letta, pfù ,egulta come la Francia. l'1'1ohuterra. Dunque se mancano 0001 le rlvt.ste letterarie è ptrcht manca nel nmtro ttmPO una letteratura, t lt manca ntl no,tro tempo una lette– ratvra t pcchè manca una tradizione di vua. dl ambiente; le condt.ttonl poli– tiche, ,ociali, 1ocldarle: t perch.è man– cano soprattutto lt condizioni menta.i che rtndo110 r,os.slbile Il fiorire di questo ornattlento d ella v ita. Sinonimo di let.te, ati,ra t un plurale neu– tro btino, e ot ia > E ' tl"mpo dl e otla > que– ,1to noitro? Letteratura sottintende bello 1erlvtrt. L'ultima rivista ldtffarla eh.e ebbe l'lta.lla, la e Ronda >, nacque col J1ne r,re– ca,o di rieducare glt italiani allo .reri~e con proprfetiz; più 1emplfcemente al bello scrive re. se ma nca la terra .sotto I pfedJ, come dedicar.si al bello ,crivere? E o got cosi è. E oli ,crtttori. oggi, no11 cccano di .scrh:trt bene, bello, arcano, m.a piuttosto di 1crlvere male. di 1erlotrt brutto. perehè credono co,t di trovare piil JacUmente la e verità>. /lhulone anche q11esta, In questo nostro· ttmpo ti,tto cronaca (cronaca nera, cro– naca rona: 1101& faccio freddure), ha que- 1to no.dro tempa tutto di Jor mazion.l. Vie~ lo letttraturo come coron.anun.to df vrta. orgamua2fone tutto com.pattu e ,enta Jtuure; e l'uomo. allora, libero fn certo ,en,o df preoccupa.tfonf .mattrfall, i,IW costruire me11talmt11te un mondo pfù alto. pfti nobfle, pfù bello. Si trotta di uno condizione df civUtd; com.e dire una 1ocitltl f cui companentt lo ptn&ano tutti allo ltcuo modo. Perch.t dire d'altra parte che btsoona dolerai oool df u 1ia. mancanza dt lttte– roturo1 C'è /or.se 11110 /floso/fo. oogf. c'è Jorie uno pit turo, c't /or,e una mu1lca? Mancano, percht manco ogpf la 11tente omogenea t la ,1curt.t:a e tra nquillit4 eh.e da del prfncfp( c omuni d.ci tutti crrdutl e rf.speUatf. Io ,v qut.to arg omento. caro D'Amico, non ho niente altro da dire. BIGIARETTI La situazione è questa: le rMste di provinciafiorisco• no • lm•ecele riviste di un certo riguardo ralllscono. E FPETTIVAMENTE n termlne allar– mante ml pare a.bbast.aru.a. a:tusun– cato, percM U nostro Savlnlo. qui, cl ha fatto un quadro, un panorama pluttosto preoccupante, seppure rispondente abba– stanza alla nalt.1. Sappiamo tutti che una letttratur.t ha plù. avlluppo 6e cl sono del– le condizioni favore\'0li che la permettono. Ed una singola opera letteraria nasce sem– prt da una combinazione delle due parti, della s ocietà e dello scrittore. Se viene a ma.nc, ue questo rapporto dl società e scrit– tore, s e la aoc:let.à,come dice Savlnlo. non sa che farsene dello scrittore, logicamente l'opera d'arte non nasce. Però ml pare che cl stiamo allontanando. slamo fuori dal semln&to. qui si parla di rlvlst.a let,.. terarla. d'altra parte la premessa. di Sa– ,•lnlo ml pare necessnrln perchè non si può separ,.re le riviste dalla sorte del 11-• bro, e st parla dfLnoi quasi ogni i1,orno di crisi del libro: e m! pare che la crlsl della rivista noi la possl11moInserire t.ran– c;uU:am,nte