Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

93 1 lazioni vera1nente ilnporlanti e sensazionali al te1npo slèss<;>. Egli ha deposto che era molto amico, anzi intimo, del Senatore .Alberto Salucci, ora morto, che in qualità di ·Procuratore Generale sostenne la pubblica accusa a Chieti nel dibattimento davanh alia Corte d' l\ssise, prima di assurgere ai fastigi della carriera come Procuratore Generale della Corte d'J\ppello, (ancor prima Presidente del Tribunale Superiore delle J\cque) ed avere il laticlavio da Mussolini. Il Salucci si vantava spesso, anche con altri amici e persino in Senato, di aver reso importanti servigi al Paese e di aver ,speciali benemerenze verso il pai'tito fascista dimostrate in varie occasioni e 111 momenti -difficili. Giungeva persino a dire, e lo riferisce il Girgenli, che « il paese doveva a lui moltissima riconoscenza e gratitudine ·µerchè egli aveva salvato l'Italia da una -guerra civile• inevitabile». Nel 1930 i due amici si recarono a caccia in una tenuta presso Spoleto, e in un capanno, mentre attendevano H passo della sehrag- ·gina/,parl~r9no del partito e della ~ituazi?ne ~o liti~. · . . '. Il magistrato rimproverò l'amico dei suoi senhmenh oshh al fascismo, di non essersi perciò voluto mai iscrivere al par\ito, e gli -disse che occorreva sapersi adeguare ai tempi, ripetendo ancora una volta che egli aveva reso importanti servigi al partito. . Certo, quel giorno S. E. Salucci era •in vena di confidenze, perchè alla richiescta del Girgenti, precisò in n1aniera concreta le benemerenze acquisite e i servigi resi a suo tempo al fascismo. Egli disse, depose il Girgenti, che ali' epoca del processo Matteotti, avendo saputo che nei fascicoli esistevano molti, documenti compromettenti per De Bono, Marinelli e lo. stesso Mussolini, si recò a Chieti prima del dibattimento, e chiusosi in una stanza di un .appartamento privato, passò una intera giornata a verificare tutti i fascicoli processuali. Potè cosi rintracciar~ ed. esaminare i documenti che avrebbero potuto compromettere le pérsonalìtà del governo, e senza altro decise di farli scomparire. Molti documenti 'li bruciò, altri che non potevano essere sottratti senza destare sospetti, con l'aiuto di un abile calligrafo fatto venire dalla Capitale, li fece falsificare e, dopo tak operazione che li rendeva innocui, rimettere a posto nelle car- . t~lle. hJ tal maniera furono fatti sparire moltissimi verbali e documenti che a Chieti avrebbero potuto esser resi di pubblica ragione e con -_gravi conseguenze per i mandanti. Alle giuste rimostranze dell'industriale siciliano, stupito di. tale rivelazione, il magistrato rispose che aveva creduto di compiere· con quel gesto il suo dovere, perchè altrimenti sarebbe potuta scoppiate una guerra civile e perciò non solo il partito, 1na lo stesso paes~ dovevano essergli grati... . Dopo pochi giorni, rientrato a Roma, 'il Girgenti incontrò per --caso S. E. Domenico Milani, Presidente di Sezion~ della Corte dei ·Conti, amico suo e del Salucci, e gli rilerì quanto aveva appreso in Biblioteca Gino Bianco .lt

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