Critica Sociale - Anno IV - n. 2 - 16 gennaio 1894

30 CRITICA SOCIALE sue me tulle lo capaci!.\ intellettuali necessarie por la direzione economica o politica della società; allora l'antagonismo fl'a le due classi s'intensifica e scoppia in lotto civili. Questo antagonismo ingenerò nel modio evo le guerre dei contadini o i sollevamenti delle città che prepamrono la caduta della classe feudale: e ai di nostri ingenera gli scioperi che mettonosossopm di continuole relazionieconomiche, o le rivolle operaio che perturbano il mondo po– litico. La guerra civile, colle sue ferocie o i suoi orroPi, sogna l"apogeo dell'antagonismo delle classi; la prOSl\d'assalto dei poteri pubblici dello Stato di– ,•enfu la condizione dell'emancipazione della classe oppressa, della classe rivoluzionaria. Lo s·tato diventa la fortezza ove si trincera la classe dominante, incapace a difendersi e per causa della riduzione numerica do' suoi membri e per causa della loro lmbeelllilà ('). Lo Stato ò allora l'organizzaziOM delle forze in– tellettuali o brutali onde ha bisogno la classe do– minante per assicurare le sue condizioni di srrul– t..,mento e per mantenere Ja massa la\•oratrice nelle condizioni di sogge1.ione (schiavitu, sor,•aggio, sala– l'iato) che reclama il modo di produzione esistente. Finché la società òdivisa in classi antagoniste, cioè a dire fln che è nocessario tener in freno una clnsso, l'esistenza d'uno Stato é una rataliu\ che né acqua benedetta libero-scambista, nò esorcismi aoa1-clusti possono distruggere. La classe o~pt•essa che, pel momento, ò la classe rivoluzionaria,de\•e impad1•0• nirsi dello Stato, tt'asforma1•lo secondo le necessità della lotL, o 1·itorcerne tutte le fo1•ze contro la classe eh·essa dee S[>Ossessaro. Nel secolo sco1-so la borghesia francese ora la classe rivolu1...ionaria; essa non si emancipò che ponendo la mano sullo Stato, trasformandolo o sor– ,·endosi delle forze di osso pe1· spezzare lo resi– stenze della nobiltà e del clero. Ma la borghesia, malgrado il suo zibaldone filantropico o le sue do– clumazioni « fralornitarie », si presentava come classe sfultatrice della massa lavoratrice; essa non poteva dunque distruggere lo Stato; al contrario, lo rafforzò o il dì stesso del suo arrivo at potere lo impiegò a comprimere lo rivolte popolari. Lo Stato non poti,\ veni,· soppres30 che dalla classe che abolirà lo classi; e le classi non potranno es– sere abolito so non quando l'antagonismo degli in– teressi economici sa1'\ risolto, quando la proprietà individuale, che ingenera l'anL,gonismo dogli ioto- 1·essi, sa1'i\ trasformata in proprieh\ nazionale o comune. « nacchò non v'è pii1 alcuna classeda mantene1•e nell'oppressione - scri\·e En11e1s- dacchò il do– minio di classe, la lotta per I esistenza basaL, sul– l'anarchia della Jll'Oduzione, lo collisioni o gli ec– ce ~i che ne derivano sono spazzati via, non v'ò pii, nulla da reprimere, uno Stato divenL, inutile. ti primo alto po,· cui lo SL,to si costituisce real– mente rappresentante di tutta la società - la prosa di possesso dei mezzi di produzione in nome della società - sa1-à al tempo stesso il suo ultimo atto come St:i~- ti 11orcrno sullo por;ono cede. il post~ a11·amm101sh't11.1ono delle cose e alla d11•ez1onodo, processi di produzione. La sociofa libe1-a.non può tolle1'tlt'e l'esistenza d'uno ~lato fra sè o i p1-op1·1 membri • ('). ... 1·ec1ommoche, fon qui, tulle le socielil umano si erano divi~e in classi; questa divi~iono era stata la (t; uso qui I:\ ll3rOlll (mbttUUtd nel lllO sunso priniiJi,•o. Ialino. !.'{~tr"1!!:rr~f.~ 1 ~" ~i"o" d 1a:e~t~? c::lf d:N~rri~or:;'l ,-~:i~~ 1 ~1d~I~~ rlr,•i.