U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles
- 244 — espiare, con atroce morte, la colpa di non avere voluto ubbidire all'ordine dei terroristici comitati greci di ritirare i loro figlioli dalle scuole romene. Sotto i l regime turco, nonostante tutte queste sofferenze e queste crudeltà, le scuole e le chiese romene poterono tuttavia funzionare con certe intermittenze dovute alle cause su riferite. É La pace di Bucarest e gli Aromeni. L a guerra dal 1912 al 1913 essendo scoppiata e la Serbia, la Bulgaria e la Grecia essendosi impadronite d quasi tutto i l territorio della Turchia europea, i Romeni di Macedonia poterono giustamente temere per le loro chiese e le loro scuole, l'attitudine e l'intolleranza da questi tre paesi assunte nulla di buono promettendo. Con tuttociò l'intervento decisivo della Romenia nel 1913 nel conflitto balcanico, ebbe tra gli altri risultati quello di ottenere quale annesso al trattato di Bncarest, una dichiarazione identica da parte dei tre Stati Balcanici secondo la quale: « essi consentivano a concedere l'autonomia alle scuole e alle chiese dei Kutzo-Valachi, abitanti i territori nuovamente uniti, e a per– mettere la creazione di, un Episcopato per questi stessi Kutzo-Valachi, con la facoltà, per i l governo romeno, di sovvenzionare, sotto la sorveglianza dei go– verni territoriali, le suddette istituzioni, presenti e future. Queste disposizioni non hanno, del resto, avuto i l tempo di essere applicate in tutta la loro estensione, essendo scoppiata la guerra mondiale appena un anno dopo i l trattato di Bucarest. . 1 kutzo-valachi e la guerra europea. L a terribile conflagrazione che ha infuriato per quattro anni doveva essere occasione di nuove e terribili sofferenze per i Romeni di Macedonia i quali, essendo spartiti tra quattro Stati in lotta gli uni contro gli altri erano forzati di uccidersi tra di loro per una causa che qualche volta non era la loro, ma era contraria ai loro interessi. Vero si è che un grande numero di essi, quasi tutti quelli che lo poterono, si sottrassero a una tanto angosciosa situazione, andando a incorporarsi nelle file dell'armata romena. Ed è così che più di 10 mila soldati e più di 400 ufficiali romeno-macedoni lottarono coraggiosamente per la causa romena, che si confondeva con la causa del diritto e della libertà. Ma'a lato di questi' che ave– vano potuto rifugiarsi sotto i l tricolore romeno, quelli ch'erano rimasti nei loro villaggi: vecchi, donne, fanciulli, sacerdoti, maestri, ebbero a subire da parte dei Bulgari tutte le torture e tutte le ignominie che la fantasia più perversa possa concepire; giacché essi furono martoriati, maltrattati e deportati in condi– zioni tali che sono l'onta dell'epoca nostra. Questo popolo del quale i l passato è stato un lungo martirio e i l presente un'orribile tortura, domanda esso pure i l suo posto al sole e i l diritto, che a nessuno potrebbe più essere negato, di vivere liberamente e ài poter pregare ed istruirsi nella lingua che ha ereditato dai suoi padri. • Una patria nell'Albania. Non costituendo una unica massa compatta, esso non può aspirare a costituire uno Stato a parte, nè può domandare di essere unito alla Grande Romenia della quale non è geograficamente vicino. Nè tuttavia ne consegue che questo popolo, per confessione unanime di quanti conoscono i Balcani (1) i l più avanzato e più (1) Ved i : Pouqueville, Ami Bone, Charles Philarete, Erail Pi còt , Kauitz Wnce o Thronrpson, Baldacci, Elisóo Reclus e Leske.
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