,50 Dumini, ma tenta scagionarsi di tanta. fretta e tanto zelo sospetto con l'asserire che sperava aver subito importanti rivelazioni in merito alla scomparsa del deputato socialista. E l'l\lta. Corte lo segue su tale via, co~e pure 1nostra di credere che il colloquio tra Dumini e il Direttore Generale della Polizia si sia svolto secondo la comoda versione data da quest'ultimo e accetta la inverosimile. interpretazione data da De Bono alla frase <•; neghi, neghi, neghi sempre» riferita dal Dumini e, purtroppo sentita anche da altre persone, secondo la quale il Senatore avrebbe chiesto all'arrestato che negava ogni addebito « allora lei negherà pure davanti al n1agistrato? ». Domanda veramente ingenua e superflua, perchè era logico ed evidente che Dumini, co1ne infatti fece durante il primo periodo, avrebbe continuato a negare al magistrato come aveva negato alle ansiose domande rivoltegli dal Capo della Polizia. Neppure il De Bono potè negare l'altro importante fatto, di aver alla stazione Termini preso egli stesso le valigie sequestrate al Dumini mentre si accingeva a salire nel treno, valigie nelle quali pare fosse la borsa di cuoio dell'on. Matteotti, ed averle portate subito al Viininale. restituendole solo l'indomani all'autorità giudiziaria e asserendo che non contenevano nulla di importante. Non solo, chè anche le altre valigie rinvenute nella pérquisizione operata ali' l\lbergo Dragoni nella camera 76 abitata dal Dumini, Iurono subito messe a di,. sposizione dello zelante Capo della Pubblica Sicurezza onde esaminarne il contenuto senza compromettenti testimoni... L'Alta Corte di Giustizia del Senato non può fingere di ignorare tali sintomatici ed eloquenti episodi i quali, in maniera lampante, dimostravano· oltre la illegalità compiuta proprio da chi era il tutore della legalità, la fretta di aver primo di ogni altro, il c~ntrollo degli oggetti sequestrati al Dumini per poter far scomparire quelli compromettenti e- quelli che interessavano il Governo e- il partito. Ma di fronte a tali elementi positivi ed alle accuse in proposito la Sentenza si limita a dire « che la Direzione Generale della P. S. abbia potuto credere di sostituirsi e si sia di fatto sostituita alla .Autorità Giudiziaria nelle prinze indagini e nei primi accertainenti è cosa manifesta e non l'ha negato neppure il De Bono, il quale tentò giustificarsi dicendo che con tale atto non si sarebbe accresciuta la agitazione popolare già tanto grave e profonda-~>. . Per fortuna il Collegio di Senatori non si lasciò convincere da tal~ ingenua e puerile giustificazione, concludendo infatti « scusa che appare non i,aJida, e il fatto non può sfuggire a severo giudizio». Peccato che l'Alta Corte, dopo sì bella frase, si. sia limitata ad esprimere un puro ~ semplice severo giudizio, privo peraltro di ogni tangibile sanzione,_nei confronti del Diretlore della Polizia!!! Biblioteca Gino Bianco
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