Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

trasfor~azion_e; al Iora si potrà contare anche sul PSI per la costruzione d1 questa nuova area socialista e democratica". ~a quale . ~ i_l giudizio ~i La_bor sulla scissione? Proprio I attuale crisi d1 governo, 911 facciamo notare, si inserisce in una manovra conservatrièe ed autoritaria, che con la complicità di autorevoli circoli italiani ed internazionali vuole spostare a destra l'asse politico del Paese in vista delle lotte democratiche dei lavoratori per il rinnovo dei contratti e degli studenti con la riapertura delle università. "C'è una situazione politica e sociale difficile, risponde Labor, con problemi vecchi non risolti e con nuovi problemi continuamente emergenti, c'è una forte e profonda richiesta di partecipazione poi itica dei lavoratori e dei giovani, una contestazione che rischia di inaridirsi e di integrarsi .nel sistema se non trova i necessari ed adeguati sbocchi democratici. I socialdemocratici hanno ricattato prima, dall'interno, il PSI e, dopo la scissione il centro . . , sinistra per creare in Italia una nuova spaccatura politica con la creazione di un blocco d'ordine che reprimesse tutte q~este nuove esigenze della società italiana, cercando di spingere la DC in questa direzione. Ma io penso che gli sono saltati i tempi, perchè puntavano a realizzare l'operazione nel 1911, e non nel 1969. Ma il loro anno non è né il 1969 né il 1971. In questa situazione l'attuale segretario della DC Piccoli· si preoccupa soltanto di recuperare con un monocolore l'unità futura tra il PSI e il PSU, mentre andava fatta una scelta chiara per il PSI, perchè i socialdemocratici non hanno nulla a che vedere con le esigenze e i bisogni dei lavoratori. I socialdemocratici sono legati ad un disegno, intrinsecamente autoritario, per affermare una visione piccolo - borghese e consumistica della società che avevo fermamente denunciato nei convegni di Vallombrosa delle ACLI. Per conservare e garantire questa società i socialdemocratici cercano l'appoggio della parte rassegnata del ceto medio e, come ha dichiarato Andrea Papandreu recentemente, nel la stessa prospettiva sono impegnati alcuni circoli dirigenti americani e della NATO". Ma, chiediamo a Labor, quale può essere la risposta democratica a questi tentativi di mantenere ed irrigidire il sistema di fronte alle sollecitazioni e alle spinte democratiche della società italiana? "Dobbiamo avversare un tentativo di costruire un nuovo blocco d'ordine, come una prospettiva di incontro di potere tra la DC e il PCI, che di fatto darebbe vita a (ma repubblica conciliare. Ma possiamo valida.mente sconfiggere queste soluzioni soltanto se impediamo una compressione delle forze intermedie. Difatti se andassimo a nuove elezioni in Una condizione di scontro frontale, senza il rilancio di una nuova area di sinistra democqitica e socialista, certamente il ruolo del PSI risul~erebbe limitato. A meno che questo partito non concordasse con la DC in anticipo una politica moderata. Questo problema si pone anche per il PSIUP, che risulterebbe fortemente come,resso da una radicalizzazione del la lotta politica. Difatti soltanto la presenza di un'area intermedia può impedire che si vada ad un ineluttabile scontro - incontro di potere tra la DC e il PCI o alla contrapposizione frontale con un blocco d'ordine. Solo così si potrebbe preparare una alternativa .,Riemocratica, che realizzi una profonda trasformazione del Paese". Questa prospettiva, osserviamo, non rischia in fondo di ripetere un disegno, assai vecchio, di terzaforzismo fra la DC e il PCI, che si risolve poi allà prova dei fatti in un fallimento come velleità· alternativa ed in un supporto reale alla DC per creare una nuova forma di anticomunismo? IO i~r Eféadt31~'o stslaarcon piccolo depliant: è il programma dell'ACPOL. "Lo abbiamo detto chiaramente che una nuova area socialista deve proporsi un disegno più vasto di ristrutturazione della sinistra. Non c'è spazio per il terzaforzismo, come non c'è possibilità per disegni, certamente non nostri, di diga al comunismo o di sfondamento a sinistra. Il PCI appare come una grande forza laica di opposizione e di · progresso popolare nel nostro paese, il confronto dialettico con questa grande forza è obbligatorio. E' necessario però che il PCI identifichi i temi della sua via italiana al socialismo che affronti un profondo rinnovamento dei metodi di gestione interna (la possibile espulsione dei promotori del Manifesto sarebbe un grave fenomeno di autoritarismo che non potrebbe non avere ripercussioni negative). E non parlo tanto del la sua po\ itica estera dove sono stati compiuti passi assai significativi e positivi, che non possono essere sottovalutati, ed anzi devono essere sottolineati come un contributo concreto ed importante. Ma una area socialista non deve rappresentare un passo indietro nel la ristrutturazione del la sinistra, ma un momento fondamentale anche per sollecitare con il confronto e la critica, anche aspra e polemica se è necessario, quel processo, che deve essere comune, di trasformazione democratica di tutta la sinistra italiana. Se vi sarà uno scongelamento del bipolarismo DC - PCI, questo sarà un momento positivo per lo sviluppo democratico del Paese. Con la presenza di una nuova areç1 socialista si potrebbe dare un apporto necessario di iniziativa politica capace di indicare soluzioni avanzate che siano di stimolo positivo per impedire che la DC e il PCI blocchino lo sviluppo del Paese, per consevare il proprio elettorato". Ma come dovrebbe porsi questa nuova area di sinistra,socialista per poter realizzare effettivamente qu~I nuovo modo di intendere di fare politica, che assicuri una organica e democratica partecipazione sociale? "L' ACPOL, spiega Labor, dovrebbe poter dare un serio contributo a questa nuova proposta di organizzazione_ politica. Proprio la presenza di socialisti demartiniani e lombardiani assieme con i cattolici democratici rende I'ACPOL uno strumento assai idoneo per sviluppare questa nuova prospettiva. Ci proponiamo a settembre un decollo, che inizierà dai livelli più bassi pe·netrando nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università nelle associazioni spontanee, in ogni punto del la società con una attività poi itico - culturale, culturale - poi itica, attraverso la sperimentazione di nuovi canali di partecipazione politica, di autogoverno e di autogestione, in un processo crescente di autocoordinamento tra tutte le fq_rze disponibili per inventare e costruire un nuovo modo di espressione politica a tutti i livelli, senza un model lo procostituito, calato artificiosamente dall'alto. Si deve uscire da quel chewingum che è stato anche per noi, (ne ho avuto un'esperienza come consigliere nazionale della DC) l'entrismo, da quel ritualismo della ginnastica poi itica di corrente. "In questo modo si potrà dare un senso politico complessivo e generalizzato ai nuovi fenomeni positivi, che si stanno determinando, affinchè non si riducano a semplici patti sociali. Così si può evitare di ridurre a pansindacalismo quel grande processo sociale che è l'unità sindacale. Del resto questa importante prospettiva dell'unità sindacale si sta affermando, • nonostante le remore e le incertezze della CISL, dimostrate dai risultati del suo recente congresso, e della UI L, come fondamentale momento· di trasformazione degli equiHbri sociali e come reale modificazione dei centri di decisione economici. 23

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