Almanacco popolare socialista - 1897

l'ideale della dig·nità e della libertà personali. Chi potrebbe in questo easo impedire alla folla di volger i tutta al socialismo? È proprio invano che il critico si pianta davanti a coloro che cantano l'inno dei lavoratori e tien loro questo discorsetto: « Miei buoni .amici, perchè tanto chiasso? Voi avete le stesse idee che devoti che .affollan le chiese; soltanto voi date loro dei nomi differenti. Invece di fede, voi dite « solidarietà »; il paradiso in cui Yoi sperate come i credenti, voi lo chiamate società. futura; il g·iudizio uni versale che voi prevedete come essi, lo chiamate il gran g·iorno della rivoluzione. Perchè dunque non conservate i termini vecchi del catechismo? » Il razionalista che parlasse così, si farebbe :fischiare dai socialisti. Infatti quando è mai accaduto che una folla commossa abbia fatto .attenzione a dei rag·ionamenti -ruoti di passione? Sovente leggendo gli scritti profondamente sensati che pretendono di dimostrare vittoriosamente l'assurdità dei principi: socialisti, m'è accaduto di perdermi in una lontana fantasticheria. Io credevo di -essere a Roma, ai tempi dell'imperatore Tiberio, Yerso l'anno 32 o -33 della nostra éra. Nella via sacra passeggiavano due signori di una certa età, gli storici Valerio Massimo e Velleio Patercolo, e un giovine, il :filosofo Seneca, noto per la celebrità del padre e anche già per il suo merito proprio. Io mi avvicinai al gruppo e in risposta .alla cortese formula cli domanda « Che eosa c'è di nuovo? » io rac- -contai loro alcune ·notizie strane ricevute di Palestina: - « È sorto in Galilea un uomo che ha suscitato una immensa effervescenza tra il popolo. Si dice di lui che è nato senza padre, da una verg·ine, e che resuscita i moxti ». - « E i tuoi compatriotti credono a ciò? » - domandò sorridendo Valerio Massimo. - « Essi lo credono - continuai io. - L'uomo miracoloso in egna che la fine del mondo è imminente, che i suoi fedeli entreranno vhi nella vita eterna, che bisogna .abbandonare la famiglia per seguirlo, che i ricchi devono dare i loro beni ai poveri, che non si deve più lavorare, nè curarsi dell'avvenire, perchè Dio Yestirà gli uomini come veste i gigli dei campi, e li nutrirà come nutre gli uccelli dell'aria». - « Basta, basta - interruppe con impeto Seneca - io non vorrei dir nulla di sgradevole contro gli Ebrei, ma se simili dottrine possono attecchire tra voi. .. Allora Velleio Patercolo, tranquillo e pacato, posò la mano sulla -spalla del g'iovane focoso, per calmarlo e disse: - « È inutile prendersela tanto per simili cose. La storia ci insegna che simili movimenti possono nascere di tempo in tempo presso tutti i popoli; ma non durano , perchè non sono ragionevoli. Gli Ebrei si accorgeranno ben presto che il mondo non :finisce e che essi non entreranno vivi in paradiso. L'uomo non può vivere lungamente senza famiglia e senza matrimonio ; nè senza lavorare , come gli uccelli : i ricchi amano i

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==