Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

42 n1iricordoche abbiamo 1 attonwlti chilonzetri.A un tratto,in un punto isolato, dove era vicino un bosco, io fernuJila macchina, restai sulla strada,gli altri portarono il cadaverenel bosco per seppellirloe adoperaronola lima e altri strumenti che erano nella cassetta dei ferri della macchina per scavare la fossa. Poi tornan11110subito a Roma a depositare la 1nacchina,ma essendo tardi, ci recammo dal Quilici, dove io andai a ritirarela macchina il giornodopo. ·.Dichiarp che io ho agito di ·miaspontaneainiziativa. * * * Tale il cinico e fantastico racconto deWassass1nio. consacrato anche in un Memoriale inviato al Palazzo di Giustizia, e diffuso da tutta la. stampa che si affrettava a mettere in risalto il fine politico del deli_tto, nonchè l'opera 'svolta all'estero dal Dumini a vantaggio del regnne. Certo, prin1a di quelle dichiarazioni rese al magistrato, un lento lavoro di coordinazione e ,preparazione s.i era svolto per imbastire la deposizion'e riallacciando la morte del Bonservizi, che non interessava affatto il partito .socialìsta, con quello dell'onorevole Matteotti, perchè bastava pensare che se davvero questi iosse voluto passare alla controffensiva con la violenza, usando cioè gli stessi metodi dei suoi nemici, non aveva davvero bisogno di andare a Parigi a organizzare complotti contro persone lontane dalla politica interna. Quello che colpisce poi maggiorm~nle nelle dichiarazioni rese il venti ottobre, è la freddezza con la quale Dumini racconta l'accaduto pur am1nettendo di aver dato ordini perchè Matteotti fosse preso a viva forza e introdotto nella automobile fatale, il particolare della lin1a che, secondo lui, sarebbe servita a scavare la fossa, messo in rilievo .appunto perchè aveva saputo del .ritrovamento della lima insanguinata presso il cadavere, e, soprattutto la dichiarazione di aver agito sempre per sua iniziativa spontanea assumendo ogni responsabilità del fatto. . Certo .è che, dopo il ritrovamento del corpo del deputato, e dopo le ammissioni di molti imputati, Du1nini non poteva oltre restare sulla negativa assol.uta come aveva fatto in tutti i precedenti interrogatorii, ed allora sorse la necessità di inscenare il ratto, senza violenze, anzi con esplicite raccomandazioni ai bravi di non far male alcuno alla vittima, per sapere la verità sulla fine di Bonservizi, la iuga in campagna; quindi l'improvviso malore e la morte repei:itina del povero 1-viatteolti sui cuscini della macchina in corsa. La messa in scena è abile, seppure ingenua e intantile: ma servì allo scopo e più che altro servirono le · recise dichiarazioni dell'imputato di aver agito per caso, solo perchè transitando. davanti all'ahiBiblioteca Gino Bianco

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