Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

·73 ,La Corte Suprema di Cassazione, in coniormità a . tale disposizione, ha perciò ritenuto colpevole di concorso in omicidio commesso daJl'esecutore, colui che aveva dato solo l'incarico di aggredire taluno,. appunto perchè l' om'icidio non si sarebbe verificato se il, mandante non avesse fatto sorgere nell'animo di altri il proposito di aggredire la vittima, dovendo prevedere l'eccesso di violenza che dalla aggres,-. sione .poteva scaturire . . (Cass.. 23-2-1936 - rie. Pettoncini - Riv. Pen. 1936). * * * Dopo tali premesse e tali considerazi~ni morali e giuridiche, la Sezione d'.l\ccusa concludeva rinviando a giudizio i soli cinque imputati di concorso in omicidio non premeditato, e ordinava la scarcerazione di tutti gli altri per i quali era, nel frattempo, intervenuta la benefica amnistia del 1925. Lo stesso mese la Corte di Cassazione, su richiesta del Procuratore Generale, ordinava che, per gravi motivi _dipubblica sicurezza,. il dibattimento si svolgesse non già a Roma ma alla Corte d'.l\ssise di Chieti. . . . li secondo-atto della tragedia era così. finito... l'epilogo era ormai pro1 ssimo e la cÒnclusioneappariva ormai ben chiara. a tutti gli italiani. Non invano e non a torto, pochi mesi prima, precisamente nel primo annhrnrsario della morte di Matteotti, Roberto Farinacci aveva adunato a Roma gerarchi e deputati ed aveva scritto nel suo giornale di Cren1onu « Quando assumevo la ·carica di segretario del· Partito avevo promesso soleì1nemente di portare a termine due compiti:· uquidare l'affare Matteotti e le opposizioni. La promessa è stata man--_ tenuta e noi, da buoni « pazzi » e da buoni « ignoranti » ci siamo riu- . . . . \ ' SClh ztl pwno ». r Biblioteca Gino Bianco \

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