. 7 secondo le parole lanciate da De Bono nel telegramma al Duce, a ( nome dei fedeli militi .d'Italia. Le discussioni alla Camera, · i consigli di personalità e anche di molti fascisti, le campagne di stampa, a nulla serviranno, il problema della milizia sarà risolto nella. maniera. più totale a vantaggio del partito e anche del governo, il quale ·avrà la sua « guardia armata della rivcluzione » e potrà meglio affrontare con tale sicuro presidio la soluzione di tanti problemi. -· 11 fenomenf> dei ras in tutte le provincie d'Italia andava intanto sviluppandosi e consolidandosi, assumendo proporzioni allarmanti: · le ccnsorterie e i gruppi locali vanno trasformando il paese in fazioni e in feudi dove le autorità sono sopraffatte e impotenti, quando non si alleano più o meno palesemente con i gerarchi che comandano e imperano insofferenti di ogni freno e di ogni disciplina. Farinacci comanda a Cremona, in attesa di comandare anche nel resto della penisola, quando sarà n01ninato segretario del partito, a Lucca spadroneggia Scorza, Giampaoli a Milano con _i suoi seguaci, Grandi e Arpinati si contendono il primato a Bologna, mentre a Roma si lotta tra Bottai e Igliori, Italo Foschi e Candelori; nel Carrarese domina la figura di Renato Ricci, il futuro ministro delle Corporazioni ~ a Trieste quella di Giunta l'aggressore di deputati socialisti e fascisti dis~identi, non ancora presidente delle maggiori società di assicurazione e dei cantieri triestini. È un panorama di violenze e di soprusi, è storia di ieri, che dilaga sempre più, nella quale si mescolano oltre gli odi e le vendette personali, le bra1ne sen1pre più ingorde per ogni speculazione ed ogni affare _ n1ascherate sempre dal più rancido patriottismo e dagli ideali del partito. · La st~ssa- Margherita Sarfatti nel suo « DUX » ha avuto ·parole non- certo lusinghiere verso questa vasta categoria di gerarchi ed i loro 1netodi « i capi fascisti in sottordine, i così deiti ras di provincia, disposti a traspol'tare nella vita civile l'imperioso " à la guerre conun~ ·à la guerre", senza eccessivi scrupoli per le convenienze, la comodità e la legalità del viver borghese, devoti al Capo Supremo, fedeli ~ alla consegna ma tra loro rissosi, gelosi l'uno dell'altro e dei supremi 1 avori, innamorati della gloria. ma facili a scambiarla con la gloriola~ idealisti ~gocentristi disposti a sacrificare se stessi ali' Italia e gli altri a se', fiamme di patriottismo, ma giovani e non insensibili ai cupidi beni, esecutori impareggiabili, mediocri strateghi, eccellenti per l' azione rivoltosa, pericolosi qualche z,olta, dissolvitori per l'azione" di Governo: è da chiedersi se da essi abbia avuto maggior aiuto il Duce in un primo tempo o più gravi fastidi in un secondo». Il quadro, a parte gli apprezzamenti lusinghieri circa l_adedizione e il patriottismo, è perfetto e non ha davvero bisogno di commenti. M~ntre nelle provincie -la situazione diventa sel?pre più grave e~ Biblioteca Gino Bianco
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