Acpol notizie - Anno II - n. 9 e 10 - Luglio-Agosto 1970

modo acquisito, ma soprattutto in ragione del controllo politico del potere _che le classi dominanti hanno potuto garantirsi, in Italia, attraverso la manipolazione della opinione pubblica, il clientelismo, lo sfruttamento delle spinte corporative, la divisione sindacale e politica dei lavoratori, promossa e manten~ta grazie a coperture ideologiche arretrate, confessionali, ad apparati burocratici, cosi' impedendo e mortificando ogni forma di effettivo esertizio di potere decisionale da parte della classe lavoratrice. 3) Sviluppo_ dei consumi privati e manipolazione dell'opinione politica, attraverso canali padronali o interclassisti, hanno pertanto costituito, convergendo, le basi su cui il sistema capitalistico fonda il suo potere senza dover necessariamente alterare i meccanismi costituzionali ed accentuare momenti espliciti di autoritarismo. 4) La lotta politica in Italia rischia oggi di svolgersi tutta all'interno di questa ipotesi, nella misura in cui non venga definitivamente sciolto l'equivoco interclassista, su cui fonda gran parte del proprio potere la o.e., partito storicamente egemone del sistema politico, ed in ragione anche della carenza di proposta alternativa da parte della sinistra, la cui politica oscilla fra ipotesi neofròntiste e ipotesi di cogestione interclassista, senza riuscire a mettere in discussione l'egemonia del sistema da parte della o.e., perno del blocco moderato di potere. 5} La sostanziale staticita del sistema, che é anche a lungo andare la sua debolezza, ha trovato ulteriore conferma nel voto del 7 Giugno, che ha visto la sinistra ferma sulle posizioni raggiunte il 19 Maggio 1968, nonostante lo svilupparsi di tensioni sociali, sindacali e culturali profondamente innovative nel corso di questi due anni; mentre il blocco moderato di governo non ha· trovato, nel voto, indicazioni univoche di indirizzo politico, ma solo la forza sufficiente per proseguire nella sua faticosa gestione degli equilibri politici. 6) Questa condizione di stai lo, imprevista da alcune forze politiche, é in realta la conseguenza . della carenza degli sbocchi politici offerti alle lotte sociali degli ultimi anni, e particolarmente alla lotta sindacale d'autunno, rispetto alle quali le forze istituzionali della sinistra oon hanno espresso un sufficiente sforzo interpretativo, ma piuttosto la pretesa di egemonizzarle secondo linee di mediazione predeterminate. 7) D'altra parte le lotte sociali d'autunno, precedute da signifi<!ative lotte studentesche contro il sistema e _ la scuola classista, sono il frutto di una autonoma presa di coscienza della propria condizione di classe da parte di larghi strati di lavoratori precedentemente frenati dagli equivoci interclassisti e di una rinnovata e unitaria volonta di lotta di tutta la classe lavoratrice. Essi non potevano spontaneamente tradursi in fatto BibliotecaG"noBianco politico, in assenza di un effettivo indirizzo politico adeguato alla specificita del fenomeno. 8) Le forze sociali e sindacali, che hanno definitivamente sanzionato la fine dei collateralismi, hanno ,sperimentato del resto come non basta che esse assolvano cor'rettamente al loro ruolo specifico, perché certi. esiti al livello di potere possano determinarsi: la recente esperienza ha dimostrato infatti che esiti politici sono conseguibili solo quando, sia pure nell'assunzione dé;Iparte di ciascuno delle proprie specifiche responsabilita, si realizza la saldatura tra lotte sociali e interventi propriamente politici, senza di che la carica rivendicativa e la protesta sociale rischiano di essere ridotte a un ruolo puramente agitatorio. 9) 11 monopolio moderato del potere può quindi essere abbattuto, rimettendo cosi in movimento la situazione politica, solo nella misura in cui una concreta proposta sia in grado di catalizza re l'impegno politico dei lavoratori del cui consenso le forze moderate hanno potuto finora beneficiare, organizzandoli in· una prospettiva democratica e socialista · attorno alla quale soltanto é possibile determina-re una reale alternativa di sinistra. 10) 11 Movimento intende co'ntribuire a questo processo, che non può svilupparsi per impulso esclusivo di alcuno né con egemonie predeterminate, 'ma con uno sforzo di ricerca e di confronto che veda impegnate in una comune strategia tutte le forze disponibili della sinistra nel cui ambito il Movimento si colloca. Esso infatti nòn vuole rappresentare un ulteriore elemento di divisione del movimento operaio, ma si pone come contributo determinante per una rinnovata prospettiva unitaria. 11) 11 Movimento ritiene che sia di preminente importanza, rispetto a questo obiettivo, la qualita dei processi politici che si innestano e delle metodologie di partecipazione e di formazione della volonta politica: per questo, nel momento in cui tornano di moda vecchi modi di far politica e mo~trano la loro impotenza, il Movimento si impegna a proseguire il proprio lavoro con· la ricerca e la sperimentazione di un nuovo modo di fare politica, cioé con un impegno volto a far si che si verifichi la riappropriazione del la politica al proprio ambito sociale attraverso gruppi aperti di lavoro poi itico nel la fabbrica, nel la scuola, nei quartieri, nelle campagne. 12) Per questo nelle proposte organizzative i nuovi problemi e le attese che le tensioni culturali e sociali hanno fatto maturare anche nel nostro Paese sono tenuti in piena evidenza, mettendo in moto meccanismi che - all'interno del processo politico - diano un effettivo potere alla base in modo da evitare deleghe permanenti, facilitare il ricambio della classe dirigente, costringere alla continua verifica di linea, 7

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