-. ~:-.oz1.s: SocEaU,mo 11topt$Uco e 1oclt1ti1»10 ,cittlfl/fCO, B10 1oteca Gino ts1anco conseguenza fatale della p1-odutlività poco svilup– pata della socioU\. Laddove il lavo1·0 sociale non fornisce che una somma di ~,•odotti a mala pena eccedente lo slt·otto necessario all'esisto1tza di tutti, laddove il lavoro, p111· conseguenza, as3orbo tutto o quasi il tempo della gran mags-ioranza dei membri della società, questa società s1 dh·ide necessaria· monte in classi. Allalo alla gmudo maggiomnza votata esclusivamente al lavo1-o, si forma una mi– noranza esento dal lavoro di,·ottamonte produttivo o incaricata dogli aOàri comuni della socieu\: di– rezi_one 11onoralo del lavot'O, gororno, difesa, giu · stizia, scienze, arti, ecc. Ma, grazio allo sviluppo sh'tlordinario della pro– duzione meccanic..1,questa dirisiono in classi non sarà più necessaria in una società dove la p1-odu– zione o la disll'ibuziono dei prodotti saranno 1·ogo– lati socialmente o scientiOcamonte. « La possibilità, por mezzo della produzione sociale, di assicum1·0 a tutti i membri della società, non solo un'esistenza materiale soddisfacente che si abbelli"\ sempre piu, ma di garantir 101'0 oziandio il libero sviluppo od esercizio di tutte lo 101-0facoltA nsicho od intellet– tuali; questa possibilità esisto om, per la prima volta, ma esisto » {') PAOl,O LA1''AROUE. ( 1 J I-'. ENOEU: 0J>Cl'O cuau,. LA CONCORltENZA. AL LAVORO. < 0 Tutti ricordiamo lo oscandesconzo dei nostri patrioti contro la. Francia. nllorchò accaddoro i ratti di Aiguos– Morles. Non vi rurono lacrime o rotorica. sufficienti per i nostri rratelli, vittime, secondo loro, dogli odi no.zio– nali. Però, giova ricordarlo, accanto a quello voci e allo dimostrazioni piazzaiuole non mancarono gli scrittori corno Charlos Oido, il Nilli od altri cho indicarono come nei ronomoni economici convenisse rintracciarne lo causo. Ed in sostanza.., diversa.mento da-loro non la pensa il Colajo.nni,che neu·~puscolo dal !it~lo Una _qu~– stionc al'deutc volto raccoghero lo proprie 1rupress1on1, dandolo uno s,·olgimento ed una forma più propri di un abbozzo della questione, che di una vera trattazione. Il ratto di Aigues-Morles non è il primo o certo non sarà nemmeno ruttimo nella storia economica. In questa lotta continua cho ci struggo esso rappresenta una pietra miliare o nulla. pi(~.La caccia _i_nFra!]ci~ si. d~ anli italiani come ai bolg1, sebbene ptu aflln1 da 001 111 r;ancesi por razza, t>er lingua, per religione, per col– tura: laddo"o si rispettano i loiloschi, contro i quali il risentimento politico e la. pnssiono della 1·eva11cltc lut– t"ora non ò spento. La caccia, come regola, si dà. all"o• poraio delle classi pili basso. (sobbono_ lai~ distinz!on~ sia poco accotlo.bile), come a, muratori, ai torra.zz1er1, a coloro cho vivono del più umile la,•01-0manuale; mentre i pittori, gli scultori, i cantanti, i giornalisti vi ranno fortuna più cho _nollamadre p~tria. . . Questa. caccia all'ita.hano, so rosso 11prodotto d1 r1- sontimcnli politici, negli nitri paosi non si dovrebbe conoscero. Jnvoce a Colonin, a Gloucoster, a Deuvcr (Stati Uniti), a Filadolfta, a \Vashing!on, a N~w-Orlea~s, n. Clyde, a Mnllory, a \Vard, ovo gli operai annunzia– vano pubblicamonto che anebbero aggredito o mnl– tra.ttato quanti italiani si rcch~reb~e1-oal _la~•o~o da _lor~ abbandonalo - si sono avuti glt stessi rnc,denti di Aigucs-Morles. Lo stesso accaddo nella Stiria, noll"Un– "horia. a Berna il IOgiugno 1893, f\ Zurigo, a. Londl'a, ~ Bertino: e gli slavi nelle acquo italiano dell'Istria o della Dalmazia pronclono a fucilalo i 1>escatori chioz:– zolti. Ma so questi esempi per sù non sono eloquenti, non scarsegg111noquei di casa nostra: a Roma s1 pren– dono a coltellate nli operai chiamali o venuti da. Na· poli; a )lonza. gli" operai cappellai di Caravaggio; a (') U11aquut1011e m·tleiue del Col:'ljn.nnl. - nom:1, UtT. JUrl8'a vopota,·e, t893.

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