Critica Sociale - Anno IV - n. 2 - 16 gennaio 1894

20 CRITICA SOCIALE La. vostra.posizione - intendo dire dell'intero par– tito o non d1 ,•oi persona - è cortnmento gravo; ani.i ò a dirittura imbarazzante. In Sicilia sono accaduto cose, elio vanno assai di là da quanto potesse mai es• scro nello vostro più caldo aspirazioni, o che parranno a. molti aspra smentita a tulti i propositi o disegni di regolare organizzazione o di metodica propaganda. Ma ommai non c'è elio raro. Taio è per necessità di coso la natura degli italiani. Lo menti si accendono, gli animi si riscaldano, le fantasie si montano; e l'opera., che per consiglio e suggerimento dei più sa,•ii ed espe– rimentati dovrebbe procedere con modi accorti e gra– duati, preciJ>ita d'un tratto vortiginosamcnto. Accoitcrote, ,•oi che roste i primi or,ianizzatori e gli iniziatori del movimento socialistico, tutta intera la rosponsnbiliHt. di una. situazione, la quale, sebbene da voi non 1>ropara1a a disegno nè voluta ad arto, pm•o ò in buontl parte, e parrà. più che non sia, otrotto, por qunnto nò voluto nè previsto, dell'azione vostra1 Taio domanda. ò di certo nello monti di ,·oi tutti, o vi tr.&.vaglia. Rifiutarsi senz'altro di accettare tale responsabilità, sarebbe come voler dire, che a noi socialisti ra comodo di separarci dal proletariato, tutto lo volte che esso, sollevandosi, trascorra in eccessi, cioè motta in giuoco lo suo propl'io passioni, o rivoli, in una po.rolo.,l'indolo sun.. Taio modo di procedere, oltre t\ll essere segno di pusillanimità, menerebbe a questa rincresciosa conse– guenza.: che il vantato socialismo dei propagandisti stia lassù campato in aria, fuori d'ogni conn.cssione con la rcaltil sto1•icae sociale del momento; o che sia uno. rorm!l atnmodernata dello ,po,·l t·adicale. Noiconosciamo molti bra,•i rappresentanti di cotesto ,pori, adoratori di Madonna Evolu~io11e, rifuggenti corno dalla peste dalla J>arola t•itiolu;.;ione; il cho poi, pei buontemponi della giwh·a sociale, si riduco ad un garbato modo di cos1ituirsi nella rrase filosofica un alibi alla vigliac– cheria. Ma d'altra parte il ronJersi, anzi il conrondersi esclu– sh•amcnte con l'attualo inaspettata rivoltn, sarebbe corno un voler mandare in rumo ogni Idea di regolare orga– nizzazione delle forze proletarie, o un barattare il prin• cipio della lotta politica: - il che, in altri termini, si riduco a disconoscere le vie e i mezzi della rivolu.:io11e proleta1•ia. Su questo filo sottilissimo dovranno reggersi lo vo– stre deliberazioni; o non è chi voglia o possa invidiarvi, che abbiate da decider qunJcosa in tali contingenze. Vogliate però ricordarvi, che le decisioni vostre non impegneranno soltanto voi, nè ,·arranno solo a deli– neare la situazione vostra di fronte ai proletari di Si· cilia e di rronte al go,,erno. Le vostro decisioni torne• ranno, o di grande aiuto, o di molto nocumento a tutto il partito socialistico italiano, che solo da poco tempo si ò liberato dalle incertezze, incoerenze ed inconclu• denzo elio lo assedinYano, o d'ora innanzi non po1rà vi– vere, crescere di rorzn e prosperare, se non a patto: di non ricadere nello. fatuità dell'anarchismo; di non cristallizzarsi nelhL goffa. idea del legalita• t·i,mo pnrh,mentare, che poi in a,•voniro può ben ri– solve~i in una nuo,•a requisizione del be1tiamevotante; di essere, di voler essere o di saper essere ispirato som1>1-o al principio della 1·ioolu..:io11e pratica e p1-og1·t$- 1iva, usando modi non preconcetti ma sperimentati di organizzazione, e formo tali di propaganda quali