38 e su quanto avrei potuto sapere circa la scon1parsa di M atleotti, ma poco dopo fui inf armato per telefono che Dumini . era stato tratto in arresto nientre si accingeva a partire, alla · stazione. Credetti allora opportuno andare subito a interrogarlo ed ebbi · con lui un · çolloquio nella camera dell'ufficio del Commissario della Stazione cav. ]antaffi. Gli chiesi << se sa qualche cosa parli, parli subito » ma lui rispose « io non so niente.» . io allora replicai « ma se lo· hanno veduto nella. macchina; se hanno combinato tutto loro! » ma .Dumini insistè sempre nella negativa più recisa· e. assoluta, dicendomi solo che nulla sapeva e si informò se avrebbe potuto avere in carcere ]a camera a pagamento. Allora De· Bono, stanco, dopo tante emozioni, lo abbandonò al suo .destino, provvedendo a. portare al Viminale la valigia sequestrata. Nel suo interrogaforio il. Senatore ammise pure che Cesare Rossi gli aveva detto la famosa fr&se « bada che i fascisti sono capaci di ogni azionf ma in :prigione non reggono, e cantano» ma si guardò bene -- nè il magistrato insistette su ~al punto -- dal riferire il risultato del suo colloquio avuto il giorno dopo con Mussolini, che dovette ·essere assai importante, e nel quale pare fosse· deciso senza · altro l'arr~.sto dell'imprudente Cesare Rossi. · La verità è ·che la responsabilità del Presidente doveva esser ben nota a De Bono il qua.le altrimenti non avrebbe subito telefonato per riferirgli quanto aveva appreso da Rossi e Marinelli e non sarebbe corso alla stazione a interrogare Dumini prima d'ogni altro. * * * L'istruttoria procede intanto alacremente, e il lavoro eHettuato dal cav. Pennetta, capo della polizia giudiziaria, occorre ricordarlo e riconoscerlo, fu assai proficuo e avrebbe condotto a ben diversi risultati se· non fosse stato ostacolato da chi aveva tutto l'interesse a non far luce su molti punti oscuri. 1\ Dumini · è contestato anche il colloquio che avrebbe avuto con il giornalista Curzio Suckert, il famoso Malaparte (che tanta malaparte doveva. avere nella letteratura fascista) la sera del dieci giugnq,_ nel quale Amerigo si sarebbe mostrato già informato della scomparsa ~l~pu~~- · · Sarà questo un altro giornalista implicato, sia pure per circbslanz~ di scarso valore, neH'aHare Matteotti: chi giuoca il ruolo prin- . cipale è sempre Filippo Filippelli, il direttore de « Il Corriere Italiano», .seguito subito da Pippo Naldi il direttore de « 11 Tempo» che. lo aiutò a fuggire da Ròma, da Carlo Bazzi direttore de « ll Pé!.ese » e da Nello· Quilid, l'amico intimo di Balbo, redattore dello stesso Corriere ltaliano. Il Quilici doveva sapere molte cose, mà, godendo di .forti proBiblioteca Gino Bianco
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