in qutlla del libro: e quindi m: pAre che la premessa non sia. affatto 1nntlle. M~ vediamo un po' di riportare la dl– scuulon, soprattutto alla rivista. Io cre– do che ae c'è cosa non buona nella for– mu1at1one della domanda, quest.a è la pre– clsuione temporale: perehè la rivi.sta, ID spec!al modo on!. non ..ha fori.una? Bl– soa-nerebbe rispondere: quando mal l'ha i vuta In Italia? Possltun0 citare tutti. le rivlste pr\ncl– })311 de#1l ultimi trent'anni e J)OSSlamodi– re che la •Ronda>, e !A\ Voce> ecc. han– no avuto una funz.lone importante. Io cr~o che li\ tiratura di queste rlviJte. che si dirigevano :i pochi, ern quelli\ di c~rc~ du~mlla Jet.tori: che si possono av,re ancora ~gl. Quindi t1 problema ml pare che non sl poss,, porture nd una dlscu-s– s.c,ne cosi at.t.ualc. cosi contingente-. Co– munque. sta n ratto che in quesU ultimi ennl abbiamo \'bto morire pl\J riviste Che non tn altri tempi: Altre cc ne sono an– cora onl. Ma. a 'parte quelle di una ctr• t.a 1mportanz.a, ci:, ne &ano moltissime :11 provincia. In molte città di provincia. e tu sai, ca– rissimo Fabbri. che a Pot<!ll'l ..'\ e a Pe– scara si pubbl!cano delle riviste lette-rari" che non portano nl'ssun contributo eff'et• tivo alla l ett~ratun., e che servono solo n 1u1ln1a.re la vanttA degli scrittori loc.'\11,· quindi no i non dovremmo occupnrcenc. btsorna registrare questo fenomeno: C'h<! qu! nortseono delle riviste che In rtalt..'\ norlaeono 11010 In pro vincia: e florl5CoM In forme cosl minime e quo.si cl:mdcstlne. Gli 011anl1ml che avreb bero ln vc ce le quf llltè. pe:r esser e vlt.&ll .quelll cloè prodot.tl da a.mblent.l lettem.rl più apprez zati, praL lca– reent.e fa lhsoono. Negll ultimi anni sono morte di più le rlvl.5t.edi un certo nome. Dopo la guerra M'mbrava che si dlrlges– ttro di nuovo veno la rlvtst.a le tcndenU! del pubblico che era at.ato st,imolato mol– m..slmo durante roccupnz.1one t.cdc.1c11, e dalle condizioni e circostanze e pcrchè pri– vato di altre dlst.rulonl. Slcchè dopo l& guerra cl slamo but.tat.J tutt.J sulla rivisti\ con tnte.resse, e abbiamo visto li m&Mlmo di circolazione possibile: che anche allora, tn qu elle c ondl1.lonl part.Jcolarmente favo– . nvoll. e.ra di tremlla-qu11.ttromlla lettori. Io ho fatto L'esperienza diretta che la mas– sima punta era quella del quattromila tet– tori, aJcchè c'è da. dlre, per conto mio, se LA FIERA LETTERAlllA Domenica 23 Dicembre 1951 ferbce alla dl!!uslone: I quat.t.ro- cinque– mlta lettori dr! qurtll pa rlava Bl rta.rettl, 110no, ogf[I, numentatl rtd 8-10 mila. Sa– r'\nno lettori In buomt P!lrte di provincia, ma comunque, rappresentano un aumen– tato lntc-resse verso la letteratura. Più pe&'!tmlst.a, Invece, rela.tlvamente alla. tn– flu~nz..1. che la lett.eraLura può, oggi , es-r• citare. Quindi altro ~ la diffusione, alt.ro è l'!nJluenr.a. Circa la lnfluen1A m l Per• metto di r11.vre assolutamente pesslml.sta, cioè la paroln degli intellettuall. Mg! più di Ieri, ml pare sla diventata MSOluta• mmte mar1tn11le, non abbia