18 - dopo dùe giorni di iafruttuose ricerche, il cane da caccia di un briga.,.- diere dei Carabinieri in congedo, tale Ovidio Caratelli, Iiglio del guardiano della tenuta della Quartarella, che si era spontaneamente dedicato alle ricerche, grattando la terra, indica una fossa, che scavata mette alla luce un ~adavere, che presenta ferite e contusioni. Vicino al cadavere, anzi secondo taluni, infissa nel corpo stesso, fu trovata una lima di quelle adoperate dai meccanici, tale lima scomparve misteriosamente e non fu più possibile rintracciarla, e la stampa fascista negò tale particolare .. Risulta però dai giornali dell'epoca, non asserviti al partito, che il Caratelli disse subito di aver notato la lhna infitta nel petto del cadavere e tale circostanza fu pure confermata dal contadino Conti Geremia che scavò la macabra fossa aiutando il guardiano, constatando anche che intorno alla lima era ancora un po' di carne imputridita mista a terriccio. Non basta, che nel primo fonogramma spedito dal Pretore alle autorità di Roma circa il ritrovamento del cadavere si accenna ad ,una lima infissa nel petto. Il cadavere fu subito riconosciuto per alcuni particolari, tra cui . un dente d'oro, da parenti ed amici per quello del deputato socialista, quindi nessun dubbio - che anche qu~llo sorse allora e fu abilmente sfruttato dalla stàmpa fascista - potè sorgere circa il corpo straziato rinvenuto nella macchia della Quartarella - che. diveniva subito famosa - a ventitrè km. da Roma, tra la via Flaminia e la via Cassia. L'autopsia fu affidata a due valorosi professori Massari e Bellucch questi riscontrarono le ferite e notarono che « la larga macchia di sangue sul dorso provava che il sangue doveva esser colato. da un mortale colpo inferto sul collo, che si raccolse nel punto dove trovò il suo centro di gravità». . _ Nessun dubbio perciò sulla causa della morte del Deputato, con · che si veniv_aa smentire in pieno le affermazioni del Dumini, il quale, in un suo successivo interrogatorio volle far ·credere che Matteotti fosse morto di morte naturale in seguito a violenta, e improvvisa emottisi. Matteotti era stato rapito e brutalmente assassinato nella automobile grigia dai suoi assalitori quando egli reagì e tentò di sfuggire: non fu subito sepolto nella macchia della Quartarella come potè esser provato in maniera luminosa, dalle perizie entomologica e çhimica eseguite appunto per accertare da. quanto tempo il cadav~re fosse rimasto nella fossa dove fu rinvenuto. Certo gli assassini si erano sbarazzati subito del corpo della loro vittima, perchè Nello Quilici, redattore del CorriereItaliano, il quale sa.lì-nella macchina la sera del delitto, a fianco del Dumini, notò traccie di san·gue, che furono anche osservate dalla sua cameriera, e il Dumini stesso impedì al Quilici di , montare nell'interno dell'automobile dove erano altre due persone, che nella oscurità non furono identificate dal Quilici. l\ltri complici devono indubbiamente. aver sepolta la vittima in qualche località e poi Biblioteca Gino Bianco
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