Critica Sociale - anno XXX - n. 16 - 16-31 agosto 1920

• 250 CRITICA SOCIALE ventare proprietari del podere nel quale lavoravano come salariati o compartecipanti. Si può dire che l'alto prezzo del vino ha facilitato in alcune località lo spezzamento del latifondo a beneficio diretto dei lavo– ratori. Ciò non toglie che la produzione eccessiva di vino, che devesi usare quasi tutta per il consumo in– terno, va a detrimento delle altre capacità produttive della nostra terra, dalla quale non possiamo ricavare altri prodotti ben più necessari alla vita collettiva della nazione. · I dieci miliardi, che gli Italiani consumano di vino, sono sottratti al consumo di ·altri prodotti di mag– giore necessità; perciò le industrie nazionali non inte– ressate alla produzione e commercio del vino ~ono in antagonismo di interessi colla attuale economia dgra– ria italiana prevalentemente enofila. Questi concetti ho specialmente sviluppato nella mia Relazione « La lotta contro l'alcoolismo e gli in– teressi ,iaiionali, con speciale riguardo alla viticul– tura t'd alla enologia» presentata al 4° Congresso antialcoolista italiano ( l ), tenutosi in Firenu nel no– vembre 1912 come preparazione al Congresso _inter– nazionale di Milano, del marzo 1913. Ma, già otto anni prima, avevo richiamato l 'atten– z'ione degli agricoltori italiani sulla nostra errata eco– nomia ljgraria (2) e ciò in occasione del 1 ° Con– gresso antialcoolico (Venezia, luglio 1904) che ap– provava ad unanimità un mio ordine del giorno, con– tenente le seguenti proposte : · cc 1° un'azione ·comune colle varie Opere socia!( che mirano a-1 miglioramento fisico della razza uma– na: Socie là contro- la tubercolosi, contro, la pellagro, Società per ,abitazioni op,eraie, ecc., allo scopo di dare a queste Opere un indirizzo profìJ.attico più positivo e radicale; 2° un'allea,nza colle vari,e Opere s.ociali che hanno per iscopo la riforma etica sl dell'individuo che della Società; 3° un ',azione sin-crona e ,concordata -coli.a rappre– sentanza· cli quegli interessi agricoli ed industriali, svilupp,ando i qt1.ali si abbia a conseguir,e una limita,. zione nelle cullnre e nelle industrie produttrici di bev.ande· alcooliche, azione sincrona f' concordiiita che va.lga: · a) a provvedere mezzi materiali per la propa– ganda antialcoolistica; b) a rencl,e1,especialmente effìooce l'azione da eser– •cilarsi sui pubblici poteri per conseguire riforme l-0gi8lative e per vederr Pispettate le disposizioni già csi$lenti nell"1 legislazione italiana"· (Canfi.lllta). DAVID LEvr MORENOS. (1) A/li <leiCongresso, editi dalla Società per le Indllstrie tipo– grnfìohe G. Spinelli. - Firenze, 1913. (2) D. LEv1 MORENOS: l,a lolla con11'o l'alcoolismo e gli inte,·essi agricolo-industriali; in linda ag,·icola. - PiacenzH., 190-t. PER LARIFORMA BUROCRAllCA · · La riforma burocratica - nel -più ampio senso della par ola - in parte è diventata, in parte sta diventando, il problema centrale e il più. importante ed urgente de lla nuov a storia. Chi dirige questa Ri– vista lo aveva intui.to e lumeggiato ,fin da quando de– dicò anni del suo lavoro ad alcune grandi organizza– ;z;ioni statali - le Poste e Telegrafi, ad eseJTipio - BibliotecaGino Bianco ma i tempi e gli uomini erano immaturi, e del pro– blema non fu sentito e proseguito ohe il lato minore, quello burocratico in senso stretto, degli organici, degli stipendii, delle carriere, ecc. li movimento de– generò e si involse. Ma le nuove necessità'rivoluzio– narie, sprizzate dalla guerra, lo rimbalzano in prima linea e lo debbono ricondurre alla sua vastità essen– ziale. In un certo senso il socialismo è una riforma burocratica, la rivoluzione russa è una riforma bu– rocratica, le riforme rivoluzionarie, ohe il nostro di– rettore prospettava nel suo discorso del 26 giugno alla Camera, . presuppongono una grande riforma bu– rocratica. Tutto ciò va inteso con parecchi grani di sale. Ma, se i socialisti nòn si inginocchiano tutti quanti dinanzi al miracolismo lasciatosi dietro alla guerra, dovranno presto inten9ere come tutte le so– luzioni, che più urgentemente si impongono, impli• cano, • non solo nello Stato e negli Enti locali, ma nelle stesse· aziende private, cooperative, ecc., nei rapporti fra lavoratori e capitalisti, nell 'organizzaziQ– ne proletaria, persino rrel Partito Socialista, la in– st-aurazione di organismi e l'adozione di criterii che appartengono in qualche modo alla riforma burocra– tica. Diamo per oggi sull'argomento alcunè osservazioni alla buona, che ci vengono da un amico - non nuovo a queste colonne -- che martoriò la sua giovinezza ancor fiorente a capo di un grande organismo buro– cratico di Stato. Ma torneremQ sul tema e prosegui– rerpo. La C. S. Tn un Paese dove si stu-dia così poco come nel nostro, la riforma della buro:coozia è stata .anche lropp-o studial,a. Manca solo il coraggio di attuarla, N~n nascondo le grandi difficoltà.' Anzitutto abbiÒ– mo un Governo e abbiamo un Parlamento? Senza l'uno e l'allro non si attn.à alcuna riforma radi<:ale. Finchè il Governo si fa fermare i treni dai proprii ùipendenti -- i quali si dànno il lusso, non di fare la rivoluzione, ma cli f.are if comod"1,ccio loro ritfoando comodamente e coraggiosamente lo stipFmdio il 27 - o fìnchè il Pa,l'lamento ciò -cbnsente o ratifica, è inulile parlare di riforma bur-oc1,atica, Ha, ammesso che ,ci si-a ancora un bri<'iolo di forza o cli auLorilà per inizi>are la riforma, se non per compierla, va p'rima sgombrato il oampo dall'idea proconcelta che si possa snellire e sveltir,e di molto la pubblica amminisb,azione ::wvi-einiandnlaalla snel:– lezza· e svellezza delle .amrqinistrazi,oni private. Ciò non è possibile in nessun -tempo e in nessun 11egime, p(:lrchè 1 'ammìnistr.aziou.e ·pubblica ha dei còmpiti e dei doYeri del tutto diversi da quelli cli una p1iv.ata amministrazione, La quale può anche lroscurare ciel tutto alcuni affari o metLerli in sebonda linea per occuparsi solo in prevalenza degli affe.r'. buoni, men– tre la pubblica amminisLmzione deve~ tc:ner dietro a tutto e dare a tutti soddisfazione !l preoccupiarsi tanto delle interrogazioni o ·d,elle criti-ehe di nn depul.ato intelligent.e quanto di quelle di un dep .lato <:retino, trattaro con urgen;za, tanto la pratica di gr,.inde impor– tanza in se sle$sa ']U.anto la pr&ica che ::liventa im– porLante solo p,er ragioni politiche del lutto •estranee al merito. Ma, dato anche e non concesso che le aziende dellò Stato possano in tutlo e r,er Lutto modellmsi su quelle dei privati, il pcg~io si è che oggi le azien<Ie pri- '

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