le ri– chiedono la condizione del paese o il temperamento degli uomini. Bib 1oteca Gino Bianco Fuori di ciò è, o il delit·io o la viltà: - di qua da tale linea nasco, e vegeta poi, la. setta, la consorteria, la combriccola, ma non sorgo e vivo il partito. Nè c'ò chi possa. dispensare un partito vero e proprio dal do• vero di studiare lo reali condizioni del momento, por rifarsi sempre di nuoYa esperienza: salvo, che negata. ogni ragione di processo, di adattamento o di progresso, non si voglia ridurre il socialismo al quissiniile della dottrinella. Ho lotto in non so quanti giornali: e Laggiù non si tratta del socialismo ma della ramo.> E poi: e quegli incoscienti danno in eccessi.» La gran sapienza da di~ scussioni d'angolo di farmacia da paesello di provincia! Ma quelli, che in qualunque modo si assumono .il ca– rico di condottieri e maestri del movimento proletario, sanno bono, come YOisa.poto benissimo per vostra ospe• rionza, che appunto i pas1ionali ,cces,i delp,·oleta,•iato t·ivela110la malvagia natura di que1t'o1·dinesociale, del quale il proleta1·iato è viUima etl011ta ad 1m tempo. Augurii vi\'issimi o saluti cordinli a tutti. l'ostro ANTO~IO LADRIOLA. LA BORGHESIAABDICA Il "ento di reazione che sofOa ful'ioso, or qua or lii, nei vari Stati d'Euro/ia, se può ,·attristarci per le l'0\ 1 ine che semina a torno a noi, è altresi, pei socialisti rivoluzionari, un auspicio significante della non lontana abdicazione del potere borghese. Più !unge con sottile, forse troppo sottile ironia, il nostro corrispondente Zol(a,ietlo rileva l'imper• donabile erro,-e commesso dal Crispi, nell'interesse della classe di cui è l'agente d'affari, proclamando lo Stato d'assedio in Sicilia. Con questo « colpo di Stato» di classe, esso infatti ha impresso ben forte e nitido nella somnwssa siciliana quel caratte1-e di t·lvoluztone che in essa era tuttora incerto o ap– pena embrionale. Lo stato d'assedio con tutte le sue conseguenze - censura, arresti in massa ed in bianco, disarmo dei cittadini, 1-egnobrutale della sciabola e dello spionaggio - ossia la sospensione della legge fatta contro la legge, spoglia la 1-epres• sione di qualunque, noi) solo legittimità, ma be– nanco pa1•venza legale. E la Costituzione lacerata, ò il pronunciamento miHtare, è il Borbonismo risu– scitato e inacerbito, è l'insurrezione del Go"erno contro il paese e contro se stesso; è quindi quella abdicazione morale di tutto un sistema, che suol semp,-e precedere di poco, nella storia, alle abdi– cazioni effettive. Nulla meslio di questi denudamenti improvvisi - vere « lezioni d1 cose » - vale a svelai-e al popolo ignaro la natura intima o vera di quel complicato congegno di costrizione o di cannibalismo decorato, in cui esso, dalla ipocrisia costituzionale, ha imparato a ravvisare e a ri"erire il « Governo> e lo « Stato•· Caduta a un tratto la decorazione sapiente, gittata la giubba e disfatta la rosticcia fisionomia della civiltà, l'idra metto fuol'i ignude le teste e le zanne, che ascondeva poco prima, agli occhi dei soggetti, nella orpellatu,·a della legali!,\. Ma questa autorivelazioue non sai-ebbe forse, per so stessa, nè così eloquente nè così efficace, ove non l'accompagnasse una coorte di sintomi accessorii che rivelano la fracidità del sistema imperante. Uno di questi sintomi, che appartiene alla psicologia collettiva, è il terror bianco onde governo, muni– cipii, polizie furono invasi ad un tratto. Bastarono i chiassi o le sassaiuole di alcuni villaggi di Sicilia

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