quelle coiue– Le ri()iste letterarie do()rebbero quel continuo dialogo che è letteraria - .Nla esiste in - Italia essere il documento, la testimonianza di necessario si S()olg-a in seno a una società guenzt ln rapporto alla vie.a che certa– mente hA avuto In altre epoche, non mol– to lont.ant. La letteratura, come diceva Vigolo. pu0 es.sere ragione di vita. a.I solo fatto che sii\ dentro la vita. La letteratura concepita come ornamento superfluo è una lettura veramente In crtsl. e ml do– mando, allora, se cl dobbiamo proprio ram– maricarci di questa erbi o non piuttosto ranegr ucene. Che una certa letteratura s:a in cri.si , che cioè si vada operando Quella. parllc olare trasformazione per cuJ ALBERTO SAVINIO non d a concludere come ultima mia con– stat.az :ione, che Il pubblico che Iene le m·lste è quel medesimo pubblico che com– pera t libri, vale a dire che aono sempre le solite tre•Quattromlla persone. E la co!pa. non è del pubblico, o non è !0ltonto del pubblico: è vero che li pub– blico ha fatto la bocca a un modo di tea– ge.re più superficiale. td è stato guastato e cor rotto da un ct.rto surrogato della ltt– teratura: ed è un fatto che evidentemente sono alt scrittori che non riescono pl\J .ld fnteregsarlo abbastanza, e au Queato ar• gomento sl avrebbero altre cose da dire, ma. m! pare che 11 mio turno ala qua,1 sceduto. D'AMICO No, un minuto ancora ce l'hai, perehè U mio amico Savlnlo è stato di una eat.re – ma dlacrezione. BIGIARETTI S l può pa,rlare ancora. di Qùest.a atorl& del quattromila lettori che sono aem• pr~ I medeslml: probabilmente OHI non sarebbtro più nemmeno I quattromila di allora. Bl5ognerebbc accertarsi di qu•sto male e bisognerebbe prendersela con 11 cinematografo. pcrthè è li\ cosa plu co– moda che ce la prendlnmo con 11 clncma– to11rafo; e non ft\cc!A.momale pcrchè è un fatto che lo.caren1.a del lettori dipende dalla c11ttlva abitudine di questa lettura facile. di queat.a lettura pa56iva, come di– ceva anche d'Amico, e quindi dal clnema– togTafo discendono I fumetti: ma p1ulare del fumetti non vale ln pena perchè vera– mente s l può affermare che Il lettore del fumet.to è un lettore nuovo, è un lettore che $! avvicina per la prima volta alla carta stampata e non entra nel cerchio del lettori abituali. VN:llamo Invece Il tipa di lettore abi– tuate. Oggi, nonostante 11 J>OMR artermare c;he una delle ragioni della crisi del libro sia di carestia. economica. pure vedhuno che un numero rilevante di lettori spende mJllonl d1 llre in glornaU llluat.ratJ. La fortuna di quest.J giornali Illustrati, Il loro i.viluppo continuo e anche la loro tira– tura. che è notevole, dimostra che non è neppure solo la Questione economica, µcrchè I lettori che spendono, t utti I mesi. miglia.la di lire per I giornali mustr11.tl , potrebber o comp!rarsl un libr o al mese o abbonarsi a una rivista letteraria. Se non lo fanno, è p!rchè è plù uniforme alle loro capacità d\ tettori cd è pl\J aderu•to l,IBERO BtGIARETTI il mezzo del giornale In rotocalco: e