Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

diversità dei processi in' atto sul piano politico o su quello sindacale. E di qui nasce la necessità di accelerare i tempi della nuova politica che abbia come metà l'instaurazione di una "democrazia socialista". Infatti, il rappresentante delle Acli ci ha tenuto ad affermare che "occorre chiarire il significato di una prospettiva di schieramento socialista che non può essere inteso come monopolio o "cartello" dei partiti socialist'i, ma bensì come rifondazione comune di una prospettiva politica di democrazia socia Iista". Se si prescinde da tale impostazione un discorso di governo è effimero, ed è solo in questa prospettiva - ha affermato Borroni - che "si può tentare di risolvere la contraddiz_ione tra il 'NO' delle Acli alla DC e l'impegno positivo dei lavoratori cattolici sul piano politico". E sul piano sindacale, Borroni ha concluso affermando che, anche se non è possibile seguire fino in fondo gruppi estremisti ,per il pericolo di spezzare l'unità della classe lavoratrice, !'occorre pur sempre abbandonare una certa visione istituzionale del sindacato per una strategia più ampia che coinvolga tuùe le forze e tutte le energie". (I Novembre 1969) AVVENIRE Nostra intervista con Gilles Martinet un leader della nuova sinistra francese CHI HA RACCOLTO LE ESIGENZE DEL MAGGIO '68 .. "Penso a un socialismo democratico, multipartitico, che consenta alla gente di partecipare" -:- Il contributo dei cattolici. "No , ormai il .movimento studentesco ha perso slancio, la riforma universitaria di Faure gli ha tolto la terra sotto i piedi. I groupuscules, i gauchistes non hanno peso: sono talmente divisi! ".e Gilles Martinet scandisce le parole, sorridente e pensieroso. E' un vecchio uomo del la "sinistra francese", che replica tranquillo alle domande della nostra intervista. Due argomenti in discussione: il suo ultimo libro. "La conquista dei poteri" (pubblicato in Italia da Marsilio editori), e la "crisi" attuale della sinistra in Francia dopo l'addio di De Gaulle. Ma Martinet non è d'accordo nel parlare di crisi. Si dice sicuro che le cose cambiano, dopo la lezione del maggio '68, dopo la vergogna delle elezioni presidenziali. "C'erano quattro candidati di sinistra - dice con una smorfia -: Defferre, Dutlos, Rocard e Krivine. Poi si capisce che è stato uno sfacelo". Krivine, il candidato troskista, ha sposato una figlia di Martinet, il quale, a suo tempo, scelse come moglie una figlia del sindacalista italiano Bruno Buozzi. La vita di quest'uomo, nato a Parigi nel 1916, è stata una continua mi Iizia poi itica: cominciata nel partito comunista, fra il '34 e il '37. L'anno dopo lasciò il PC per protestare contro le "purghe" che Bh a e'\ a Mose -·I '"è (9 ~ icato a un'intensa attività 36 giorna Iistica: redattore capo del l'agenzia "France presse", direttore di "France observateur", ora fa parte del comitato di direzione del "Nouvel observateur". Ma non si accontenta di scrivere: nel '60 ha fondato il PSU (partito socialista unificato). Un partito "diverso" dal tradizionale, come dice subito Martinet, perchè tenta di andare oltre i soliti schemi mentali e ideologici; un partito che è alla base di un profondo rimescolamento al l'interno del la sinistra francese. Le sigle non dicono molto: il "socialismo" di cui parla Martinet non ha molte parentele col passato, nè con altre esperienze concrete. "Cerca di ispirarsi - dice Martinet - ai problemi, ai movimenti sociali. Tant'è vero che in questo partito socialista più della metà degli aderenti sono cattolici. Soprattutto giovani attratti da un nuovo modo di impostare il lavoro, che è innanzitutto un lavoro di studio". In Francia, la situazione poi itica è sostanzialmente bloccata da diversi anni. Alla stagnazione sostiene Martinet, hanno contribuito anche i partiti della sinistra. "Prendiamo i gruppi tradizionali, il PCF e la SFIO ( il partito socia Iista che si è sciolto tre mesi fa dopo la sconfitta di Defferre alle elezioni presidenziali). I comunisti sono vittime del loro stesso immobilismo. 11 gruppo dirigente è di conservatori, gli intellettuali sono guardati con sospetto. Si allineano a Mosca. Anche per i fatti di Praga, dopo qualche incertezza all'inizio, hanno rispettato gli ordini di Mosca. La SFIO, poi è stata una clientela elettorale, finchè è esistita. Un partito, per fare un raffronto in Italia più simile al PSU che al PSI. La sua forza era rappresentata da alcune grandi città con una larga, chiamiamola così, clientela. Con due partiti del genere, l'evoluzione politica era difficile. E anche quella sindacale: la CGT (confederazione generale del lavoro) è di osservanza comuJlista, insiste solo sulle rivendicazioni di salario". Poi è arrivato maggio. 11 1968 fa esplodere le contradd i"zioni più vistose e porta alla ribalta il gruppo - .oltre gli studenti e i troskisti - che si riunisce attorno al PSU. "Non mi guardi con sospetto - sorride Martinet - pensando che io parlo del PSU perchè ne faccio parte. Ne parlo perchè questa sua esperienza è nuova, nella sinistra francese, e forse europea. Mentre le altre organizzazioni di sinistra, dopo il 1960 passavano il tempo a riesumare idee, immagini e miti superati, noi abbiamo cercato· di sviluppare un'attenta analisi sulla nuova realtà sociale". "Su quali temi?". "Due soprattutto: sul gollismo in Francia e sulla crisi dei sistemi tradizionali, sia capitalista che socialista. Non si può continuare ad usare, oggi, le categorie di Marx come se niente fosse cambiato. E bisogna tener presente l'esperienza fatta dai paesi socialisti. Perchè anche in Russia, in Cecoslovacchia, in Ungheria continua ad esistere un "mercato", perchè anche in un'economia socialista si pone la questione dei "prezzi", degli incentivi alla produzione. Sono problemi irrisolti. Noi viviamo - continua Martinet - in un sistema che non ci soddisfa. Ma nel contempo vediamo che l'esperienza socia I ista finora real izzata non è migliore. Occorre approfondire questa tematica, per giungere a soluzioni nuove". "Nel libro "La conquista dei poteri" - dedicato_ ad una reinterpretazione del_maggio francese e della primavera cecoslovacca - c'è un capitolo intitolato "Una democrazia da inventare" ... ". "Si è vero. Perchè è urgente la necessità di un nuovo sistema che superi la dicotomia usuale capitalismo - socialismo, com'è

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==