Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

62 sa da chi riuscivano però quasi sempre a sottrarsi all'arresto, d'altro cantc sollecitava il porto d' arme per gli stessi contro i quali si spiccavano mandati di cattura. Anche per il rilascio del passaporto falso ad Amerigo Dumini · intestato a Gino Bianchi, cui certo non fu e non poteva esser estraneo De Bono, questi finge di nulla sapere e di non aver mai dato ordini in proposito e rAlta Corte del Senato gli crede sulla parola ... Bastava indagare un po' più a fondo in tale faccenda, mentre la Commissione d'inchiesta ha preferito sorvolare, e convincersi che non si sarebbe rilasciato un passaporto falso ad un pregiudicato quale il Dumini se non vi fossero stati precisi ordini, anzi ingiunzionj, dal1' alto e soprattutto se non vi fosse stato il bisogno impellente di mettere in grado lo pseudo giornalista, di poter emigrare rapidamente e senza sospetti. · * * * La sentenza onde scagionare il De Bono dalle varie ed esplicite accuse in ordine al delitto Matteotti non ha saputo nè potuto trovare altro valido argomento che quello di un odio feroce che Dumini avrebbe din1ostrato verso De Bono. Si dice infatti che De Bono non poteva esser complice e neppure l'ideatore del delitto, quando invece il Dumini n1anilestava rancore verso di lui tanto da scrivere in una lettera aH'on. Finzi « mi prenderò una feroce vendetta contro De Bono», e ad altri scriveva qualificando De Bono con .epiteti ingiuriosi... T uttu ciò è inlantile ma, caso mai, serve a dimostrare proprio l'opposto di quanto si voleva provare: era infattj logico che Dumini al quale certo fu, prima del delitto, assicurata la più ampia impunità, una volta arrestato e destinato a diventare in tutta la faccenda il capro espiatorio, manifestasse disegni di vendetta precisamente contro colui che lo aveva fatto arrestare e cioè contro De Bono. Tanto più che tali manifestazioni del Dumini sono dei primi mesi dopo il suo arresto, quando ancora egli non era stato messo al corrente del piano che i suoi amici del partito stavano organizzando per poterlo poi processare per burla e salvare ... Non solo, ma vengono del tutto messe nel più profondo oblio le dichiarazioni di Rossi e di Marinelli i quali avevano consigliato sin dal primo istante De Bono a non procedere ad arresti perchè •- come lo stesso De Bono doveva deporre - « i fascisti sono pronti a tutto, ma poi una volta in carcere si stancano e possono. cantare... », le preoccupazioni di evitare scandali e non eccitare l'opinione pubblica che non avrebbe avuto ragion d'essere se il delitto fosse dovuto solo ad iniziativa del Dumini e dei suoi amici. Lo stesso contegno del Dumini del resto dimostra la verità di tale assunto, quando, dopo aver avuto le precise istruzioni dall'alto, dimentica le feroci vendette e le ingiurie contro De Bono e segue una ben diversa linea di condotta, Biblioteca Gino Bianco

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