tanto più questo giornale è Illustrato e quanto meno è scritto. più risponde alle esigenze del pubblico. Olfatti ml pare bene che I giornali di più IIUCC(':550 !iOno quelll che hnnno le fotograne. Phì fotogl"t\fle. plil g:omall: e restringono lo spazio destinato e.I t.est-0. In queste condlz.tonl parlare di riviste letterarie cl p:uc dlfftcllc, p~rchc non possiamo sostituire I pup:'.lzz! al lesto. Se ili scrittori hanno da dire delle ccv. non P0$50no che dirle con degli ldcogram– ml: hanno bisogno di questo vecchio stru• mento che se.mbra 01i1d lnefficacr, Inadat– to. e del quale nessuno vuol più sapcrnl!. Stando COSl e cose. non so che cosa dob– b!amo fare. uno sciopero, un'agitat.lone di classe. o ritirarci a vlt.a privata. o cam– biare mestiere; questa sarebbe. In fondo, la soluzione pili ldon~a: !e Sav!nlo dice che 11 mondo non !Ml pl\J che farse!ne di questo ornamento della clvUUt..vuol dire che la clvtlt.à non ama ali ornamenti o am& ornamenU di altro tipa, ornament.t 1::-arb&rtcl PlÙ lro&&Olanl. VIGOLO Chiedersiperchè uon esista quasi più Il renomeno"rivi– sta letteraria,, equivalea do• mandarsiperchè un fiammi• Ceronon timone acceso In mezzoa ua uragano. M I SEMBRA che tutti piti o meno ob– bla,no parlato di una erl1t oentrale nello quale a11cl1e Il /otto degli scar,1 I..:Uorf di rhii.,te letterarlt viene os.1orblto come un epfaodlo ,econdarfo. ChitdMII 01101 J)frcht non esUto qua,i pfU il /eno- 111eno e: rlt:i1ta letteraria>, equivale a do– ,na,idorit perchi UH /fammi/ero non rl– ma11e accc,o hl mcuo o 1m uraqano. Ad 0011t modo si potrebbe vedere .!e 110,1 vi sfa ht ciò una J)Ortc di res1xm.1abllltd cht no:, co11rernc solo i lettori. Qua11to a que– sti. i chiaro che la kttllra e il libro ten– dono a $Comparirt, a ,nano a ,nano elle alre Jortnl' ma,slcce e vfolt'nte di df,tro– zlon.e dlsabitua110 l'uomo dall'attfvlta e COII la questa società, questo dialogo? I ·;! b~ GIORGIO VIGOLO DIEGO FABBRI questo ornRmento non è più superfluo, ma t un ornamento sosta.nz.tale, è per me un segno confortante. Una letteratura conta in quanto non è solo un faLto di bellezu Ce Vigolo st riferiva appunto a quella ce.r• ta eSU-tlca nostcana che ha tentato con tanto succes.,o di ridurre la letteratura a un !o.tto di • bellez:,.a >), bensl la rap– µresenlclzlone dra.mmatlea o lirica d1 au• u-ntlcl sentimenti che carattcrl1.2ano una epoca. Quest.n tra.sronnnzlone - se c'è - di un.:i Jett.cratura purrtmcnte ornamen– tale \'er~ una letteratura, come si dice, p1\JImpegnata. mi pare sia. 11 regno di un crlenL'\mento positivo. Del resto è stato 11 solo orlentnmento vnlldo di tutte le riviste serie f.' Importanti. quello che ha lascla!.o un'impronta, de lle con seguenze positive nel costume della nost.ra vita le~ terari.1. JnfatU le riviste i taliane C he han– no avuto un,1. cert.3. Influenza sono staLO proprio •LR Voce>, cL3. Ronda>. di çan lungo. le più Importanti, le più complete, ben più profonde-. Le riviste letterarie dovrebbero essere un PO' Il documento la lcltlmonlanza di