Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

2 rAnno romano. - Le intercalazioni. Sembra che in origine i Romani, come succedl:l presso i popoli primitivi, usassero un rozzo annu naturale, di lunghezza incel'ta, diviso in 10 sezioni di ineguale durata, legate a fenomeni salienti del mondo vegetal(:J e animale. Un ml;ltodo così grossolano non potevl\ pii1 conse1·vn.l'si di fronte ai progressi della civiltà. Per <lividore il tempo in sezioni brevi e detel'minato, H mozzo piit sempHce era offerto dalla Luna, le cui fasi sono fenomeni così eloquenti che ogni popolo, all'inizio della ci viltà, se ne sel've per misurare il tempo. Così fu introdotto - da Numa Pompilio, a quanto S!\tnbra - un anno lunare composto di 12 mesi, o di 355 giorni (periodo equivalente presso a poco a 12 lunazioni, che comprendono 354 giorni, in ragione di •29 giorni e mezzo- ciascuna). Pare inoltre che presto si rioono• scesse il divario di circa 11 giorni tra l'anno lunare e il periodo annuale del moto 11pparente del Sole, per modo che si pensò a rimediare mediante l'aggiunta di un mese ogni due anni. Questo mese intercalare, detto volgarmente Mercedonius, veniva subito dopo la festa dei Terminalia (23 febbraio), e la sua dumta era alternativamentt.> di 22 giorni o di 23. Uosì un anno intercalare I\Yeva ora 377 giorni, ora 378; e 4 anni di seguito ne avevano 1465 (::!55 + 3i7 + 355 + 378), ciò che si avvicina alla .durata di 4 anni solari di 365 giorni e un quarto ciascuno, che fanno 1461 giorni. La denominazione data nl mese intercalare allude al mercato, perchè nel1' ultimo mose dell'anno si paga vano i debiti. Seinbra che questo sistema d'intercalazione venisse poi perfezionato con , l'istitnzione di un ciclo di 20 anni, durante il quaile per 4 volte si toglievano all'anno 5 giorni per volta, cosicchè 20 anni venivano a comprendere 7305 giorni, che equivalgono appunto al prodotto di 365 (:Jun quarto per 20. Ma la notizia non è ben sicura. Invece ciò che pare certo si è' che con l'andar del tempo i pontefici, a cui era commesso l'ufficio d'intimare e far eseguire ai tempi debiti le intercalazioni, si allontanarono dalle regole stabilite ed orn per favore, ora per odio <li chi esercitava le magistrature o i pubblici appalti, abbreviavano o allungavano l'anno come loro meglio accomodava. La riforma giuliana del Calendario. Fu Giulio Cesare dittatore che pensò di porre rimedio alla gran confusione derivante da siffatti abusi. Dietro i consigli (a quanto pare) dell'astronomo alessandrino Sosigene, egli cominèiò dal rimetter le cose al loro posto assegnando la durata di· 445 giorni al1' anno 708 di Roma (46 avanti Gesù Cristo). Fissò poi a 365 giorni la durata dell'anno civile (diviso in 12 mesi), ma per mettersi d'accordo con l'anno tropico (ritenuto allora di 365 giorni e un quarto esattamente, second_o i sapienti €1.ellE' gitto), stabilì che ogni quattro anni si dovesse aggiungere un giorno complementare. Questo giorno fu inserito immediatamente dopo la festa dei " Terminalia ,,, festa che coincideva col settimo giorno avanti le calende di marzo (cioè col giorno 23 febbraio, secondo il nostro modo moderno di contare i giorni). Quindi il giorno intercalare veniva ad -~11sere un doppio sesto avanti le caBiblioteca Gi'no Bianco lende di marzo (ante diem bis se::rtnm Kalendds Ma1·ti'as) e coincideva col nostro 24 febbraio. Di qui derivò più tardi, nel Medio Evo, hl.denominazione di annus bissextus per l'anno avente un giorno di più, locuzione a cui in tempi posteriori si sostituì quella di annus bissextilis, di cbrrotta latinità.(!) Ho detto che Giulio Cesare portò la durata dell'anno comune da 35:5 giorni a 365. I 10 giorni da aggiungersi vennero ripartiti su 7 mesi e precisamente a questo modo: 2 giorni furo'no aggiunti a gennaio, sestile o dicembre, ed l giorno ad aprile, giu- (1) Secondo G1:szEL (Handbuck de1· mathem. und techn. Chronologie, v:ot. II, pag. 278) la locuzione di annus bissextus si trova usata per la prima volta da Sant' Agostiuo (Anrelio-Agostlno), il più celebre Padre della Chiesa, (Ta.gaste 354 · Ippona 430). Nel sno Lehl'buch der ChronoZogie (1831),. pag. 317, lDELEll dice che la locuzione di an,nus bisaextilis si incontra. per la. prima volta. nel!' opeM De temporum ratione del Venerabile Beda (673-735).

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