Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1915

- 26 semplificato dà un'approssimazione suffi• cie~te. · Pr.ecauzioni da aversi nell'istallazione ed osser1:azione dei barometri. - Quando si è ben regolato un barometro bisogna badare che non perda i suoi valltaggi e JJrima di tutto non si sottoponga ad urti ma si tra'tt.i con delicatezza. Non si esponga a gra11di e rapidi sbalzi di temperatura perchè questi 1 sbalzi sforzeranno faeilmente qualche organo delicato del suo meccanismo e gli faranno almeno perdere di esattezza. Un bn.rometro che preme non si espone mai lnngame11te all'aperto se1_1zaprecauzioni ed anehe in am• bienti interni si dovrà porre lungi d~ apparecchi di riscaldam~nto e si gua.rderà che nemmeno i raggi solari lo abbiano a colpire attraverso una finestra. Avanti ogni osservnzione è bene dare un colpetto colla nocca ::;ul vetro pe_r vincere eventuali inerzie di organi meccanici e si vedrà infatti a questo colpo spesso spostarsi l' indiee per poi a c.olpi ripetuti solo oscillare ma fermarsi st>mpre allo stes~o punto. Chi dia con intenzione questi colpetti al primo di essi pnò esser subito' 1avvisato dal• l'apparecchio se la. pres~ione atmosferica sia in via di anmento o di diminuzione, percl1è evide,1terne11te l'indice salterà la prima volta a destra o a sinist.ra e questo indizio pei prognostici pnò esst:"re utile a conoscere le di• sposizioni del tPmpo. '.F'in!tl.mente per chi si occupa o tiene a11e previs:oni del bai ome~ro, non è mai .ab ha-- stanza raeco111an lato di assicurarsi spesso che la seala dBl barometrn corrisponda colle sue indka7.ioni millimetriche a'la vera pr. s- ~ione atmosferica. pE'rchè se è falso il ·pu1,to di partenza. anche le indicazioni di previ• sione 110n sono nl loro post.0 ed è inutile allora. ramma,icarsi di un apparecchio, o del suo costruttore. <J.nando la ragione dt'll' in• sncees~o è proprio nell'ossenato1·e che non adoprn n, do,~ere il suo apparato. Uso de-le nostre cartine celesti. Come si riconoscono le costellazioni. Quanti sono coloro che nelle notti purissime ammirati dalla magniticenzn, dei -cieli tentarono di riconoscere le costellazioni, e per la totale mancanza di pratiea o di basi non riuscirono? Eppure bastereb)Je nn poco d'attenzione e di pazienza per conoscere al· meno· gli asterismi classici che da tre1,ta e più secoli raccolgono in grnppi le principali stelle disseminate nel firmamento. Io mi lusingo che anche i più profani abbia))o notato qualche volta l'Orsa .lltfaggi 1,re o Gran Otrro di Boote, la bella costellazione formata principalmente di sette stelle: tjun.ttro- disposte in quadrilatero, e tre sur una linea lievemente arcata come si trova uel nostro primo disegno. Se per lé due stelle segnate con 1e l~t-tere /3 ed a si conduce idealmente una linea, e la si prolunga al di là di a di una quantita equivalente a cinque volte circa la distanz,i @ a, s'incontrerà la S:~lla polare, o per espri· BibliotecaGino Bianco merci più rigorosamente, la stella '7. dell'Ot·s~ M•n01·e, perchè tale stella, come Yedesi dal.a nostra seconda fi~'nra, appartien0 appunto a tale coste·Ja7,ione. La quale è pure costituita da set.te stelle disposte a un dipresso come quelle dell'Orsa Maggiore.• Pet· proC'edere ad altri riconoscimenti senza allontanard da <1ueste regioni, si unisca ide,tlmente la stelfa 11 rleTOrsa Maggiore con la Stella Po are, e si prolunghi la congiungente oltre qnesta: si pass~rà .molto vicini alla ::;t.ella ~ della costellazione d.i Cass ·opea. Anche quest' ast,er:sma è facilmente ricono• scibile per la sua fo1 ma earatt~ristica di W, o di M JJelJe innumerevoli posizioni che assume girando intorno al polo. --t I I .I cl.. --*r Ma se le nostre· due t.raietto ..ie visuali che uniscono le stelle 'J e r)' dell'Orsa. Maggioi·e con la Polare, o!trepassano ,a Costellazione di Cassio.pea, esse ci fanno riconoscere la stella [~ del Quad1·ato di Pegaso, e la a della

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