quel continuo dialogo che dovrebbe svol– gersi in seno a una crrta società lettera– rlft. Mo. ml domando se da not c'è questa Società, se c'è questo dialogo? Se de-bbo essere !rt\nco debbo dlchl:\r&re di no, e lo dico basandomi proprio sulle mle espe- daUa fnttllloenza. Ciò parta a una vtra per render,! in11acco,tabUe, che è Quanto rlen:r..adlrelta. btnchè limitata. della Fle- cr!d ddln parola: e non et ,ortbbe da dire lllegofbilt. ra Letteraria, cioè dal cont.aLto continuo ,tuplr,i lt, co,t pro1eguendo, oli uomini Altri clementi cht J)O.SIOno avere avuto con gll ~rlttorl e collaboratori e let tori. 110n che Icor,ere. non .sapessero pii, ncm- ef/ct'o neoativo ,ano ,tott la mo,acan.:a Vorrei proprio dire che non solo, t.ra ,neno parlare. Jl dllagart della e: llnoua di Ideo!! e di passione per lt idee ff)Ct' ti- noi, manca Il •dialogo>, ma mancano ad• delle aiple > è olà un 1eg110 in quc1to di- /etto sempre di una niallrate,a diltlntlmie dirittura rll argomenti percht si J>OSU ~r;!~:;g;~~ ~':,~~m::io~i~ 1 ~~f1~ 071 /~;1%~ 1 1/e; :r;ti~~tt~ril~c::~i;lo~:~a : 1~-;:::; 1,~ti'e,~:!t ~~r~~~~ d~~l:K~~°:- f1;~c~~~~i. ~:r~:I~ della miuica 11cllo parola. Co11tro lo pa- bili O addirittura ,ub-1t1tsibiliJ: td in- una traccia, che merita di essere pronWl- rola, che una volta era il fatto ce11trale Jitic I sUltml di J)rOpagonda troppa pale- c~t.o ad alt.a voce. ~E:~f t:: ~:1t:i:·•~;'f i~~:f~~~; 1f:~~i~~:•:;~.:~~'.':~'~rJ:Jt51~;Ji: i ~:.:iq ~r~~·: r~~r~~E ut11arlo >. secondo altri •astrazione>. SI zio,ie del pre.sente elle t stata co,itropro- logo, su c ert.l speclrlcl argomenti che cl mira a dlstrnogere la figura. come sf vuole durrntr. perchè 'ha in/altidlto I lettori. rlguarda.no, che, almeno. dovrebbero rt- di,truggrre lo parola, col 1110 ,e,uo, col Qu,.1ta anche è u 11 a delle cau$t princl- guarda.rei. ,uo 1t1ono. con la .ma fdea. Noi aulstlamo pali del dtclino della rlvbta lttterario. SI Parlo di ctrU argomenU nostri, lta• dl rwovo a uno s1xwr11tosa uui:rro contro parla 09 ,.,, molto ,peno· e si rivendica llanl, cnazlonall >, queall argomentJ. t.tplcl le immaolnf. Un q11adro·,utratto l /orie a t'QC'- oroua la lfbert4 dtlla cultura: ,no che aono alla ba3e di ogni ltLt.eratura na- 11110 parola d! sigle: ma t1l1te anche u11a Qtll'.Ata libtrl4 rima11e astratta t retorica, 1.!onale, ma che sono. nel temPO st.Mao, musica a,tratta. a11tlt1prtulva elle t a,a- ,e 11011 trova lo sua coucrcteua nella 1110• propri per cla.'ieuna letteratura. ch'euo una parola di 1lgle. Co11tro la PQ• ralità dello 1crittort e del critico. e nella ora 1 0 ebbo d!chlarare che proprio Que- rola combattono poi, neoll ,tratl vltì lor- .sua Indipendenza di giudl.tfo. Le rfrl1te sti argome nti abituali. ordinari. co11t111ul ght dtlle folle. le forme ,empre più mec• lettn-orie non 1i ltggo110 e 10,10 co.strettt del nm.t.ro dialogo sono Invece J pl\J rari i;;1;:;!~eo/n~te;,~i.~~ll~ •r:tt::!~/ 0 7; ':re,~:i,":;:c,,.'::t::;:,.,:",;!ec1:;:~è 1 d~\!!