U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

I - 185 — È così che si è formato, nell'Albania meridionale, fra gl i Albanesi greco-ortodossi ed anche fra i Romeni, un forte partito così detto grecomane, fanaticamente grecizzante. Il terrorismo degli autarti. Dove e quando non sono bastati le chiese, le scuole e l'oro, largamente seminato per procacciar nuovi adepti alla causa greca, sono entrati in scena, specie negli ul t imi anni precedenti ìa guerra turco-balcanica — allorché era preve– dibile i l prossimo crollo dell'Impero ottomano, mentre d'altra parte urgeva opporsi ai tentativi sempre più decisi di risveglio nazionale - gl i autarti. Tali bande composte di Greci - in parte soldati dell'esercito ellenico congedati - e di Greco-Epiroti, e non di rado guidati da ufficiali ellenici, hanno esercitato nell'Epiro la stessa sistematica azione terroristica svolta nello stesso tempo dalle bande serbe, bulgare e greche in Mace– donia, commettendo atti di intimidazione, di prepotenze e di brigantaggio a danno delle popolazioni albanesi ed anche delle romene, che non intendevamo abbandonarsi facile preda dell'ellenismo. I l Baldacci," che viaggiò l 'Epiro nel 1895-96, mentre fer– veva l'opera degli autarti, accenna in più luoghi dei suoi Itinerari alle violenze da essi compiute, e così sintetizza la loro azione: * La Grecia si prepara in armi e intanto com– pie massacri inauditi per terrorizzare quei villaggi che, o per timore o per avversità alla volontà di Atene, si mostrano incerti o tardi a riconoscere i l programma panellenico ». Altre numerose testimonianze si potrebbero citare in pro– posito: molti fatti sono esposti nel Libro verde pubblicato nel 1905 dal governo romeno circa le scelleraggini consu– mate dalle bande greche a danno dei Kutzo-Valachi del– l 'Epiro (1); molti al tri si trovano ricordati dal Burileann, che studiò recentemente i Romeni d'Albania. Basterà, come esem– pio, riferire un fatto molto eloquente narrato dal Burileanu ed accaduto mentre egli era in Albania. I l 20 luglio 1905 una banda di autarti penetrava in Pleasa, villaggio in quel di Coritza, abitato prevalentemente da Ro– meni, ne svaligiava la chiesa, bruciando i l ibr i sacri, terro– rizzando la popolazione, e se ne andava dopo avere affisso i l seguente proclama: ». (1) Cfr. la Memoria dei Kutzo-Valaclii d'Albania tra gli Allegati.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=