69 Ìl Pubblico Ministero. chiude la sua requisitoria e termina la sua fatica chiedendo il rinvio a giudizio davanti alla çorte d'.Assise di Roma degli imputati Dumini J\merigo, ·Volpi l\lbino, Viola Giuseppe, Povermno J\mleto e Malacria Augusto per rispondere di. omicidio aggravato, esclusa la preme~itazio~e, « per avere in ~orna il di~ci giugno 1924, concorrendo ali esecuzione del reato, quali esecutori e coo- . peratori immediati, al fine di uccidere, cagionato la morte dell'on. Giaco1no Matteotti, a causa delle sue funzioni di Deputato al Parlamento mediante uno o più colpi di· arma da punta e _dataglio vibrati nella ;egionè. toracica antero ·laterale superiore sinistra ». Chiede inoltre non doversi procedere in ordine alla imputazione 'di correità nello stesso delitto dei sef.!Uenti mputati: Rossi, Marinelli, Filippelli, ·putato, Thierselw:idt, Golini-Baldeschi, Mazzola e Tezza, per non aver commesso il fatto e per Panzeri per insufficienza di prove. Chiede applicarsi l'amnistia d€1 31 luglio .1924 iri ordine al reato di sequestro di persona imputato a tutti i precedenti nomin~ti: applicarsi l'amnistia a· Filippo Na,ldi imputato di complicità in ~eque- . stro di persona e così pure agli altri minori imputati di favoreggia1nento nelle persone di: Galassi, Fiorani, Briani, Neri, Rossetti, Spotta, Dones, Barilli, Pilla, Bazzi, Bosattini, Branibilleschi, Spirito, _.Tozzi e Boatta. * * * La requisitoria del P. M., mentre non suscitò con1meQ.tida parte della stampa ormai asservita o imbavagliata, non produsse neppure meraviglia, perchè revolversi dei fatti e degli avvenimenti, culminati con la amnistia del ·1uglio, avevano fatto capire anche ai più restii, che i mandanti sarebbero stati· salvati. La cerchia si chiudeva sempre di più; su trenta i1nputati, solo cinque· sarebbero comparsi al pubblico dibattin1ento, e sarebbero stati giudicati solamente in ordine all'omicidio. Non si sarebbe così dovùto più ,indagare su causali, su mandanti; non si sarebbe più parlato di responsabilità, di ordini segreti venuti dall'alto, la verità sarebbe stata con tutte le forme legali, sepolta per semp,re·. Due mesi dopo: ·il primo dicembre 1925 la Sezione d'.Accusa della Corte d'J\ppello ·di Roma, accoglieva, salvo· qualche lieve modifica di scarsa importanza, le conclusioni e le richieste del Pubblico Ministero con una lunga-ed elaborata sentenza redatta dal Presidente della sezione 1\ntonio 1\lbertini e dai due Consiglieri Randaccio e Favari. L~ sentenza, pubblicata per. intero su tutti i giornali, ai quali fu . trasmessa dall'l\genzia Steiani, è un autentico capolavoro di finezz.a e di ipocrisia al tempo stesso e segna un'altra importante tappa nel tormentato travaglio dei 1mesi che precedettero il dibattimento. 1\nzitutto i magistrati hanno creduto opportuno tr~butare una doI Biblioteca Gino Bianco
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