Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

28 tiroa 5..tessa,d'~c~or.do_<??n_CesareRossi. Ora è pieno di sacro furore perche le autorzta gzudzzzarzenon hanno arrestato Amendola, Labriola. Di Rodinò, ecc. - E per giungere a questo pio desiderio lancia parecchie insinuazioni tra melense e idiote, contro la magistratura senza che - na- . turalmente - il Prefetto di Cremona trovi nulla a ridire. Non solo,. il ras cremonese, -il cui sistema nervoso si -tendee si esalta man mano che la fantasia si accende e la grammatica prende il volo per ignote plaghe, ritiene che la situazione sia intollerabile e affenna la necessità di « intervenire e normalizzare l'ambiente ». li Farinacci svolge come può e come sa il co1npito che gli è $lato assegnato perciò solo agli assegnatori di quel compito bisogna rispondere che se del delitto Matteotti furono imputati rappresentanti del fascismo, e alti capi, se delle violenze sono impulati n1iliti fascisti, Ja colpa è•tutta dei fatti che non sono da confondersi con le farneticazioni del ras cremonese nè con le intenzioni di- un· regime che vede colpiti sempre i suoi sostenitori le rare volte in cui le gesta di costoro sono sottoposte ad una inchiesta giudiziaria ». E il corsivo -chiudeva « li governo e il fascismo che il Presidente del Consiglio parificava ad una fortezza assediata, non hanno la forza· di 1·icondurre i privilegiati alla legge comune, onde l'illegalismo dii,enta norn1a di Stato e Farinacci si afferma l'esponente più rappresentativo della situazione politica italiana·». Parole esatte, ma parole al vento, perchè i fatti hanno poi dato pienamente ragione a quei pochi uomini che av~vano allora previsto il pericolo di una opposizione lontana dal _Parlamento e ·avulsa dalla vita politica, in un paese stanco e distratto da altri avvenimenti. · * * * Le forze latenti del fascismo si affermavano sempre di più con le illegalità e con -ogni mezzo di corruzione e si stringevano in quella coalizione che avrebbe dato a breve scadenza 1 suoi. frutti amari dj cenere e tosco. Quando, con il co.lpo di stato del gennaio 1925, cadeva alfine la maschera dal volto di Mussolini e si inaugurava il regime totalitario, lo stato autoritario, foriero di guerre, e si inalberava il gagliardetto funereo dal motto « credere, obbedire, combatter~». Si può perciò affermare, ora più che mai, ripetendo quello che anche allora era la convinzione di molti, che il delitto Matteotti mentre aveva destato in un primo tempo tante e gravi preoccupazioni in seno al partito e aveva fatto vacillare le fragili· Iondamenta sulle quali poggiava il fascismo dopo la marcia su Roma, fu invece sfruttato abil-· · mente dai più audaci e dai più scaltri uomini di Mussolini, per consolidare la loro posizione. Gli errori dell'opposizione che non si mostrò Biblioteca Gino Bianco

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