U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

— 178 — di quelle « zone grigie » che si incontrano con tanta fre– quenza nell'Europa centrale e nei Balcani. Sebbene la mag– gioranza della popolazione sia indubbiamente albanese (neo» illirica), pure, di mano i n mano che dal settentrione si pro– cede verso i l mezzodì, si riscontrano larghe commistioni di sangue greco e numerose colonie di Kutzo-Valachi (Romeni), nonché un diffondersi sempre maggiore dei costumi, della cultura e della lingua dell'Eliade: ciò non toglie che anche nell'Epiro meridionale v i siano contrade abitate compattamen– te da genti albanesi e romene, tanto per sangue come — in parte — per sentimento. L'Epiro, terra, per la maggior parte, di rozzi pastori, non fu considerato nella Grecia antica come parte dell'Eliade; tuttavia le sue tribù, specie le meridionali e le marittime, vissero nell'orbita della civiltà ellenica, e seguirono sovente la lingua e i costumi dei Greci, partecipando anchè frequen– temente alle lotte fra . i loro staterelli. I l rinato ellenismo ha sempre considerato l 'Epiro come di propria esclusiva spettanza. I l Regno di Grecia, f in dai suoi primordi, cercò di annetterselo sottraendolo alla domi– nazione turca; e a tal uopo v i svolse un'attivissima propa– ganda panellenica e v i fomentò e v i attivò, a parecchie r i – prese, rivolte contro i l governo di Costantinopoli. I l trattato di Berlino del 1878 riconobbe alla Grecia dei di r i t t i sull'E– piro meridionale, rimandando la delimitazione dei territori che avrebbero dovuto esserle ceduti ad una speciale commis– sione: senonchè, in seguito all'opposizione del Governo otto– mano ed a quella fermamente manifestata dagli Albanesi, la Grecia dovè rinunciare all'Epiro, ottenendo soltanto la regione del Pindo meridionale e la Tessaglia. Ma le aspirazioni elleniche non vennero meno. È noto come, f in dal principio della guerra balcanico-turca, la Grecia chiedesse tutta la parte meridionale dell'Albania, dal fiume Semesin in giù, occupando poi l'intero Epiro. Va ricordato i l bombardamento di Vallona eseguito nel 1912 da una tor– pediniera greca, che tentò anche di tagliare i l cavo telegra– fico che corigiunge quella costa con l ' I tal ia, come pure lo sbarco, quasi contemporaneo, di marinai ellenici sull'isoletta di Saseno, che chiude e domina la baia di Vallona. Tramontata la tesi serbo-greca della spartizione pura e semplice dell'Albania, i n seguito alla ferma opposizione del-

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