Critica Sociale - Anno VII - n. 6 - 16 marzo 1897

CRITICA SOCIALE la. vista giornaliera di tnnto ingiustizie sociali, della neghiltosità premiata e della virtù srortunala. non per– mette che si s,·olgano i concetti di flcrcz1.a e d'altruismo; anzi lo sracciato srruttamento impunito sviluppa in lui tutti i più malsani desideri, per cui si propone d'esser egli pure srttcciato, di romperla. col decoro e colla. co– scienza, pur di arrivare a godere anch'egli in questo mondo la sua parlo di piacere: el val vi na buna loia e/te na t·ica masareia. E poichè lavorando per gli altri, specialmente il bracciante, non trac alcun proflllo dallo suo ratiche 1 o tanto ottiene lavorando di buona lono, quanto tirandola in lungo, trova egli molto più conve– niente questa seconda via: .r'a vagh forl im dan singh 10d, ,fa vouh pian 8inuh i mi dan. A questo punto giova. noiaro che il cinquo non ò numoro casuale, proso ad imprestito per ragioni ritmiche, nrn ricordo di tempi non tanto lontani, quando il lavoro giornaliero dol contadino ora pagato con cinque soldi! Col senso morale, anzi pitì presto o più prorond~ mente, si corrompe o scompare il sentimento religioso. Il preto che predica cd osalta. l'umiltà. o la rassegna– zione, procurando parti di stare sempre coi padroni, che a parole si mostra. rornilo di grandi virtll, ma al fatto poi pensa a godere la sua J>arto di questi spre– giati beni terrestri, il prete insomma che pre1lica bene e razzola malo ò argutamente bollato dal campagnuolo monferrino: chi fa cmè 'l previ di8 va 'n paradi8, chi fa cmU ·, previ fa an ca du cliau el va. Colla morate e colla religione poi ò rovinata nel più basso discredito anche la giustizia. Si grida tanto, si minaccia tanto e si ranno processi ai socialisti quando dicono che quella dei nostri giorni ò giustizia di classe. E perchò non si processa a tale stregua il mio popolo monferrino cho ad ogni piè sospinto ha in bocca il proverbio: el braii à' teila i van 1emp1• a l'a1·ia: chi c·1, la paga i 8tttn sempr tl braii a· teila, e piit cruda• mente o ncora: d'ne e amicisia i 1·eumpu el col a la yiu8li8ia, nd indicare cho chi ha. torto O sempre il mi– sera.bilo o che coi denari o collo protezioni si corrom– pono giustizia e giudici. Dalla poca stima. che si ha. dell'indipendenza. o della rettitudine della giustizia sorge il gran timore che il nostro contadino ha di dover essere giudicato, poichà per lui essere imprigionato anche pre,•entivamento si– gnifica essere condannato, onde affermo.: n~ pcl' t01·t, nè per ,•a3eun, tasti mai bité an ptl'8etm. Si grida tanto che i socialisti tendono a. distruggere la famiglia; ma io vorrei sapere ùa. questi puritani di– r1msori della. famiglia so sono i socialisti che hanno instillato noi miei compaesani monrer·rini il concetto che essi hanno della famiglia. L'amur l'i• y1-a,id, ma la fam la 'l J}(Ua. Eccovi l'amore, o poeti, che n'avete fatto qualcosa. di sopranaturale, di divino: eccovi ramare, o scienziati, cui a.voto affidato le sorti dell'umana. sele– zione. Lo srruttnmenlo, la miseria distruggono o poesia e scienza; por loro nulla. v'è di sacro. Ilo una casa mia, esclamò una scrittrice, o ci diede un volume intorno a questo dotto. Ma fato un po' capire tutLo ciU al nostro contadino. La casa non gli di\ do. vivere, ma bensì la. terra; un covo qualunquo bast.t, purchù non manchi il pane, quindi: tanta ca c11te t' poi vulé, tanta lerci eme f poi beichi•. In tale stato di cose si tenga alto so si può il sentimento della famiglia! Ma.non bnsta. L'interesse individuale, sul quale, nello attuali conr.lizioni, poggia ogni possibiliUl di ,•i\'erc, di– strugge anche i più sacri legami del sangue, si che una sorella non }lUÒconvivoro con l'altra sorella (deu stll'eli ant ina ca, 1, ié u dit:nt cltc nen ul sa), il fratello è spinto all'odio contro il rratcllo (amw· cl' f,·atel, amu,• d' cu:lel) cd il