Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

- 24 quel che ordinariamente avviene in ordine a qualsiasi fatto, per quanto notorio e grave che interessi la giustizia penale. Nel caso nostro, non solo Procuratore del Re e Procuratore generale se ne stettero inerti e passivi. per varii giorni, nonostante che in Parlamento, e nella stampa e dappertutto non si parlasse e non si scrivesse di altro che della scomparsa inesplicabile del deput;:1toMatteotti: ma .anche dopo che, per opera dell'autorità di polizia, ne venne investita la .cosidetta autorità giudiziaria, e mentre la Sezione d'accusa avocava a sè il procedimento, la Questura seguitava ad agire per proprio conto, ricevendo deposizioni, procedendo a perquisizioni, visite domiciliari e arresti senza che apparisse intesa o direttioa giudiziaria. D'onde le co;nfusioni, gli sviamenti, gli antagonismi, che si possono ben immagznare -e soprattutto la perdita di tempo prezioso e la 1na11canzadi unità e di salda responsabilità nelle ricerche e negli accertamenti e così si -imbastiscono delle istruttorie che non vedono mai la fine e si portano al giudizio, qualche anno dopo, delle imputazioni e delle accuse che offrono il fianco ad a1.2vocatie alle scherma[llie della difesa, per poi mettere a carico e ludibrio· dei giurati tutti .i proscioglimenti loro imposti dallo stato miserando delle istruttorie». Il Senatore aveva messo il dito sulla piaga, anzi sulle piaghe ... e si comprende facilmente ,come l'articolo lo abbia fatto segnare subito nigro lapillo tra gli oppositori del regime da tener d'occhio, onde evitare altre critiche sulla Rivista Penale, che dal 1929, clopo la morte del Lucchini, si dimostrò sempre ossequiente al Governo e al partito sotto la direzione prima di Silvio Longhi, poi di Antonio Albertini. Non solo le cronache dei giornijli italiani ma quelle di tutti i quotidiani esteri si occuparono.diffusamente del delitto, con parole di commosso rimpianto per la vittima ben nota per la sua cultura e la sua opera, e di sdegno per i colpevoli. _ · L'organo laburista inglese il « Daily Herald » (il cui corrispondente in Italia adèsso ha dichiar,ato « che non vi è operaio inglese che non conosca e tenga arto il nome di Matteotti ») pubblicò un importante editoriale il 16 giugno in cui testualmente era scritto « ll delitto è un tipico delitto del fascismo. che è salito al potere con assassini e incendi e si vuol mantenere ad ogni cos,to con gli stessi metodi... Mussolini .non osa sopprimere la banda di terroristi e di criminali che sono al suo fianco, perchè sa benissimo che su loro riposa la sua potenza... ». Analoghe dichiarazioni facevano altri giornali francesi e persino tedeschi; e pochi n1esi dopo il « Temps » dopo aver definita assai grave confusa e piena di incognite la situazione italiana, a proposito delle ripercussioni che il delitto Matteotti avrebbe potuto~portare così si espriBiblioteca Gino Bianco

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