Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

creare quella "nuova società del lavoro" richiesta da più parti, 11ella quale tutti i cittadini - .lavoratori abbiano uno spazio effettivo di libertà e la concreta garanzia dei loro diritti. 11 fall_imento su questo piano del lo stato democratico è rappresentato tra l'altro, dalla inefficacia e dalla insufficienza della politica di programmazione come è stata sin qui intesa e realizzata. Di fronte a queste nianifestazi•oni negative della società e della struttura politica si pone, come è-- stato detto, una domanda politica nuova, cioè un'esigenza nuova e più matura dei ceti popolari che crescono socialmente e culturalmente e del mondo giovanile, di acquistare spazio politico, cioè di trovare strumenti per esprimersi e per partecipare e di avere istituzioni nelle quan la· voce di tutti possa giungere e contare in modo che l'interesse generale veramente superi gli interessi particolari e non,_come sempre avviene, questi soffochino e costringano il primo. Di fronte a tali aspetti della crisi che investe le istituzioni, in particolare quelle rappresentative tradizionali, che non sono poi spesso poste in grado di funzionare e, in ogni caso, non riescono ad esprimere le spinte che provengono dalla società civile, appaiono superati, da un lato, i metodi trad 0 izionali di fare politica e dall'altro, glj schemi ideologici e politici, sui quaJi ci si è -mossi in questi anni e si è creduto di costruire uno stato democratico fondato sul lavoro, cioè espressione di tutti i cittadini lavoratori. Rapporti di potere Gli schemi che traevano la loro origine dalla scuola sociale cristiana sono stati capaci di creare dei correttivi in ordine ai problemi più stridenti posti dallo sviluppo capitalistico, ma non hanno fondato ipotesi idonee a superare il sistema e a mutare i rapporti di · potere. Essi . hanno posto l'accento sull'uomo, sul valore del lavoro umano, ma sono rimasti gèneralmente nell'ambito dei principi, anche se il filone personalistico e popolare del pensiero sociale cristiano può ancora essere utilizzato e approfondito per un salto qualitativo futuro. Pure lo schema socialdemocratico non si è mosso sostanzialmente al di fuori del sistema; anche esso ha contribuito a modificare le più gravi anomalie di questo~ ma ·alla lunga si è rivelato un correttivo razionalizzatore del sistema stesso. Malgrado la carica generosa di certo socialismo non sono stati inventati strumenti e metodi nuovi per superare il quadro del sistema politico - economico vigente. Lo schema di stato socialista che i comunisti proponevano non ·appare meno in crisi degli altri, per loro stesso riconoscimento. A parte che non è stato risolto nello stato socialista il problema delle libertà civili, le vie che attualmente gli stati so~ialisti più avanzati sembrano battere non appaiono molto dissimili da quelle del mondo capitalista per quanto attiene al predominio dell'economia e del principio economico, alle stesse regQ,1ed·el profitto e dell'efficienza produttivistica, sia pure d_iversamente intese, alla costituzione di centri di potere che non consentono l'espressione della voce politica e civile di tutti i cittadini lavoratori. Tutto questo è in fondo al travaglio di alcuni paesi socialisti al quale stiamo assistendo. Dimensioni del capitalismo ostrata all'abbandono della linea dello stato 1no 1anco guida e dalla ricerca delle vie. nazionali del socialismo, che, se appare positiva, dal punto di vista del la Iiberazione della sudditanza dell'U.R.S.S. e dell'accettazione di metodi più liberali, sta ad indicare che praticamente vi è tutto o quasi tutto da inventare di nuovo per trovare quale sia la strada per costruire il socialismo in un paese sviluppato e industrializzato, dove il progresso neocapitalistico sembra prevedere ogni cosa e a tutto provvedere addormentando larghe masse nel disinteressee nella ricerca di una sicurezza della mediocrità. . . Sta inoltre a rappresentare un pericolo perchè ormai il capitalismo ha raggiunto dimensioni sovranazionali e i centri di potere costituiti dal sistema e nel sistema superano le aree dei singoli stati: quindi è necessario trovare non tanto delle vie nazionali o meglio occorre ricercare delle vie nazionali che si inquadrino in una visione internazionale o almeno continentale dei problemi. Qualora si voglia portare avanti la ricerca di uno schema di stato diverso è necessario dunquè saldare i legami con coloro che si pongono i medesimi problemi obiettivi in altre società nazionali per.chè i poteri decisionali nuovi da creare non possono che stabilirsi a livello più vasto di quello del le diverse aree nazionali per essere efficaci e contare veramente. Lo sforzo che dunque si deve compiere è quello di una ricerca culturale e politica di nuove ipotesi, di nuovi schemi politico - istituzionali, ricerca che ormai non può che accumunare necessariamente uomini di diversa provenienza politica (infatti chi approfondisce serenamente i problemi attuali non può non sentire le insufficienze dello schieramento in cui è stato sin qui inserito) e uomini nuovi non toccati o toccati scarsamente da esperienze del passato. Questo sembra essere !,.obbiettivo primo dell' A.C.POL. Sarebbe però insufficiente quest'opera e si rivelerebbe di tipo verticistico (accusa che è stata rivolta all' A.C.PO~.), se innanzitutto non venissero approfonditi metodi nuovi di fare poi itica, che soprattutto i giovani hanno contribuito a rivelare e che in particolare consistono in una mobilitazione permanente in ordine a uno o più problemi sia con l'approfondimento teorico e sia con una continùa e concreta azione politica. Quindi uomini nuovi con metodi nuovi. Inoltre si dovrebbero promuovere, favorire, presentare tutta una serie di iniziative di natura altamente politica, a ,livello della società civile: ad es. associazioni di genitori che dialoghino con gli insegnanti nella scuola e vi facciano sentire la loro voce, associazioni di consumatori, di utenti di vari servizi, di persone accumunate da un problema, da un ambiente, da un'area territoriale, iniziative che contribuissero a far comprendere alla gente che può contare qualche cosa e che conta . veramente, se si muove, si organizza, fa sentire la sua voce. Anche queste sono linee sulle quali sembra voglia muoversi l'A.C.POL. Appare evidente che un qualsiasi discorso politico nuovo non . può farsi se non tenendo strettamente i contatti con il mondo del lavoro: in questo senso lo sforzo concreto che si sta facendo in Italia per ristabilire l'unità sindacale, per realizzare · l'unione di tutti i lavoratori su basi nuove al di fuori di ipotesi poi itiche di partito, da un lato, e da· un ancor più pericoloso pansidacalismo, dall'altro, è oltremodo positivo e pone il nostro paese all'avanguardia del movimento di rinnovamento politico. I recenti congressi della C.G.I.L. e delle A.C.L.I. hanno rappresentato un contributo altamente positivo in questa direzione. 19

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