Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

35 iarà abbondanti rivelazioni nel suo iamoso ~\emoriale che manderà su tutte le furie Benito Mussolini e che procurerà· tante noie, sino alla condanna· a trenta anni inflitta dal Tribunale Speciale al povero ex Caporale d'onore ·della Milizia... Oltre le dichiatazioni degli imputati, i documenti esaminati dai magistrati, sono di una chiarezza evidente e non temono smentite di sorta; i telegrainmi sequestrati forniscono la prova della preparazione del delitto e delìa sua organizzazione. Volpi telegrafa a Chiavolini, il primo segretario particolare di Mussolini il 31 maggio « arrivo ,.domattina ore otto e trenta.»; un tal Basilico -- nome falso - telegrafa a Panzeri, il meccanico che forse guidava. la macchina fatale - « parti imme'diatamente lasciando ogni impegno». Putato telegrafa a Volpi e questi gli rispondeva « sta bene vieni subilo, Albino »; Io stesso Volpi invia a Dumini a Roma. il messaggio sollecitatore « attendo ansioso se urge mia presenza » in risposta all'invito fattogli dal Du1nini in precedenza di venire a Roma e portare seco un abilissimo chauHeur. · È un vero e proprio intrecciarsi di appelli, di chiamate urgenti di inviti con precisazioni, di risposte che si intensifica tra il trenta maggio e il nove giugno, e che serve a radunare all'albergo Dragoni, nella camera nuniero 76 la banda di crin1inali agli ordini di Dumini, che a sua volta riceve gli ordini dal Vin1inale, ottiene la macchina dal Filippelli, manda i conti dei pasti a Cesare Rossi e fa la spola tra Palazzo Chigi e il Ministero dell'Interno. • _ · Invano Dumini, davanti al testo del telegramma chiave (quello indirizzato a Volpi con la richiesta della chauffeur), tenta negare e scoloarsi dicendo che la calligrafia che ha vergato il modulo non è la sua. Putato, colui del quale tanto a ragione doveva preoccuparsi il suo capo, interviene e riconosce di aver scritto e spedito alla- Posta il telegramma per incarico di Dumini stesso. · Ma ben altre importanti dichiarazioni e ammissioni sull'operato del Dumini e sugli incarichi ricevuti doveva fare il misterioso straniero, cecoslovacco o ungherese, quel tale Otl0 Thierselwildt, il 'quale, arrestato, disse che Dumini glj aveva da tempo affidato l'incarico di sorvegliare le mosse e di pedinare il deputato socialista Mat.. teotti. ' · Dopo tale rivelazione l'imputato deve-·-finire con l'ammettere che: la spia straniera, al soldo della Ce-ka italiana e fas.cista, aveva detto la verità, ma che egli aveva ·dato tale incarico solamente per poter essere informato se Matteotti avesse intenzione di andar all'estero clandestinamente, e precisa che egli aveva assunto alle sue dipendenze il Thierselwildt per. ordini avuti dal Marinelli il quale si era incaricato di far rilasciare subito lo straniero arrestato poco tempo· prima a Napoli dalla ingenua questura, che naturalmente avrà fatto ·le scuse p2r tale involontario errore. · Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==