U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles
9 — 51 — dallo Slesvig centrale si stende fino alla- linea Sli-Banevirke e dove sarà pure eseguito uu plebiscito. "La popolazione essendo in grande maggioranza tedesca, i l governo danese ba creduto con un comunicato ufficiale di dover scindere la propria responsabilità da quella dei circoli suddetti. I l portare 1 confini danesi fino al Danevirke vuol dire incor– porare circa 250.000 Tedeschi che forse oggi voteranno per la Danimarca per sfuggire alla sorte della Germania e benefi– ciare dalla neutralità danese, ma che domani potranno pro– vocare un pericoloso movimento secessionista aiutati da un lato dal potente stato vicino, dall'altro dai 25 o 30 mila te– deschi dello Slesvig del nord. Evitare l'influsso nocivo, nella vita del paese, di que– st'elemento che ha provocato le guerre seeessioniste del J848-50 e del 1864 è opera di dirigenti i l luminat i e previdenti. Conia sua rinunzia che ha l'approvazione del Parlamento e che ha meravigliato la Conferenza, teatro dei più immodesti appetiti territoriali, i l governo danese assicura la forza e la prosperità dello Slesvig più di qualsiasi ingiusta annessione territoriale e dà un esempio ai popoli di^oler sinceramente applicare in tutta la sua integrità i l principio dell'autodecisione dei popoli. L A Q U I S T I O N E D E L L A S A R R E . W I n questi giorni di generale malcontento contro le deci– sioni elaborate alla Conferenza di ^Parigi, si è sentito parlare molto della quistione della Sarre come di un caso in cui avrebbe avuto libero corso l'imperialismo francese. Ora la politica internazionale degli uomini che governano la Francia supera senza dubbio quella di tutte le altre Potenze * ( Censura) Ma tale tendenza (che addolora tut t i gl i amici sinceri della grande nazione francese) si manifesta nel carattere generale che la .Francia ha saputo imprimere alla Pace di Versailles, (1) Non abbiamo creduto necessario di tornare a discorrere della quistione dell'Alsazia-Lorena, di per sè tanto limpida ^ già diffusamente trattata da Jean Alazard nel I fascicolo della Voce dei Popoli (p. 10).
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