Giuseppe Ignazio Montanari - Della vita e degli scritti di Antonio Laghi faentino

28 na , l'uno de! quali sebbene fosse de' primi poeti italiarti recò al volgare le satire di Persio e vestì d'italiane 'note la fiera ira d'Achille, donando così alla na~ ti~a il divino poema di quel greco immortale, Cui le muse lattar più oh' altri mai, L'altro volse in volgar poesia gl' inni di Calllmaco, e tanto in ciò valse, che per molte lodi che gli uomini gli abbiano dato, non hanno per auco al certo adeguato il merito. E nel novcro di questi porrai Luigi Lamberti , scrittore elegantissirno e delicatissimo , il quale colle sue traduzioni dal greco venne in grandiss ima fama. Nè tacerò Luigi Lanzi , chiarissimo ingegno , coi nqo ha guarì estinto piaoser·o le buone arti e gli studi ar· cheologici. La posterità certo maravigliando leggerà la traduzione italiana delle opere e dei giorni di Esitr do esposta in elegartissimi versi, ed arricchita di dotte annotazioni. E chi non conosce quella cima d'ingegno d'Ippolito Piudemoute da Verona , il quale con tauta 1ellena e maestria recò a poesia italiana il oelehre poema d'Omcro , in cui si descrivono le peregrinazioni e gli aflàuni di Ulisse, sì che egli ti pare che per mutar veste nulla siasi tolto, nulla scemato di quella bellezza e di quello splendore , cbe nel divino poeta ammiriamo ~ Per lé quali cose chi sarà tanto sfacciato , che ardisca negare aì volgarizzatori ricchezza d'in, gegno e di erudizione , fona d'invenzione e di pensiero? Che essi avessero uon solo conoscenza delle !in• gue, ne danno fede le cose scritte da loro di proprio 10gegno e raccomandate alla memoria delle lettere, nelle quali non $olu è bellezza di dire, ma erudizione, ma vero sapere per modo, che piacciono , dilettano , rapi- -iQupo. Scbhenc, anche lasciando a parte ques te cose ,

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