Giuseppe Ignazio Montanari - Della vita e degli scritti di Antonio Laghi faentino

1G colle stampe nel 1i04. Tutto ivi ride di gra~ie e di lrggiadria : poichè, seguitando tgli le orme della sua guida, ora supplichevole a Veoere la prega propi~ia all'amor suo, ora ingegnosamente scusa l'infedeltà sua, ora sgrida e garrisce la vecchierella . nutrice, ora si volge alla fanciulla o che si adorna allo specchio , o che si reca in villa, ora le insegna il come stare al teatro , ora a lei traditora impreca orrende minacce: e dappertutto ti si mostra l'accute~~a del giu· dizio , la delicate~za del gusto, ed essere egli dalla natura stessa e dall'arte ottimamente dispos to a ques ta guisa di scrivere. Nè a modo di fido interprete rende parola per parola con soverchia diligen~a, e con quella giustamente riprovata salviniaoa servitù ; ma come poeta cbe nulla tolse altrui , nulla contro la mente dell' autore aggiunge, tutto compone a' modi latini, e di ornamenti latini riveste, ed insapora nelle dolcezze del secol d'oro a modo clte mi pare , che il bolognese maestro d'amore , fat\o per opora dol L1ghi cittadino di Roma antica , più si sollevi , c prenda abito di dignità e di nobiltà maggiore. Erano nove anni , che il Laghi viveasi confinato in quella solitudine , quando acerbissima Cerilli gli trafisse l'anima ; perochè mentre egli stava in pianto per l'improvvisa morte del padre , ebbe a raddoppiarlo per la perdita della madre. E tanto fu amareggiato da questa sventura , che sempre avevasi innan~i gli occhj le loro virtù , e pareva non esservi cosa , che potesse radolcirgli lu vita. Nulladimeoo, sicco10e gli uomini sapieoti , nella rea fortuna cercò egli alleviamento al suo dulore e alla domeatica calamità nei libri e nello studio : imitaudo così Cicerone, che io simile a\'Versità prendeva conforto dalla filosotìa , e mitigava il dolore della perdita della sua Tullietta scrivendo il l ibro della consolazione. Quantunque quc·

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