~ e t pl\J scadenti. ,tadfo O II cinema non rlchll'dono colla• Cifre alla mano, ricavate da un tle- borarlone hitcllettuale, lnttrpreta .done di fonninno estetico e letterario. che I Il mentare statistica degli articoli che r!un- aegt1f O di Immagine, atthiit4 hr.soMma peggiore dtl con/ormf.lmi. gono alla Fiera. Lelterarla. Su dieci arti- dello aptttatore. Essi preientano trna rtal- coli che Arrivano In redrt:r.!oneotto sono tà fo mrglfo ,naterlalltGJ gid data, pre- FABBRI di argomento straniero <di cui quattro o Ja.bbricota, con reazioni prtordinftte: vi cinque di araomento francese) e due di predomina lo $thema meccanico di cari- argomento Italiano <e purtroppo questi care e scorfcore emo:lonl forti e magari ciue non sono sempre I migliori come Qua- crudeli fn maniero diretta. rapida. sem:-,U- lit..\ e :sttletà). ra~~i:· :o~~ '~n~ua~,,~~fc'fahle;::.,,~!W/P~ Che una certa leUeratura w:;:flt;e ~~!:~te.r:~~it':e~I~ ~~1h!.it!~ :rc:.u:!~:t'q:~:, gft~::::~~~e/~~C:''~~~~= sia In crisi, che cioè si vada ~~~~~1:~~es:~ 1 a sc~it.i~~o.~~dl1~~= ~ 1 :;o /~e;;;a J:"':~': 1:ac;, 1 3::. ne;: :!~t;~~ operando quella particolare f~~."':t~r~~ta;~;;r 1 ~~~~':r: :U~llò l"arco 1i tendi" in 11na ct'rta carica tmo- trasrormaziODC per CUI que• strano mondo che ~ ll nostro mondo let- ~:v::t~':,:;.- ~:a~ !~t 0 ,~~.~~~ 0 t t~i1t! ::: sto ornamentonon è più SU• ~i;:'t~~lo ~;~f~~m:.~: 1 !~11:~i. f~ot°~ ft~~t~"~ 0 ds1!i!::!"~, 1 ~vv~; 0 ~~trf,~ 1 c;:; 11 !~; perRuo,ma è UD ornamento Ali1n st ~!~{! 1 ~/a 1 ~fn! 0 ~!~:~~~ n:~tà~- per una eomplelSa durata, di oiornl. SI sostanziale, è per me un se- gomento. ~~::l 1:'!':,e:f~~r: ~!~~fcC:r~id:c:at~:~ gnOConrortante. co~~u~~~e d~I :~m~te~=ne:~:si: ciò alla 1empllffcozlonc più abbrevfata, preoccupante carenza. di ln tereMe per allo 1che:mo p1i colooico nel 1uo dinoml- s ERYENDOMI un po' della mia espe- Quanto rlauarda la vita dcli& nost.ra cul- 1mo clcmenl.o.re. Eiso viene propinato co- rlen:rA. dlrctt.a alla e: Fiera Lettera• tura. E ho cosl dato lmptlelt &mente una me 1111a ,orta di soano collettivo alle lolle. • ria 1- &ano, rtspetto al miei amici più sp!U;Jaz.tone della. fortuna rtlatlvamente che lo rfec1,ono In 1rno atato di o.,,oluta cttlmlslà e. nello st.eMOtempo, plil pes- modesta che le riviste lette-rarle ht\nno passlvitd, supint al buio, i11 uno dato slmlsta. P10 ottlm!st.A per quanto si rt- tn Italia. ::,~!~n:;~~1f1i~~m~~:},::'dl":,ii~a!lo~~/= ,----------------------------: emotivo. lo riporto a un ogonl1mo elcmt:ft– tare, Tanto queste forme di ,pettacolo 10110 1011tane dalla J)Orola, che od e,.se fn rtaltù 1>0ssonofllteressar,f e commuo– ver,1 1111 esseri i,lU ro:zi e /orse a11clteal• camf animali, che J)(J.rttoolano arrcll'euf per la Jazlo11e ciree111edel loro padrone. e uggiola,10 e abbaiano 1econdo f colf. E' chiaro che quanto più ci si abituo a que– ste cmozio11i rapide, /reo11et1Ue violente. tanto più l"uomo si allontana dal gu,to e dalla /urazlo11e della parola. dalle orti del– la parola. clot dalla letttratura. Al con.