Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

54 in grado di riferire sul delitto egli lo ha gi~ detto al giudice istruttore· nei suoi recenti interrogatori, protesta ancora una volta la sua innocenza e, si lamenta che « siano state rispolverate vecchie leggende fatte circolare quasi tutte ad opera degli emissari fascisti». . Dopo aver messo in luce che il suo 'fermo nel 1924 fu ordinato personalmente da Mussolini, mentre quello di Marinelli e altri Iu or-- dinato da1I'Autorità Giudiziaria, ricorda che tale gesto provocò la sua rivolta contro il partito e il fascismo. « Se fossi stato veramente colpevole, avrei risparmiato il Duce, avrei fatto quello che fece Marinelli il q1iale responsabile per suggestione (o mandato?) del Duce non lo scoprì nei suoi interrogatori perchè egli contava su di lui per cavarsela dalle concrete responsabi1ità che l'istruttoria racchiudeva. Io invece 1ne ne fregai altamente ... ». Cesare Rossi il quale non esita nel suo Memoriale. a definirsi più· che colpevole del delitto Matteotti, testimone in un secondo tempo e poi vittima, rimpiange che n1oltissimi degli uon1ini dell'opposizione, quali Claudio Treves, Giuseppe Donati, il denunziatore di· De Bono al Se- · nato, l'on. Susi, Alceste De J\mbris, l'on. J\mend-ola con i quali ebbe z: rapporti e contatti a Parigi, dopo il 1926, e che avevano riconosciuta la sua perfetta innocenza a proposito dell'uccisione di Matteotti, siano· . purtroppo morti, perchè la loro testimonianza sarebbe stata provvidenziale e utilissima. 1\ tal pro,posito ricorda la frase riferita da Bazzi e attribuita all'on . .An1~ndola « che nell'affare Matteotti contro Cesare Rossi le opposi-- zioni si erano lasciate menare per il naso da Mussolini e dai suoi emissari come tanti ragazzi ». E conclude invocando giustizia da. parte del governo della nuova Italia democratica, e quiete· della quale ha tanto bisogno dopo venti anni di carcere e sofferenze. Biblioteca Gino Bianco

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