Acpol notizie - Anno II - n. 9 e 10 - Luglio-Agosto 1970

meno molto diffici-le stabilire dei piani d'azione comuni sia a causa dei diversi livelli in cui si trova la lotta all'interno dei tre paesi, sia per la distanza che ci separa, come per le stesse condizioni geografiche e climatiche; quindi ci limitiamo, come ho già accennato, ad applicare determinati principi che anche se non sono del tutto identici sono però molto simili e uno scambio di esperienze nel quadro della lotta armata e delle attività culturali. In conci usione, se consideriamo come strategia la definizione generale delle condizioni e dell'orientamento delia lotta, lo scambio delle esperienze, il sostegno materiale (più semplice per l'Angola e il Mozambico che sono più vicini) ed i principi comuni che uniscono i tre Movimenti di Liberazione possiamo senz'altro dire di avere una strategia comune. Se poi questa nostra unità sfocerà in futuro in un'istituzionalizzazione della stessa, è difficile dirlo. Siamo però tutti disposti a far si che i tre Stati che usciranno dalla lotta di Liberazione nazionale mantengano e sviluppino questa unità, questa cooperazione e questa collaborazione che oggi legano intimamente e fraternamente i Movimenti di Liberazione. Posso solo dire che seavessimo delle frontiere comuni faremmo sicuramente un solo Stato: ma essendo distanti gli uni dagli altri è più probabile che si possa creare una sorta di organizzazione che ci permetta di utilizzare le reciproche esperienze per accelerare al massimo la vittoria del nostro popolo suI sottosviluppo, e per rafforzare contemporaneamente la nostra difesa contro qualsiasi altra dominazione. ■ Che tipo di relazioni esistono tra voi e gli altri paesi africani? Le relazioni esistenti tra di noi e gli altri paesi africani hanno caratteristiche politiche e di fratellanza. Da parte nostra cerchiamo di aprirci il più possibHe a questi 'f)aesi, senza porre condizioni ideologiche e senza prendere in considerazione il loro sistema economico-sociale. A noi interessa che, in quanto paesi africani, essi si sentano partecipi alla nostra lotta. Ce ne sono alcuni che, nonostante siano stati da noi più volte sollecitati sia sul piano morale che su quello politico, non hanno dato nessun contributo significativo alla. nostra lotta di liberazione e questo ci · addolora anche perchè vorremmo che la nostra lotta, così difficile e che richiede il sacrificio di tante vite umane per il nostro popolo, fosse anche l'effetto e il risultato, quando arriverà la vittoria, di tutti i popoli africani. Naturalmente continueremo ancora nella nostra ricerca di solidarietà e speriamo in ta I senso di poter ancora migliorare i nostri rapporti con i paesi africani e naturalmente con tutti gli altri paesi. Bsblioteca Gino Bianco ■ Come sp.iegate le contraddizioni esistenti tra il sostegno accordato dalla chiesa portoghese al colonialismo e i principi di difesa della dignità umana e di· libertà che la chiesa in generale dice di difendere? E' difficile stabilire con precisione e tantomeno spiegare quali contraddizioni esistano tra il sostegno che la ehiesa portoghese accorda aIla guerra col on iale e al colonialismo ed i principi di dignità umana, di libertà, di giustizia che la chiesa in generale dice di perseguire. Oggi nel mondo esistono molte contradd izior;,i: ad esempio gli Stati che formano la NATO proclamano dei principi di democrazia, di giustizia, di libertà, di indipendenza dei popoli, hanno firmato la carta dell'ONU, però aiutano il Portogallo contro di noi, gli forniscono le bombe al napalm, gli aerei a reazione, le navi da guerra, le armi. Dunque non rispettano i l0ro principi, ma li contraddicono. Non dico che sia un'atteggiamento della chiesa portoghese o di tutte le sue diramazioni quella di favorire e sostenere in forma attiva la guerra coloniale contro il nostro popolo, nè dico che ciò sia da imputare alla chiesa in génerale. Solo che, sfortunatamente, dobbiamo constatare come la chiesa non si sia mai troppo preoccupata della libertà e dell'indipendenza dei popoli, ma abbia piuttosto rivolto sempre la propria attenzione alla libertà e al comportamento individuale. Attualmente essa prende delle posizioni anche su questioni di più vasta portata sociale, ma la chiesa portoghese non è certo d'accordo con quei nuovi ''principi che animano la chiesa in generale. Allora, personalmente, non cerco di spiegarne il perchè, ma ugualmente non cerco nemmeno di giustificarla. Credo però che spetti alla chiesa stessa, alla chiesa nella sua entita piu elevata, il Vaticano e S.S. il Papa, prendere le misure necessarie a che la chiesa portoghese e soprattutto le gerarchie che sostengono la guerra coloniale, la distruzione del nostro popolo, i massacri, cessino di disonorare la civilta cristiana e i suoi principi. Noi difendiamo gli interessi del nostro popolo contro chiunque, quindi speriamo che la chiesa cattolica possa difendere gli interessi dei suoi figli àn~he contro i propri agenti, quando questi agiscono in maniera criminale e contro i principi stessi del la chiesa. · ■ Ritieni più probabile che la lotta porti ad un· cambiamento della poi itica portoghese che si vedrà costretta a concedere l'indipendenza o pensi che bisognerà lottare fino alla vittoria totale sùl Portogallo e alla suaespulsionedai Vostri territori? Non so se realmente in un prossimo futuro avremo un cambiamento del la politica portoghese: la guerra di

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