– trarlo di quanto 11 t detto, la J)Qrola rf• chiede ,empre fl ma,simo di collabora• zione e di attivita /a11to1tlca e ciò ottiene il suo c1dmfne nella poesia. La paroln t sinteaf di vl1io11t, di IUOIIO e di idea. Per il greco che udioo l'esametro di Omero e lo apprendeva a memoria e mentalmente lo ,1won1mzlava. la pnrola t"ra la vera .;.11,\'IO D'AMICO ~,'l;/:a I~o~~lt~t;.!ca cr~~~'" 1~!:1~,~~c:'1:: POESIE di \VILLIA~I BLAKE 'f Il banablno f!perduto O padre, J,odrrl dOtJt te "' voif Xott C"anotti"art i11 fretta. Po~Lomi, padri', parta ol t110 bOM~iM, O io mi perdrrl> •. .Vo" c'tra p,adrt 111tUo NOttt hils: Il bomhi"o tr(J '"olle di rvgiodi'.1. .Vtl ;o,ezo profo11do il bfmbO piONteva E, U vapore o "" · t~atto dilttw6. Lo ferro def so9nf Otstoti, dntati, mio ba,..bi110! f.ri lo solo tioìa di two ntammtJ: Ptrrlil piangi ""' 1110so""O zt,etiltf St•ttlirrti, so" IHO j'l(ldrt, sti (OM "''· .. 01' rhr Trrra l fo Ttrro dei Sat"'ll R qH111i lr wr "'0"1agni", i svoi rvutltii Pt1dri" ,,,in! io t•idi Id mia madre fra i titli dtl ruutllo, tutto luu. e Fra az1ulli am'"a11tati di bio11co 1·a col JHo Tommaso pitrt di zioia. E di iinia pia"tn•o, ron1t tortora f.tmr. Q1rnNdo 1,i pntrò ritorna~tf • Fif,lio, a1tclt'io litngo r11.ralti di lvu 1 ·r1,,11 t11tta noltC" ,ertla Terra dri Soz11i. .\In br,.,ltr mollr r urt"a la diJtt,o di oeqt1t ,\foi tu>" ratgiv".ri lo fetict riva. • Padrr, ole, pa,lre, ('(WJ foaial'IIIO q11i Sw ua trrro d'i"C"rrdttli t iJtdiffrri""tif .\lrglio, asJai mC'&lfo t la Trr.ra dti Sotni Jw/lo lt1tt dtlUl sltlla drll'albo •. At"tlutto, citi ti lta f(JJUJf Sai tv dirMi citi ti lto fòttof Citi ti ha dato vita t dtlto Di Jtt1trir1i, al rtuaUttU, E .r11lproto, t OmMOrbidita Co" "" '"n"to rilvuntt Di lon11giJtt splì"11dr1ttC'; E ti lia dnto "'"a vociJta Cltt dà gioia olla collinaf At"tllttto, thi ti lta iattof Sai tM dirmi citi ti lta fotto! ,,fz,erllrtto, io te I.o dico, Agntflttto, io t, lo dico: .Vì"l te,o "o'"' ti ; frattUo, Pr~chi citiamo St l'Ag11tllo. Ezlì è mitt. Egli t gt1tlilt, E dive""' "" bambi111Uo. Io "" bombi110, hf "" ognt'Uo. Sio'" chiamati col St10 11ome. ..fz11rlUtt• br11i"dr1to! .4z1ttlletto bt,.rdttto! Wl\,LIAM BLAKE (Tr&dulione di Alfredo Rlzurdl) straordf11arkt POtet1,:a ,011ora e vi1fo1ta– rla, In c11i egli rivt"de11a/lammeoolore Ilio ~ Jplcnd,.rt Elena co,1 una luce elle lltl• suna proit::1one mtccanlca potrd mal dare Oggi vi l una erbi nel concttto di lette– ratura. perché vi è una crisi 11tllo pa– rola. 11e1la civilt4 dt"llo parola. A questo vouono avere contribuito a1tcl1e I molh1- te1f df una e1tetlca elle hanno creduto di 1tabillre u,u, pretesa a,aonomia della J)O· rolo, comt parola 10/tanto letteraria. E' ,trnno• µr,.11p·e che In 1111 momento In cui lo parola dm1tva q11asi farr apprllo a tutte le sue /oru latenti di maulma ctpanslonr e comunione ptr /ronttoofort tutto cl6 elle tende o aollocarlo, eua 11 aio quo,1 chiusa In se ,tessa com.e un riccio di mare, tirando /uort tutti f ,uot oculet ._ ___________________________ , { . teca Gino Bianco

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