Critica Sociale - Anno IV - n. 2 - 16 gennaio 1894

CRl1'ICA SOCIALE rn « Che meraviglia dunque - conclude il corri– spondente del Co1•rie1·c, che non ò affatto socialista - so il socialismo - predicato, sia pure~da <1ual– cuno con fini personali - abbia trovato orecchi od animi disposti ad ascollare la J,>redica!r marxisli, colli, inlmprendenti ed animosi delle città hanno sentito che nelle campagne vi em una folla che avrebbe compreso le loro esortazioni.. .. Preparan– dosi inconscia men te ad un moto non preordinato, non 01-ganizz.. 1.to, risult:rnto non da un piano pre– stabilito ma da quell'unanime impulso che ,·iene dal bisogno est,·emo e dal dolore acuto e profondo, le plebi credettero di arrivare alla fine delle proprie sciagm·c. » 'l'alc, \101• cenni, poichò lo spazio non ci consente un pii1 ungo spifrola1·c,la diagnosi di uno scritto1·e acufo e testimon10non sospetto sulla quistiono si– ciliana. Or questa diagnosi ò quella della lo!~~di classe che imper,·ersa do, 1 L111que; dall'imposta p1-o– gressiva a l'ovescio,alla violenza continua o feroce sul proletariato, dall'autorih\ giudiziaria asse1·vita o 1·icaltafa, fatla sfrumento cli rapina e cli dispo– tismo, alla polizia pa1·imonti adoperata al servizio del b,·igantaggio padronale, dalla camorra o dalla l'iolenza elettorale aiutata dal go,·erno all;us 1n·l1110• noctis escrcilato sulle figlie dol servo della i,leba, eccovi in iscorcio, nella 1•cln1.ionc dello scr1Uore mode1-ato,Lutto intet'o il quadro della società e del dispotismo borghese. Ccl'lO,nell'ambiento dell'isola, do\'e l'arbusto tisicuzzo del capitalismo industriale o mercantile é innestalo, a cosi dil·c, sul tronco annoso ma non ancora disseccatodell'antico feuda• lismo, cerli tratti del quadro, quale lo riscontriamo in paesi più civili, sembrano ing1'0ssali,certi altri sono appena srumati o mancano ciel tutto. La ti- 1·a11nide borghese vi ò meno automatica e com– plessa, o le sue esorbitanze saltano all'occhio ,·ude• mente,senza alcun bisogno di analisi. Ma muta ciò fo1-se la natura essenziale o gli effetti del fonomeno1 Poco im\>0rta che lo masse sollo\Taloavesse1·0 oppur no c 1iara e p1•ecisa la formula di Cal'loMarx nella tosta. Corto ò che la coscienza della lot~, di classe le aveva penetrate o che in nome del so– cialismo esse si movovano. La domanda dell'aboli– ziono dei clazii e delle i;uardio campestri, della istituzione della mezzadria. ccc., non era che un g1-adinodella scala che, raggiunto, lo a\'rebbe con• ilotte alla conquista del comune in nome della classe sfruttata, e, per logica continuità di cose, alla socializzazione dolio torre e delle minie1-c. Condu1·,·eleera l'ufficio dei coscienti, dogli orga • 11iz1.alo1·i del 1>n1·tito, so il movimento non fosso scoppiato sollanto qualche anno h·oppo p,·esto, ~la non ò dato agli uomini nò ni partiti pre– figgere l'ora del tumulli popolal'i, nò evitare le ~lontane che p1·ecodono lo conquistodi Roma. Senza lo insm·1-ezioni dei contadini, le l'ivolle, le uccisioni degli esattori, gli incendi dei castelli o •tutli gli alll'i falli pili o men b1·utali e tumulluarii, che il Taino ,-accolse nelle suo 01·igi11i della i"rcoicia c:onlempo1·anea, la Rivoluziono francese sarebbe sto,·icamento inconcepibile, appartet"rebbc al regno dei mi,·acoli. rl dominio bo1·ghese non ebbe alh•a genesi da quesL,. Quando la sommossa dei sanculotli ,·umoroggiù nelle stl'ado di Parigi, a Luigi XVI che chiedeva: « ò questa una rirolta? » « Sire - ru 1·isposto- questa è una l'h·oluzione.