15 dei Crociferi. « Garage Trevi>~; era stata data in affitto precisamente il 9 giugno al giornalista Filippo Filippelli direttore del quotidiano fascista « Il Corriereltaliano » il quale, subito interrogato, disse di aver noleggiato la macchina per co~to di « persona al disopra di ogni sospetto » e quindi ammise averla ceduta a tale l\merigo Dumini, fascista ed ex combattente, raccomandatogli da personalità di tui non - poteva fare il nome. Nel frattempo l'automobile poteva esser rintracciata, sporca di fango, con le tappezzerie e· i tappetini interni. stracciati e tagliati in parte, nel garage Tattini e Maraga presso Ponte Milvio, dove dùe persone la sera del dodici giugno l'avevano portata dileguandosi rapidamente, ed era subito posta sotto sequestro. Non appena si sparse la notizia che la macchina era stata affittata per conto di Dumini nessun dubbio potè più oltre restare sulla causa dell'aggressione e dell'attentato di cui era stato vittima il povero Deputato socialista. l\merigo Dumini, nato nel 1892 a Saint Louis, in l\merica da padre italiano, ex combattente, pseudo giornalista, era il prototipo del fascista avventuriero pronto a tutto, già arrestalo varie volte e poi rilasciato, implicato in un affare di contrabbando d'armi con la Jugoslavia, emissario in Francia per conto del partito onde spiarvi i. movimenti di personalità politiche, era .designato dalla pub.: blica voce quale autore e organizzatore di numerose violenze contro altri deputati dell'opposizione. Sua dimora abituale era Milano, ma frequentemente veniva a Roma dove assiduamente bazzicava il Viminale e Montecitorio, amico di deputati e di autorità7 era pure indicato quale segretario di Cesare Rossi, il Capo dell'ufficio Stampa di Mussolini, l'uon10 di fiducia di Finzi e di De Bono. Non appena fu fatto il nome di Dun1ini la polizia si affrettò a perqu1sire la sua camera all' l\lbergo Dragoni, quartiere generale di loschi tipi di fascisti e avventurieri, portando i corpi di reato, valigie e altri documenti subito al Viminale dove furono esaminati personalmente da De Bono il quale diede ordine di arrestare il fascista. Diede però tale ordine - ciò risulta in maniera inequivoca- . bile dalle stesse dichiarazioni rese al Magistrato da De Bono nel suo interrogatoriò del luglio - non già alla Questura, ma al Generale della milizia l\gostini~ suo intimo amico, con la raccomandazione che non appena catturato Dumini fosse portato alla _sua presenza. Precauzioni e raccomandazioni che avevano il loro motivo, quello cioè che Dumini non potesse parlare con altri prima di veder De Bono, e che quanto si potesse sequestrare fosse subito portato al Viminate per una prima visita ed ispezione... · Purtroppo Dumini, pedinato dal soierte Generale con un agente in borghese, mentre stava per esser agguantato al Corso Umberto, riusciva la sera stessa a sfuggire, mandando su tutte le furie De Bono, che attendeva impaziente al Viminate: dov~va però esser preso il Biblioteca Gino- Bianco
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