Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

-4di ottobre di quoll'nnno, dopo il giorno 4 (festn. ùi San Frnucesco), si saltassero 10 giorni, cosicchè il quinto giorno di ottobre di venisse il decimoquinto. La riforma Gregoriana era motivatn. dal fatto che l'equinozio di primavern, retrogradando nel tempo, veniva in disaccordo con uuo dei canoni della legge della Pasqua, quello cioè che l'equinozio avesse luogo il 21 miu-zo. Subordinatamente poi era motivata dall' opportunità di possedere un processo meno inesatto di quello usato fino al 1582 per il calcolo della data della Pasqua. Come si sa, la Pasqua si deve celeùr:ire dai Cristiani nc-lla domonica sogmmle il plenilunio che avviene il 2l di marzo (epoca presunta dell' equinozio) o sùbito dopo. Con la restrizione apportata alla regola giuliana dei bisestili, l'epoca dell'equinozio fu resa prnticam~nte stabile. Certamente il sopprimere i 10 giorni per rispetto della regola Pasquale, presa alla lettera, scompigliò alquanto la Cronologia. Tuttavia, se anche non fossero stati soppressi i l O dì, il fatto della restrizione apportata alla regola giuliana dei bisestili, restrizione assolutamente necessaria, rendeva inevita• bile un lento scompiglio. Cenni storici sulla propagazione successiva della riforma gregoriana. Le prescrizioni della Bolla papale furono obbedite sùbito, o quasi, nella massima parte degli Stati cattolici. In• vece la gran ~aggioranza dei Protestanti rimase fedele al "vecchio stile ,,, per motivi principalmente politici e religiosi. Non valse in Germania che si dichiarasse favorevole alla riforma, nel mm, un uomo tanto stimato ed autorevole come Giovanni Keplero. Dopo molti anni di disputazivni non sempre serene riuscì finalmente, verso la fine del secolo XVII, al matematico e astronomo Erardo Weigel (professore alrUniversità di Jena), aiutato dal celebre Goffredo Guglielmo Leihnitz (suo antico scolaro), di per• suadere gli Stati tedeschi evangelici ad adottare il " nuovo stile ,,, e nella Germania protestante e nei Paesi Bassi ✓ l'anno 1700 ebbe undici giorni di meno, essendosi fatto seguire immediatamente il 1 ° marzo al 18 febbraio. Seguirono l'esempio i principali Cantoni protestanti della Svizzera, come Zurigo, Berna, Basilea, Sciaffusa e Ginevra, dòve si principiò l'anno 1iOl col dodicesimo giorno di gennaio. Ma fu solo nel 1752 che l'Inghilterra si unifòrmò al calendario gregoriano, per volere specialmente di Lord Chesterfield (Filippo Dormer Stanhope, scrittore ed uomo di Stato). Lo stesso fe. cero nel 1753 la Svezia, nel 1784 parte dei Grigioni e nel 1798 il rimanente, come pure Glarona e Appenzell esterno, per decreto del Direttorio della Repubblica elvetica. Come curiosità si può notare che il comune di Sue nella Bassa Engadina Biblioteca Gino Bianco volle ostinarsi a mantenere il vecchio stile fino al 1811 e cedette solo di fronte ad una minaccia di intervento punitivo armato. Ai tempi nostri il calendario giu• liano è rimasto in vigore, come si sa, soltanto presso la Chiesa greca ortodossa, cioè presso i Russi, i Greci ed i Cristiani d'Oriente. La differenza è attualmente di 13 giorni, essendo cresciuta di tre unità rispetto al suo valore primitivo, per causa che gli anni secolari 1700, 1800 e 1900 furono bisestili nel calendario giuliano e comuni in quello gregoriano. 'l'ale differenza rimarrà di 13 giorni fino al 28 febbraio 2100 (gregoriano). Non è improbabile che, raggiunta la pace, la Chiesa ortodossa s'uniformi al calendario gregoriano. Si parla da lungo tempo di cambiare la distribnzione dei giorni nei mesi del calendario gregoriano in una forma più razionale. Noi siamo d'avviso che una tale riforma. così poco rispettosa delle tradizioni storiche, non sia necessaria, essendo piccoli i vantaggi che ne verrebbero. In ogni modo una \ale riforma è strettamente le~ata al volere delle autorità ecclesiastiche cattoliche e ortodosse in causa della disposizione delle feste mobili. Ci sembra invece ben più importante la propaganda in favore dell'adozione universale del calendario gregoriano nella sua forma e disposizione attuale, salvo poi nell'avvenire a studiare la piccola questione di modificazioni più razionali col consenso (ben difficile) delle autorità ecclesiastiche.

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