Vincenzo Sechi - La verità sul processo Matteotti

14 notorietà della vittima e gli attacchi violenti cui era stato fatto segno,. specialmente nella ultima settimana da parte della stampa fascista. Pare che il generale De Bono, allora direttore generale della Pubblica Sicurezza, fosse subito informato dall'on. Acerbo dell'accaduto e pare ·anche che non ne restasse stupito, quasi fosse già al corrente della · cosa. La Questura è subito messa in moto, viene interrogato l'agente df servizio alla porta della casa di Matteotti il quale dice averlò visto uscire il dieci alle· sedici ma non averlo· più incontràto: telefonate è telegrammi si diramanq, mentre poche ore dopo lo stesso De Bono assume personalmente la direzione delle indagini. Ai primo istante tale gesto che voleva metter.e in risalto le ottime. intenzioni del Governo di procedere rapidamente - Mussolini era stato subito in-formatoanche lui delFaccaduto - e di far luce sul caso assicurando alla giustizia gli eventuali colpevoli trovò unanime consenso. Ma in verità, man mano che gi avveni~enti si seguirono, lo scopo apparve ben chiaro ed evidente; quello cioè di esercitare sui funzionari addetti alle indagini il più severo controllo, di poter sottrarre subito documenti e altro materiale compromettente e cercare di salvare i responsabili. :Risultò pure che l'Arma dei carabinieri fu completamente estromessa sin dall'inizio e quàndo, in rare occasioni, dovette collaborare con la Pubblica Sic:;urezza, fu ostacolata in ogni maniera. Varie, importanti deposizioni erano per fortuna, :taccolte subito; quella dell'avv. Giannini abitante in via Scialoia, il quale nel pomeriggio del dieci giugno, proprio nell'ora in cui il deputato era t1scito da casa, aveva sentito il suono prolungato della sirena di un automobile e, dalla finestra, aveva assistito ad. una insolita scena: cinque individui trascinavano a forza un passante che tentava di reagire, lo spingevano dentro la macchina che_partiva· a gran velocità. verso la via Flaminia. L'avvocato era subito sceso in strada ma la macchina era già lontana. e nulla aveva potuto fare; analoghe testirnonianze resero altre due persone, una delle quali udì· distintamente. gridare: « aiuto, aiuto», mentre un portiere dichiarò di aver vista l'automobile ferma per vario tempo all'angolo del Lungotevere l\r-- ~1aldoda Brescia, posto isolato e tranquillo, dove rari sono i passanti,_ ,..e che-·il_deputato_soleva abitualmente percorrere per imboccare poi la via che lo portava 'cl Ripetta e al centro. Fortunatamente uno dei passanti che scorse l'automobile sulla via Flaminia, in un attimo di sosta presso un tram, prese il numero della macchina, altri ancora potettero deporre di aver visto passare la macchina a gran corsa, con una per-· · sona sul predellino, mentre la tron1ba suonava insistentemente, e dileguavasi in direzione di Ponte Milvio. Il giorno dopo, in una località oltre tale ponte, era rinvenuta per terra una tessera di deputato, quella del deputato Giacomo Matteotti. L'automobile, una Lancia grigia e ben carrozzata, portava il numero di targa 54-12169 ed era di proprietà della rimessa Tommasini in via, Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==