Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

6 . . un penoso ricordo, e che è poco noto se non ignorato da tanti giovanj e giovanissimi cresciuti e vissuti sotto ~l segno del littorio e all'ombra dei gagliardetti fascisti. Il delitto Matteotti fu ~efinito, a. ragione, uno tra i maggiori crimini del fascismo, non solo per il gesto con il quale si stroncò la vita ad un rappresentante del Parlamento, ma perchè in quel gesto si doveva riassumere il metodo perseguito e instaurato dal regime con la violenza e il terrore e si additava la strada prescelta onde asservire totalrn_enteil paese al partito e alla dittatura. * * * ' Siamo nel 1924, non sono trascorsi neppure due anni dal giorno in cui Mussolini, per debolezza di governi e insipienza di uomini, ha potuto con la marcia su Roma impadronirsi del potere tanto agognato e insediarsi alla presidenza del Consiglio. · . Poche ore prima di giungere nella Capitalé, a Civitavecchia, egli aveva detto: « fra breve l'Italia non avrà un ministero, avrà µn governo» e, senza volerlo, aveva profetizzato l'avvenire, intendendo ' per governo non già il governo legale soggetto al controllo delle Can1ere e responsabile, verso il paese, delle sue azioni, ma il governo instaurato con la forza, accampato con le sue schiere d'arn1ati in Rori1a, che non dovrà poi conoscere più freni· al suo potere e non ammetterà critiche e opposizioni. . Era fatale· che le schiere di coloro che avevano creato, e ingrossato il partito, giunti alla meta agognata,- cercassero· con· ogni mezzo di restare al potere per dominare incontrastati in ogni campo e il più a lungo possibile. Il 1924 è l'anno in cui violenze e illegalità culminano nella maniera più palese e più sfacciata, mentre il governo invoca la legalità e predica la concordia nel paese, chiede ai partiti· 1a collaborazione e lai fiducia. È l'anno in cui Mussolini sente appieno il disagio di uria rivoluzione non compiuta e non 111aturata, che non ha dato i frutti sperati e i risultati ripromessi, mentre si delineano sempre più evidenti i segni dei primi dissidi e di crisi in seno al partito. Ognuno infatti pretende sempre più imperiosamente e urgentemente i diritti che ritiene acquisiti per quanto .ha fatto o dato alla causa della rivoluzione e del partito; la milizia non ancora ~iste·ma.ta nei ranghi e nelle prpvvidenze che ne faranno poi l'asilo e il comodo rifugio di tanti violenti e fannulloni e che consentirà a tanti caporali di diventare consoli e generali, è pronta a tutto dare ma anche è pronta.· a ribellarsi. La storia dei pretoriani in rivolta contro gli imperatori po-· trebbe ripetersi a distanza di secoli, e Mussolini dovrà perciò cedere alla volontà dei « novanta mila uomini pronti a uccidere ed a morire'»· Biblioteca Gino Bianco

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