• Noi non vor1·em1noche un'analoga so1·p1·esa toc– casse al pal'tilo socialista. Queste cosidette l'irolle della fame, che oggi cominciano in Sicilia e già si propaganonel mezzodìcontinentale, sono i prodromi della rivoluzione che, rcp1-cssa nel sangue e ri• pullulante senza posa, incendierà fra non guarì lulto intero it 1,aee. Il fallimento dell'IL,lia borghese ò ormai ine,·itabile per uo cumulo ben noto di cause. Il monarcato, per salvarsi, sogna, pur temendole, le evontualiti, d'una guerra, a cui i fati lo precipi– tano, come vi spinsero nel 18i0 il secondo impero. Nò al Napoleonide italiano manca il suo fatale Ollivior. Guerra o rh•oluziono son termini che, nello presenti condizioni italiane, come in quelle francesi d'allora, si allacciano e si richiamano a vicenda. Noi non sappiamo con precisione quali saranno lo fol'mo, quali gli effetti immediati della t'iYolu– zionc italiana che i a\·vicina a gran passi. Certo ri an'à. parte una çraude mescolan1.a cli elementi spurii cd incerti: piccoli proprietari ro,•inati, mo– desti reddiluari cui a,-ranno falcidiata la 1·endita. esel'centi oppressi dallo tasso, s~stati e sofferenti d'ogni genere, opemi disoccupalt, borghesi idealisti. .\la, so nell'S0 francese la 1·ivoluzione polè essei· dominata e sfruttata osclusiramenle dalla classe borghese che sorgeva allora alla vita e poteva parlare in nome dogli ideali non ancora sratali di fratellanza e di giustizia universale, oggi, ricor– diamolo, cotesta borghesia rl\·oluzionaria non esiste pili, non no sop1•axvi\ronocho i detriti ultimi o lottanti fra 101•0,La borghesia, nel suo forte com– plesso, O diventata classe reazionaria ed è contro ossa, non con essa, che si muo,ro la rivoluzione. Guai, dunque, al partito socialista se, appartan– dosi in un criticismo sistematico o dotlrinal'io quale ~i conviene alla cattedra e stando alla finestra in attesa dell'evoluzionecompiuta, non sapr~\prendere pe,· tempo il suo posto in mezzo ai 1•ibellidell'oggi ri roluzionari del domani! LA CRITICA SOCIALE, SU UN FILO DI RASOIO Ave\'amo appena scritto 1'a1•ticoloinserito r1uà sopra, od ecco ci per, 1 iene copia della seeucnte letto,·a che il prof. Antonio Lab1·iola indil'1zzava, por mozzo cli Bosco Garibaldi, al Comitato centrale siciliano l'adunato a Palermo la notte pl·ecedonte agli ar,·esti, e che 01•adestinata a veder la luce nella Oiusli;ia sociale, so quo lo giornale non rosse stato in quel montl'e soppl'esso. La lettera del I ,abriola, come l"articolo nostro, accenna a clubb'ìe solleva quistioni che lascia in– soluto ed aperte. ~la il biso~no ch'egli sentì di sollovai•lecorrispondo al sonhmento che a noi rog• gcv:\ la penna nello sc1·h•ere l'articolo nostro, o co1•rispondcrà,clobbinmoarguirlo, ad incertezze o 1wcoccupnzìoniangoscioso che solcano forse, come il nosl1·0,l'animo di molti compagni. Sono lo pro– occupazioni che s'affacciano alle menti vigili c1·un p:u·lito nel1'ora in cui esso, datrincalzaro degli m•cnli, ò gittato di rronte ad un problema impen• sato o decisivo cd ò, quasi diremmo, forzato a passare d'improVl'iso dal campo rclati1•ame11to e- 1·enodella dottrina o della prepamzione sistematica o lenta, che esso può <lomtnal'c, a un campo ben altrimenti tempestoso dove ò piuttosto il fatto che domina o sospinge l'idea. In un'ora cosi gravo di rosp.onsabilifae di con– seguenze, noi pensiamo che nessuna voce intelli– gente del parlito abbia diritto di serbare il silenzio, uoma, 1.•oe11naio. Cm·o Bosco. Leggo nei tclegnunmi tlei gior•nali, elio domani ralll'o ci sarà costi\ a. Palcrmò la. riunione del Comitato Cen– tralo siciliano, per deliberare su la pi·csenlo tristissima.. situar.ione.

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