Acpol notizie - Anno II - n. 3 - Gennaio 1970

un contributo di originalità e di autonomia. Una realtà per molti aspetti inattesa esce dunque dalle lotte del 1969. 11 movimento sindacale conclude i contratti avendo intatte le sue forze ed anzi manifestando una grande combattività. Tutto il movimento operaio italiano è percorso da una più intensa carica poi itica, nel la con sapevolezza che qualcosa di importante si è mosso nella coscienza di grandi masse di lavoratori. Per questo è indispensabile fermarci sugli aspetti critici della situazione, sui punti deboli dello schieramento operaio allo scopo di dare .un contributo generale dell'azione politica della sinistra italiana. 11 punto su cui dobbiamo tutti riflettere come elemento critico di questa situazione, per altri versi incoraggiante, è costituito dall'esistenza di una contraddizione che ha caratterizzato tutto il 1969, ma che è divenuta acutissima nell'ultimo periodo: mentre il movimento sindacale è stato sempre all'attacco sul piano sociale, i partiti della sinistra hanno costantemente dovuto svolgere un'azione difensiva suI piano politico. Ciò ha assunto un rilievo addirittura clamoroso nell'ultima fase: i metalmeccanici conquistavano "il miglior contratto nel la storia del la categoria" mentre le varie forze della sinistra italiana erano impegnate angosciosamente a contrapporsi a manovre.,. reazionarie e a prender tempo (non si sa quanto) di fronte ad operazioni moderate. Oùesto dato va colto· in tutta la sua gravità, senza cadere nel la tentazione di far piazza pu Iita del le forze poi itiche esi?tenti, ma senza nemmeno attestarsi su una linea di ottuso trionfalismo. Di fronte a tutto ciò non si può dire, con Mao che, "la situazione è eccellente". No, la situazione non è eccellente perchè la sinistra, per svolgere un ruolo realmente dinamico, deve essere capace di stabilire una connessione fra tensioni sociali e iniziativa politica in un momento di acuto scontro di B~ lloteca Gino Bianco classe che il movimentq sindacale conduce vittoriosamente. Se la sinistra non riesce a far questo quando il movimento è nel pieno del suo sviluppo, non sappiamo quando possa realmente svolgere la sua iniziativa. Se malgrado tutto non ci riesce, essa è evidentemente inca-. pace di egemonia e conseguentemente di costruire un nuovo "blocco storico" che può raggrupparsi e coagularsi solo intorno ad un più avanzato punto di riferimento egemonico. Ora in tutto il corso del '68 e del '69, le varie forze della sinistra si sono rivelate incapaci di esprimere una reale alternativa di governo e di potere (francamente non credo nella contrapposizioneestrem1st1ca fra questi due momenti) che le unificasse e, unificandole, fosse in grado di coinvolgere anche qualche importante settore del centro moderato (ci riferiamo all'arco complesso della sinistra democristiana) nel momento in cui l'interclassismo cattolico sta attraversando una crisi profonda. Dicendo tutto questo non vogliamo nemmeno offuscare il valore che ha avuto per le lotte op~raie l'azione di solidarietà e di difesa politica svolta in modo articolato dal PSI dal PCI e PSIUP e nemmeno dimenticare quello che ha fatto Donat Cattin dal Ministero del Lavoro. Il PSI, ricollegandosi sia pure in modo generico alle lotte operaie, ha dilatato tutto l'arco del la sinistra, ridiventandone una potenziale cerniera. Il PCI ed il PSIUP, con un'azione intelligente e responsabile, hanno rivelato una profonda maturità politica evitando di cadere nella trappola della contrapposizione frontale preparata dalla destra. Questa azione di di fesa c'è stata e la sua importanza non va dimenticata. Essa non è stata però accompagnata e in un certo senso superata da un processo di reale costruzione politica alternativa: nel caso migliore quest'ipotesi è stata affidata ai "tempi lunghi". Sennonchè lo scontro politico nel Paese non può essere arrestato e nemmeno rarefatto: la destra non guarda tanto per il sottile perchè ha il problema di liquidare con l'azione poi itica le conquiste che i lavoratori hanno ottenuto con l'azione sindacale. Su questo terreno, poi, le manovre reazionarie e le operazioni moderate non sono mai "soggettivamente" concertate, ma la loro combinazione oggettiva risulta sem~ pre assai evidente. Del resto, suIla "probità" democratica del quadripartito abbiamo molti motivi per dubitare. 11 primo motivo è identico alle preoccupazioni che l'eventualità di una rinsaldata egemonia della destra americana su 11' ltal ia, tramite l'azione condotta ai massimi livelli della nostra realtà istituzionale, sta suscitando anche nel la socialdemocrazia tedesca ed inglese, come hanno dimostrato gli episodi dell"'Observer" e di "Die Zeit", il cui significato politico è, a nostro avviso, profondo. L'altro motivo sta nel l'azione condotta dai "corpi separati" dello stato che già oggi va·nno conducendo un'iniziativa che non è nè giudiziaria nè di ordine pubblico, ma organicamente politica, nel senso di una repressione "scientifica". 11 terzo motivo sta nella politica economica, su cui è assai difficile fare un compromesso ma che al punto in cui stanno le cose si propone la riforma oppure punta sulla controriforma: da un po' di tempo Carli e Colombo stanno parlando chiaro e, ci sembra, nuovamente in sintonia. E' di fronte a tutto questo che l'azione della sinistra si rivela inadeguata. 11 PSI, mentre si è ricollegato al movimento, tuttavia . ha rifiutato di impegnarsi nel suo complesso in nuove ipotesi politiche capaci di porre realmente dei problemi alla DC ed anche al PCI. In un momento favorevole, la sua influenza politica è quindi risultata fievole per cui, non avendo fatto un effettivo sforzo per modificar·e l'attuale quadro poi itico, oggi si trova nuovamente invischiato nelle manovre del quadripartito. 11 PCI, a sua volta, ha

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