padre dovo guardarsi bene dai suoi tlgli, nò la.sciarsi prendere il mestolo di mano tln che ò vivo, poichò chi duna el {ace so 1wima clfel meura, fann. areica nws8à con nei masseula. Potrei cito.re altri pro\'crbi, ma da quelli sopra rirc– rili apparo già suftlcienlomonte l'o."versione, rodio che il po,'ero ha pel ricco, il quale a. sua volta lo ricambia non solo d'odio, ma. di scherno o di disprezzo. La satfra cont1·0il villano ò un libro molto istrutti,•o, scritto non è molto da un giovane critico della nostra letteratura popolare. Quanto all'odio del signore contro il contadino, bastano a dimostrarlo gli epiteti di cui lo gratifica: paisan, mamaltCh, tarlich, tulipan, mangiapulenla sono i pili comuni. Quanto ai proverbi, uno solo mi piace citarne, o.ltrcttanlo scurrile quanto cspressi,•o: al paisan IJsogna ciuleii la clona e mangeii cl pa,,. Ed ora si osoril ancora dire che i socialisti \'Ogliono distruggero la religione, la ramiglia, la società e tanto altro bollo cose1 Macho resta mai da distl'uggere? No: ben più alto o più geniale è il còmpito del socialismo: la ,·icosll·uzione <lcllasocietà. ROCCA PttO. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO DOTT. F. Cou;TTI: lmlu.ttria ai-menli::ia e imposta di ,·icche:;a molJile nella zona montana della v,·oi:inci<l di J\laccl'ala e, in gene1-e,<lellevrotJincie e.i.:1xml1/icie, con speciale consitlcraziono dei mezzi atli a ft1.,oriro Je piccolo impreso ovine ()lacerata, Js<J6, tipografia Bianchini). Una. cosa. ru ben posta in chiaro, noi nostro Congresso di t~irenzc, circa la propaganda. socialista nello cam– pagne: « la tattica da adoLtare, i temperamenti, lo isti t.uzioni da. caldeggiare, da propugnare. come iniziatrici del mo,•imonto operaio, debbono essere l'espressione dello regioni in cui questo si opo1·a, o la. risultante di quel complesso di onol'gio che rormano il vecchio o il nuovo ambiente della. 1·ogiono stessa». Era lo sluclio locale - in una. parola - che Il Con~resso consiglia.,·a ai pio– nieri ed ai propagandisti; studio locale che, pe1.·un malo inteso senso cli uni,•ersalità o d'internazionalismo - tutto proprio di gran parto dei novatori che \'ivono in società impreparate a seguirne lo ideo - ò rirmlSto fino ad ora nosrlett.o so non disprezzalo. E, se si pensa che, dallo studio delle condizioni locali sgorgano nitido le nostro funzioni, i mezzi nostri immediati di lotta, le formo concreto che questa lotta. indi\'iduano, non si saprà. rispuminre un biasimo ai compagni nostri ( 1 ), o non si potrà. essere che grati al JH-Of. Francesco Colelli che, con cura. e dottrina, SQppo compilare unfl mrnu– zioso. monografia cli una estesa zona del nostl'O centro d'Italia. L'ingiustizia, la flscnlità, la pl'ogre::sione a rO\'C• scio del nosu·o sistema tributario sono prow\lo dal• l'autore con analisi, inchieste, esnmo obbiotll\'O dei fatti; corno sono messo in rilievo le armi umane o pi-ogres– sive di cui si ser"ono i proprietari di grandi mandre, i mcrcnnli di campagna. della Maremma romana o 1 semplici moscelli - tunto più .proda.tori quanto più moscia è la loro origino - per tosare o mandro o pro– prietari d'infimo ordmc. Il titolo dello studio ci dice di quale questione spe ciale l'ttutore si sia principalmente occupato; nell'ultima parlo egli ha. tutta.via. sentito che, non dal solo fisco si dovo \'a.11 Osalvare i piccoli proprietari dell'Appen11i11O ccnll ·a.lo, ccl ha. saggiamente tracci1LtOil piano di 1•iformo che le m utate condizioni della. produzione impongono - pena. la vita - a quei primill\'i pastori che si tra• (I) L'amico Samon·la ,•edrà dalla monograftl\ di lin Traret, che pubbllchlttmo In queste colonne, e da. :i.ltre che abbiamo pronti', che questo biasimo non è meritato che In Jlllrte - ed e~ll ur:'t certo Il primo 11. com11i11cerscne (l,a CRITICA SoclAI,!·.

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